Con le leggi in materia di tutela ambientale attualmente in vigore vengono fissati alcuni punti fermi. Per prima cosa le regole generali relative alla materia ambientale, i cosiddetti “principi di tutela”, possono essere modificate solo attraverso una legge statale. In secondo luogo l’azione ambientale deve avere come protagonisti tutti gli enti, pubblici e privati, e le persone fisiche e giuridiche pubbliche e private che regolano la politica ambientale della comunità. Tutti questi soggetti devono mettere in campo un’adeguata azione, caratterizzata, tra l’altro, dai principi generali di precauzione, prevenzione e correzione e da quello fondamentale del “chi inquina paga.
Un’attenzione particolare è stata riservata allo “sviluppo sostenibile” che «deve essere l’obiettivo costante dell’azione del singolo e delle istituzioni e deve essere tale da garantire il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali senza compromettere le possibilità e la qualità della vita di quelle future, perseguendo così il principio della solidarietà tra le generazioni.
Le norme statali rappresentano le condizioni minime essenziali per la tutela dell’ambiente e la Regione può adottare forme di tutela più restrittive in particolari situazioni territoriali solo se queste non comportano aggravi ingiustificati dei provvedimenti autorizzativi.
Le leggi in materi amibientale attaulmente in vigore prevedeno anche che chiunque abbia il diritto di accedere alle informazioni riguardanti gli aspetti ambientali e del paesaggio. E, aspetto non marginale, sancisce il principio secondo cui “chi autorizza il progetto si occupa anche delle procedure di valutazione ambientale”, facendo venire meno un dualismo spesso inopportuno e concretizzando, di fatto, un ulteriore processo di trasferimento di competenze alle Province, in quanto soggetti più vicini al territorio.
Signor Sindaco senz'altro è a conoscenza:
L'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE DELLA ITALCEMENTI, forse è prescritta sin dal mese di luglio del 2010.
Posso permettermi di chiederLe quali sono stati i provvedimenti da Lei adottati?
Il 18 luglio 2008 la Regione Sicilia il 2° Servizio VIA/VAS dell'Assessorato Territorio Ambiente emette decreto n 693 a favore della Italcementi di Isola delle Femmine (a pagina 6 su 12) al capitolo:
PRESCRIZIONI RELATIVO ALL'IMPIANTO
"...E' fatto obbligo all'azienda di procedere, entro 24 mesi (18.7.2010), alla conversione tecnologica ("REVAMPING"), dellimpianto con il completo allineamento alle migliori tecniche diponibili (M.T.D.) previste per il settore cemento, al fine di ottenere un sostanziale miglioramento delle prestazioni ambientali per quanto riguarda l'abbattimento dei principali inquinanti (polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo). Nell'ambito dell'intervento di conversione tecnologica l'azienda è in ogni caso tenuta a realizzare un sistema di abbattimento delle polveri che garantisca, per il forno di cottura (attualmente camino E35), un livello emissivo inferiore a 15mg/Nm3 (media oraria)
E' sufficientemente chiaro Signor Sindaco Portobello?
PRECAUZIONE |
PREVENZIONE |
CHI INQUINA DEVE PAGARE |
INQUINAMENTO |
A Isola delle Femmine come nei comuni limitrofi c'è da supporre che nei nostri organismi si siano insediate sostanze inquinanti pronte a far impazzire il nostro sistema neurovegetativo. |
Notizie dal NORD:
Revamping, ricorso al Tar Esame il 24 febbraio
pubblicata da Francesco Miazzi il giorno mercoledì 9 febbraio 2011 alle ore 15.37
MONSELICE. Sarà discussa il 24 febbraio, al Tar del Veneto, la richiesta di sospensiva avanzata dai Comuni di Este e Baone nel ricorso presentato contro il revamping Italcementi. Presto si saprà se il revamping subirà o no una battuta di arresto. A fianco del ricorso dei Comuni, ne hanno presentato uno analogo anche i comitati «E noi?» e «Lasciateci respirare» (senza tuttavia chiedere la sospensiva). Comitati che ora ribattono all’Italcementi, dopo esser stati citati per danni all’immagine dell’azienda. «Italcementi cerca di giustificare il risarcimento richiesto ai comitati colpevoli, a suo dire di averne infangata l’immagine, minimizzando la somma richiesta - affermano -. In effetti, il colosso del cemento ha chiesto 30.000 euro di risarcimento danni e 10.000 a titolo di riparazione pecuniaria ai due Presidenti dei Comitati in quanto persone fisiche e in quanto rappresentanti legali quindi, per magia, due persone diventano “4 convenuti”. Non servono poi i contabili della multinazionale per scoprire che la somma totale è di 160.000 euro, come dichiara la stessa Italcementi nell’atto di citazione. A questa somma richiesta, noi dobbiamo prevedere l’aggiunta delle spese legali per la difesa al Foro di Bergamo, nonché le spese per la pubblicazione della sentenza sulla stampa, ulteriore richiesta formulata da Italcementi nell’atto di citazione. Ci domandiamo se siamo davvero noi, quelli che diffondono le informazioni “fuorvianti”». Per i comitati, questa citazione si configura come un pesante attacco alla libertà di espressione e di stampa. (f.se.)
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