Il Professore : ... ... Giova ricordare , peraltro , IL Che Personaggio Il proprietario del bene confiscato , in partiture OCCASIONE delle elezioni sosteneva Amministrativo Il Candidato della lista "Rinascita Isolana " Rosario Rappa .

venerdì 29 luglio 2011

3 Agosto 2011 Cantiere della Calliope di Isola delle Femmine VOGLIAMO LA VERITA’

3 agosto 2011: 4° anniversario della scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana. Rossella Accardo lancia un appello e invita tutti a Isola per manifestare in nome di giustizia e verità.

Il 3 agosto di 4 anni fa l’imprenditore palermitano Antonio Maiorana e il figlio Stefano sparivano nel nulla dopo essere stati visti per l’ultima volta ad Isola delle Femmine, vicino al cantiere in cui lavoravano.



In occasione del quarto anniversario della loro misteriosa scomparsa, l’architetto Rossella Accardo, ex moglie di Antonio e madre di Stefano e Marco, morto suicida per non aver retto il peso di una tale situazione familiare, che mai e poi si è arresa alla ricerca della verità sui suoi cari, ha voluto lanciare un appello al fine di sensibilizzare ancora una volta l’opinione pubblica e tutti i cittadini, e al contempo ha invitato ognuno di noi a condividere un momento di solidarietà umana e di denuncia civile.
Alle ore 18:30 del 3 agosto 2011 ci sarà un presidio in via del Levriere (isola delle Femmine) nei luoghi della scomparsa di Stefano ed Antonio Maiorana.
Sarà piantato un albero d'ulivo simbolo di PACE e FRATELLANZA TRA I POPOLI. Inoltre, saranno raccolte adesioni al PROGETTO VERITA’, e alle ore 21:00 padre Calogero, parroco alla Chiesa Madre di Isola delle Femmine, celebrerà la Santa Messa.
Rossella Accardo invita tutti a presenziare e testimoniare la scelta di GIUSTIZIA E LEGALITA’, per una nuova società che assicuri Futuro ai Giovani. Tutto ciò affinché mai cada l’attenzione su Antonio e Stefano e si giunga finalmente alla scoperta della verità.
L'Amministrazione del comune di Isola delle Femmine stilerà inoltre una delibera atta a rappresentare la società civile comunitaria che si schiera, altresì, a favore delle indagini da avanzare fino al raggiungimento della VERITA’!

La mamma di Marco e Stefano Maiorana, Rossella Accardo

Un' estate italiana Colpevoli e innocenti * Palermo Una lite con il socio, poi nessuna traccia. I silenzi e la morte del secondogenito

Il giallo Maiorana 2 Un pc distrutto prima del suicidio

Antonio e Stefano Maiorana, 47 e 22 anni, padre e figlio. Insieme svaniscono nel nulla la mattina del 3 agosto 2007. L' altro figlio di Antonio rende la scomparsa ancora più drammatica. Dopo aver cancellato la memoria del computer del fratello, si getta dal settimo piano. Il giallo sembra non avere soluzione: i pentiti hanno riferito che persino il capo mafia Lo Piccolo cercò di conoscere il destino dei Maiorana. Anche lui senza successo I misteri dell' uomo che sparì con il figlio La ragazza argentina Prima della scomparsa, alla donna del padre fu intestata la metà della società che stava realizzando un residence L' intercettazione Il costruttore al telefono: «Fare sparire due persone, una che non c' entra niente, significa essere belve umane»
Dopo quattro anni, la signora Rossella non s' è arresa: «Io spero ancora di riabbracciare mio figlio, e mi auguro che anche il mio ex marito possa tornare». Sono spariti la mattina del 3 agosto 2007, padre e figlio, Antonio e Stefano Maiorana, 47 e 22 anni, la loro Smart parcheggiata all' aeroporto di Punta Raisi e nessun' altra traccia. La Procura di Palermo ha chiesto l' archiviazione del procedimento aperto a carico di ignoti, ma il legale di Rossella Accardo già Maiorana s' è opposto. Ci sono altre indagini da svolgere, sostiene l' avvocato Giacomo Frazzitta. Compresa una perlustrazione con il georadar nel cantiere di Isola delle Femmine, dove i due uomini sono stati visti per l' ultima volta, «alla ricerca di eventuali resti degli scomparsi». Almeno tentiamo di trovare i corpi, suggerisce l' avvocato. Per poi provare a risalire agli eventuali assassini. «Ma io confido che almeno Stefano, il quale potrebbe aver visto qualcosa che non doveva vedere, sia tenuto sequestrato da qualche parte», insiste Rossella Accardo. Che in questa storia ha già pianto un cadavere: Marco Maiorana, l' altro suo figlio, suicidatosi il 6 gennaio 2009. Una fine quasi certamente collegata alla scomparsa del padre e del fratello, che rende più drammatico e intricato un «giallo» senza finale. Dopo il suicidio, la madre trovato un appunto scritto da Marco su una vecchia copia di Topolino : «Mio padre diceva che se vuoi sconfiggere il tuo nemico devi fartelo amico. Con Karina abbiamo distrutto la memoria del pc dove si conserva il materiale con cui si teneva... Sapevo che quella mattina mio fratello andava a discutere qualcosa di grave e non sono riuscito a trattenerlo». Particolari che il ragazzo non aveva mai rivelato negli interrogatori resi. Karina Andrè, argentina di dieci anni più giovane, era la nuova fidanzata di Antonio Maiorana. Secondo inquirenti e investigatori è «persona avvezza a mentire», che ha dato l' impressione «di volere depistare o comunque allontanare dalla ricerca della verità»; fino al punto di ritrovarsi indagata per favoreggiamento dei responsabili della scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana. Ma anche questa seconda inchiesta non ha portato a niente. A parte la convinzione che Karina abbia celato particolari importanti e distrutto la memoria del computer del suo compagno, con la complicità del più giovane dei Maiorana. Che non può raccontare più niente. «Karina sa tutto, e aveva completamente plagiato Marcuccio - accusa la signora Rossella -. L' ha preso in giro dicendogli che i carabinieri avevano rubato gli orologi di suo padre nelle perquisizioni, mentre invece li aveva presi lei per rivenderli». Un dettaglio accertato dalle indagini. Come altri comportamenti misteriosi della donna, che si aggiungono alla memoria informatica cancellata. In questi quattro anni Karina ha cercato di dimenticare Antonio Maiorana e s' è costruita una nuova vita, accanto a un altro uomo. Ma prima che sparisse, era entrata negli affari di quello precedente. Maiorana, che a suo modo può definirsi un imprenditore, si occupava della costruzione di un residence a Isola delle Femmine, metà strada tra Palermo e Punta Raisi, una cinquantina di appartamenti dal valore complessivo di oltre 7 milioni di euro. Dieci giorni prima della sua scomparsa aveva fatto intestare il cinquanta per cento della società Calliope, interessata alla costruzione del residence, proprio a Karina. L' altra metà delle azioni erano passate a Dario Lopez, genero del proprietario del terreno, col quale il 1° agosto 2007 Maiorana litigò venendo alle mani. Pure lui, secondo gli inquirenti, è un testimone «spesso evanescente». Anche nella ricostruzione della mattina del 3 agosto, quando andò a prendere un caffè con Antonio e Stefano Maiorana. Poi nessuno li ha più visti. Alcuni approfondimenti sollecitati dall' avvocato Frazzitta ruotano intorno alle mosse e alle «omissioni» di Lopez. La sua cliente, la signora Rossella, è convinta che la verità sia nascosta in quel cantiere divenuto nel frattempo un concentrato di case abitate da inquilini ignari dei segreti del nuovo «caso Maiorana», riedizione di quello cresciuto intorno alla scomparsa del grande fisico siciliano Ettore Majorana - correva l' anno 1938 - su cui s' indaga ancora oggi. Questa è una storia diversa, in cui ha fatto capolino anche la mafia; per la terra dove s' è consumata e per qualche nome comparso nell' indagine: dal costruttore Francesco Paolo Alamia, già vicino al sindaco mafioso Vito Ciancimino, al capo elettricista del cantiere, considerato legato al boss di Cosa nostra Salvatore Lo Piccolo e a suo figlio Sandro; ma i pentiti hanno riferito che il capo mafia cercò di conoscere il destino dei Maiorana, senza successo. Un presunto avvistamento in Spagna nel 2008 e due cadaveri senza nome abbandonati lungo una strada dei Pirenei non hanno portato a nulla. «Su questa vicenda pesa l' omertà di una Sicilia che preferisce digerire ciò che accade nel proprio ventre anziché buttarlo fuori», denuncia Rossella Accardo. Presto un giudice dovrà decidere se approfondire le indagini, come chiede la donna, o lasciare che il fascicolo vada in archivio. Completo dell' intercettazione in cui Francesco Paolo Alamia si chiedeva, a proposito della misteriosa scomparsa: «Fare sparire a due persone... uno che, mischino , non c' entra niente... Significa essere belve umane... E quindi se il male è proporzionale all' errore che ha fatto, minchia, quanto deve essere questo errore?». Giovanni Bianconi

Il figlio Il residence Personaggi e interpreti Imprenditore
Bianconi Giovanni


da Sicilia Anno Uno Sicilia Anno Uno siciliaannouno@gmail.com


a"sindaco.crocetta" <sindaco.crocetta@comune.gela.cl.it>,

capizzi sindaco di calascibetta <pcapizz@tin.it >,

comune di Palermo Sindaco <sindaco@comune.palermo.it >,

comune di salemi <sindaco@cittadisalemi.it >,

sindaco <sindaco@comune.aliterme.me.it >,

sindaco <sindaco@comune.villafrancatirrena.me.it >,

sindaco <sindaco@comune.valdina.me.it >,

sindaco <sindaco@comune.letojanni.me.it >,

sindaco@comunedicapaci.it ,

indaco@comuneditorretta.it ,

sindaco@comunedicarini.it ,

Pino Ciampolillo <isolapulita@gmail.com >,

Associazione Penelope <info@penelopeitalia.org >


data 22 luglio 2011 16:24

oggetto MANIFESTAZIONE PER SCOMPARSA STEFANO ED ANTONIO MAIORANA avvenuta il 3 Agosto 2007 nel comune di Isola delle Femmine(PA)

proveniente dagmail.com

firmato dagmail.com


Spett.i Sindaci dei comuni siciliani siete tutti invitati condividere un momento di solidarità umana e di enuncia civile.

In riferimento alla voce in oggetto Vi ricordo quanto segue:

- h 18:30 del 3 agosto 2011 ci sarà un presidio in via del Levriere

(isola delle Femmine) nei luoghi della scomparsa di Stefano ed Antonio Maiorana-

-- pianteremo un albero d'ulivo ed inneggereo alla PACE& FRATELLANZA TRA I POPOLI

- raccoglieremo adesioni al PROGETTO VERITà

-h 21:00 padre Calogero, parroco alla Chiesa Madre di Isola delle Femmine, celebrerà la Santa Messa

- Sono initati a presenziare e testimoniare la scelta di GIUSTIZIA E LEGALITA’ per una nuova società che assicuri Futuro ai Giovani, i Sindaci dei comuni di di Isola delle Femmine, Capaci, Crini, Torretta.

L'Amministrazione del comune di Isola delle Femmine stilerà una delibera atta a rappresentare la società civile comunitaria che si schiera altresì a favore delle indagini da avanzare fino al raggiungimento della VERITA’!

ACCOGLIAMO SUGGERIMENTI PER DARE ALLA MANIFESTAZIONE IL VALORE DELLA DENUNCIA.

Contiamo sulla presenza numerosa di tutta la socieà civile con particolare attenzione ai Giovani.

Cordialmente

La mamma di Marco e Stefano Maiorana

info 3925757054

http://siciliaannouno.blogspot.com





 

La storia della sparizione di Antonio e Stefano Maiorana e del Suicidio di Marco attraverso la ricostruzione di Rossella Accardo

ANTEFATTO

Antonio Maiorana conosce F.sco Paolo Alamia grazie allo zio materno Giuseppe Contarini.
Poco più che adolescente Antonio, figlio unico di Vincenzo Maiorana e Rosalia Contarini(entrambi nativi della provincia di Messina), fortemente motivato dal desiderio di affermazione personale…si in termini professionali (puntava al conseguimento di una laurea in Ingegneria edile)che economici;
riconosce nello Zio Pippo il perfetto riferimento per costruire la sua scalata, all’interno di una realtà operativa che si afferma nell’ambito dell’edilizia cooperativistica.
Trascorreranno circa 10 anni prima che lo Zio Pippo venga meno in circostanze alquanto repentine:
la sua morte improvvisa sarà comunque addebitata ad un infarto folgorante!…il giorno precedente la notte della dipartita, lo trascorremmo insieme in giro per sopralluoghi nel trapanese.
Ci riferì, fra l’altro, della sua salute di ferro e del recentissimo “CEKAP” che aveva effettuato in Svizzera…a conferma di una condizione fisica che faceva invidia ad un giovane!
Il giorno dopo era non era più fra i vivi.
Da quel momento Antonio cercò riferimento fra le persone più vicine allo Zio… fra questi Francesco Paolo Alamia, gli dava più affidabilità anche a fronte della conoscenza acquisita sin dall’inizio del rapporto lavorativo con lo Zio materno.
Presumibile che, nel tempo, l’interazione tra i due (F.sco Paolo ed Antonio) abbia affinato e costruito complicità a tanti livelli…tant’è che all’atto dell’avvio del cantiere in via Del Levriere nel comune di Isola delle Femmine(PA), Antonio Maiorana già fungeva da Consulente finanziario… in termini di interfaccia tra l’Istituto di Credito preposto per l’erogazione del finanziamento agevolato e l’Impresa che concretamente eseguiva i lavori edili .
Circa venti giorni prima della scomparsa di Stefano ed Antonio Maiorana, il subentro di Karina Gabriela Andrè – proprietaria del 50% delle quote della Società Calliope – permise ad Antonio di intestarsi il ruolo di Procuratore e di gestire anche “stipendi” per i miei Figli… e per la sig.ra Karina… in ragione di Euro 500,00 alla settimana!
Fui tenuta all’oscuro di tutto…mi fu negato l’accesso in via del Levriere…Mentre Marco si portava giornalmente in cantiere, Stefano si occupava di pratiche legali e notarili…finchè:

3 AGOSTO 2007
h 6:00

- Stefano Maiorana si accinge ad uscire da casa (un appartamento posto al 7° piano di Via Arimondi a Palermo)Si muove e si veste velocemente…vuole essere in cantiere prima che arrivino gli operai.
Sveglia il Fratello Marco e gli porge una busta formato A4 affinchè cerchi all’interno della stessa un documento(scrittura privata traducibile in riscossione di Euro 100.000,00 per varianti in corso d’opera e “gettone” da riconoscere al primo acquirente) intestato a tale Sig. Culella, subentrante acquirente di un appartamento in corso di realizzazione all’interno del cantiere edile in via Levriere ad Isola delle Femmine(PA)
h 6:50
- raggiunto il cantiere edile, Stefano invia un sms alla Sua ragazza informandoLa d’essere arrivato a destinazione e confermando che avrebbero pranzato insieme.
h 7:00
- sopraggiunto Dario Lopez, si porteranno al bar Time con l’auto di Stefano per un caffè.
Anche il barista riferirà che alla guida c’era Dario…pare che Stefano abbia voluto fargli provare l’auto nuova per ” …prìo…”(gergo siciliano per esprimere il piacere di condividere con gli altri ciò che è tuo).
h 7:30(quanto di seguito sempre riferito da Dario Lopez)
- Stefano ed Antonio Maiorana(aveva raggiunto il cantiere con la sua moto, partendo da via delle Croci dove abitava con Karina Gabriela Andrè) si allontanano, dal cantiere edile – in via del Levriere - gestito dalla “Calliope”, con l’auto di Stefano(una Smart nuova fiammante…ancora con targa prova). Antonio avrebbe detto: “…mi allontano con mio Figlio per una decina di minuti…”
h 8:00
- Marco Maiorana, quella mattina particolarmente preoccupato, prova a chiamare Stefano al n° 3495759060 ma il telefonino risulta spento o irraggiungibile…Prova a chiamare il padre, ma il tel. squilla a vuoto finchè non s’interrompe la linea. Insisterà, invano, per più di un’ora nel cercare un contatto con il fratello e con il padre
h 9:45
- Marco decide di andare personalmente ad Isola delle Femmine; sapeva che il padre avrebbe incontrato il direttore del Banco di Sicilia di Isola alle h.10:00
h 10:15 circa
- Marco raggiunge la Banca di Isola ma di suo padre e di suo fratello nessuna traccia, né telefonate di rinvio dell’appuntamento; si dirige verso il cantiere di via del Levriere, che raggiungerà in pochi minuti. Stranamente troverà il cantiere “deserto”…a Suo dire non c’era nessuno dei responsabili che abitualmente vi stazionavano, per sovrintendere i lavori, come aveva constatato nei 20 giorni precedenti…
La sua preoccupazione aumentò a dismisura, per cui pensò di informare Karina


N.B. per volontà del padre Antonio, Marco si era portato giornalmente in cantiere per disbrigare una serie d’incombenze per conto dello stesso…a fronte del nuovo ruolo che questi aveva maturato: procuratore di Karina Gabriela Andrè, nuova socia al 50% della società edile Calliope.

La “Calliope” vedeva soci: Maria Bandiera – in rappresentanza di Salvatore Bandiera, proprietario dell’area su cui si realizza il complesso residenziale – e Gaetano Alamia – in rappresentanza dell’Ing. Paolo Alamia, curatore della cooperativa dal finanziamento al progetto. Antonio Maiorana, a fronte di un contratto d’incarico professionale, era designato al ruolo di consulente finanziario…quale interfaccia tra il Banco di Sicilia e la cooperativa edile, al fine di gestire i S.a.L.
Nel tempo, Antonio Maiorana, si era dichiarato insoddisfatto della remunerazione contrattuale ( € 50.000,00) ed aveva ambito al raddoppio vantando meriti nell’espletamento del ruolo che altri consulenti non avrebbero saputo maturare.
Troveranno un compromesso, lievitando di altri € 25.000,00 a favore di Maiorana, l’importo iniziale…Con l’avanzamento dei lavori , nonché il buon esito dell’operazione imprenditoriale, Antonio Maiorana torna a chiedere che gli sia riconosciuto un “gettone premio”e/o cmq un ulteriore integrazione economica alle sue spettanze pena:
avrebbe congelato l’ultima trance di mutuo che la banca doveva elargire, a fronte del “fine lavori”…, causando il fallimento di tutta l’operazione.
Offrirà, come alternativa, il subentro di Karina Gabriela Andrè (sua compagna di vita) in ragione del 50% delle quote societarie.
I vecchi soci, “frastornati” dall’incalzare del Maiorana, provano a ricondurre tutto a più miti consigli…ma il Maiorana (forte, fra l’altro, di elementi di ricatto aggiunti…pare anche rispetto alla vita privata dei vecchi soci) rilancia e riesce – con la compiacenza apparente di Dario Lopez, genero di Salvatore Bandiera - a far trasferire le quote dei Bandiera a Karina Gabriele Andrè, mentre le quote degli Alamia passano a Dario Lopez.
Il notaio Li Puma, amico di vecchia data di Antonio Maiorana, sarà arbitro di questo evento…avallando il trasferimento delle quote anche in assenza dei Bandiera e degli Alamia.
Mio Figlio Marco stesso – dissociandosi dai comportamenti di Antonio Maiorana - mi riferirà che il padre aveva fatto una “furbata”in barba a tutti!
h 13:30 circa
- rientrato in città, dove incontrerà Karina, decide di ritornare in cantiere insieme alla compagna di suo padre. Raggiunto il cantiere, dopo la pausa pranzo, si confronteranno con Dario Lopez che, preso atto di quanto riferito da Marco e interrogato rispetto a cosa possa essere successo, condivide la scelta di fare una denuncia di scomparsa.
Quella sera Marco Maiorana e Karina Gabriela Andrè andarono al commissariato di polizia (pare Commissariato Libertà) ma la lunga attesa e l’ora tarda, suggerì loro di rinviare tutto al giorno dopo.
4 AGOSTO 2007
h 9:30 circa
- Marco, con fare circostanziato, chiama Franco Tusa…invitandolo a portarsi in via Delle Croci, presso l’appartamento in cui vivevano Suo padre e Karina Gabriela Andrè.
Raggiuntili in breve, il Sig. Tusa raccoglie le istanze di Marco che gli riferisce quanto accaduto il giorno prima ed aggiunge : “ non so come dirlo alla mamma…so che ne morirebbe…credi che io e Karina siamo in pericolo?…”
Intanto, mattino presto, Karina aveva già chiamato qualcuno per sostituire la serratura di casa e chiedeva scrupolosamente - anche al Sig. Tusa – di staccare la batteria del telefono temendo d’ essere intercettati rispetto a quello che stavano discutendo.
h 14:00 circa
Incontro il sig.Tusa che mi riferisce: “ Tuo Figlio Stefano è scomparso insieme ad Antonio…da ieri mattina non rispondono neanche al telefono…”
Marco non ebbe il coraggio d’informarmi e dovette affidare ad altri l’onere di darmi la notizia che non avrei mai voluto ricevere…laddove, peraltro, allertavo continuamente i miei Figli :”…se papà Vi chiede di firmare qualcosa… se vuol coinvolgerVi in qualche attività che attiene il suo lavoro…DISERTATE!…condividete il momento in pizzeria, al cinema, al mare…ma DISERTATE qualunque invito che possa portare le vostre giovani vite in guadi, con la promessa di facili guadagni…”
Pensai ad un incidente con l’auto…solo questo poteva impedire a mio Figlio Stefano un contatto con suo fratello…
Senza preoccupare oltremodo Marco, gli dissi di portarsi dai carabinieri di zona per la denuncia…io lo avrei raggiunto li.
Marco arrivò prima di me…io mi trovavo a Pioppo-Monreale e la strada era intasata. Durante il tragitto sollecitavo il maresciallo Collura, che già si trovava al cospetto di Marco, di stornare un elicottero in perlustrazione nel territorio circostante il cantiere da cui si erano allontanati Stefano ed il padre…convinta che avrebbero trovato l’auto di mio figlio ribaltata da qualche parte…con i passeggeri, privi di sensi, imprigionati dalle lamiere contorte.
La richiesta restò disattesa adducendo mille formalità da esperire. Si effettuò la denuncia. Restammo in caserma fino a notte. Quando fui ascoltata, la prima cosa che mi fu detta mi lasciò totalmente frastornata : “…signora…lei lo sa…Isola delle Femmine è sotto la giurisdizione dei Lo Piccolo…” ; “…chi sono??” risposi io ignara di tutto.
Furono invitati a fare delle dichiarazioni sull’accaduto, dai titolari dell’impresa(Alamia-Bandiera) che ha realizzato le famose palazzine al capocantiere. I genitori di Antonio arrivarono dalla provincia di Messina, dove si erano portati qualche giorno prima per villeggiare.
5 AGOSTO 2007
h 1:30 circa
Le attività svolte dai carabinieri, portarono alla segnalazione di una Smart bianca…con targa prova posteggiata in un area custodita all’interno dell’aereoporto di Puntaraisi, regolarmente chiusa ed in ordine.

Mi chiedo:
- Perché, in prima battuta mi fu detto che le telecamere aeroportuali – all’interno di un parcheggio custodito - non funzionavano?!e successivamente questa verità viene rettificata: “…non esistevano telecamere in quell’area…” Quale tecnico, incaricato di progettare l’impianto per la sicurezza aereoportuale, avrebbe lasciato aree lacunose in termini di “controllo” !?
- Perché anche le telecamere poste all’uscita dello svincolo autostradale di Isola delle Femmine non funzionavano?

- perché la richiesta di destinare un elicottero alla perlustrazione dall’alto del territorio intorno al cantiere Calliope è stata disattesa?
- perché le unità cinofile non potevano essere poste in forza, annusando la camicia che Stefano aveva indossato la notte precedente alla scomparsa, per comprendere se effettivamente, raggiunto il parcheggio custodito presso l’aereoporto Falcone Borsellino(ex Puntaraisi!?)se ne fosse allontanato!?
- perché il 23 settembre 2007, Alessandra Zinniti di Repubblica scrisse:
Giallo ad Isola delle Femmine. Un testimone ha visto il sequestro
Incontratola, riferirà che c’era stata una fuga di notizie dalla Procura!!??
- perché nel mese di dicembre 2007 vengo raggiunta da una telefonata che m’informa di un video registrato da una telecamera a circuito chiuso…
Il video – a detta dell’informatore – è chiaro ed esaustivo per “…comprendere la dinamica di quanto accaduto in aeroporto…”
Riferito agli organi competenti, sarò liquidata semplicemente con: ”…non dia credito all’informazione…il soggetto è inaffidabile…”
- perché l’”avvistamento” di Barcellona è stato distribuito dai mass-media prima che effettivamente fossero stati rintracciati mio Figlio Stefano e/o il padre Antonio?
tanto rumore… non avrebbe solo accelerato l’allontanamento di chi – se fuggiva da
qualcosa o da qualcuno – deve solo continuare a sparire per salvarsi?
- perché mio Figlio Marco avrebbe riferito agli amici di sempre…che il giorno di Natale(2008) una telefonata lo avrebbe sconvolto tanto da farlo precipitare in uno stato di angoscia profonda…perché a me non ne fece cenno?

- perché ogni qualvolta mi trovo nel territorio di Isola delle Femmine succede qualcosa?!
Per esempio:
*Partecipo ad una manifestazione inneggiando alla Verità…Qualcuno mi avvicina e mi sussurra: “…signora…ancora i va cercannu?…avi ‘ca su sutta terra!…”
la mia auto è riconoscibilissima…tappezzata dalle foto di mio Figlio Marco, ucciso il 6 gennaio 2009 dal silenzio di chi sa e non parla!…Ebbene…
*Rientrata a Palermo, l’auto mi viene rubata nell’arco di dieci minuti.
La restituiranno dopo quattro giorni…laddove, grazie ad i giornalisti, ho informato i possibili “ladri” della volontà di regalare loro l’auto se mai ne avessero realmente bisogno…Faccio volontariato da tempo immemore ed, insieme ai mie Figli, abbiamo sempre donato ed aiutato il nostro prossimo!
Al momento del recupero dell’auto tutto è apparentemente in ordine!
N.B. L’auto è ancora accantonata per mantenere l’impegno nei confronti di chi l’ha rubata.
*Partecipo ad un convegno per la legalità - sempre ad Isola delle Femmine - colgo l’occasione per presentare alle scolaresche presenti EDEN PROJECT, il progetto pilota autosostenibile al quale lavoriamo da ben 5 anni per restituire dignità all’Uomo ed alla Natura…Ebbene…
• Intorno alle h 16:00, era l’11 dicembre 2009, mi arriva una telefonata dalla Colombia.
L’informatore del momento…pronto e solerte mi riferirà che mio Figlio Stefano è “sequestrato” dal padre Antonio, fuggito da realtà criminali siciliane grazie alla compiacenza di fazioni opposte(con esplicito riferimento a Matteo Messina Denaro che Antonio Maiorana “avrebbe potuto abboccare” a fronte di un momento edificatorio che vedeva la realizzazione di un albergo alla foce del Belice, grazie ad un contributo a fondo perduto pari a venti miliardi delle vecchie lire che la Regione Sicilia avrebbe erogato a favore di …Procreo…una società intestata ad Antonio e Stefano Maiorana – il notaio Li Puma ha i documenti camerali)…che continuerebbero a proteggerli…
Se mai contemplassero un rientro in Sicilia…la loro morte sarebbe sicura!
Va detto che, Antonio Maiorana, si rivolse a tanti nell’ambito regionale…da riferimenti nel messinese…al catanese…al trapanese(tra gli altri, a detta di mio Figlio Marco, anche tale Avv. Di Ganci a tutt’oggi è creditore di piu di Euro 850.000,00)
……………………………………………………………………………………………

Queste e tante altre contraddizioni!

Invito Tutti coloro che leggeranno questo pro-memoria, sintesi di quanto è accaduto i questi tre anni a suggerire una possibile Verità.
Sarà un vero e proprio sondaggio all’interno della Coscienza Collettiva…la stessa che qualche minuto prima dell’attentato alle Torri Gemelle in America…percepì che stava accadendo qualcosa di grave.
Con Amore Rossela Accardo



ACCARDO, ALAMIA, Antonio stefano e marco Maiorana, Calliope, Isola delle Femmine, LO PICCOLO, Pulizzi, Verità



Camilla, la bambina allergica a tutto

giovedì 21 luglio 2011

Don Luigi Maria Verzè e don Gallo, la morte e la vita

Don Luigi Maria Verzè e don Gallo, la morte e la vita

21-07-2011 di don Paolo Farinella
Sono appena rientrato da una serata di festa celebrata a Genova per gli 83 anni di don Andrea Gallo, a cui ha partecipato una folla enorme di amici e cittadini e alcuni politici. A fare festa c’era anche il gotha del «Il Fatto Quotidiano» (Padellaro, Travaglio, Sansa), Moni Ovadia, Gino Paoli e tanti, tanti altri. Un popolo attorno ad un uomo, un partigiano, un prete che da tutta la vita vive sul marciapiede per acchiappare chi sul marciapiede può finire e vi è già finito. Un prete, un uomo, un partigiano, invocato e riconosciuto come leader morale indiscusso.
La forza di don Gallo è la «nudità»: è nudo di tutto ciò che oggi è di modo: il denaro, il potere, il sesso. Egli ha il vestito della parola, che si fa profezia di giustizia e di trasparenza nella coerenza. Sopra il vestito la bandiera della Pace dipinta dall’arcobaleno. Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, il giorno 18 luglio 2011 ha messo sul candelabro evangelico il lume splendente della bella persona di don Gallo e lo ha proposto a tutti come punto di riferimento dell’Italia migliore, quell’Italia che è disprezzata dal governo in carica per voce del ministro Brunetta. Ieri ho visto attorno a don Gallo Andrea l’Italia del cuore, quella che non si rassegnerà mia al potere del malaffare e del ricatto, della delinquenza e del mercimonio.
Mentre la festa scorreva allegra e intensa, tra gli epitaffi graffianti e micidiali di Enzo Costa e gli apologhi esilaranti e per questo densi di spiritualità di Moni Ovadia, istintivamente il mio pensiero correva ad un altro prete, don Luigi Maria Verzè, 91 anni, che cominciò come segretario di San Giovanni Calabria, vescovo dei poveri e dei diseredati e finì, anzi sta finendo, come complice di Berlusconi, boss che affoga nei sospetti di corruzione.
Ora sulla sua coscienza grava anche la morte suicida del suo più stretto collaboratore Mario Cal che non ha retto al fallimento del San Raffaele a cui l’ha portato la gestione del prete imprenditore. Questi fa affari con tutti, a prescindere da ogni moralità e legalità. Il fatto è talmente grave che su pressione dell’appena neo papa Paolo VI la diocesi di Milano nel 1964 gli commina «la proibizione di esercitare il sacro ministero» per giungere al 1973 quando viene «sospeso a divinis». In seguito le pene canoniche saranno revocate non si sa per quali vie e con quali mezzi. Questo prete era solito chiamare Dio «Top Manager».
Ha sempre creduto nella Provvidenza che per lui assume il volto di un certo Silvio Berlusconi che nel 1968 attraverso la Edilnord acquista 712 mila mq di terreni vicino Segrate per costruire la città avveniristica del futuro, chiamata «Milano 2», dove oggi sappiamo ospitava prostitute e minorenni per sollazzarsi dalle noie del governo. Tutto questo ben di dio confinava a sud con i terreni dell’erigendo San Raffaele. Tra don Verzè e Berlusconi fu amore a prima vista, quel fulmine che di solito scoppia all’insaputa tra uomini della stessa di razza.
La prima malefatta che la «strana coppia» fa è dirottare le traiettorie degli aerei di Milano-Linate che disturbavano i residenti di Milano-2 e il San Raffaele del prete che crede nel dio Top Manager, facendo spostare le rotte sui comuni limitrofi. La perversione c’era già tutta: i privilegi dei due sono stati pagati da disgraziati che lavorano e che vivono nei comuni vicini. Chissà in questi quindici anni questi cittadini come hanno votato? Il cambio di rotta è stato ottenuto perché Silvio e Maria Luigi presentano carte topografiche falsificate o manomesse: le cittadine di Pioltello e Segrate sono rappresentante in una carta topografica del 1848, mentre le opere di di Milano.2 completate appena al 25% risultano complete al 100%. Falsi, bugiardi e spergiuri.
Il prete che impegna i soldi della ricerca per allungare la vita a Berlusconi fino a 120 anni, sa di essere legato a doppio filo con l’immondezzaio che fa capo al suo compare. Non a caso quando la figlia di Berlusconi discusse la tesina alla fine del triennio universitario, davanti al papi che si godeva il successo, senza spinte e raccomandazioni don Verzé promise solennemente che se voleva insegnare al San Raffaele per lei era pronta una cattedra. Prima ancora di laurearsi, era già docente universitaria: bambina prodigio con propellente arricchito da papi Silvio e padre Luigi Maria.
Fino ad ieri era un tripudio di feste e di sicumere, nessuna ombra di crisi gridava il vecchio prete contro gli uccelli del malaugurio. Il Verzé si comportava esattamente come il suo socio in malaffare e sodale in falsificazioni: San Raffaele sta benone, nessuna crisi all’orizzonte. Negare, negare, negare sempre anche l’evidenza finché si può. Già! Ora non si può più: un miliardo e passa di debiti che neppure l’amico Berlusconi può sanare, preso come è dalle sue ambasce in Mondadori e con la crisi che non esisteva e che ha scavato la fossa all’Italia. Figuriamo se la crisi ci fosse stata!
La cronaca del don Verzé di questi giorni si accompagna al declino catastrofico del suo amico Berlusconi: «simul stabunt simul cadent». Non poteva essere differente. Concepiti nati sul filo del malaffare, cresciuti negli intrighi semplici e organizzati fornicato con ambienti clericali di chiara miscredenza etica e religiosa, Silvio e Maria Luigi dovevano cadere insieme come parabola di un mondo immorale che genera affari e risultati, anche rilevanti, frutto di azioni perverse e che tali rimarranno sempre. Nessun buon fine può giustificare la nascita e lo sviluppo di un ente gestito da un prete che cammina sulle gambe della falsità e della illegalità come costume e sistema di vita e di governo.
La favola degli uomini che si fanno da soli, cioè che imbrogliando le regole del mercato che pure invocano ad ogni sospiro, non è mai esistita, anzi prospera come una pianta velenosa nel nostro Paese; pare che anche gli Italiani creduloni se ne siano accorti, dopo quasi 20 anni dell’avere osannato Berlusconi «l’uomo nuovo» (?) che avrebbe arricchito tutti. Che lui si sia arricchito e si sia messo in sicurezza è certo, come è sicuro che ha impoverito la Nazione in tutti i settori e in modo progressivo. Le persone oneste vivono del loro lavoro, condividono attese e ansie, angosce e speranze, specialmente se è un prete che si dedica come è dovere ad alleviare le sofferenze della malattia.
Don Verzè ha giustificato tutto di Berlusconi, ogni immoralità «strutturale» sia come persona sia come capo di un governo (si fa per dire) che ha prodotto leggi disumane, contro l’etica sociale, contro il valore delle persone, contro ogni spiraglio di dignità umana e sociale. Eppure celebrava anche l’Eucaristia con buona coscienza segno evidente di una coscienza distorta che dice nero il bianco e bianco il nero. Come era prevedibile viene anche per Verzè e per Berlusconi il «redde rationem». Un miliardo e passa di debiti che provocano un primo effetto inatteso: il suicidio di Mario Cal, già indagato nel 1994 per corruzione e poi prosciolto per intervenuta prescrizione. Insomma la persona giusta al posto giusto.
Chi viene a salvare l’impero del male, costruito sul male e sviluppato dal male? Il Vaticano e con esso lo Ior e a nome loro il cardinale Bertone Tarcisio, segretario di Stato del papa re Benedetto XVI, sovrano di animo debole perché incapace di guardare al futuro accecato com’é dalla sindrome del passato di cui vorrebbe riportare in auge quel «regime di cristianità» che tanto male ha arrecato alla Chiesa compromettendola con lo spirito del mondo e gli obiettivi del maligno.
Qualcuno deve spiegare perché il papa deve possedere cliniche ed esercitare direttamente il mestiere di ricerca scientifica e di cura della salute. Costoro rimproverano i preti che si impegnano nella società civile e nella difesa dei diritti con l’accusa che al prete è vietato occuparsi di cose materiali perché loro compito è il servizio di Dio e l’evangelizzazione che corrisponde a quello che loro credono e vogliono che sia il servizio e l’evangelizzazione. Accusano i preti impegnati di essere «mondani» e loro che comprano ospedali, cliniche e fanno affari con le Regioni a suon di miliardi sarebbero gli uomini spirituali che si dedicano alla pastorale.
Ora che il San Raffaele è fallito il Vaticano lo compra ( ndr- se lo compra perché il baratro fa impressione ) per un tozzo di pane, anzi lo rileva gratis e vi mette i suoi uomini, in primo luogo quel Profiti che è stato condannato (maggio 2010) per turbativa d’aste, mazzette per corruzione di appalti. Giuseppe Profiti, delfino di Bertone da questi è stato definito come esemplare della nuova classe dirigente di stampo «cattolico» e quindi modello «etico» per le generazioni prossime. Questi sono gli uomini affidabili per il Vaticano e per Bertone.
D’altra parte se Bertone protegge Berlusconi e cerca per il dopo di ricreare il partito degli onesti cattolici con Al Fano, Pisanu, Casini e con coloro che sono in parlamento malgrdo gli affari con la malavita, come ci si può meravigliare che abbia come modello di classe dirigente un condannato per truffa e sospettato di corruzione? Anzi, questo è il normale, ci si dovrebbe meravigliare del contrario.
I nuovi che reggeranno il San Raffaele, se il tribunale non impone il fallimento coatto, vengono imposti dal Vaticano: scomporranno in bocconi di lauto pasto, a spese dello Stato perché i debiti di don Verzè saranno pagati o dai cittadini o dallo Ior, inferno in terra dove satana è certo che esista. Il prezzo gratuito che il Vaticano ha ricavato è il suicidio di un pregiudicato che per tutta la vita ha affiancato un prete dall’ambiguità colossale. Coloro che fanno finta di difendere la vita usano la vita degli altri come uno straccio. Il vangelo però è un’altra cosa. Esattamente un’altra cosa. Anzi l’opposto.

  Quando la Lega...

Non solo minorenni ed escort per le feste: a villa San Martino sono andati anche gli emissari di Cosa Nostra. Lo sostiene in un recente interrogatorio il pentito Brusca. E la procura di Palermo si prepara ad aprire una nuova indagine



domenica 17 luglio 2011

I segreti privilegi della casta di Montecitorio

Aggiornato al 29 luglio 2011 ore 23,38

A Castelfranco di Sopra Rita Papi ha svelato l'arcano dei costi della politica: a Luglio ha guadagnato 70 euro Sindaci e buste paga su Facebook

Scritto da Michele Lupetti

 

In questo possiamo dirci precursori. Ai tempi del "Pollo della Valdichiana" fummo i primi a scrivere quanto prendavano di stipendio i nostri Sindaci e in molti ci dissero "Ma no, non è possibile" perchè la cifra sembrava troppo bassa, in quanto più o meno corrispondente a quella di un operaio specializzato, o di un impiegato (con variazioni non troppo significative a seconda dei casi e delle dimensioni dei comuni). Poi, nel corso del tempo, più volte nelle interviste (ad esempio nella nostra trasmissione Pollo-Aquarius) siamo tornati sul tema. In queste ore in cui ormai il costo della politica è argomento centrasle fa scalpore il gesto del Sindaco di un piccolo comune aretino, Castelfranco di Sopra, Rita Papi, che stanca del chiacchiericcio sui costi della politica ha preso la sua ultima busta paga, l'ha scannerizzata e l'ha messa sulla sua pagina Facebook.
Risultato: dei 680 euro di indennità (Castelfranco conta appena 3.100 abitanti) a causa di una serie di trattenute al Sindaco sono spettati appena 70,33 euro. Ovviamente si tratta di un caso-limite, ma che potrebbe servire da esempio e spingere i nostri Sindaci a "svegliarsi". Non c'è ovviamente bisogno di replicare il gesto della Papi, ma senso avrebbe prendere qualche iniziativa congiunta sia di chiarezza che di protesta. Il tema è caldo, l'opinione pubblica ne discute e non sempre in modo informato, e mentre i Comuni si barcamenano con sempre maggiori difficoltà c'è chi riesce addirittura a far ricadere su di loro le colpe degli "sprechi" pubblici. Forse è il caso di trovare una voce unitaria per riportare la situazione quantomeno alla realtà

Pubblicato in L'Editoriale


La Casta insulta il 'traditore'

di Emiliano Fittipaldi
Il deputato dell'Italia dei Valori Carlo Monai aveva rivelato all'Espresso tutti i privilegi dei parlamentari: i suoi colleghi in aula lo hanno sommerso di fischi, ululati e male parole
(29 luglio 2011

Tempi duri per Carlo Monai, il deputato dell'Idv che ha raccontato all'Espresso gli infiniti privilegi di cui possono godere consiglieri regionali e deputati.

Martedì scorso durante un dibattito in Aula è stato infatti contestato e insultato da mezzo emiciclo, da maggioranza (Pdl e Lega Nord) ed opposizione, Pd in testa. Insomma, è scattata la caccia al traditore. Nessuno gli ha contestato l'intervista nel merito (i lavori parlamentari che chiudono il giovedì, le indennità di ogni tipo, gli sconti possibili su auto, mutui, ingressi a teatri, il posto fisso allo stadio, i benefit di ogni tipo e forma, il ristorante dove la bistecca di manzo costa poco più di due euro), ma tutti hanno difeso il lavoro che si fa a Montecitorio. E anche quello che si fa nei week-end fuori dall'Aula: «Noi cerchiamo di capire» ha detto Donata Lenzi del Pd citando, forse involontariamente, una nota sequenza di Ecce Bombo di Moretti «ci prepariamo, incontriamo gente, studiamo...»

La Lenzi è quella che l'ha attaccato per primo. Rivolgendosi ai colleghi, s'è detta colpita da «ciò che sta uscendo sui giornali, le riviste, i siti, e-mail» sul tema della Casta. «Alla campagna già in corso si è aggiunta in questi ultimi due giorni la testimonianza di un nullafacente (allusione a Monai, ndr) purtroppo autodenunciatosi nostro collega, il quale però ha ritenuto opportuno allargare questa sua autodefinizione a tutti i 630 componenti di quest'Aula. Non entro nel merito (ne discuteremo la prossima settimana) circa l'opportunità, che mi vede assolutamente convinta, di partecipare anche noi, attraverso la riduzione delle nostre indennità, all'attuale situazione di difficoltà... Non entro nel merito dell'elenco delle varie opportunità, molte a me assolutamente sconosciute su acquisto di automobili, entrate gratis in teatro, altri vantaggi del genere di cui la gran parte di noi non solo non sa nulla ma si è ben guardata di andare anche ad informarsi. Chi è in un partito strutturato, vero, radicato sul territorio, il sabato e la domenica è alle iniziative pubbliche, a riunioni di partito, a fare volantinaggio oppure studia, si prepara, cerca di capire, si organizza, incontra gente, incontra rappresentanti della società civile, degli interessi...».

Dopo l'intervento della Lenzi, prende la parola Giuliano Cazzola, del Pdl, che protesta perché su Mediaset una trasmissione seguiva con una telecamera nascosta i parlamentari. «Non si può fare informazione in questo modo, siamo persone che lavorano tutto sommato tutto il giorno, e che magari saltano anche il pranzo. Non possiamo essere presentati come sanguisughe se alla cera ceniamo.

Poi è la volta di Monai, che difende la sua posizione di testimone. «C'è uno scarto tra quello che è il nostro impegno e quello che guadagniamo». Fischi, buu della platea.

Interviene subito dopo Luca Rodolfo Paolini della Lega Nord, che chiede al presidente della Camera di far tutelare meglio l'onore dei deputati. «Anche a costo di spendere qualche cosa, in modo da informare correttamente i cittadini». In altre parole, Paolini propone che il palazzo spenda dei soldi (pubblici) per difendere le spese del Palazzo.

Subito dopo Giovanni Bachelet del Pd se la prende con le statistiche Openpolis («non è un buon indicatore dell'attività parlamentare, non considera l'attività delle Commissioni»), mentre Fabio Garagnani del Pdl attacca Fini, che secondo lui dovrebbe avere «molto più coraggio nel difendere le prerogative dei parlamentari, di chi lavora, del loro operato».




Da agevolazioni a privilegi. Supersconti Atc  a dipendenti di Comune, Provincia e Regione


Prezzi stracciati Atc. Basta essere dipendenti pubblici locali. Al posto dei 300 euro di abbonamento annuale che pagano i comuni cittadini, senza distinzione di reddito, si passa dai 115 euro dei dipendenti del Comune, ai 50 dell Provincia, fino ai 38 per i dipendenti di Viale Aldo Moro. Proprio nei giorni in cui la Finanza scopre che Atc non ha versato quasi 18milioni di euro nelle casse del Comune di Bologna
 Avete mai provato a sottoscrivere un abbonamento annuale per gli autobus a Bologna? Prezzo 300 euro (dopo il rincaro di febbraio 2011). Non importa che siate operai o impiegati, poveri o ricchi, che guadagniate 800 euro o 8 mila al mese, non c’è alcuna gradualità rispetto al reddito. Per i comuni mortali si pagano 3 carte “tonde tonde”. Certo, c’è chi è più fortunato: i pensionati sopra i 70 anni possono viaggiare tutto l’anno a 190 euro, gli studenti a 220. Eppure c’è chi è ancora più fortunato. Per esempio, un qualunque dirigente della Regione Emilia Romagna, pur guadagnando dai 45 mila fino a 150 mila euro lordi l’anno (a seconda della mansione), l’abbonamento annuale ha diritto a pagarlo 50 euro all’anno, un sesto del totale.

Oltretutto è da qualche settimana che Atc (l’azienda dei trasporti del comune di Bologna e di Ferrara) non se la passa troppo bene, soprattutto dopo la scoperta, qualche giorno fa, dei 17,7 milioni riscossi e mai versati alle casse del Comune di Bologna. Mentre la possibile restituzione di quei 17 milioni  a Palazzo d’Accursio potrebbe mettere in crisi i bilanci dell’azienda pubblica, si scopre che c’è una platea di almeno 5 mila persone tra Comune e Provincia di Bologna e Regione Emilia Romagna che quegli abbonamenti li può avere con sconti che possono andare oltre l’80%.

La motivazione di partenza di questi sconti è nobile: favorire la mobilità urbana con agevolazioni ai dipendenti delle grandi aziende pubbliche e private, come prevede il decreto firmato nel lontano marzo 1998 dal ministro dell’Ambiente dei Verdi, Edo Ronchi. Il decreto imponeva che “(…) gli enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti e le imprese con più di 800 addetti” ubicate nei comuni molto inquinati, “adottano il piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente (…). Il piano è finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale e a una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico”. Il decreto del ministro dell’allora governo Prodi non prevedeva l’ammontare degli sconti. A questo hanno provveduto i singoli enti. E oggi, a 13 anni da quel decreto, quelle che dovevano essere agevolazioni sembrano essere diventate un chiaro privilegio.

Entrando nel dettaglio, per avere i prezzi migliori bisogna farsi assumere (anche a tempo determinato) nei palazzoni regionali di viale Aldo Moro a Bologna. Il sistema è molto semplice: c’è una convenzione tra Regione e Atc e sulla base di questa i dipendenti possono richiedere un abbonamento annuale. Il costo per i 365 giorni per il dipendente è di 38 euro, per i dirigenti di 50 euro. Non c’è alcuna differenza di inquadramento né di redditi.

L’abbonamento viene pagato solitamente con trattenuta sullo stipendio. Ipotizziamo una grande “sofferenza”,  per un dirigente, magari del settore Sanità e politiche sociali, che all’anno guadagna 149 mila euro lorde, vedersi trattenere 50 euro per viaggiare tutto l’anno su un autobus (sempre che abbia usufruito di un abbonamento Atc, va precisato).

I conti di quanto denaro se ne va via con queste agevolazioni sono presto fatti. La Regione ha rilasciato 1.900 abbonamenti quest’anno. Non sappiamo quanti siano a favore dei dirigenti e quanti per i dipendenti. Di fatto, se ipoteticamente fossero tutti abbonamenti a 50 euro per dirigenti, siamo a 475 mila euro di ammanco, se fossero a 38 euro (tariffa del dipendente semplice) si parla di 497 mila euro l’anno. Facendo una media siamo a 486 mila euro che si risparmierebbero se i dipendenti regionali pagassero l’abbonamento a prezzo intero, a 300 euro. E si tratta comunque di soldi pubblici, visto che, sia che paghi la Regione o sia che paghi Atc (che è pubblica), si tratta di soldi dei contribuenti.

In verità c’è di più. Secondo i dati forniti a ilfattoquotidiano.it da Atc, i titoli forniti alla Regione sarebbero non 1.900, ma 3.260, considerando anche organismi regionali come Arpa, Er.Go, Enea, Ervet, e a questo punto i prezzi lieviterebbero fino, forse, a raddoppiare rispetto a quei 496 mila euro.

C’è poi la Provincia di Bologna. Qui i dirigenti non possono usufruire dei prezzi speciali, ma per 627 dipendenti “semplici” (i dati sono della Provincia stessa, Atc ne comunica invece 700) c’è un abbonamento a 50 euro annui. In soldoni, se i 627 lavoratori pagassero il prezzo intero di 300 euro entrerebbero nelle casse pubbliche 156 mila euro in più. A Palazzo Malvezzi funziona così: Atc fa uno sconto di 90 euro, 160 li paga la Provincia, gli altri 50 sono a carico del dipendente.

Numeri grossi anche a Palazzo d’Accursio, dove gli abbonamenti in convenzione sono 1.408 (senza contare gli oltre 200 pacchetti di agevolazioni chiamate “Mi muovo” e gli sconti Trenitalia). I dipendenti comunali e i dirigenti (senza distinzione) possono usufruire di diversi pacchetti scontati oltre il 50%. L’abbonamento annuale urbano (il solito abbonamento a 300 euro prezzo pieno), per i lavoratori del Comune costa 115 euro.

In pratica, se ipoteticamente il Direttore generale del Comune, che guadagna 161 mila euro lordi annui, volesse un abbonamento Atc, lo pagherebbe (o forse lo ha già pagato) meno della metà di quello che pagherebbe un precario. Lo pagherebbe 105 euro in meno rispetto a uno studente. Il Comune per il solo rimborso di questo abbonamento dimezzato che in 1.171 dipendenti hanno scelto, spende (direttamente o tramite Atc, di cui è principale azionista) 216 mila euro.

Sempre tra i lavoratori del Comune in 105 hanno sottoscritto l’abbonamento extra urbano a zone: e anche in questo caso con sconti notevoli. Un esempio: per una zona, invece di pagare 230 euro il dipendente paga 77, per due zone 138 invece che 295 euro e via scontando.

Proprio pochi giorni fa il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha presentato un interessante pacchetto di agevolazioni per i bambini e per le famiglie. Un pacchetto che partirà da settembre e che costerà alle casse comunali 110 mila euro. Ma mentre i dipendenti e soprattutto i dirigenti continuano ad avere i loro prezzi super scontati, non si sa se le agevolazioni per bimbi e famiglie potranno essere rinnovate il prossimo anno, perché le casse comunali piangono.

Una cosa è certa, per viaggiare a prezzi più bassi le cose sono due: o si torna bambini o si diventa dipendenti pubblici, possibilmente dirigenti in Regione.

Fonte notizia


La beffa della tecnica
di Vincenzo Cicala

 
 L'informatica creativa, il libero mercato sono il f
rutto del progresso della  tecnica. L'affermazione telematica ne è stata l'affermazione caratterizzante

ed ha prodotto l'espansione del libero mercato. È stata promossa non più la  gestione dell'uomo e delle cose, ma il loro possesso assoluto.

La connessione capitale lavoro è andata in crisi. Esiste il capitale e se ne 
promuove l'accumulo in quantità indefinita, il lavoro è un accessorio che può  essere reperito in qualsiasi parte del mondo e del territorio nazionale, nei  luoghi dove poco si paga e nulla viene garantito al lavoratore poiché nessuna  garanzia sociale viene attivata.

Può essere il caso della ditta spostata in India e quello del sottoscala 
metropolitano dove sarti e sartine producono - per le grandi firme - abiti di  gala indossati negli spettacoli da celebri artisti.

Può essere il caso della maggiore ditta produttrice di energia elettrica che
riduce ad una palude e ad un deserto una intera parte - prima ricca di erbe e  di animali - di una nazione africana.

Quella popolazione viene praticamente espulsa.

Si ricovera su territorio europeo. Parte va a riempire le carceri. Parte è  precettata dalla delinquenza, parte si salva ad opera di anime pie.

Privati della patria e spogliati delle proprie ricchezze, vengono posseduti 
come cose impure.

Pagano due volte, prima la perdita delle proprie cose, poi la perdita di se 
stessi. Lo spettacolo più degradante per la nostra cosiddetta civiltà è la  visione delle migliaia di bambini sofferenti fino a morire di stenti.

Qualsiasi decisione di carattere economico viene oggi sottratta al governo 
nazionale e ceduta ad organismi di carattere sovranazionale, quali la  Commissione Europea, la BCE, il FMI.

Queste organizzazioni non hanno nessuna legittimazione politica, cioè non  rientra nei loro compiti interessarsi della buona amministrazione della  società.

Ad esse si affiancano le agenzie di rating. Nate negli Stati Uniti al fine di 
rendere trasparenti i bilanci delle aziende, invadono il mercato dei titoli,  garantendone la credibilità al di là del valore intrinseco che essi posseggono.

Questo fatto ha determinato la "bolla". I mutui fondiari, anche quelli non  garantiti da ipoteche credibili, sono stati "cartolarizzati", cioè trasformati in  titoli commerciati in Borsa.

Arrivato il momento della trasformazione in danaro, le banche sono entrate in  crisi.

Perché? Perché i contraenti dei mutui erano insolventi.

Per evitare il fallimento di grossi istituti bancari è intervenuto lo Stato che ha 
pagato i debiti delle banche con i soldi dei cittadini.

I contraenti dei mutui hanno perso le case per sequestro giudiziario e le 
hanno dovuto abbandonare.

La "bolla" era quella di un recipiente colmo di titoli - garantiti dalle agenzie di 
rating - pieni di niente.

E per risalire ai mutui originari è occorso percorrere a ritroso la strada di  diversi titoli "derivati", garantiti dalle agenzie ma, in realtà garantiti da  niente.

Le conseguenze di tutto questo delittuoso procedimento non sono state 
pagate da chi ha accumulato danaro, neanche una persona della casta  padrona finanziaria è stata rimossa e neanche una sola regola di prevenzione  è stata decretata.

Tutto cade sempre a spese dei cittadini. Di quali cittadini? Di quelli a reddito 
fisso con prelievo alla fonte, impiegati e pensionati, e di quelli che hanno  necessità di usufruire dei pubblici servizi e si sono trovati o davanti ad un  aumento sproporzionato dei costi oppure di fronte all'eliminazione - sic et  simpliciter - della prestazione del servizio.

Per esempio per certe analisi e terapie costose relative a malattie delicate e  gravi.

Per esempio pagamento analisi, accertamenti radiologici ecc..., in tutto od in  parte, secondo le regioni.

A spese dei malati, anche vecchi poveri invalidi e pensionati.

La casta padrona, politici, medici, primari, dentisti, liberi professionisti, 
addetti alla catena di distribuzione alimentare, assicurazioni, ecc..., ha  continuato a godere dei suoi privilegi.

E ad evadere. Non ti rilasciano una ricevuta fiscale neanche a prototipo da  incorniciare nel reliquario domestico.

Succhiando dal basso per alimentare la casta padrona in alto (si pensi ad uno 
stipendio dai diecimila ai centomila euro, assistenza socio sanitaria garantita  ai più alti livelli.

Solo per il senato 10 milioni di euro annui e pensione garantita dopo solo 
metà legislatura. (Praticamente LO SCIALO.), la scala sociale non ha più  forma di piramide.

In alto vi è un cestello dorato, sorretto da un'asta la cui base stende un 
manto di asfalto su tutti i cittadini.

ADDIO DEMOCRAZIA. ADDIO WELFARE. Nota bene che la cifra di oltre dieci 
milioni non è comprensiva delle normali prestazioni delle ASL.

Credo che questo regime informatico finanziario cumulativo possa e debba 
essere combattuto.

Noi abbiamo diritto al nostro welfare. Ce lo siamo guadagnato con secoli di 
guerre e di oscurantismo. Se noi stiamo insieme ed insieme ripudiamo la  classe padrona, questo misto di dirigenza e di malaffare, riacquisteremo  dignità di uomo e di cittadino.

Seguiamo l'esempio di don Puglisi e di tanti e poi tanti che si adoperano ogni 
giorno perché ciascuno possa sedere ad un desco, perché ciascuna donna  goda del suo diritto ad essere rispettata, ad avere una famiglia, ad essere  madre.

Abbasso le parate di povera gente che si camuffa da guitto felice. Ridateci 
l'essenziale.

La famiglia innanzitutto. La dignità. La scuola. Le cose essenziali della vita.

CHI ROMPE PAGHI E SI PRENDA I COCCI.

O devono pagare sempre l'impiegato ed il pensionato, il contadino e 
l'operaio, l'invalido? E la speranza di vivere distribuendo a ciascuno, non il  suo ma almeno quello che gli serve per saziare i bisogni essenziali, per  rimpannucciarsi e non morire assiderato ?

UNIAMOCI.

29/7/2011


Senza cibo contro la casta di Montecitorio

È la storia di Gaetano Ferrieri, 54enne veneto che chiede il taglio del 50 percento degli stipendi dei parlamentari, del 90 percento delle auto blu e una nuova legge elettorale

 I turisti lo prendono come un gazebo dove si danno informazioni... ma non è proprio così. Gaetano Ferrieri, 54enne di Venezia, davanti a Montecitorio sta portando avanti una protesta contro la casta. È lì dal 4 di giugno. E da quel giorno non ha toccato cibo, solo acqua e sali minerali. «Ho perso quasi 22 chili, a volte mi sento quasi svenire, ma non posso mollare. Sono gli ideali che
mi fanno andare avanti: sono stato politico, ma non lo sono più perchè non mi sono mai adattato a
quel mondo dove corruzione e privilegi sono normalità. Ora - continua - sto qui davanti, fino a quando non prenderanno in considerazione la petizione che abbiamo inviato alle più alte cariche dello Stato: riduzione del 50 percento dello stipendio di parlamentari e amministratori pubblici, taglio del 90 percento delle auto blu e nuova legge elettorale per creare una classe politica che veramente rispecchi le preferenze dei cittadini». La voce è debole ma ferma: «Sono molti gli ostacoli che incontriamo. A partire dall' indifferenza totale: Sky e RAI ci passano davanti tutti i giorni ma non si fermano mai mentre abbiamo dato interviste per tutte le più importanti tv straniere, i politici entrano a Montecitorio dall' entrata posteriore pur di non vedere e non sentirsi toccati nemmeno un po' da questa protesta». E la petizione alla fine è stata presa in esame: «A dire la verità c'è stata una risposta: ci ha ricevuto Alberto Solia, il segretario della Presidenza della Camera dei Deputati e ci ha detto che l' unico modo per smuovere qualcosa è quello di portare tre milioni di persone in piazza. Servono dei numeri del genere per smuovere una classe politica addormentata nel suo comodo lettone. Ma abbiamo bisogno di visibilità per raggiungere i nostri obiettivi». La battaglia che sta portando avanti non è per l' anarchia, tutt'altro: «La politica è una cosa sana - spiega Ferrieri - ma l'importante è farla con passione, cosa che non succede più, mi sembra. Gli italiani hanno carattere, noi lo vogliamo dimostrare -chiosa - e non devono più farsi calpestare dalle istituzioni. Bisogna ricordare a tutti che prima delle strutture di potere c'è il cittadino comune».
29/07/2011


 
Promozione per un referedum per l’abolizione dei privilegi parlamentari

Sull’Espresso di qualche settimana fa c’era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all’UNANIMITA’ e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.
Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.
STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA’ DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS – METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubblico impiego !!!)
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sigra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l’auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.
La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!
Si sta promuovendo un referendum per l’ abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari. Queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani……
Aggiornato al 28 luglio 2011


 


Le chicche di Nitto Palma, neoministro di giustizia: "Immunità totale per tutti i deputati"


Casomai non fosse chiaro a qualcuno il perchè della scelta di Nitto Palma e il lavoro che nei prossimi mesi il nuovo Guardasigilli si appresta a porre in essere.

Emendamento 1.01 (Nitto Palma)

       1. L'attività di indagine e l'azione penale relative a fatti di reato contestabili al Presidente della Repubblica, salvo quanto previsto dall'articolo 90 della Costituzione, ai componenti del Governo, ai parlamentari ed ai giudici costituzionali sono sospese fino alla cessazione della carica ricoperta.

2. Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 159 del codice penale e sono sospesi i termini previsti per le indagini preliminari.
3. Per i reati indicati nell'articolo 380 del codice di procedura penale l'autorità giudiziaria procedente dispone la revoca della sospensione di cui al primo comma su richiesta della Camera dei Deputati per i componenti del Governo non parlamentari, della Camera di appartenenza per i parlamentari e della Corte Costituzionale per i giudici costituzionali. La delibera relativa alla richiesta di revoca è immediatamente trasmessa all'autorità giudiziaria procedente.
4. In assenza della richiesta di cui al terzo comma non possono essere compiuti atti di indagine e quelli eventualmente compiuti sono inutilizzabili.
5. I processi in corso nei confronti dei soggetti indicati al primo comma sono sospesi. La sospensione può essere revocata secondo le modalità previste dal terzo comma.


Atto Camera n. 1235
XIV Legislatura
presentato il 16/07/2002
http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/bollet/200207/0717/html/0102/allegato.htm#20n1
Attuazione dell'articolo 68 della Costituzione  (RIPRISTINO DELLA PIENA IMMUNITA' PARLAMENTARE).

Le chicche di Nitto Palma, neoministro di giustizia: "L'indennità parlamentare non è esagerata"

PALMA (FI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

(...) A questo punto vi devo dire la verità non da parlamentare, ma da cittadino, da magistrato:
commetterete un grave errore, perché sicuramente verrete incontro alla demagogia e alla propaganda, a quella forma di antipolitica non più strisciante che pare pervadere il nostro Paese, ma non renderete un buon servizio alla politica. Ma davvero voi ritenete, a fronte di una critica così serrata e continua, spesso demagogica e propagandistica, che ha per oggetto, per l'appunto, le retribuzioni dei parlamentari, che vi salverete e vi laverete la coscienza sostenendo che per cinque anni lo stipendio, l'indennità parlamentare, non verrà adeguata allo stipendio di presidente di sezione di Cassazione?
Davvero ritenete che questo passo possa in qualche modo calmare questa ondata di antipolitica? O davvero forse non aveva e non ha ragione il senatore Silvestri quando dice che in quest'Aula dobbiamo riaffermare le ragioni della politica, le ragioni del perché vi dev'essere una indennità parlamentare e di come essa dev'essere adeguata alle ragioni democratiche che si correlano all'esercizio delle funzioni di rappresentanza.
So bene che, ad esempio, in accoglimento di un emendamento del senatore Barbato, si è aumentato lo stipendio dei magistrati, ma probabilmente quello sì è stato un errore.
Sono convinto, signori senatori, che sicuramente voterete l'articolo 8, ma nel far ciò - come dicevo prima - non salverete né laverete le vostre coscienze, non farete una operazione politica e, anzi, vi consegnerete nelle mani dell'antipolitica; sicché l'emendamento del senatore Turigliatto che oggi chiede il 50 per cento potrà essere nella prossima finanziaria seguito da altro emendamento che chiederà il 70, l'80, il 90 per cento.
Non credo possiate ritenere che l'indennità parlamentare, cioè l'indennità che sostanzialmente riguarda un deputato o un senatore, sia davvero esagerata rispetto, non so, agli emolumenti di un capo di dipartimento dell'amministrazione, di un amministratore delegato di un qualsiasi ente, di tante sacche della pubblica amministrazione che hanno retribuzioni di gran lunga superiori a quelle dei parlamentari. Se ritenete che lo sia il complesso, compreso i rimborsi spese o le spese elettorali, cioè quello che poi - scusate la volgarità - materialmente entra nelle tasche dei parlamentari, allora avete un altro sistema per agire: intervenite sulle spese elettorali, intervenite sui rimborsi spese, ma sicuramente non potete intervenire sull'indennità parlamentare, che è correlata esattamente a quelle esigenze di cui parlava il senatore Silvestri.
Dico questo perché oggettivamente corrisponde al mio pensiero e perché davvero in quest'Aula nessuno mi può tacciare di aver fatto un discorso nel mio interesse personale, avendovi già segnalato che a me resta sempre la possibilità di optare per l'indennità di presidente di sezione di Cassazione e conseguentemente di non subire gli stravolgimenti economici e democratici che voi volete in ogni caso apportare all'indennità: qui si fa politica, non consegnatevi all'antipolitica. (Applausi dai Gruppi FI e UDC).
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00291941.pdf (pag.112)

246ª seduta pubblica (pomeridiana)
giovedı` 8 novembre 2007

Roma:la ribellione di un gruppo di italiani in presidio permanente in Piazza Montecitorio


La rivoluzione per cambiare le cose a mandare a casa i politici della Casta è già in atto ma in pochi se ne sono accorti.   
Nessun tg ne hai mai parlato, se non qualche radio che ha dato la notizia. Loro sono un gruppo di cittadini italiani di ogni estrazione sociale, che si identificano esclusivamente nel tricolore italiano e nei valori da esso rappresentati. Il loro leader è Gaetano. Dal 4 giugno 2011 sono in presidio permanente in Piazza Montecitorio, in sciopero della fame. I loro nomi:Gaetano Ferrari di Venezia, Raffaele de Luca, Bevere Monza, Giuseppe Picone di Trapani. Alle persone che incuriosite si avvicinano alla loro postazione, spiagano i motivi della loro protesta.Una protesta fondata sull'Articolo 50 della Costituzione Italiana:"Tutti i cittadini italiani possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità". Le petizioni del gruppo dei ribelli in presidio permanente a Piazza Montecitorio sono 4:riduzione dei costi della politica, ovvero  riduzione degli stipendi dei parlamentari, riduzione del numero di parlamentari ed amministratori pubblici del 50%, eliminazione di alcuni privilegi:come le auto blu, pensioni cumulative, eliminazione del vitalizio, delle pensioni d'oro ad ex parlamentari ed ex amministratori pubblici, dimissioni delle Camere, nuove  elezioni e via dicendo. Il luogo scelto per la loro protesta sottoforma di sciopero della fame, è il luogo simbolo per eccellenza della politica, Piazza Montecitorio:"Perchè è qui che ogni giorno i parlamentari legiferano per il nostro futuro decidono quante e quali tasse dobbiamo pagare, dei nostri sogni e della nostra qualità di vita. A tutto questo ora dobbiamo dire basta!" Così si legge sulla loro pagina Facebook"Presidio ad oltranza in Piazza Montecitorio".Una pagina che in pochi giorni ha raggiunto 7.600 fans che li seguono nella loro protesta. Una protesta nata sul popolare social network e ora scesa nella piazza reale. Molte le attestazioni di stima e di affetto degli italiani che li incoraggiano a non mollare:"Grandissimi non mollate mai!"oppure" Grazie per quello che state facendo" si legge su Facebook. Mentre a Piazza Montecitorio sono in molti ad avvicinarsi a Gaetano e al gruppo di ribelli, anche per portare succhi di frutta o acqua. Dopo 54 giorni di presidio permanente e sciopero della fame la fatica e il malessere iniziano a farsi a sentire.  Ma loro non mollano. Sono gli eroi di questa Italia che ha deciso di dire basta. Non sono soli. Idealmente accanto loro ci sono  il precario Leonida Maria Tucci licenziato e rovinato dalla Casta e la moglie, il Maresciallo dell'A.M. che ha scritto la lettera di protesta in cui si dimette da Italiano e da soldato, i militari ribelli dell'Operazione Strade Sicure a Milano, i pastori sardi che oggi a Cagliari hanno dato battaglia per rivendicare i loro diritti, i tanti italiani esaperati da questa situazione. Dall'altra parte invece c'è il preoccupante silenzio assordante dei media. 
Di Alessandra C. - Pubblicato in : Attualità


La casta italiana è la più cara

DI LAURA DELLA PASQUA ESCLUSIVO Ecco lo studio riservato della Camera sugli stipendi degli onorevoli: super liquidazione e vitalizio alzano il costo del Parlamento oltre la media europea.




27/07/2011
  




 


domenica 24 luglio 2011

Spider Truman non è un caso isolato: alla Camera come al Senato, lo sfruttamento infame dei collaboratori parlamentari

vi prego di far circolare.
Spider Truman
Mio marito, Leonida Maria Tucci, ha cominciato a lavorare presso il gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale, al Senato della Repubblica, nel lontano 1994.
Era un ragazzo, all’epoca, pieno di aspettative e con un’immensa fiducia nel futuro. Sin dall’inizio, il compito affidatogli era quello di addetto stampa all’interno dell’ufficio stampa. Ovviamente all’inizio non sapeva neanche cosa fossero le agenzie di stampa. Ma, ben presto, cominciò ad impratichirsi tanto che in breve tempo molti senatori si rivolgevano a lui (nonostante non avesse nemmeno una sua scrivania), piuttosto che ad altri, perché contenti e soddisfatti del lavoro che svolgeva. Ovviamente tutto ciò, a lungo andare, aveva scatenato le invidie di alcuni colleghi, che cominciarono a diffamarlo, mandando in giro maldicenze sul suo conto, lo emarginavano, tentavano di metterlo in cattiva luce agli occhi dei senatori e del presidente del gruppo di allora. Ma lui andava avanti perché avvertiva la stima da parte di molti parlamentari che, avendolo conosciuto, lo apprezzavano e gli volevano bene. Leonida lavorava dal lunedì alla domenica 12 ore al giorno. Non si fermava mai. Mi diceva sempre: "Lasciami seminare, lasciami seminare… un giorno raccoglierò i frutti del mio lavoro". Il suo era un investimento per il futuro. Aveva un progetto valoriale da seguire. La sua abnegazione per il lavoro faceva spavento. Io mi arrabbiavo con lui perché mi trascurava per colpa del lavoro. Mi definivo la "vedova bianca". Non c’erano sabati né domeniche. Non c’è stato neanche il viaggio di nozze. Addirittura quando nacque la nostra prima figlia, dopo un’ora dovette scappare per correre a scrivere un comunicato.
Il giorno prima del nostro matrimonio, lui stette al lavoro fino alle 22. Era sempre a disposizione. Anche quando era malato con la febbre a 39. E tutto questo cosa ha portato? Lavorava tanto nella speranza che un giorno venisse premiato. Invece quel giorno non è mai arrivato. Come è stato ripagato???
Leonida è stato spremuto come un limone per 14 lunghi anni, è stato usato fino alla consunzione e poi gettato via e calpestato come una pezza da piedi, stuprato nella sua dignità e nei suoi diritti umani e civili!!!
Gli uomini di AN, grazie al lavoro di Leonida, hanno intessuto relazioni, hanno acquisito considerazione e prestigio, hanno ottenuto incarichi, hanno fatto carriera politica, hanno guadagnato più soldi, hanno preso più voti. Quegli stessi uomini, insieme ai loro complici del Pdl, hanno ringraziato Leonida facendolo ammalare gravemente e buttandolo in mezzo ad una strada...
Ladri di idee, di valori, di ideali. Ladri di vita.
Leonida è stato sfruttato come giornalista, ma veniva sottopagato con contratti Co.co.co.. Contratti che gli furono rinnovati per ben 16 volte consecutive... !!!
In 14 anni, più e più volte gli era stato promesso di essere assunto come giornalista, come d’altronde era successo ad altri suoi colleghi. Andava avanti nella speranza che le promesse fattegli fossero mantenute. E intanto gli anni passavano e la famiglia si formava e cresceva: si sposava, nasceva la prima figlia e dopo qualche anno il secondo. Ma tutto rimaneva immutato.
Fu assunto soltanto il 1 aprile del 2006, ma non come giornalista bensì come impiegato di IV livello (sic!) e sbattuto in segreteria a imbustare lettere e rispondere al telefono... !!! E nonostante tutto, pure questo lavoro lo faceva bene... Durante i trent’anni di esistenza del gruppo MSI-AN, nessun dipendente aveva avuto la visita del medico fiscale. Chi è stato il primo? Ovviamente Leonida. Perché il tentativo principale era quello di farlo recedere dal suo posto di lavoro, sfiancandolo, vessandolo, perseguitandolo. Già nel 1998 si tentò di farlo fuori: colui che poi, nel 2006, sarebbe diventato il capo del personale, ed altri, andarono dall’allora presidente del gruppo a gettare fango su Leonida. Tanto che lo stesso capogruppo, senza neanche sentire ragioni, provò a mandarlo via. Solo grazie all’intervento di alcuni senatori, che avevano imparato ad apprezzare Leonida e sapevano come lui lavorava, con quale impegno e con quale passione, si riuscì a sventare questa ingiustizia. E solo davanti alle proteste di queste persone, il presidente del gruppo si vide costretto a tornare sui propri passi, ma lo spostò in un’altra sede (cioè in un "loculo" malsano presso il palazzo dell’ex Hotel Bologna, sempre di proprietà del Senato della Repubblica), anche se con le medesime mansioni: addetto stampa all’interno dell’ufficio stampa del gruppo.
Il 19 aprile del 2007, dentro la mia famiglia è stata sganciata una bomba che ha lasciato segni indelebili. Mi riferisco all’indegna, ignobile sospensione di 10 giorni dal servizio e dallo stipendio inflitta a Leonida, con l’accusa infamante di andare in giro a maltrattare e picchiare le colleghe. Questo colpo è stato letale. Questa sanzione disciplinare fu un vero e proprio atto di mobbing teso ad eliminare Leonida, una volta per tutte, dal posto di lavoro. Ovviamente tale sanzione disciplinare è stata impugnata e il 20 ottobre 2008 è stata emessa la sentenza che l’ha annullata, dichiarandola illegittima e ingiusta.
Le conseguenze furono e sono ancora oggi devastanti. Leonida ha avuto un tracollo psicofisico, è caduto in una profonda depressione, anche per aver preso coscienza che il suo lavoro, il suo seminare, la sua costanza, la sua passione, la sua dedizione, il suo sacrificio non lo avevano portato dove aveva sperato.
Leonida si è visto svanire tutto ciò per cui aveva lottato nel corso della sua vita: la dignità, la possibilità di poter provvedere egli stesso alla sua famiglia, ai suoi figli; la soddisfazione di vedersi e sentirsi integrato nella società come persona che è capace di dare un contributo. Ma tutto questo gli è stato tolto, e continuano perpetrando la tortura. Anche contando sulla complicità e sui tempi biblici, anti-umani della (mala)giustizia italiana.
D’altronde, quale era il disegno luciferino dei carnefici di Leonida? Quello di isolarlo, di emarginarlo, di calunniarlo, di umiliarlo, di renderlo ridicolo agli occhi degli altri, di indurlo ad una inattività forzata. Per farlo fuori, per distruggerlo psicologicamente. Miravano ad annientarlo dal "di dentro". E tutto questo, davanti agli occhi di colleghi spesso conniventi o vigliacchi. Il mobbing è un assassinio che non lascia né cadaveri né armi. Quando si uccide qualcuno, il morto diventa la prova di un reato sul quale gli organi competenti dovranno indagare per scoprirne i responsabili. Quando una persona è mobbizzata, è torturata psicologicamente, la si uccide, la si ammazza, la si trucida senza sporcarsi le mani di sangue.
Leonida è in cura, a tutt’oggi, presso un Dipartimento di Salute Mentale ed è seguito sia da uno psichiatra che da una psicoterapeuta.
Hanno dovuto imbottirlo di psicofarmaci.
Non paghi di tutto questo, il capo del personale lo ha pure querelato per diffamazione. Non dimenticherò mai quel giorno che suonarono i Carabinieri a casa per consegnare a Leonida la notifica. Mia figlia si spaventò e cominciò a piangere per paura che fossero venuti a portare via il padre. Una volta mia figlia mi chiese se il padre ci sarebbe stato il giorno della sua Prima Comunione. Io le chiesi perché mi faceva questa domanda. E lei mi rispose: "Ho paura che i "cattivi del lavoro" lo facciano morire"…
Il giorno in cui ci fu l’udienza a piazzale Clodio, il senatore che lo aveva querelato, e che si era opposto alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pm (e poi accolta dal Gip), neanche si presentò. Non si era mai visto un querelato che si presenta in tribunale e sta in prima fila –pur stando a pezzi dentro- e un querelante che non si presenta e se la dà a gambe… !!! Al suo posto venne l’avvocato, anch’egli senatore, che conosceva molto bene Leonida, vista la quantità di comunicati che mio marito gli aveva scritto in 14 anni. Quella mattina non ebbe neanche il coraggio di guardarlo in faccia.
Capii sin dall’inizio che io sarei dovuta essere la "roccia" su cui Leonida si appoggiava, perché sapevo che questa volta non ce l’avrebbe fatta. Sapevo che mi sarei dovuta armare di forza e di pazienza. Che avrei dovuto sorridere, quando lui piangeva. Sostenerlo, quando lui si lasciava andare. Placarlo, quando l’ansia lo pervadeva. Sapevo cioè che avrei dovuto portare avanti io la sua/nostra battaglia. Dovevo farlo anche per i nostri bambini (6 e 9 anni). Per trasmettere loro un insegnamento di vita: non chinare la testa di fronte alla violenza del sopruso e della sopraffazione; non cedere, non arrendersi alla protervia, all'arroganza, alla prepotenza, alla menzogna; combattere affinché la verità e la giustizia vengano ripristinate.
Ed è per questo motivo che ho fondato su Facebook quattro gruppi ("IL MOBBICIDIO DI LEONIDA AL SENATO GRIDA VENDETTA AL COSPETTO DI DIO!!!", "MIO FRATELLO LEONIDA", "MA COME FANNO A DORMIRE I CARNEFICI DI LEONIDA?" e "CHIEDIAMO LE DIMISSIONI DEL SENATORE ORESTE TOFANI") e una pagina fans ("Leonida Maria Tucci (il coraggio di denunciare)"), che, in totale, hanno superato i 20.000 iscritti!!! Ogni giorno riceviamo toccanti manifestazioni di solidarietà e di affetto da parte di tante persone che ci incoraggiano ad andare avanti, a non mollare. Ma i soldi non ci sono e non sappiamo più come campare.
Tutto ciò, come si può ben immaginare, è ricaduto sulla famiglia e soprattutto sui bambini (doppio mobbing) che vedevano e vedono il padre stare male, addirittura piangere.
Lo stato di prostrazione di Leonida è talmente profondo che, spesso, non riesce neanche ad alzarsi dal letto. Sta tutto il giorno lì, sotto le coperte, con le persiane abbassate. Non ride mai. E’ diventato come un vegetale, un "cadavere vivente". E’ stato ucciso nell’anima. La cosa, poi, è andata addirittura peggiorando quando è stato licenziato per ben due volte nel giro di circa 6 mesi, senza neanche regolare lettera di licenziamento: la sua unica colpa era quella di aver vinto la causa e di non aver ceduto allo scandaloso ricatto in base al quale avrebbe dovuto rinunciare ai 14 anni di pregresso (cioè ai suoi diritti), in cambio di un posto di lavoro che già aveva… Quindi alla depressione, dovuta alle infamie subite, si è aggiunta la preoccupazione economica, giacché questo doppio licenziamento illegale, illegittimo, ingiusto, discriminatorio e ritorsivo ha gettato sul lastrico la mia famiglia, che non ce la fa più ad andare avanti.
Ci hanno affamati, addirittura impedendoci inizialmente di poter fruire del sussidio di disoccupazione. Siamo dovuti andare al Monte della Pietà ad impegnarci la fedina di fidanzamento, le crocette che avevano regalato ai bimbi per il battesimo. E le abbiamo perse. Perché non abbiamo avuto i soldi per riscattarle. Spesso non so come mettere insieme il pranzo con la cena.
E tutto questo per cosa? Perché Leonida era un dipendente "scomodo", un dipendente che lavorava, bene e tanto, mettendo così in luce –giocoforza- la mediocrità e il fancazzismo di altri; un dipendente che non ha mai leccato il culo a nessuno; un dipendente che ha sempre rivendicato il rispetto dei suoi diritti e della sua dignità umana e professionale. Una colpa gravissima, evidentemente, agli occhi dei (pre)potenti del Palazzo.
Tutto ciò è successo in un gruppo parlamentare, al Senato della Repubblica, tempio in cui si fanno le leggi, si inneggia alla legalità, alla solidarietà e alla meritocrazia... La cosa poi intollerabile è che Leonida ha lavorato per gente appartenente ad un partito che si diceva, e si dice tuttora, vicino alle famiglie, che difende la famiglia, che addirittura partecipa al "Family day" o organizza Conferenze nazionali sulla famiglia e convegni con titoli come "La persona prima di tutto". Ma la famiglia di Leonida e la persona Leonida sono state disintegrate.
A loro non importa niente se a casa c’è una famiglia che sta morendo di fame. Loro usano le loro poltrone non per fare il bene comune, ma per annientare, massacrare, distruggere un lavoratore con la sua famiglia. Gente colpita dal delirio di onnipotenza che pensa di essere al di sopra della legge e di ogni forma di etica e di rispetto umano, convinta com'è di poter fare quello che le pare solo perché seduta su quegli scranni. E poi questi personaggi vanno in televisione a farsi belli e a riempirsi la bocca di parole suadenti sulla famiglia e sui "valori". E tutto questo solo per estorcere dei voti!!!
E vogliamo parlare, infine, di quelle tre arpie che hanno infamato, calunniato Leonida e che, nonostante abbiano perso la causa, non sono state in alcun modo punite? Anzi, hanno avuto tutte e tre scatti di livello, sono state premiate, hanno fatto carriera, guadagnano più soldi. Se ne vanno in giro contente e felici per il Senato, fregandosene del fatto che, anche per colpa delle loro menzogne, un padre di famiglia muore ogni giorno di più. Che le loro bugie sono ricadute sui nostri figli, costretti a vivere quotidianamente un’atmosfera di mestizia, di tensione, di inquietudine, di preoccupazione, di dolore, di rabbia, di rovello, di parole ripetute ossessivamente. E Leonida? Lui, nonostante abbia vinto una causa civile e una penale, sta a casa, disoccupato e malato e distrutto psicologicamente. Ed è questo che mi spinge a combattere: fino a quando non ci sarà giustizia non mi darò pace. Combatterò al suo fianco per fare in modo che la verità venga ristabilita e che sia restituita a Leonida la dignità che gli hanno strappato.
Chi è costretto a combattere questa battaglia ardua, improba e proibitiva si ritrova da solo, abbandonato a se stesso, senza amici e, spesso, anche senza famiglia.
VERITA’, GIUSTIZIA E DIGNITA’ PER L’UOMO LEONIDA E PER IL LAVORATORE LEONIDA!!!
Giulia Ruggeri
http://www.facebook.com/group.php?gid=136865620363&ref=mf
I segreti della casta di Monteciorio,Onorevoli,Deputati,Senatori,Sindaci,Berlusconi,Partiti,Sindacati,Rizzo,Stella,Privilegi,Ruberie,Sprechi,Logge massoniche.Bisignani,Milanese





Tribuna d'Onore? ma quale onore....

spider truman

Ammettiamo che pure che i treni, l'autostrada, gli aerei gratis servono al deputato per muoversi per tutto il territorio nazionale al fine di poter esercitare il proprio mandato parlamentare liberamente (e gratuitamente!). Ma qualcuno è in grado di spiegarmi quale sarebbe l'esercizio delle funzioni parlamentari che costoro dovrebbero svolgere attraverso l' "accesso alle Tribune d'Onore in tutte le manifestazioni sportive che si svolgono in Italia".


Non possono pagare il biglietto allo stadio, come tutti noi comuni mortali??


In questo caso non si tratta di risparmiare qualche milioncino di euro, qui si tratta di avere un briciolo di dignità: riconsegnate queste tessere, invece di fare comunicati stampa dalla Camera dei deputati per balbettare qualche smentita.



La camera approva ieri tagli per 110 milioni alla casta? sono briciole che non intaccano i loro privilegi

1) L'ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati, dopo aver divulgato nei giorni scorsi un comunicato patetico di balbettante smentita "in relazione a quanto fino ad oggi pubblicato sul social network Facebook in una pagina dal titolo "I segreti della casta di Montecitorio" e a firma dell'ex-collaboratore di un parlamentare che utilizza lo pseudonimo "spider truman", ieri ha cercato di fare qualcosa di più concreto per porre un argine all'indignazione popolare che dilaga in tutto il paese (di cui questa pagina è solo una piccola spia) approvando un piano di riduzione delle spese di 110 milioni di euro per il periodo 2011-2013, che potete leggere sommariamente qua: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/07/21/visualizza_new.html_783241545.html

Sono briciole che non intaccano minimamente i loro privilegi, i loro stipendi, le loro indennità.

2) La cosa che personalmente più mi inviperisce è l'ipocrisia che trasuda dall'impegno condiviso al termine della riunione per ''definire parametri precisi per l'assegno dei collaboratori, all'interno dei quali regolare il contributo che il Parlamento da' al deputato''. Perche', conclude, ''non puo' accadere che ci siano collaboratori senza nemmeno il contratto: non sarebbe nemmeno precarieta', ma sfruttamento''.

Davvero?????????????????????????????????????????????????????????????????????

E come mai allora più della metà dei collaboratori parlamentari non hanno un contratto?

non è che per caso, oltre ad essere privilegiati, siete anche una massa di fottutissimi sfruttatori?

Come mai per anni mi hanno promesso un contratto regolare, poi per tre anni l'altalena 6 mesi regolari

e 6 mesi in nero, poi di nuovo tutto in nero. e infine arrivederci e grazie !?

Non vi sembra degradante per voi stessi sgraffignare, oltre alla lauta indennità, anche altre migliaia di euro tenendovi per voi gli stipendi dei collaboratori e dando loro qualche centinaio di euro?

Basterebbe fare come avviene in tutt'Europa: i collaboratori parlamentari ricevono il loro stipendio dall'istituzione direttamente e non invece passando per il deputato.


3)Vi giro il commento di Giuseppina Morrone di pochi minuti fà:

Al di la di chi sia in realtà la persona che ha sollevato questo polverone, non ha ne aggiunto ne tolto a quanto si sospetta o si sa da anni e anni, la differenza credo stia nella presa di coscienza da parte di alcuni rispetto ad altri, sta nel fatto che anni e anni di scambi di "culi" sulle poltrone non ha mai avvantaggiato il cittadino comune ma solo loro, loro sulle loro comode e ricche poltrone, probabilmente sta nel fatto che la nuova generazione non ne può più di questa politica Ha sollevato un polverone, non ha creato lui la polvere, probabilmente ci si è sguazzato dentro anche lui in qualche modo.. ma ora sta battendo le mani e sta facendo vedere a tutti quanta polvere c'è quanto c'è da pulire.. ormai con tutta questa sporcizia stiamo anche diventando allergici , per cui prima che l'asma provocata dall'allergia ci soffochi ... diamo una bella pulita a questo schifo!!!.Questa mattina mio suocero ha fatto un esame importante che naturalmente ci tiene con il fiato sospeso... 92 euro di esame ( in questi ci sono i 10 euro di ticket della nuova manovra) immagino ora questi 10 euro che si aggiungeranno alle tasche di chissà chi per sputtanarli in qualche modo. Io dico 10 euro a ricetta!!!!

4) caro Francesco, certamente è vero quello che scrivi sulla mia ignoranza telematica (http://www.facebook.com/notes/francesco-striker-caruso/io-non-sono-spider-truman/205786079470452 ), ma è anche vero che nemmeno tu sei proprio un genio, visto che sono risaliti a te in pochi giorni. ora mi raccomando: taci!
 
 





Carte di credito GOLD a zero spese, conti correnti a zero spese, tassi di interesse stratosferici.

E' il banco di napoli che vi offre queste condizioni straordinarie, ma solo uno sportello in tutt'Italia, lo sportello ROMA 01.

Benissimo, ora cercate l'indirizzo è recatevi lì.

La filiale si trova in piazza montecitorio.

Ti avvicini all'entrare di un mastodontico palazzo, ci sono due carabinieri e altri vigilantes privati che ti ostruiscono l'accesso. Non puoi entrare nel palazzo, se non conosci nessuno.

Se invece hai una qualche pur minima conoscenza, un commesso, un portaborse, un giornalista, un deputato addirittura, allora il gioco è fatto.

Non è un caso che tutti coloro i quali hanno libero accesso alla Camera dei Deputati, hanno un conto corrente presso quello sportello: chissà come mai!

Si è vero: anch'io ho aperto un conto corrente una decina di anni fà (in allegato le condizioni del conto corrente e della carta di credito) poi sono andato via da Roma e mi son dovuto rivolgere, come ogni comune mortale, all'usura legalizzata delle banche "normali".

Pubblicato da Spidertruman a 02:12
 
Io sono Spider Truman: oggi ho deciso di svelare la mia vera identità.
 
Malgrado dubbi e insinuazioni di illustri opinionisti, politici e commentatori, continuano ad arrivare migliaia di adesioni sul profilo di Spider Truman. Vogliono a tutti i costi sapere chi c'è dietro Spider Truman, intervistarlo, proporre progetti editoriali: tutti ad osannare il suo coraggio, poi con le buone o le cattive sapranno come metterlo a tacere. Dicono che ha manie di protagonismo, ma al tempo stesso pretendono che sveli la sua vera identità.
Editori, giornalisti, televisioni: centinaia di avvoltoi cercano di stanarlo.
Allora dico a questi signori, ai politici che siedono sulle poltrone, alle schiere di sgherri sguinzagliati nei corridoi di Montecitorio come nel mondo virtuale del Web: state attenti.
Spider Truman è lì vicino a voi.
Spider Truman è ovunque.
Spider Truman è ogni disoccupato che non trova lavoro perchè non ha santi in paradiso.
Spider Truman è ogni precario che viene struttato per 900 euro al mese e poi dopo anni e anni buttato in mezzo a una strada.
Spider Truman è ogni cassintegrato che deve sudare per arrivare a fine mese.
Spider Truman è ogni operaio sfruttato e malpagato per 40 anni alla catena di montaggio per un salario e una pensione da fame.
Spider Truman è ogni giovane costretto ad emigrare perchè gli hanno rubato il proprio futuro.
Spider Truman è ogni anziano costretto a sborsare decine di euro di ticket se ha la pretesa di andare in un ospedale.
Spider Truman è ogni uomo e ogni donna che a luglio ed agosto non può permettersi nemmeno una settimana al mare.
Spider Truman è uno, nessuno e centomila.
I suoi segreti possono imbarazzare i potenti, ma è l'indignazione popolare che alimenta il loro vero incubo.
Se avete paura di lui, significa che avete qualcosa da nascondere.
E allora fate bene ad aver paura, perchè presto ci riprenderemo ciò che ci spetta.
Ci riprenderemo la dignità. La giustizia. La democrazia.

Da un anonimo internet-point di una calda città italiana.
Spider Truman

 

Casta, ci pensa la Rete

Dopo il precario su Facebook, tutto il web controlla i politici.
di Fabio Chiusi
I fenomeno del momento si chiama Spidertruman, ma per la 'Casta' la Rete rappresenta già da un pezzo una possibile spina nel fianco. Soprattutto fuori dai confini nazionali, ma anche in Italia. La manovra che ha rinviato il taglio dei costi della politica ma previsto da subito una serie di salassi per i cittadini, dalla sanità ai bolli su auto e deposito titoli; lo sfarzo, a suon di yacht, Ferrari e gioielli, accoppiato al malaffare nei casi di Alfonso Papa e Marco Milanese; le voci di nuovi nomi eccellenti in scandali di corruzione che hanno fatto parlare di un ritorno al clima di Tangentopoli. È tutto materiale incandescente per l'indignazione dei cittadini. Che in Rete hanno dato un segnale inequivocabile di insofferenza, iscrivendosi in massa alla pagina Facebook 'I segreti della casta di Montecitorio': oltre 200 mila utenti in poche ore.
LE DENUNCE DI SPIDERTRUMAN. Ad aprirla, il fantomatico precario licenziato dopo 15 anni di lavoro nel Palazzo sotto il nome di battaglia Spidertruman. Che ha
denunciato in Rete i trucchi per avere scorta e auto blu, i furti fasulli di pc (tanto c'è il rimborso dell'assicurazione), le assunzioni dei dipendenti del barbiere della Camera, tutti con lo stesso accento, e le tariffe iper-scontate per i telefonini.

Dopo l'entusiasmo, i dubbi


Niente di nuovo, finora, e a volte la documentazione è scarsa, le denunce generiche. Ma è stato più che sufficiente per raccogliere la rabbia dei cittadini. Non di tutti, a dire il vero. In molti hanno iniziato a interrogarsi sulla genuinità del progetto del precario, sottolineando lo spuntare di pagine clonate e della pubblicità sul suo blog. E chiedendosi, più in generale, se non si tratti di una bufala messa in piedi per raccogliere notorietà, soldi o perfino ipotizzando la mano dei partiti vicini al movimentismo digitale.
MA NON È ASSANGE. Da più parti si è poi letto un azzardato paragone tra Spidertruman e Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, il sito che diffonde i segreti dei potenti ottenuti da fonti anonime. Ma il parallelo non regge, dato che Assange pubblica solamente denunce basate su documenti della cui autenticità è responsabile e, tra l'altro, con nome e cognome. Eppure l'idea di utilizzare internet per portare una ventata di trasparenza nei conti della politica, per prevenirne i vizi, non è nuova.

In Rete i patrimoni dei politici 

I Radicali, per esempio, conducono questa battaglia da molti anni, ma dal 2008 anche e soprattutto tramite il digitale. Qui la collaborazione si è estesa ad associazioni come AgoràDigitale, Valigia Blu e OpenPolis. Tra le iniziative, l'istituzione di una «anagrafe degli eletti» dove pubblicare online le dichiarazioni patrimoniali personali dei parlamentari.
Dato che la legislazione attuale prevede che ciò debba avvenire su base volontaria, si devono contare le adesioni. Al momento, la percentuale non è esaltante: il 12,7%, cioè 120 parlamentari su 945. Un po' poco, soprattutto considerando la vastità dei buoni propositi. Tra loro, in ogni caso, due ministri, Renato Brunetta e Franco Frattini. Solamente tre i leghisti: i deputati Angelo Alessandri, Nunziante Consiglio e Franco Gidoni.
IL RUOLO DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI. Nell'anagrafe, a cui hanno aderito anche diverse amministrazioni locali (tra cui Roma e Napoli, per esempio), anche i dati riguardanti le nomine in società interamente pubbliche o partecipate, gli incarichi elettivi ricoperti nel tempo, le dichiarazioni da parte dell'eletto dei finanziamenti ricevuti, dei doni e dei benefici, i loro comportamenti in Aula.
Molto resta da fare, tuttavia. E basta spendere qualche minuto su
Data.gov.uk per convincersene. Il sito raccoglie infatti tutte le informazioni, liberamente accessibili, su «chi fa cosa» in parlamento, «come sono spesi i nostri soldi», «chi incontrano i ministri», e i contratti governativi. Servono informazioni sulla propria città? Basta inserire il codice postale nel motore di ricerca e il gioco è fatto.

La WikiLeaks del Parlamento italiano


In Italia non esiste un sito istituzionale dedicato all'Open government, cioè alla trasparenza sugli atti e i comportamenti della classe dirigente. Esiste, tuttavia, il progetto «Parlamento WikiLeaks», o «RadicaLeaks», dove il partito Radicale ha pubblicato, a partire dal 2010, i contratti digitalizzati delle collaborazioni e consulenze a Camera e Senato tenuti segreti per 60 anni.
L'INVITO AI CITTADINI. Al rilascio dei documenti il segretario, Mario Staderini, spronava i comuni cittadini: «Sotto con la caccia alla Casta, scopri l'impiccio che c'è dietro!». Un invito, questo sì, in perfetto stile WikiLeaks, soprattutto prima maniera. Quando, cioè, il sito pubblicava documenti grezzi invitando i netizen a scavare al loro interno. Oggi, lo sappiamo, il lavoro di autenticazione spetta al team dell'organizzazione e ai giornalisti di diverse testate 'tradizionali' in tutto il mondo. Assange ha dovuto dunque correggere il tiro. E anche per i Radicali sono stati principalmente i giornalisti a sviscerare i contenuti dei documenti.
GLI SPRECHI SU IPHONE. Da maggio 2011 è scaricabile, su iPhone, un'applicazione chiamata «CameraLeaks». Il bersaglio, come scrive la schermata di benvenuto, è la «Camera delle spese». Al suo interno sono reperibili informazioni sulle indennità parlamentari e di alcuni dipendenti dei due rami del Parlamento.
Ma anche una intera sezione dedicata appositamente ai «campioni degli sprechi»: auto blu, costi della politica, confronti con la situazione nel resto d'Europa e del mondo. I download sono stati 4 mila in tre giorni.
Niente di paragonabile con il putiferio scatenato da Spidertruman. Eppure, un ennesimo segnale di attenzione al tema da parte del pubblico. Che forse attende la rivelazione di un solo, ultimo segreto: con quale faccia la 'Casta' continui a imporre sacrifici agli elettori, senza imporne a se stessa.  
Lunedì, 18 Luglio 2011


Non solo per loro: come far viaggiare gratis anche amici e parenti.

Quello che vedete in questa foto è il permesso ZTL della Camera dei Deputati. Sullo sfondo c'è un articolo di ieri sul tema della casta e dei suoi costi.
Pubblico il permesso ZTL qui per due motivi. Descrivere il potere magico che incarna quel cartoncino, ma anche e soprattutto per rispondere alle critiche di chi ritenga che alcune notizie qui riportate sia possibile ritrovarle anche in qualche libro di denuncia sui costi della politica.
Se ciò può anche essere parzialmente vero (non ho letto la sterminata bibliografia in merito, ma credo che le nefandezze sono sempre le stesse e prima o poi escono fuori: tutto sta nella capacità di lor signori di nascondere e insabbiare la verità), tuttavia certamente non danno in omaggio con il libro il permesso ZTL Camera dei Deputati!!
Ma cos'è questo cartoncino magico?
Quello che in apparenza sembra uno dei tanti semplici contrassegni per accedere nelle aree a traffico limitato del centro di Roma, è invece una bacchetta magica
in grado di rivestire non solo il conducente ma anche l'auto di una qualità molto ricercata negli ambienti di Montecitorio: l'impunità.
Tutor e autovelox, vigili e poliziotti, divieti e sanzioni, nulla possono fare contro questo potente sortilegio.
Qui non parliamo delle auto blu, per quelle già era scontato: i tagliandi vanno posti invece su una qualsiasi altra auto a discrezione di ogni deputato.
Che sia il suv del suo bamboccione o l'auto dell'amante, poco importa.
A volte succede che il figlio bamboccione (sembra incredibile ma ho conosciuto diversi figli di deputati, cretini almeno quanto Renzo Bossi: chissà se faranno anche loro carriera politica) venga pizzicato dall'autovelox a 180km/h sull'autostrada o con l'auto parcheggiata nel bel mezzo di una isola pedonale.
Poco importa.
Ci sarà sempre un servo dei servi, come il sottoscritto, a cui consegnare multe e verbali.
Costui sa già quel che bisogna fare: raccomandata A/r a Sua Eccellenza Illustrissimo Gentilissimo Prefetto....si comunica che in data x all'ora x...bla bla bla.... il sottoscritto travolgeva un'anziana sulle strisce (questa è una battuta, per carità)....improrogabili impegni istituzionali (la discoteca del bamboccione, l'appuntamento con l'amante, lo shopping della figlia)...esercizio delle sue funzioni.....cordiali saluti....on.dott.ing.Cettolaqualunque.
In allegato al ricorso, lo schiavo non deve far altro che allegare la fotocopia del permesso ZTL Camera dei Deputati, che reca il numero di targa del veicolo incriminato, e il gioco è fatto!
Veniamo al secondo motivo della foto.
Si tratta di un vecchio permesso scaduto (il nuovo è sempre sul parabrezza dell'auto del figlio, almeno credo) che metto su internet non solo e non tanto per raccontarvi di questi oscuri sortilegi postmoderni, ma anche perchè all'oggi non credo che questo tagliando sia uscito in omaggio con qualche libro.

 


La protesta anti-casta, relativa agli emendamenti che hanno di fatto eliminato i tagli ai costi della politica, si scatena sul web e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni si mostra in un'intervista del Tg3 circondato da decine di yacht, dalla bellissima Porto Cervo. Formigoni dice durante l’intervista: “Biosgna dare segnali forti”, e subito il popolo di internet indignato lo mette sotto il torchio dell’ironia, non lo perdona.


Mentre i politici parlano della manovra con le mani nelle tasche degli italiani, con tagli, sacrifici, sanità a pagamento, benzina più cara, queste le conseguenze della manovra economica attuata dal parlamento e l’Idv pensa di trasformare l’indignazione in una sorta di marcia su Roma, uno sconosciuto che si firma SpiderTruman apre un profilo su Facebook dedicato ai "
Segreti della casta di Montecitorio" e raccoglie oltre 200 mila fan, crescendo anche di 15/20 mila all’ora.
Ma quello che ha colpito maggiormente l’animo degli italiani, già nero e provato dalla forte crisi, è stato il modo con il quale il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ha affrontato il tema dei tagli: nella bellissima cornice di Porto Cervo, sul cui sfondo si vedevano gli yacht ormeggiati in Costa Smeralda.
Al popolo della rete non importa chi sia SpiderTruman, se sia un lui o una lei; chi ci sia dietro la pseudo identità poco importa al volgo, quello che interessa agli internauti incavolati sono le nefandezze della casta raccontate da dentro, da chi le ha vissute direttamente, come SpiderTruman appunto. Storie già note ma che ora, in periodi di sacrifici mai visti dal dopoguerra ad oggi, fanno arrabbiare di più.
Un dossier corposo quello di questo precario di Facebook, che ora teme per la sua web-vita e, ha dunque creato luoghi di incontro alternativi come il blog fotocopia isegretidellacasta.blogspot.com ( leggi sotto I segreti della casta di Montecitorio su Facebook: la pagina che svela i retroscena dei politici italiani, già 200.000 fan ).

L’altro ieri, Gianfranco Fini ha annunciato, che Camera e Senato stanno lavorando ad un nuovo piano di tagli che dovrebbe essere varato al massimo entro i primi di agosto, e che dovrebbe ridurre solo per i deputati 30 milioni all’anno per i prossimi tre anni (con una progressione che passerà dai 15 milioni nel 2012 e 45 nel 2014).

Raggiungeranno questo obiettivo? I deputati del quesito dovrebbero riunirsi domani per agire lungo tre direttrici: i vitalizi degli ex deputati (e degli ex funzionari più alti in grado); gli affitti; e una generale sforbiciata agli acquisti.

Ma il livello di impopolarità della nostra classe politica sta ormai toccando il fondo. Ecco il video dell’intervista a Roberto Formigoni:
Fonte Corriereinformazione

Più di un milione di persone
a libro paga della Politica Spa

Un sistema-monstre che ci costa 646 euro a testa. L'esempio della Gran Bretagna: i parlamentari devono spiegare online tutte le spese. Accorpare i Comuni minori darebbe forti risparmi. Ma Ischia dimostra che è difficilissimo di VLADIMIRO POLCHI

ROMA - Più che una casta è una grande città, popolata da oltre un milione e 300mila abitanti. Tanti sono oggi gli italiani che vivono, direttamente o indirettamente, di politica: ministri, parlamentari, assessori, consulenti, membri delle municipalizzate. Un esercito che costa circa 24 miliardi di euro l'anno.

Dove tagliare? Un esempio: se si accorpassero gli oltre 7.400 comuni al di sotto dei 15mila abitanti, si risparmierebbero 3,2 miliardi di euro l'anno. E l'abolizione delle Province? Porterebbe nelle casse dello Stato altri 7 miliardi. Facile a dirsi, meno a farsi.

Fa testo il caso di Ischia. Un'isola, sei Comuni: Barano, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana. Poco meno di 63mila abitanti, sei sindaci, sei giunte, sei consigli comunali. Ma guai a parlare di fondersi. Al referendum del 6 giugno si è presentato neanche un elettore su tre.

Perché in Italia a "campare di politica" sono in tanti. Partiamo da chi è chiamato ogni anno ad approvare la legge finanziaria: i parlamentari. Quanto guadagnano? Oltre 11mila euro al mese. Più di tedeschi (7mila) e francesi (6.800), molto più degli spagnoli (2.921 euro). Non solo. Il parlamentare italiano gode di una serie di rimborsi per trasferte in Italia e all'estero, taxi, bollette telefoniche, spese mediche.

"Sono tante le voci da sommare e il calcolo non è facile - conferma l'ex vicedirettore dell'Istituto Cattaneo, Gianfranco Baldini, che insegna "Partiti e
gruppi di pressione nella Ue" all'Università di Bologna - altrove hanno optato per una maggiore trasparenza". Un caso per tutti: "In Gran Bretagna dopo lo scandalo dei rimborsi gonfiati, hanno messo tutto per iscritto sul sito della Camera dei comuni. Un parlamentare inglese guadagna 65mila sterline l'anno e oggi deve rendere conto on line delle spese effettivamente sostenute per il soggiorno a Londra e per le eventuali trasferte. Noi invece in Europa ci distinguiamo per il trattamento dei nostri europarlamentari: i più pagati e i più assenti, almeno fino alla scorsa legislatura. Ma gli sprechi non vengono solo dal parlamento, la vera giungla è il mondo delle municipalizzate".

I parlamentari sono infatti la punta dell'iceberg. Oggi, stando a una recente analisi Uil, sono oltre 1,3 milioni le persone che campano, in un modo o nell'altro, di politica. A partire dai 145mila parlamentari, ministri e amministratori locali, di cui: 1.032 parlamentari nazionali ed europei, ministri e sottosegretari; 1.366 presidenti, assessori e consiglieri regionali; 4.258 presidenti, assessori e consiglieri provinciali; 138.619 sindaci, assessori e consiglieri comunali. A questi vanno aggiunti gli oltre 12mila consiglieri circoscrizionali (8.845 nelle sole città capoluogo); 24mila membri dei consigli d'amministrazione delle 7mila società, enti e consorzi a partecipazione pubblica; quasi 318mila persone che hanno un incarico o una consulenza presso una qualche amministrazione. E ancora: la massa del personale di supporto politico addetto agli uffici di gabinetto dei ministri, sottosegretari, presidenti di regione e provincia, sindaci, assessori; i direttori delle Asl; i componenti dei consigli di amministrazione degli Ater.

E le spese? Ogni anno i costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui occorre aggiungere i costi derivanti da un "sovrabbondante sistema istituzionale", quantificabili in circa 6,4 miliardi. In totale fa 24,7 miliardi. Una somma che equivale al 12,6% del gettito Irpef, pari a 646 euro medi annui per contribuente. Qualche voce: per il funzionamento degli organi dello Stato centrale, secondo il bilancio preventivo dello Stato, quest'anno i costi saranno di oltre 3,2 miliardi di euro. Per le società pubbliche o partecipate nel 2010 si sono spesi 2,5 miliardi di euro. E per le consulenze? Il costo nel 2009 è stata di ben 3 miliardi di euro. 
(18 luglio 2011)



INCATTIVITI DAI PRIVILEGI DELLA CASTA
di Michele Brambilla "La Stampa"

Due fatti curiosi hanno dominato - in mancanza di meglio - il dibattito politico domenicale.

Il primo è, anzi sono, le rivelazioni che un anonimo ex dipendente di Montecitorio ha pubblicato su Facebook. Per vendicarsi del licenziamento dopo quindici anni di contratti da precario, ha messo in piazza, ossia in rete, le furbate, gli imbroglietti, i trucchi meschini con cui i parlamentari si arrotondano lo stipendio, aggirano le code, gratificano gli amici e le amiche e così via.

Il secondo è l’eco dell’intervista che il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha concesso al Tg3 sabato sera, quando ha parlato di sacrifici e di necessità - da parte della politica - di dare «un segnale forte». Parole sacrosante, ma rese un po’ meno sacrosante dall’essere state pronunciate in diretta da Porto Cervo, dove l’abbronzatissimo governatore si mostrava agli italiani (freschi della legnata della manovra) attorniato da una piccola flotta di yacht. Vedendolo così, la giornalista che l’intervistava non ha potuto trattenersi dal salutarlo con un «buone vacanze».

Chiariamo subito che la demagogia non ci piace. Un politico ha il diritto di andare in vacanza. Quanto alle rivelazioni su Facebook, si potrebbe dire che la parola di un anonimo vale quello che vale, cioè zero (e infatti c’è già chi ipotizza che si tratti di una bufala); e che in quei piccoli espedienti - dall’uso della raccomandazione ad altre furbizie siamo maestri noi tutti, e non solo i politici.

Ma la vera notizia non sta né nelle vacanze di Formigoni né nello scempio denunciato dal precario licenziato. La vera notizia sta nella reazione che i due episodi hanno scatenato. L’anonimo di Facebook ha raggiunto in poche ore più di centomila «fan»; e, sempre sulla rete, s’è scaricato subito un diluvio di critiche, quando non di insulti, nei confronti del governatore che da Porto Cervo chiede sobrietà ai politici.

E’ il segno di un’insofferenza, quando non di un rancore, crescente. Gli italiani percepiscono sempre più i politici come - per usare la solita logora parola - una «casta» che si fa gli affari suoi, e che se li fa con impunità e senza vergogna. Ci sono certamente esagerazioni, in tanta rabbia che monta; così come ce ne sono sempre quando si generalizza. Tuttavia è impressionante vedere come i politici non sappiano comunicare altra immagine di sé. La discussione di questi giorni sull’autorizzazione all’arresto di Papa ne è un esempio, con Bossi che fiuta l’aria e dice sì all’arresto, salvo poi innescare la solita retromarcia. E ancora: il mancato taglio ai propri compensi e privilegi durante la manovra - denunciato anche dai giornali filogovernativi - è un altro pessimo segnale di distacco da quel che cova nel Paese.

Sono storie vecchie, già lette e sentite da anni. Non a caso, ogni volta che dobbiamo citare qualche esempio di politico specchiato e gentiluomo, ci tocca aprire i libri di storia: Einaudi, Nenni, De Gasperi. Il più vicino ai nostri giorni è Pertini, che era nato non uno ma due secoli fa.

Però questa volta fa specie un particolare. Questa classe politica che oggi la gente percepisce come una «casta» da mandare a casa al più presto, non è altro che l’espressione di quella «antipolitica» che al tempo di Mani Pulite aveva spazzato via un’altra casta: quella dei partiti. Si disse che finalmente nel Palazzo sarebbero entrati uomini e donne che venivano non da intrallazzi di corrente, ma da aziende, uffici, insomma dal mondo del lavoro. Gente concreta, che conosceva i problemi di tutti i giorni. Di uomini e donne di questo tipo era formata la prima leva di partiti come Forza Italia e la Lega, vale a dire l’ossatura dell’attuale governo.

Ora ci tocca rivedere contro questa nuova classe politica la stessa furia che abbatté la vecchia. Rispetto ad allora, non volano più le monetine solo perché nel frattempo hanno inventato il web. Ma c’è poco da stare tranquilli perché, sempre rispetto ad allora, c’è anche una crisi economica che ha aumentato, e non di poco, la disparità tra i vertici e la base. Siamo a un nuovo redde rationem? Chissà. Certo è che sono passati vent’anni da quando i politici di oggi sostituirono, quasi per acclamazione, quelli della Prima Repubblica. E vent’anni sono più o meno il periodo che di solito occorre agli italiani per cambiare idea e passare da piazza Venezia a piazzale Loreto.
Provenienza della notizia
 

 La Casta? Puoi riformarla in tre mosse


Ci voleva un anonimo per rendere fashion la caccia alla casta. SpiderTruman apre un profilo facebook sui segreti di Montecitorio e in poche ore diventa la prima notizia dei principali siti online, con i “mi piace” che a quel punto sfondano i 200 mila e straripano sui giornali cartacei. E ora? Mentre tutti vanno a rimorchio nel far crescere l’indignazione proviamo a farne una occasione per cambiare le cose.
Non mi dilungo ora sul chi è e sul perché tutti i media in questo momento spingono quello che per anni hanno trattato come una questione marginale, roba da un articolo ogni tanto. Se uno scandalo non si traduce in riforma perde la sua carica rivoluzionaria.
Dunque, il 16 marzo 2011 in un post su questo blog avevo aperto la caccia alla casta grazie all’iniziativa Parlamento Wikileaks, ovvero la pubblicazione per la prima volta nella storia della Repubblica di tutte le spese di Camera e Senato, compreso il testo dei contratti di consulenze e servizi. La pubblicazione è Open Data, ovvero in formato aperto e rielaborabile. Basta saper lavorare con excel per tirare fuori vere e proprie notizie bomba.
Ne è uscito fuori di tutto, dagli scandali degli affitti dei palazzi della politica all’assistenza sanitaria, dagli appalti alle ditte amiche alle spese folli per le autoblu e la ristorazione. Persino una applicazione per IPhone, CameraLeaks, che due fratelli hanno realizzato grazie ai dati che abbiamo reso pubblici. Oggi in rete si parla di manifestazioni, raccolta firme, presidi, rivolte. Per evitare di rimanere tutti degli ultras da tastiera, provo a fare alcune proposte facili facili.
Primo: costringiamoli a pubblicare online i dati patrimoniali dei parlamentari (dichiarazione dei redditi, proprietà immobiliari, partecipazioni azionarie in società, nomine in consigli di amministrazione loro e dei familiari). Tanto per capirci, se Scajola avesse dovuto pubblicare l’acquisto della sua nuova casa del Colosseo, qualche cittadino gli avrebbe fatto notare subito che il prezzo era troppo basso… Sapere poi se chi vota per il nucleare o per gli armamenti ha azioni in società che ci guadagnerebbero non sarebbe poca cosa.
Il 7 luglio del 2009 i parlamentari Radicali riuscirono a far approvare alla Camera una mozione che impegnava a fare tutto questo. Se la sono cavata con la discrezionalità: cioè solo chi vuole pubblicherà i dati. Sapete quanti lo hanno fatto? Solo 27 senatori, 90 deputati e 2 ministri!
Cioè 828 parlamentari non lo ritengono importante. Anzi, se ne fregano dei 1.705 cittadini che gli hanno mandato una mail chiedendo di farlo. Ecco i nomi. Se diventassero 100 mila le mail non credo reggerebbero la pressione… quindi ripartiamo da qui, campagna di mail bombing subito.
Secondo: questa anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati (si anche tutti quelli nominati dalla politica a capo delle aziende pubbliche, che spesso li ritroviamo contemporaneamente in varie società e nelle inchieste della magistratura, pensate al recente caso Milanese) vale anche per Regioni, Province e Comuni.
Una nostra campagna che va avanti da tre anni con delibere di iniziative popolari ha fatto si che fossero approvate in città importanti come Roma, Torino, Napoli, in regioni come Puglia, Campania, Basilicata e tante altre realtà locali. Sono però molti gli enti locali che se ne fragano, e alcuni di quelli che l’hanno approvata ancora non gli danno attuazione. E allora sotto, qui trovate l’elenco di chi è in regola e gli schemi di delibere popolari da presentare per il vostro Comune o Regione.
Terzo: abolire del tutto il finanziamento pubblico dei partiti. È la vera rivoluzione, perché cambierebbe il modo di fare politica, ed infatti non troverete neanche Antonio Di Pietro a sostenerla. Oggi cinque, sei partiti si rubano 500 milioni di euro ogni legislatura e in questo modo si garantiscono l’esistenza dei propri apparati senza dover rendere conto agli iscritti. Nel 1993 proponemmo un referendum che fu plebiscitato dal popolo italiano, salvo poi essere riproposto con la truffa dei rimborsi elettorali. È ora di tornare alla carica.

la notizia arriva da
 

I segreti della casta di Monteciorio,Onorevoli,Deputati,Senatori,Sindaci,Berlusconi,Partiti,Sindacati,Rizzo,Stella,Privilegi,Ruberie,Sprechi,Logge massoniche.Bisignani,Milanese



I segreti della Casta su Facebook

La vendetta di un ex precario


Sconti, viaggi e auto blu: i privilegi della politica nelle rivelazioni di un dipendente licenziato dopo 15 anni: boom di accessi alla sua pagina

ROMA
Finte scorte, furti fasulli per ottenere rimborsi, minacce inesistenti per ottenere l'auto blu, viaggi gratis per amici e parenti, sconti giganteschi e stipendi elencati uno ad uno per mettere a nudo i privilegi della politica. A far tremare il Palazzo con decine di rivelazioni sulla vita quotidiana dei deputati è un anonimo ex precario, licenziato dopo 15 anni di lavoro, che ha deciso di vendicarsi mettendo online
un blog e pubblicando su Facebook «tutti i segreti della casta di Montecitorio», su un'omonima pagina del social network. E la popolarità della pagina si propaga con la rapidità di un focherello che diventa rogo: in poche ore - cavalcando l'ondata di antipolitica che anche negli ultimi giorni è divampata sulla rete dopo la cancellazione dei previsti tagli agli stipendi dei parlamentari - ha già raggiunto oltre 45mila fan.

E così ce n'è per tutti. Perchè certe marche d'auto fanno sconti anche del 20% ai parlamentari, e perché certe compagnie telefoniche applicano tariffe assai ridotte? E poi barbieri pagati, a detta dell'autore, 11 mila euro al mese e tutti provenienti dalla stessa regione del presidente della Camera che li assunse. Poliziotti costretti a fare da chauffeur alle mogli degli onorevoli di giorno e ad accompagnare il deputato di turno dall'amante la sera. Poi il capitolo furti finti: secondo l'infuriato Spidertruman sarebbero decine le finte denunce di furti di computer portatili effettuate dai deputati solo per aver diritto al rimborso e poterne comprare altri.

Tra le invettive sono finite anche le scorte di polizia, ottenute molto spesso, a suo dire, grazie a finte lettere di minacce inviate ad hoc magari con l'inserimento nella busta di qualche bossolo. E poi i viaggi gratis per amici e parenti dei parlamentari ottenuti grazie ai punti "Millemiglia" accumulati con ai viaggi gratuiti a cui i membri del parlamento hanno diritto.

Le rivelazioni sono appena all'inizio, assicura Spidertruman. Insomma, i privilegi della Casta finiscono per l'ennesima volta nel mirino del Web anche se su certi dettagli sarà dura distinguere tra la realtà dei fatti e l'arrabbiatura dell'anonimo vendicatore.

 Sconti, agevolazioni, tariffe ad hoc: un «bottino» di documenti che testimonierebbe i privilegi di cui gode la Casta politica italiana. Tutto «nero su bianco». È quanto promette di rivelare una fonte anonima, che racconta di essere stata licenziata dopo 15 anni di precariato a Palazzo Chigi. Una sorta di vendetta che si traduce in una pagina Facebook e un blog (isegretidellacasta.blogspot.com) che fanno tremare le sale del potere.

La rivolta contro i politici corre sul web




E su Facebook spunta la pagina anti-Casta


L'autore dice di essere un ex assistente di un onorevole "licenziato dopo 15 anni di precariato" a Montecitorio e vuole di svelare "pian piano" tutti i privilegi dei parlamentari. Gola profonda o bufala telematica, in Rete sta già spopolando


Cento nuovi utenti al minuto. Seimila fan in poche ore che nel giro di una giornata diventano 45mila. E’ la pagina Facebook “I segreti della casta di Montecitorio” curata dal fantomatico Spidertruman. Le uniche informazioni che l’internauta fornisce sulla sua identità riguardano la sua ex professione, “licenziato dopo 15 anni di precariato in quel palazzo” e il suo scopo “ho deciso di svelare pian piano tutti i segreti della Casta”.


Quale sia il vero nome della gola profonda telematica ancora non è dato saperlo, ma in rete è già una star. Che, per il momento, rimane avvolta dal mistero. L’unico strumento per contattarlo è una casella mail rotellinarotta@libero.it  . Non si sa nulla neppure del grado di attendibilità delle notizie che Spidertruman sta diffondendo su Internet, ma basta nominare i tanti privilegi dei parlamentari e il successo su Internet (e non solo) è assicurato. Specie in questi giorni in cui l’approvazione della manovra – pesante per i cittadini, ma quasi indolore per i politici – sta scatenando un putiferio di polemiche. Gli argomenti sono sempre quelli: auto blu, viaggi gratis degli onorevoli e tariffe telefoniche scontatissime per deputati e senatori. Solo per citarne alcuni.


Con chi abbiamo a che fare? Con un nostrano Julian Assange deciso a divulgare i tanti privilegi di cui godono i politici o con qualcuno che si diverte a soffiare sul vento dell’indignazione dei cittadini-contribuenti prendendoli per i fondelli?


Ancora non lo sappiamo. Ma il mix di post che Spidertruman pubblica è intelligente: qualche notizia già uscita (e quindi verificata), magari arricchita da nuovi particolari, insieme ad alcune novità assolute. Come la storia dell’agenzia di viaggi dentro a Montecitorio. “La prima volta che sono andato a fare i biglietti, il funzionario parlamentare adibito all’agenzia (7000 euro al mese) mi ha chiesto il codice millemiglia, che con accortezza il deputato-padrone mi aveva fornito – scrive sulla sua bacheca – Cosa ho scoperto: che lor signori non solo si fanno i viaggi gratis, ma con quei viaggi accumulano punti su punti che poi utilizzano per far viaggiare gratis anche mogli, amici e parenti sui voli Alitalia”.


Questo genere di articoli sono mescolati ad altre notizie che avevano già riempito le cronache dei giornali. Come quella dei furti a Montecitorio, dove c’è una polizza assicurativa che copre qualsiasi ladrocinio, di qualsiasi entità, che avviene dentro il palazzo. “Ogni giorno c’è sempre un deputato che denuncia il furto del suo costosissimo computer portatile”, attacca l’internauta chiedendosi come sia possibile, visti i rigidi controlli di polizia ai portoni, che alla Camera continuino ad agire un manipolo di ladri indisturbati: “Forse perché probabilmente i ladri sono coloro i quali entrano ed escono dall’ingresso principale quando vogliono: i deputati infatti sono gli unici esentati dai controlli”.


Pane per i denti dell’indignazione popolare verso una classe dirigente che mentre vara una finanziaria lacrime e sangue, di notte, al riparo da occhi indiscreti, in commissione Bilancio, boccia tutti i tagli ai costi della politica.


Ma la bufala, soprattutto su Internet, è sempre dietro l’angolo. E anche sul sito di Mark Zuckerber gli esempi non mancano. E’ di qualche giorno fa la notizia del falso profilo della Conad di Pomigliano d’Arco. Sulla wall del supermercato campano c’era un post con scritto che se i clienti, una volta in cassa, avessero gridato “viva Berlusconi” avrebbero ottenuto il 10 per cento di sconto sullo scontrino della spesa. Apriti cielo. “Promozione discriminatoria” ha tuonato il movimento 5 Stelle locale. La notizia è uscita addirittura su Liberazione, ma poco dopo è arrivata la secca smentita della catena di distribuzione. Il profilo era falso ed era stato messo online da qualche burlone telematico.


Ancora più clamoroso è il caso di Tommaso Debenedetti, noto alle cronache come “il genio degli articoli truffa” che per anni aveva piazzato sui giornali del nostro paese interviste ai più grandi autori internazionali, da Gore Vidal a Philip Roth. Tutte rigorosamente inventate. Debenedetti aveva messo in rete i falsi profili di Umberto Eco e Abraham B. Yehoshua e, per restare al semiologo di Alessandria, sulla sua finta bacheca era tutto un proliferare di “Onoratissima professore” e “Grazie mille”. Gente che non poteva credere di annoverare Eco fra i propri amici sul social network.


Ci sono cascati tutti, giornalisti compresi”, aveva raccontato in un’intervista al Fatto Quotidiano. Ma alla fine qualche errore d’ortografia di troppo ha fatto vacillare la fiducia dei suoi fan.


Poi il finto Eco ha deciso di fare outing proprio dalle colonne del nostro giornale: “Ho voluto svelare il confine fra verità e menzogna”. Alla fine l’avvertimento: “Sono già al lavoro su dei progetti simili. Presto, online, ve ne accorgerete”. Che sia proprio lui lo Spidertruman anti-casta di cui la Rete si è innamorata?

Fonte della notizia



Un ufficio in ogni casa! non solo in parlamento, anche al domicilio dei portaborse!

pubblicata da I segreti della casta di Montecitorio il giorno domenica 17 luglio 2011 alle ore 2.20
 





























Che sono tutte queste carte intestate della Camera dei Deputati? null'altro che il disboscamento selvaggio della foresta. io ne ho ancora la casa piena. come mai? semplice.
il deputato, o chi per lui, manda un fax allo 06/6760XXX, servizio cancelleria camera dei deputati, e chiede di far recapitare a qualsiasi indirizzo in qualsiasi parte dell'Italia, uno stock di cancelleria. Dopo pochi giorni arriva un camion con cartoni pieni zeppi di materiale non solo cartaceo ma di qualsiasi genere, un vero e proprio ufficio che lui sceglie di impiantare non solo presso i suoi uffici, ma anche a direttamente a casa dei suoi sguatteri, così potranno anche fare a qualsiasi ora del giorno e della notte, un pò di  lavoro a domicilio.
Non c'è limite alla provvidenza, il camion sbarca anche sull'isola dell'arcipelago intorno alla Sicilia, nella sua seconda come nella sua terza casa, tanto chi se ne frega.....pagano i cittadini.

FONTE DELLA NOTIZIA

 

Le condizioni speciali di acquisto riservate ai deputati! poverini: mica possono comprare un auto a prezzo di mercato

pubblicata da I segreti della casta di Montecitorio il giorno sabato 16 luglio 2011
 
Questo è solo lo sconto della peaugeot, al quale va aggiungersi poi quello che ogni concessionaria liberamente applica ai comuni mortali (figuriamoci al parlamentare)! poveri deputati: mica possono comprarsi un auto al prezzo di mercato!!! con quel poco che guadagnano!!! e questi sono solo quelli della Peugeot, ora cerco le altre marche!


I segreti della casta di Montecitorio
indovina-indovinello: i 9 barbieri che lavorano nella barberia di montecitorio, guadagnando 11.000 euro al mese sudati tagliando in media 2 o 3 cape gloriose al giorno, come mai parlano tutti lo stesso accento??? e come mai è lo stesso accento dell'allora presidente della camera che li assunse attraverso un bel concorso pubblico trasparente come i suoi capelli??? chi era costui?  alle ore 15.45

 

La poco "onorevole" scorta armata per portare la moglie a far la spesa e il marito dall'amante.

pubblicata da I segreti della casta di Montecitorio il giorno sabato 16 luglio 2011

Nel mentre il padrone-deputato svolge le sue interminabili recite teatrali (leggasi incontri pubblici), mi capitava a volte di chiacchierare con alcuni agenti delle forze dell'ordine preposte al "servizio scorte" del Viminale.
In tanti esprimevano un forte senso di frustrazione nel dover svolgere mansioni particolare mortificanti.
Il mio "amico di sventura", il caposcorta del deputato-padrone, aveva iniziato la carriera nella squadra mobile di Palermo ed era finito ad accompagnare la moglie del deputato a fare la spesa tutte le mattine, mentre la sera gli toccava portare il deputato a casa dell'amante o ai festini in giro per le ville dei Parioli.
Un racconto molto simile di un agente "anonimo" venne riportato alcuni mesi fà in quest'intervista : http://www.lettera43.it/attualita/2086/la-scorta-delle-escort.htm
Mi chiedevo spesso come e perchè avveniva un simile dispendio di risorse e uomini.
Dopo un pò di anni non solo ho scoperto come funzionava il meccanismo, ma ne sono diventato mio malgrado complice e vittima: nel prossimo post vi spiego.
spidertruman




C'è un agenzia di viaggio all'interno di montecitorio, alla quale tutti i deputati si rivolgono per fare qualsiasi biglietto aereo (naturalmente gratis) da e per qualsiasi destinazione italiana....
 

sabato 16 luglio 2011



Questo invece sono le condizioni tariffarie riservate per i deputati!!sono del 2008, oggi sono ancora più vantaggiose! Anche qui, mica possono spendere come i comuni mortali!!! l'unico negozio abilitato ad attivare questa tariffa è il negozio tim in Largo Chigi: mostri il tesserino parlamentare ed ecco per te la tariffa DEPUTAT!





I noti ladri che si aggirano a Palazzo Marini, sede degli uffici dei singoli parlamentari.

 
Palazzo Marini, piazza San Silvestro, Roma.

Qui di ladri non ce ne sono tanti, ma uno solo, che però risulta molto più scaltro dei tanti parlamentari che sopravvivono con "solo" 14.000 euro al mese. Lui intasca dalla Camera dei deputati all'incirca 2 milioni di euro al mese.
Il suo nome è Sergio Scarpellini, un noto palazzinaro romano che guadagna, solo attraverso l'affare di Palazzo Marini, 150 volte più del "misero" stipendio parlamentare.
Lo scandalo già alcuni anni fà venne fuori.
In pratica la camera dei deputati paga 25 milioni l'anno per l'affitto dell'intero Palazzo Marini, per 20 anni.
Il palazzo Scarpellini l'ha comprato con un mutuo, le cui rate vengono pagate dalla Camera dei Deputati.
Geniale, vero?
Ma non è finita qui.
Il vero scandalo non è solo regalare a questo signore qualcosa come 150 stipendi parlamentari al mese, o 2000 stipendi normali, ma è anche e soprattuto nella misera funzionalità di questa struttura.
Qui infatti hanno gli uffici i parlamentari "sfigati": i segretari di partito, i capigruppo, i presidenti di commissione hanno gli uffici all'interno di Montecitorio, ma essendo gli spazi limitati (limitati un corno: ho visto finanche 10 stanze con centinaia di metri quadri a disposizione di un singolo capogruppo d'opposizione), restavano qualche centinaio di deputati da sistemare.
questi li hanno spediti a palazzo Marini, che è in piazza san silvestro, sono 500 metri o poco meno da montecitorio, ma essendo che i peones sono a roma solo dal martedì pomeriggio al giovedì per le votazioni, ed essendo il loro mestiere in quei giorni incentrato essenzialmente nel premere il pulsantino del voto al suono della campana, non possono permettersi il lusso di allontanarsi così tanto.
E così quel palazzo è sempre vuoto, spettrale, cammini per centinaia di metri per i suoi labirintici corridoi senza trovare mai un'essere umano, un segno di vita.
I corridoi sono sempre vuoti, le tasche dei palazzinari collusi invece sono sempre piene!

spidertruman


i misteriosi ladri che si aggirano nel Transatlantico


poliziotti di servizio presso l'ufficio di polizia all'interno di Palazzo Montecitorio ci sono ormai abituati.Ogni giorno c'è sempre un deputato che denuncia il furto del suo costosissimo computer portatile , così come non disdegnano alcune giovani deputate dal denunciare il furto della propria pelliccia di valore.
Ma come mai, malgrado i rigidi controlli all'ingresso di montecitorio, continuano ad agire indisturbati questo manipolo di ladri nel transatlantico e delle aule di Montecitorio?
Forse perchè probabilmente i ladri sono coloro i quali entrano ed escono dall'ingresso principale quando vogliono: i deputati infatti sono gli unici esentati dai controlli. Ma perchè i deputati dovrebbero denunciare furti a montecitorio?????
Semplicemente perchè c'è una polizza assicurativa che copre qualsiasi furto di qualsiasi entità che avviene all'interno di Palazzo Montecitorio.
Poi si offendono se uno parla di quel palazzo come un covo di ladri!




indovinello

indovina-indovinello: i 9 barbieri che lavorano nella barberia di montecitorio, guadagnando 11.000 euro al mese sudati tagliando in media 2 o 3 cape gloriose al giorno, come mai parlano tutti lo stesso accento??? e come mai è lo stesso accento dell'allora presidente della camera che li assunse attraverso un bel concorso pubblico trasparente come i suoi capelli??? chi era costui?

 

 

 

 


sabato 16 luglio 2011

trasferimento qui

ho già ricevuto una lettera da facebook che mi intima a rimuovere i contenuti della pagina "I SEGRETI DELLA CASTA DI MONTECITORIO".
ora cerco di traslocare tutto qui su questo blog nel giro di pochi minuti, sperando che qui la censura non arrivi.
ci lavoro da subito, voi intanto aiutatemi a far circolare il blog!

spidertruman

I segreti della casta di Monteciorio,Onorevoli,Deputati,Senatori,Sindaci,Berlusconi,Partiti,Sindacati,Rizzo,Stella,Privilegi,Ruberie,Sprechi,Logge massoniche.Bisignani,Milanese



Watch live streaming video from radioarticolo1live at livestream.com
Aggiornamenti sulla manifestazione di Pisa al link:

Se non ORA Quando? "La straversalità non è qualunquismo"