SCATTI CHE FOTOGRANO LA REALTA' QUOTIDIANA DEL TERRITORIO DI ISOLA DELLE FEMMINE E COMUNI LIMIITROFI........
I FUMI CHE INCOMBONO QUOTIDIANAMENTE SULLE VITE DEI CITTADINI DI ISOLA DELLE FEMMINE ......
da anni speriamo che qualche altro occhio vigile li veda....
....e provveda a tutela di tutti noi CITTADINI di Isola delle Femmine
Sicuramente... è tutto nella norma
Sicuramente... le emissioni provenienti dalla ITALCEMENTI ...
...SONO NEI LIMITI CONCESSI NEL DECRETO A.I.A. 693 2008...
...ANCHE SE AL DI SOPRA DELLE PRESTAZIONI PREVISTE DALLE MIGLIORI TECNOLOGIE DISPONIBILI...
MIGLIORI TECNOLOGIE DISPONIBILI. PREVISTE NEL DECRETO A.I.A. 693 2008 CHE LA ITALCEMENTI HA PENSATO BENE DI NON OTTEMPERARE
MA QUALCUNO....CONSIDERA O DOVREBBE AVER AVUTO LA LUNGIMIRANZA DI CONSIDERARE.......
CHE SOTTO TALI FUMI VIVONO, RESPIRANO E CRESCONO I NOSTRI FIGLI
2008 > 07 > 29 > Economia > Ambiente > AMBIENTE-ASSESSORE-SICILIA-OK-REGIONE-AD-USO-PETCOKE-E-TEMPORANEO 190715
AMBIENTE: ASSESSORE SICILIA, OK REGIONE AD USO PETCOKE E' TEMPORANEO
Palermo, 29 lug. - (Adnkronos) - "L'onorevole Siragusa prima di diffondere notizie allarmanti avrebbe potuto richiedere copia del provvedimento autorizzativo e si sarebbe resa conto che l'assessorato all'Ambiente ha rilasciato un'autorizzazione temporanea con limiti all'emissione in atmosfera estremamente inferiori a quelli stabiliti dalla legge, ed in presenza di tutti i pareri favorevoli". L'assessore regionale all'Ambiente della Sicilia, Giuseppe Sorbello, rimanda al mittente le accuse lanciate dalla deputata del Pd, Alessandra Siragusa, che ha annunciato la presentazione di un'interrogazione alla Camera.
Al centro del provvedimento l'autorizzazione concessa dall'assessorato al Territorio e Ambiente della Regione siciliana all'impiego del petcoke come combustibile nella cementeria Italcementi di Isola delle Femmine (Palermo). Una decisione che l'esponente del partito di Veltroni giudica "pericolosa". L'assessore Sorbello precisa che si tratta di "un'autorizzazione temporanea integrata dai pareri della Provincia regionale di Palermo, dell'Agenzia regionale per i rifiuti e le acque, della Commissione provinciale per la tutela dell'Ambiente, dell'azienda Ausl, dell'Arpa provinciale di Palermo e del servizio 3 dell'assessorato al Territorio, con limiti di emissione in atmosfera al di sotto dei parametri stabiliti per legge''.
''Il provvedimento autorizzativo - aggiunge - impone la riconversione tecnologica dell'intero impianto secondo le migliori tecnologie presenti sul mercato. E impone - precisa Sorbello- entro 60 giorni dal rilascio dell'autorizzazione, lo sgombero dell'attuale sito di stoccaggio del petcoke dalla cava di Raffo Rosso e la bonifica e il ripristino ambientale della stessa area".
fonte della notizia:
Assessore Territorio Ambiente
Regione Sicilia
DIRIGENTE GENERALE
Dott. Gaetano Gullo
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25 ottobre 2013
Regione Sicilia
1° Servizio VIA-VAS
dr. Giorgio D’Angelo
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25 ottobre 2013
Assessore Territorio Ambiente
Regione Sicilia
Dott.sa Mariella Lo Bello
Via Ugo La Malfa 169
90146 PALERMO protocollata 25 ottobre 2013
FAX 091 7077963
IV Commissione Ambiente e Territorio
Assemblea Regionale Siciliana
Onle Giampiero Trizzino
Piazza Indipendenza 21
90129 PALERMO
FAX 091 7054564
Raccomandata R.R.
Anticipata via fax
Oggetto: Decadenza, per inosservanza prescrizioni, decreto 693 18 luglio 2008
Il Sottoscritto Coordinatore del Comitato Cittadino Isola Pulita con la presente intende ribadire quanto dichiarato nel corso della riunione del Tavolo tecnico tenutosi presso il 1° Servizio VIA-VAS di questo Assessorato, avente ad oggetto “Procedura A.I.A. Impianto IPPC ditta Italcementi S.p.a.”:
.
Considerato che la procedura di autorizzazione integrata ambientale, in particolare per I cementifici, ha diverse funzioni, quelle di maggior interesse sono le seguenti:
a) verifica puntuale delle autorizzazioni ambientali esistenti per ricondurle ad una unica autorizzazione tenendo conto del principio della applicazione della prevenzione e riduzione dell’inquinamento, al fine di raggiungere l’obiettivo di un elevato livello di protezione ambientale e della popolazione.
b) Verifica della applicazione delle migliori tecnologie disponibili (sulla base di linee guida redatte per conto della Commissione della Unione Europea ed a livello nazionale) atte a ridurre gli impatti ambientali e, tenendo conto delle caratteristiche tecnologiche e la durata di vita tecnica dell’impianto, la previsione di prescrizioni atte a ricondurre l’impianto, ove necessario, a raggiungere prestazioni idonee entro tempi certi.
c) La fissazione di limiti emissivi per le diverse matrici ambientali di interesse (emissioni, scarichi, rumore, ecc) che tengano conto delle tecnologie disponibili e applicabili al caso in esame ma anche delle caratteristiche ambientali della area limitrofa all’impianto. In tal caso possono essere prescritti limiti inferiori a quelli stabiliti dalle norme nazionali applicabili all’impianto e anche limiti inferiori alle prestazioni ottenibili dall’applicazione delle migliori tecnologie ove le criticità locali siano tali da renderle necessarie.
d) La individuazione di dettaglio di un programma di monitoraggio a cura del gestore e di un programma di controllo da parte degli enti preposti che riguardi oltre al rispetto dei limiti emissivi disposti anche le specifiche modalità gestionali prescritte e il rispetto concreto delle migliori tecnologie disponibili individuate per l’impianto.
Preso atto dell’istanza presentata, dalla Italcementi datati 3.11.2006,, contenente un progetto di modifica dell’impianto esistente ed ammodernamento tecnologico dell’impianto.
(rintracciabile sul sito a pag http://lagendarossadiisoladellefemmine.files.wordpress.com/2012/08/progetto-di-ammodernamento-della-italcementi-di-isola-delle-femmine-presentazione_completa.pdf )
Preso atto che in data 31.01.08 nella seduta della Conferenza dei Servizi la Italcementi faceva richiesta di concessione dell’A.I.A. esclusivamente per l’utilizzo del pet-coke come combustibile nel vecchio impianto, escludendo così il progetto di modifica dell’impianto che la Italcementi aveva presentato il 3.11.2006
Preso atto che il 29 agosto 2008 la G.U.R.S. il decreto 693 del 18 luglio 2008 con cui il “Dirigente” del 2° Servizio VIA-VAS Ing Vincenzo Sansone rilasciava l’autorizzazione Integrata Ambientale alla Italcementi S.p.a.
Preso atto che il decreto 693 autorizzativo:
articolo 13 recita: “ Questo Assessorato, nella qualità di Autorità competente per l’AIA, provvederà ad effettuare una visita ispettiva presso l’impianto congiuntamente con gli enti che hanno rilasciato parere in merito ai lavori oggetto, successivamente alla comunicazione di inizio dell’attività di produzione dell’impianto, al fine di verifica la attuazione delle prescrizioni in fase di realizzazione dei lavori. La società Italcementi S.p.a. è onerata, i quella sede, a voler consegnare ad ogni ente intervenuto copia di progetto aggiornato con le previsioni delle suddette prescrizioni….”
articolo 7 recita: “subordinato al rispetto delle condizioni e di tutte le prescrizioni impartite dalle competenti autorità intervenute in sede di conferenze dei servizi ed indicate nei pareri sopra riportati, che fanno parte integrante e sostanziale del presente decreto. In particolare, dalla data di notifica del presente provvedimento dovranno essere osservate le prescrizioni relative all’applicazione delle migliori tecniche disponibili, dettate dai rappresentanti degli Enti preposti a rilasciare parere in conferenza di servizi decisoria qui di seguito riportate:……….”
articolo pag 6 5° capoverso recita “ E’ fatto obbligo all’azienda di procedere, entro 24 mesi dal rilascio della presente autorizzazione, alla conversione tecnologica (revamping) dell’impianto con il completo allineamento alle Migliori Tecniche Disponibili (M.T.D.) previste per il settore cemento, al fine di ottenere un sostanziale miglioramento delle prestazioni ambientali per quanto riguarda l’abbattimento dei principali inquinanti (polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo). Nell’ambito dell’intervento di conversione tecnologica l’azienda è in ogni caso tenuta a realizzare un sistema di abbattimento delle polveri che garantisca, per il forno di cottura (attualmente camino E35), un livello emissivo inferiore a 15 mg/Nm3 (media oraria).……….”
Visto l’atto d’invito e diffida a provvedere con istanza in autotutela, inviato con Raccomandata R.R. 14344889362-1 del 21-03-2011 al 2° Servizio VIA-VAS Assessorato TT.AA. Atto a tutt’oggi rimasto inevaso.
Considerato che alla data della presente sono ampiamente decorsi i termini (24 mesi) di adeguamento alle prescrizioni imposte alla Italcementi S.p.a., con il decreto n.693 del 18 luglio 2008 emesso dall’Assessorato Regionale Territorio Ambiente senza che risulti realizzato alcun intervento volto ad uniformarsi alle previsioni della predetta Autorizzazione Integrata Ambientale.
Considerato che tale condotta comporta una grave responsabilità per Italcementi S.p.a. che continua ad utilizzare un impianto altamente inquinante e nocivo per la salute dei Cittadini, ma è foriero di responsabilità anche per l’Amministrazione regionale per i suoi agenti che rimanendo inerti sono solidamente responsabili con l’Italcementi S.p.a., per i danni alla salute dei cittadini;
Considerato che non risulta che l’amministrazione abbia effettuato alcun controllo in ordine all’adempimento delle prescrizioni imposte nei termini previsti dall’A.I.A., nonostante che in data 18.1.2011 è stata comunicata all’amministrazione regionale una situazione di emergenza ambientale relativa a notevoli e pericolose esalazioni di fumo provenienti dalla cementerai e che di tale emergenza è stata informata l’autorità giudiziaria;
Considerato che ogni ulteriore inerzia da parte dell’amministrazione regionale appare foriera di gravi responsabilità per la stessa e , specialmente dei suoi agenti per i gravi pericoli che corre la comunità locale in particolare i cittadini che risiedono a ridosso del cementificio;
Considerato che la tutela della salute e dell’ambiente costituiscono interessi pubblici sensibili,con valore primario e prevalente che obbliga l’amministrazione ad una maggiore sensibilità in ordine alle attività di controllo nel caso di pericolo;
Tutto quanto sopra premesso e considerato
Questo Comitato Cittadino Isola Pulita sollecita gli Enti in indirizzo, per le competenze che la legge affida loro, a voler provvedere con urgenza a sospendere e/o revocare l’Autorizzazione Integrata Ambientale di cui al decreto n 693 del 18 luglio 2008, per il mancato adeguamento alle prescrizioni imposte nel termine previsto dalla stessa e/o per gli altri motivi che l’autorità che legge la presente vorrà verificare a seguito di adeguato ed idoneo controllo sulla documentazione e sull’impianto oggetto dell’A.I.A.
Recapito: isolapulita@gmail.com
Comitato Cittadino Isola Pulita
Giuseppe Ciampolillo
Via Sciascia 13
90040 Isola delle Femmine
Per maggiori informazioni si trovano sui siti del Comitato Cittadino Isola Pulita:
ITALCEMENTI ISOLA DELLE FEMMINE Interrogazione a
risposta scritta 4-03034 MANNINO Claudia 21 dicembre 2013,
seduta n. 143
il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 attribuisce al Ministero della Salute le funzioni spettanti allo Stato, in materia di tutela della salute umana, di tutela della salute nei luoghi...
• presentato il: 21/12/2013
•
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-03034 presentato da MANNINO Claudia testo di Sabato 21 dicembre 2013, seduta n. 143
MANNINO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 attribuisce al Ministero della Salute le funzioni spettanti allo Stato, in materia di tutela della salute umana, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di igiene e di sicurezza degli alimenti;
lo stesso decreto legislativo stabilisce che il Ministero della Salute svolge le funzioni di competenza statale concernenti la tutela della salute umana anche sotto il profilo ambientale, nonché il monitoraggio della qualità delle attività sanitarie regionali;
a seguito di sopralluoghi effettuati dalle competenti autorità il 6 dicembre 2005 risultava che la «cementeria di Isola delle Femmine», sita nel comune di Isola delle Femmine, utilizzasse come combustibile, per i propri impianti di produzione, il petcoke senza avere ottenuto alcuna autorizzazione;
a seguito di un atto di diffida della regione siciliana, il gestore dell'impianto ha presentato, in data 3 novembre 2006, un'istanza per ottenere l'Autorizzazione Integrata Ambientale necessaria a realizzare un progetto di conversione tecnologica degli impianti produttivi (revamping);
nel corso del procedimento autorizzatorio, il soggetto gestore ha chiesto il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, esclusivamente per l'impianto esistente includendo il coke di petrolio tra i combustibili utilizzati, impegnandosi a ripresentare una richiesta di autorizzazione per la realizzazione del progetto di conversione tecnologica dell'impianto, dopo aver acquisito il necessario giudizio di compatibilità ambientale per la realizzazione delle opere previste nello stesso progetto;
con decreto del responsabile del servizio n. 693 del 18 luglio 2008, è stata rilasciata alla società italcementi SpA l'autorizzazione integrata ambientale per l'impianto esistente «cementerà di Isola delle Femmine», sito nel comune di Isola delle Femmine, che consente l'impiego del coke di petrolio tra i combustibili autorizzati;
l'articolo 6 del decreto n. 693 del 2008 stabilisce che «il provvedimento definitivo sarà subordinato alle risultanze della visita di collaudo», in seno alla quale gli enti preposti al controllo potranno, se ritenuto necessario, modificare le condizioni e le prescrizioni autorizzative, stabilite dall'articolo 7 dello stesso decreto n. 693 del 2008;
l'articolo 7 del decreto n. 683 del 2008 elenca, dettagliatamente, le condizioni e le prescrizioni che devono essere rispettate relativamente al recupero dei rifiuti come materie prime, ai limiti di emissione, alla conversione tecnologica dell'impianto, all'uso dei combustibili e ai consumi energetici, al trattamento dei rifiuti prodotti e infine alle attività di monitoraggio, stabilendo che l'efficacia dell'Autorizzazione Integrata Ambientale «viene subordinata al rispetto delle condizioni e di tutte le prescrizioni impartite dalle competenti autorità intervenute in sede di conferenza di servizi», e che a far data dalla notifica del provvedimento «dovranno essere osservate le prescrizioni relative all'applicazione delle migliori tecniche disponibili, dettate dai rappresentanti degli Enti preposti a rilasciare parere in conferenza di servizi decisoria» riportate dettagliatamente nello stesso decreto;
tra le prescrizioni relative all'impianto, fissate dal Decreto 683/2009, all'articolo 7, è stato inserito l'obbligo, per il gestore, di procedere – entro 24 mesi dal rilascio dell'autorizzazione – alla conversione tecnologica (il cosiddetto revamping) dell'impianto con il completo allineamento delle migliori tecniche disponibili (M.T.D.) per la produzione del cemento, al fine di ottenere un sostanziale abbattimento dei principali inquinanti: polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo;
a distanza di più di 5 anni dal rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale, la conversione tecnologica dell'impianto, prescritta dall'articolo 7 del decreto n. 683 del 2009, non è stata realizzata;
non risulta che l'amministrazione competente al rilascio dell'AIA abbia effettuato alcun controllo in ordine all'effettivo adempimento, da parte del soggetto gestore, alle prescrizioni dettagliatamente elencate nel decreto n. 683 del 2009, nonostante – in data 18 gennaio 2011 – sia stata comunicata all'amministrazione regionale e all'autorità giudiziaria una situazione di emergenza ambientale relativa a notevoli e pericolose esalazioni di fumo provenienti dalla cementeria;
nel comune di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo, continua, dunque, ad operare un impianto per la produzione del cemento, che non utilizza le tecnologie disponibili per conseguire un effettivo abbattimento delle emissioni inquinanti: polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo;
la mancata ottemperanza alle prescrizioni fissate nel provvedimento di rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale – e in particolare a quella concernente l'obbligo di adeguamento tecnologico dell'impianto esistente – non costituisca una grave minaccia per la salute pubblica stante la stessa collocazione dell'impianto rispetto ai centri abitati circostanti –:
quali elementi disponga in merito alla situazione e ai fatti esposti;
se intenda assumere iniziative al fine di tutelare la salute delle comunità che abitano nel territorio interessato dalle emissioni inquinanti connesse al funzionamento della cementeria di Isola delle Femmine. (4-03034)
La guerra del cemento, 4 anni di battaglie infuocate nella Bassa Padovana
di Alice Cavicchioli
MONSELICE 13 Feb - Monselice, provincia di Padova. Qui, nel 2010, comincia una storia che oggi, dopo 4 anni, non è ancora finita, e che lascia dietro di sé una ferita profonda, aperta fra gli abitanti che le cronache hanno diviso in ambientalisti da un lato e lavoratori dall’altro, ma che di fatto non sono nient’altro che cittadini, stretti nella morsa di una battaglia che li ha messi gli uni contro gli altri.
A innescare la miccia è il revamping di Italcementi, un progetto di ristrutturazione presentato da una delle tre cementerie che – con una concentrazione che non ha eguali in Europa – insistono nell’area dei Colli Euganei tutte nel raggio di 5 chilometri. Sul piatto c’è un investimento da 160 milioni di euro che prevede anche una torre di preriscaldo alta 110 metri, poi scesi a 89, e la garanzia di occupazione per i lavoratori. Senza il revamping gli operai rischiano il posto e dunque sostengono compatti la sua attuazione.
I comitati “E noi?” e “Lasciateci respirare”, supportati da una buona fetta di cittadini, associazioni e un inaspettato fronte trasversale composto da molte amministrazioni del territorio, nell’opera vedono invece uno sfregio ambientale nel cuore del Parco Colli e temono da parte della cementeria l’utilizzo di rifiuti come combustibile, con conseguenti rischi sanitari per la popolazione. La produzione di cemento nel 2010 è già in forte calo e il sospetto dei comitati è che l’industria punti sull’uso di materiale di scarto per abbattere i costi nel quadro di un mercato in declino. La popolazione convive dagli anni ’50 con tre attività industriali classificate come insalubri di 1° classe.
La situazione della Bassa è percepita “a rischio” da molti, e proprio da un approfondimento sulle vicende di questo territorio nasce anche il documentario “Nel mio giardino” (dal quale sono state tratte le immagini per questo servizio), realizzato da Cristian Cesaro, Fabio Lessio, Santo Bruno e davide Donnola. I dati epidemiologici dell’Usl 17 sull’incidenza dei tumori nell’area dimostrano un tasso di mortalità che rientra nella media degli altri Comuni, ma per Francesco Miazzi, portavoce del comitato “Lasciateci respirare”, il rapporto non è rassicurante come sembra: “Se è vero che la mortalità è nella media - e questo anche grazie ai progressi medici - il numero delle persone che si ammalano invece è in aumento” sottolinea Miazzi, che a Monselice è anche consigliere comunale.
“Quello che non hanno voluto tirare fuori – sostiene – sono i numeri, tratti dallo stesso documento e relativi al tasso di patologie respiratorie registrate nell’Usl 17”: affetti da insufficienza respiratoria e malati cronici di asma qui sarebbero risultati molto più numerosi rispetto alla tendenza regionale.
Sul fronte opposto ci sono i lavoratori della cementeria che temono per il loro avvenire. La crisi preme, e lo spettro della disoccupazione avanza.
Si può scegliere tra la salute e il lavoro? Fra il bene dei singoli nell’immediato e il bene di una comunità nel suo futuro? Sono domande davanti alle quali un cittadino non dovrebbe mai trovarsi, le stesse che hanno finito per spaccare la popolazione, dividendola proprio su ciò che la dovrebbe unire, cioè il destino del proprio territorio.
Comincia una battaglia legale che vedrà due sentenza del Tar bocciare il revamping. Parallelamente la procura di Padova mette sotto inchiesta il sindaco di Monselice Francesco Lunghi e l’allora presidente del Parco Colli Chiara Matteazzi, favorevoli al revamping. Le indagini condotte dai carabinieri del Noe di Venezia arrivano ad ipotizzare i reati di corruzione e abuso di ufficio volti a garantire l’approvazione e la realizzazione del progetto. Lo stesso Tar del Veneto, nel maggio del 2012, nell’annullare l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dall’Ente Parco Regionale dei Colli Euganei e la delibera della giunta provinciale con cui si era espresso il parere di compatibilità ambientale favorevole, dispone la trasmissione degli atti alla Procura ritenendo “necessario che essa verifichi se l’illegittimo rilascio dell’autorizzazione paesaggistica impugnata abbia comportato la commissione di reati”.
Seguono due anni di indagini con tanto di intercettazioni e pedinamenti. Il sospetto dei carabinieri è che i ripensamenti di vari amministratori pubblici prima contrari e poi favorevoli al progetto Italcementi “si affiancasse a situazioni di favore come compensi e nuovi incarichi”. Ma il 20 dicembre 2013 il sostituto procuratore, pur sottolineando la condotta “non del tutto chiara” degli indagati, chiede l’archiviazione del caso in assenza di elementi idonei a esercitare l’azione penale. I comitati si oppongono e la decisione, ad oggi, è quindi affidata al gip. Nel frattempo il Consiglio di Stato, a fine 2012, ha ribaltato anche la seconda sentenza del Tar. Italcementi può, dunque, fare il revamping.
Ma il progetto, con la crisi del cemento al suo apice, è ormai tramontato. La colpa, per il sindaco Lunghi e il suo vice, è dei comitati, di chi si è opposto, tanto da annunciare contro di loro una class action. Eppure, perfino il sindacato, che rappresenta i lavoratori, non attribuisce ai comitati la retromarcia sul revamping, ma alla crisi del settore e alle mutazioni del mercato.
Perché allora questa class action? Francesco Miazzi tira in ballo l’imminente campagna elettorale per il comune di Monselice e parla di “ennesimo tentativo intimidatorio”. Intanto, i forni del cementificio si spengono, lo stabilimento dopo essere stato “declassato” a centro di macinazione, a fine gennaio di quest’anno viene chiuso e al termine di una vertenza sindacale condotta in un clima esacerbato su ogni fronte, i sindacati ottengono per tutti i lavoratori la cassa integrazione straordinaria per almeno due anni, potenzialmente rinnovabile per altri due. Nel frattempo la speranza è che la politica ricomponga ciò che ha diviso, disegnando per Monselice e per la Bassa Padovana strade di sviluppo alternative.
13 febbraio 2014
Combustione petcoke
Borgo Venusio insorge contro la Valdadige
“L’uso del petcoke fa paura: a meno di un chilometro dalle case. La Regione deve revocare l’Aia. Le carte subito in Procura”. Residenti preoccupati dal progetto aziendale. Genchi: “Verificheremo il rispetto di tutte le prescrizioni”.
di PIERO QUARTO
I fumi che preoccupano i residenti
MATERA - Il petcoke fa paura. E’ la reazione che sta montando in queste ore da parte dei residenti del Borgo Venusio. La causa è il prossimo avvio da parte dell’azienda Valdadige di un progetto di utilizzo come combustile del petcoke.
Un progetto che, dopo l’autorizzazione ambientale dell’agosto 2010, sembra essere sul pronto di partire.
Ieri doveva essere il giorno fatidico per l’utilizzo di petcoke da parte della Valdadige. Almeno questa era la voce che aveva preoccupato i residenti e a cui è seguito un rinvio, pare tecnico, di qualche giorno per applicare al meglio il progetto.
I residenti però sono fortemente allarmati anche perchè poco convinti da quanto hanno letto nell’autorizzazione ambientale emanata dalla Regione. Una delibera del 10 agosto 2010 della giunta regionale che visti i pareri favorevoli ha dato l’autorizzazione integrata ambientale a Valdadige.
«E’ una cosa scandalosa e per la quale chiediamo sin da subito la revoca dell’autorizzazione emanata dalla Regione» spiega Mimmo Genchi residente di Venusio conosciuto anche per il suo impegno politico, «andremo a verificare nel dettaglio il contenuto ed il rispetto di tutte quante le prescrizioni che sono contenute all’interno dell’autorizzazione e procederemo anche a fare un esposto alla Procura della Repubblica su questi fatti.
La cosa che mi pare di maggiore impatto anche in prima battuta è il fatto che esiste una tabella che sintetizza tutti gli elementi nel raggio di un chilometro e si dice che in realtà non ci siano case di abitazione civile. Io abito a circa 600 metri da quell’azienda e conto vicino a me nel borgo vecchio di Venusio almeno una dozzina di famiglie con figli anche piccoli che sono nella stessa situazione.
Devo poi anche aggiungere che nel raggio di un chilometro ci sono nuove abitazioni residenziali ed anche una parte del borgo nuovo.
Non riesco pertanto a capire come è possibile che si possa arrivare ad una decisione del genere senza aver completato nemmeno una semplice verifica territoriale come questa che con i mezzi di oggi mi pare anche molto semplice da poter svolgere». Genchi aggiunge ancora senza accennare assolutamente a fermarsi: «trovo poi oltremodo grave che vi possa essere una conferenza di servizi che dia un’autorizzazione con parere favorevole di Regione, Provincia e Comune su una cosa del genere che può creare problemi a persone che si trovano nel raggio di un chilometro».
Magra la consolazione a cui arriva Genchi anche da ex consigliere comunale ricordando che «oramai a tutela dei territori sono rimasti solamente i cittadini e nessun altro.
Bisognerà nelle prossime settimane chiarire immediatamente quest’incongruenza ed arrivare a verificare nel dettaglio ciascuna delle prescrizioni Aia che sono contenuto in quel documento». In questi ultimi giorni la preoccupazione dei cittadini è cresciuta tanto che ieri mattina era stata paventata, e poi rinviata, una sorta di manifestazione di protesta nell’ottica di un avvio del progetto di utilizzo del petcoke da parte dell’azienda.
In una posizione diversa ma di sostanziale attesa anche a garanzia del proprio lavoro sono anche i 64 dipendenti della Valdadige in cassa integrazione straordinaria dal dicembre scorso per i prossimi dodici mesi e per i quali è stato chiesto a livello sindacale il massimo delle sicurezze rispetto all’approvazione e la realizzazione del progetto. «Prendendo atto dell’autorizzazione ma anche della necessità che ci siano tutti i quanti i via libera e i permessi necessari per poter procedere con il progetto messo in campo dall’azienda» dicono fonti sindacali. Anche in questo caso vi sarebbe grande attenzione nei diversi passaggi che verranno posti in essere.
La questione che si sta trascinando da non poco tempo visto che l’autorizzazione risale al 2010 sembra essere oramai arrivata ad un punto di svolta. Valdadige sembra pronta a partire con l’utilizzo del petcoke ma in realtà la preoccupazione dei residenti è al massimo.
«Case, famiglie e bambini ed un intero borgo sono preoccupati per questo tipo di iniziativa» conclude Mimmo Genchi.
A fine luglio 2010 i pareri favorevoli nel corso della conferenza di servizi
Questi alcuni passaggi dell’autorizzazione di agosto 2010 che dà il via libera al progetto di Valdadige da parte del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata che ha effettuato l’istruttoria sulla richiesta che era stata avanzata da parte dell’azienda..
«L’Azienda ha in progetto l’impiego del “pet-coke” sia nell’impasto che per uso combustibile.
Si ribadisce che durante lo scarico del pet-coke sarà attivo un impianto di aspirazione ed abbattimento delle polveri che si possono generare durante questa fase, che confluisce nel punto di emissione E5».
«Aggiungere una minima quantità di pet-coke nell’impasto permette di velocizzare il ciclo di cottura: la combustione di tale materiale all’interno del prodotto, infatti, consente a quest’ultimo di raggiungere più rapidamente ed efficacemente le temperature di cottura.
Quanto all’utilizzo come combustibile del coke da petrolio con un contenuto in zolfo non superiore al 1% in massa, la ditta ritiene economicamente vantaggiosa tale possibilità.
E’ possibile utilizzare come combustibile il coke da petrolio con un contenuto in zolfo non superiore al 6% in massa “negli impianti in cui durante il processo produttivo i composti dello zolfo siano fissati o combinati in percentuale non inferiore al 60% con il prodotto ottenuto”.
L’aggiunta nell’impasto di una minima percentuale di pet-coke, inoltre, non solo permette di velocizzare i tempi di cottura, ma anche di limitare le emissioni degli ossidi di zolfo.
Infine la posizione all’interno del forno di cottura dei bruciatori a metano a monte di quelli che utilizzano il combustibile solido (attualmente antracite, ma pet-coke nelle intenzioni della ditta) è, secondo il proponente, strategica perché consente di abbattere gli eventuali residui incombusti del combustibile solido».
Infine il dato sulla conferenza di servizi per acquisire i pareri sul progetto in questione si è svolta presso il Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata.
Il 29 luglio 2010 hanno dato parere la Provincia di Matera – Ufficio Ambiente, che ha espresso parere favorevole, l’azienda Sanitaria di Matera che ha espresso parere favorevole, il Comune di Matera del settore Urbanistica, che ha espresso parere favorevole e l’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (A.R.P.A.B.), che ha espresso parere favorevole, per le competenze in materia di monitoraggio ambientale».
mercoledì 29 gennaio 2014 09:15
Valdadige brucia il petcoke
I sindacati chiedono lo stop
L'azienda avvia il progetto di autorizzazione regionale del 2010 per bruciare, seppur in maniera limitata il derivato del petrolio, ma i lavoratori insorgono: «Serve un monitoraggio anche all'interno, chiediamo una sospensione immediata». Preoccupazione tra i residenti del borgo Venusio
di PIERO QUARTO
Il fumo che preoccupa i residenti di Venusio
Entra nel vivo il caso Valdadige. Da almeno 24 ore infatti l'azienda ha cominciato, pare in via parziale, a bruciare il cosiddetto petcoke secondo l'autorizzazione regionale Aia del 2010. Ma la polemica e la preoccupazione tra i residenti del vicino Borgo Venusio si è immediatamente sviluppata nel corso delle ultime ore. Congiuntamente questa mattina le organizzazioni sindacali nel corso di un sopralluogo a Valdadige hanno chiesto la sospensione dell'intervento: «L'azienda ha un'autorizzazione ambientale che attesta la validità del procedimento in sicurezza per l'esterno ma serve avviare un monitoraggio preventivo all'interno ed una fase preparatoria che garantisca la salute dei lavoratori. Per questo abbiamo chiesto la sospensione da parte di Valdadige dell'intervento con il petcoke» hanno spiegato Valeriano De Licio e Franco Pantone che hanno avuto un primo confronto con l'azienda. Nelle prossime ore si capiranno le decisioni dell'azienda.
Revamping Italcementi, indagini da due anni su Lunghi e Matteazzi
Sotto inchiesta il sindaco di Monselice e l'ex presidente del Parco Colli. Perché c'è stato un cambio di atteggiamento? I carabinieri evidenziano le anomalie ma la Procura chiede l’archiviazione. Il Comitato “E noi?” si oppone perché vuole che sia celebrato il processo
di Francesca Segato
ITALCEMENTI SOPRALLUOGHI ARPA 2009 NON E' STATA PRESENTATA ISTANZA A.I.A. VEDI 693 OBBLIGO REVAMPING PAG 4
Italcementi sopralluoghi arpa 2009 non e' stata presentata istanza a.i.a. vedi 693 obbligo revamping pag 4 from Isola Pulita
LA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE INQUINA?
La Italcementi di Isola delle Femmine inquina? di isolapulita
PIETRO TOLOMEO DIRIGENTE GENERALE DECRETO 155 29 GENN 2009
CONTRATTO ING NATALE ZUCCARELLO NOMINA DIRIGENTE RESPONSABILE 2 VIA VAS A.IA
ITALCEMENTI DECRETO 693 18 LUGLIO 2008
Pietro Tolomeo Dirigente Generale Decreto 155 29 Genn 2009 Contratto Ing Natale Zuccarello Nomina Dirigente... by Pino Ciampolillo
TOLOMEO PIETRO NOMINA SANSONE DIRIGENTE 2
SERVIZIO VIA VAS A PARTIRE DAL 17 DICEMBRE 2008 DOPO CINQUE MESI DALLA FIRMA COME RESPONSABILE DEL 2° SERVIZIO VIA VAS DECRETO CONCESSORIO A.I.A. ALLA ITALCEMENTI DEL
LUGLIO 2008
Tolomeo nomina sansone dirigente 2 servizio via vas solo dopo mesi dalla firma dell'incarico decreto contratto sansone from Isola Pulita
A.I.A. ITALCEMENTI 693 2008, ANZA', GULLO, I PETROLIERI VOGLIONO LA DEROGA SULLE EMISSIONI, interlandi, RAFFINERIE, Sansone, Tolomei, zuccarello,MONSELICE,REVAMPING RAFFINERIE, I PETROLIERI VOGLIONO LA DEROGA SULLE EMISSIONI
“L’uso del petcoke fa paura: a meno di un chilometro dalle case. La Regione deve revocare l’Aia. Le carte subito in Procura”.
Revamping Italcementi, indagini da due anni su Lunghi e Matteazzi «E buona parte dei fondi proviene da Italcementi»
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ITALCEMENTI ISOLA DELLE FEMMINE SOSTANZE ODORIGENE NELLE EMISSIONI INQUINANTI
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