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martedì 11 gennaio 2011

Ordinanza di applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere 3° Parte

Ordinanza di applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere 3° Parte





 

Ordinanza di applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere 3° Parte

§. La sussistenza della estorsione aggravata descritta al 26) in epigrafe è acclarata dagli elementi documentali, segnatamente dai reperti Q28, Q30 e ZE8, di seguito riportati nelle parti di interesse.

 

Gli appunti manoscritti costituenti i reperti Q28 e ZE8 – entrambi attribuiti a Lo Piccolo Salvatore (62) – indiscutibilmente comprovano la corresponsione del pizzo (determinato nel "2% x 100") da parte dell’imprenditore D’Arrigo in relazione ai lavori di completamento del sistema fognario di Capaci ("UN LAVORO DI FOGNATURA A CAPACI"), lavori realizzati dalla C. & C. Costruzioni s.r.l., società avente sede in Catania, per un importo complessivo di euro 1.156.988,94 ("FOGNATURA – CAPACI E IMPORTO UN MILIONE DI EURO") e la cui direzione tecnica risulta affidata a D’arrigo Domenico, imprenditore effettivamente residente in Borgetto ("D‟ARRIGO – BORGETTO").

 

62 V. relazione di cui alla nota che precede.

 

Quanto alla responsabilità dell’indagato Di Bella Giuseppe quale autore della materiale riscossione del pizzo imposto in relazione ai lavori sopra indicati, il dato documentale - costituito dal citato reperto ZE8 - coerentemente si salda con l’apporto dichiarativo di Pulizzi Gaspare. Vale rilevare, infatti, che il reperto Q28 documenta la responsabilità di Pulizzi Gaspare – da Lo Piccolo Salvatore menzionato "MIO FIGLIOCCIO (CARINI)" - nel perfezionamento della estorsione aggravata in argomento. Ad asseverare ulteriormente il diretto coinvolgimento del Pulizzi in ordine al fatto delittuoso che qui occupa è il reperto Q30 della cui materiale stesura il Pulizzi si è assunto la paternità (Pulizzi in data 16.9.2008: "In merito al reperto Q30 riconosco la mia grafia. Il D‟ARRIGO menzionato è un imprenditore di Borgetto che stava eseguendo dei lavori a Capaci per i quali Salvatore LO PICCOLO pretendeva la messa a posto. Ricordo che tale appunto ho redatto sotto la dettatura di LO PICCOLO").

 

L’acquisizione ha specifica rilevanza. Ed invero, il citato collaboratore, presa visione di altro appunto manoscritto recante l’annotazione AEROPORTO – SPICA E D‟ARRIGO – COME È FINITA X I SOLDI - (reperto L10), ha affermato che il D‟Arrigo di Borgetto aveva corrisposto il pizzo in relazione alla fornitura di materiali effettuata per taluni lavori in corso presso l’aeroporto (lavori alla cui esecuzione era interessato, altresì, il citato Nino Spica) ed ha indicato Di Bella Giuseppe quale probabile esattore della somma oggetto della dazione imposta al D’Arrigo ("D‟Arrigo di Borgetto forniva materiali a questa ditta ed aveva pagato, forse tramite Pippo Di Bella di Montelepre"). L’indicazione – sebbene resa in termini di probabilità quanto allo specifico episodio di illecita riscossione inerente la fornitura di materiali da parte del D’Arrigo - indubbiamente da contezza della esistenza di rapporti tra il D’Arrigo e Di Bella Giuseppe (dal Pulizzi altresì chiamato in correità quale uomo d‟onore della famiglia mafiosa di Montelepre) ed interviene a confermare che è l’odierno indagato Di Bella Giuseppe, nato e residente in Montelepre, il DI BELLA G. al quale Lo Piccolo Salvatore ha conferito l’incarico di riscuotere presso il D’Arrigo il pizzo imposto in relazione ai "lavori di Capaci" (reperto ZE8: DI BELLA G. DEVE PORTARE I SOLDI DI D‟ARRIGO PER I LAVORI DI CAPACI).

 

§. Le dichiarazioni di Barbaro Marcello danno contezza della sussistenza del tentativo di estorsione aggravata descritto al capo 27) in epigrafe e della ascrivibilità dello stesso all’indagato Randazzo Salvatore.

Barbaro Marcello, socio accomandante della società Luna Piena s.a.s. e gestore, unitamente ai germani Massimo e Daniele, del ristorante - discoteca denominato GOA, in data 17 novembre 2009 ha affermato di essere stato destinatario di una richiesta estorsiva a lui avanzata da un ignoto giovane ("il giovane mi diceva che era stato mandato per informarmi della necessità che mi mettessi a posto. Nello specifico mi diceva che era necessario corrispondere cinquemila euro a Natale e cinquemila euro per Pasqua. Il giovane faceva anche riferimento al locale "Baia del corallo" che per il periodo estivo non si era regolarizzato. Io rispondevo di non avere mai pagato e di non volere pagare, adducendo, tra l‟altro, come scusante che tra i miei soci vi era anche un poliziotto. Alché il giovane mi diceva che "quelli" venivano a sapere tutto, lasciando intendere, troncando al frase a metà, che se la circostanza non fosse risultata vera, avrei avuto delle conseguenze. La conversazione terminava quando io dicevo al giovane che speravo di non subire, a seguito del mio rifiuto, dei danneggiamenti, lasciando intendere che in tal caso avrei denunciato tutto all‟Autorità").

 

Nel corso della escussione del 27 gennaio 2010 il Barbaro ha riferito in ordine ad una successiva nuova proposizione di quella stessa richiesta ed ha indicato in Totò Randazzo – da lui conosciuto quale "venditore di ghiaccio" – il responsabile della rinnovata pretesa estorsiva.

Sin dall’esordio il Randazzo era stato assolutamente esplicito in ordine all’argomento sul quale intendeva richiamare l’attenzione del proprio interlocutore (così Barbaro: "mi diceva di ripensare a quello che avevo già detto al giovane un paio di settimane prima"). Nel prosieguo, il Randazzo aveva reiterato la richiesta di pagamento del pizzo prospettando ritorsioni nella eventualità della persistente opposizione del Barbaro (così Barbaro:

 

"Rimasi sorpreso dall‟atteggiamento, non più mite, ma anzi molto arrogante, del RANDAZZO il quale reiterava la richiesta di pagamento di una somma di denaro in favore di non meglio precisati soggetti, lasciando intendere che questi erano pronti a procurare ingenti danni al locale, nel caso non avessi aderito alla richiesta"), aveva dato atto della matrice mafiosa della pretesa (Barbaro: "Il RANDAZZO faceva riferimento ad un nuovo corso, lasciando intendere che i nuovi mafiosi della zona erano più seri ed anche più determinati"), aveva rappresentato la possibilità di un pagamento dell’ammontare di tremila euro da effettuare "una tantum

immediatamente" (Barbaro: "Il RANDAZZO faceva anche riferimento alla possibilità di pagare, anche solo tremila euro"), aveva affermato che sarebbe tornato e ciò sebbene il Barbaro avesse lasciato intravedere la possibilità di rendere denuncia in ordine al fatto patito (Barbaro: "Alla fine la discussione si concludeva in quanto io ribadivo con determinazione che non ero disposto a pagare alcuna somma di denaro e che se fosse stato necessario sarei stato disposto a fare la "guerra", lasciando intendere che avrei denunciato il fatto alla A.G.. Il RANDAZZO nonostante ciò con fare deciso mi disse che sarebbe ritornato").

 

L’indagato, inoltre, si era determinato a fare un accenno che aveva indotto il Barbaro a rammentare la presenza del medesimo Randazzo – ed il suo intervento di simulata mediazione – nelle circostanze di tempo e luogo in cui aveva ricevuto la richiesta di pagamento del pizzo denunciata (Barbaro: "Aggiungeva inoltre che per quanto concerneva la "Baia del Corallo" non si era presentato nessuno, alludendo al fatto che finora mi era andata bene. Solo allora ricollegavo la presenza del RANDAZZO fuori dal GOA la sera quando il giovane mi effettuò la richiesta estorsiva. In tale circostanza il RANDAZZO si era avvicinato per fare da paciere nella discussione che si stava alterando, ed io pensai, conoscendolo da tempo e visto il suo atteggiamento mite, che si trovava in quel luogo occasionalmente. Per tale motivo non ho ritenuto utile riferire in sede di denunzia tale particolare"). 

 

Il Barbaro ha effettuato positiva ricognizione fotografica dell’odierno indagato Randazzo Salvatore ed ha così affermato: "Riconosco nella foto nr. 9 la persona da me conosciuta come Totò RANDAZZO, della quale ho sopra riferito" (s.i.t. in data 27 gennaio 2010). In merito alla piena valenza probante delle dichiarazioni accusatorie di Barbaro Marcello, osserva il decidente che, secondo l’insegnamento della Suprema Corte, la deposizione della persona offesa dal reato, pur se quest’ultima non può essere equiparata al testimone estraneo, "può tuttavia essere da sola assunta come mezzo di prova (…) non richiedendo necessariamente neppure riscontri esterni quando non sussistano situazioni che inducano a dubitare della sua attendibilità" (così Cass. Pen., sez. III, 23 maggio 2003, Assenza).

 

Orbene, le dichiarazioni rese dal Barbaro – puntuali, spontanee e prive di contraddizioni intrinseche - devono valutarsi pienamente attendibili. Non emergono, inoltre, motivi di contrasto con l’indagato se non quelli strettamente connessi al fatto oggetto di denuncia. Non sussistono, pertanto, elementi per ipotizzare un intento calunniatorio o il perseguimento, da parte del Barbaro, dell’obiettivo di trarre dall’accusa vantaggi personali o patrimoniali.

 

Ad asseverare l’affermata affidabilità delle accuse in esame intervengono le risultanze inerenti l’organico inserimento in cosa nostra di Randazzo Salvatore (è in atti, trasmessa dal P.M. con nota del 27.1.2010, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa in data 24.12.2009 anche nei confronti di Randazzo Salvatore perché gravemente indiziato del delitto di cui all’art. 416 bis c.p.).

 

 

§. Ritiene questo Giudice che siano da condividere le argomentazioni svolte e le conclusioni rassegnate dal P.M. in ordine alla sussistenza di un quadro indiziario grave nei confronti degli indagati Di Bella Giuseppe, Randazzo Salvatore, Puccio Carlo, Botta Giovanni, Barone Andrea, Barone Domenico, Serio Nunzio, Di Piazza Francesco Paolo, Spina Guido, Cosenza Vincenzo, Caviglia Domenico, Ferrazzano Mario, Mangione Salvatore, Mangione Filippo, Messeri Sergio, La Mattina Edoardo, Cusimano Nicolò, Cusimano Anello, Daricca Fabio, Ciaramitaro Gaetano, De Luca Antonino, Tognetti Felisiano, Marino Stefano in ordine ai fatti oggetto delle rispettive provvisorie contestazioni dal capo 28) al capo 43) della rubrica.

 

Esigenze di economia espositiva e di completezza rendono opportuno integralmente rinviare, quanto ai delitti in argomento, tutti inerenti traffici di sostanze stupefacenti, alla motivazione resa dall’organo inquirente in sede di proposizione della istanza cautelare. La natura stessa della prova acquisita (prevalentemente dichiarativa) impone la compiuta esposizione dei passi narrativi di interesse e la congiunta valutazione degli elementi di convalida ab externo acquisiti. Siffatto itinerario è stato compiutamente sviluppato dall’organo inquirente. Reiterarlo risulterebbe sterilmente ripetitivo. Vale qui soltanto evidenziare che la sussistenza di taluni tra i reati associativi contemplati dalla istanza cautelare in esame è stata già affermata in sede di adozione di provvedimenti cautelari personali (segnatamente emessi nell’ambito dei procedimenti n. 10119/07 r.g.n.r. e n. 10259/08 r.g. g.i.p.) e riconosciuta in sede di merito (sentenze emesse dal G.U.P. in sede in data 16.7.2009 e 4.12.2009).

 

La odierna prospettazione d’accusa, all’evidenza strettamente correlata alle precedenti, individua ulteriori associati. Le pregresse acquisizioni – prevalentemente costituite da rilevanti conversazioni captate - evidenziano eloquentemente lo specifico apporto di taluni tra gli odierni indagati e l’affectio societatis che vale a legare gli stessi tra loro (e con i correi separatamente giudicati) anche in ordine alla accertata illecita attività di traffico di sostanze stupefacenti. Le attività criminose documentate dalle intercettazioni risultano realizzate con modalità tali da implicare una divisione di compiti tra i diversi partecipi e con una continuità che evidenzia le potenzialità della struttura e la speciale offensività della medesima. Le medesime risultanze danno contezza, altresì, della entità dei traffici realizzati, della tipologia della sostanza trattata

 

(Catalano Michele :

"La situazione la controllate voi? Questa situazione …la vedete se c‟è polvere… se c‟è… se è pietra, non è pietra…"), della consistenza dei mezzi finanziari impiegati ai fini dell’approvvigionamento (così Serio Domenico: "e già avremmo scalati questi cinquantamila euro"; ed ancora: "Sergio seimila euro sono?") 63. Quanto alle successive acquisizioni, il convergente contributo di conoscenza dei collaboratori di giustizia - vieppiù asseverato, talora, da elementi documentali (missive ed appunti sequestrati sia a Franzese Francesco sia ai Lo Piccolo) – conferma la sussistenza dei nuclei associativi già individuati e dà contezza della sussistenza di ulteriore distinte strutture associative nonché dei singoli fatti di approvvigionamento e cessione oggetto delle odierne provvisorie contestazioni.

 

63 V. conversazione intercorsa tra Serio Domenico, Catalano Michele ed altri il 2.10.2007.

 

Gli elementi in atti, tra loro adeguatamente raccordati e valutati nel corso di un itinerario argomentativo che questo Giudice condivide e fa proprio, integrano un quadro unitario, coerente, dotato di indiscutibile forza rappresentativa e, pertanto, idoneo ad integrare, avuto riguardo al profilo che è di immediato interesse ai fini della odierna valutazione, il peculiare requisito della gravità contemplato e richiesto dall’art. 273 c.p.p.

 

§. Tanto argomentato e concluso, in adesione ad un’esigenza di completezza, pare opportuno qui di seguito testualmente riportare, mediante ricorso ad un differente carattere grafico, la motivazione delle richieste di misura cautelare avanzate dal P.M. ed alle stesse fare rinvio con specifico riguardo a quanto, già positivamente valutato da questo Giudice, ha costituito oggetto di più ampia ed articolata esposizione da parte dell’organo inquirente. 

(dalla motivazione della richiesta di custodia cautelare avanzata in data 14.12.2009)

 

Capitolo 1

LE ATTIVITA‟ DI INDAGINE

 

La presente richiesta si inserisce nel più generale solco delle indagini condotte nel mandamento di Tommaso Natale. Rinviando alla richiesta c.d. Addiopizzo per un richiamo delle indagini precedenti, occorre dire che certamente quello più significativo è proprio l‟ultimo tratto del percorso investigativo compiuto.

Tutto va ricondotto alle indagini condotte dopo l‘ordinanza ―San Lorenzo 6‖ (denominata dalla P.G. ―Occidente‖), che, grazie alle indagini della Squadra Mobile, e nella specie della Sezione Catturandi della stessa, hanno condotto all‘arresto, avvenuto il 2 agosto 2007, di FRANZESE Francesco.

Questi è soggetto già imputato – in San Lorenzo 1- per avere fatto parte dell‘associazione mafiosa denominata Cosa Nostra (in particolare, come detto, in quanto utilizzato nell‘ambito della famiglia mafiosa di Partanna Mondello), condannato dall‘A.G. messinese anche per la commissione di alcuni omicidi.

Si tratta, dunque, di persona di rilievo all‘interno dell‘associazione, anche e soprattutto in un momento in cui il lavoro svolto senza risparmio di energie dalla Squadra Mobile di Palermo ha portato in carcere, negli ultimi 10 anni, circa 400 persone appartenenti alle famiglie del territorio del mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale.

 

In specie, nell‘ambito delle complesse ed ininterrotte attività di indagine volte alla cattura dei noti latitanti Salvatore e Sandro LO PICCOLO, è emerso come questi, entrambi allora latitanti (e, nella specie, entrambi latitanti in relazione ad alcune sentenze defintive per omicidio) abbiano governato ancora con mano di ferro il territorio del mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale. In particolare, risultava dalle intercettazioni che Sandro LO PICCOLO si occupava della gestione materiale di alcune famiglie, come Tommaso Natale (che è la famiglia cui appartengono sia lui, che suo padre Totò LO PICCOLO, che suo fratello Calogero LO PICCOLO), ma anche del territorio dello Zen (che non costituisce autonoma famiglia, ma è stato sempre roccaforte di Sandro LO PICCOLO, e suo ―serbatoio‖ per il reclutamento di nuova manovalanza mafiosa), e della limitrofa famiglia di Partanna Mondello, che dall‘uccisione di Saro RICCOBONO ha sempre vissuto tra reggenze ―interne‖ alla famiglia e ―coreggenze‖ con uomini d‘onore di altre famiglie, tra cui, principalmente, proprio la famiglia di Tommaso Natale (si pensi, ad esempio, alla reggenza di GRAZIANO Salvatore negli anni ‘90).

L‘avvenuto arresto, e le indagini compiute proprio per pervenire a questo, hanno permesso, comunque, di documentare - sino al novembre del 2007 - l'utilizzazione di una cerchia di uomini d‘onore, vicini a Sandro LO PICCOLO, ed in contatto anche con Totò LO PICCOLO.

 

In particolare, proprio FRANZESE è stato il principale referente dei due LO PICCOLO sul territorio di Partanna Mondello.

Ed attorno a lui ruotavano una serie di persone che, oltre a gestirne la latitanza, si occupavano anche di gestire materialmente il territorio dal punto di vista mafioso (e ciò sia per le continue attività estortive, sia per la pianificazione di episodi di danneggiamento ed anche omicidiari, oltre che di delitti contro il patrimonio, in materia di stupefacenti e di armi). Tutto ciò è stato posto in essere rispondendo a logiche, forme e modalità di comportamento che connotano chiaramente l‘associazione come certamente di tipo mafioso, appartenente all‘associazione criminale ―Cosa Nostra‖.

Venivano, dunque, raccolte prove a carico di una cerchia di persone, la cui cattura veniva chiesta il 5 ottobre 2007 dalla Squadra Mobile. Il provvedimento di fermo, già redatto, veniva posposto per non interrompere alcune delicate indagini in corso, riguardanti la cattura dei LO PICCOLO.

Invero, nello svolgimento delle indagini relative a FRANZESE si perveniva, dopo la sua cattura, al ritrovamento di alcuni ―pizzini‖ (che allora apparivano numerosi), alcuni dei quali il capomafia aveva cercato di occultare al momento dell‘arresto.

 

Grazie a queste tracce di indagine è stato possibile ricostruire ancora più minuziosamente le relazioni e protezioni di FRANZESE, e pervenire alla conclusione che l‟apparato che ne gestiva la latitanza era il medesimo che gestiva la latitanza dei due LO PICCOLO. Da alcuni spunti investigativi sono nate, dunque, intercettazioni, che hanno condotto, il 5 novembre 2007, all‘arresto dei due LO PICCOLO e di ADAMO Andrea (reggente di Brancaccio) e PULIZZI Gaspare (reggente di Carini), che insieme a loro si intrattenevano. In quella sede si è proceduto, anche, al sequestro di un ingente quantitativo di documentazione, riguardante tutti gli affari dei LO PICCOLO (sia quelli più strettamente endoassociativi, che quelli rivolti ai rapporti con l‘esterno), documentazione che è anche alla base del presente provvedimento.

 

Nelle more dell‘esame della documentazione, si dava, dunque, esecuzione al provvedimento di fermo di una serie di soggetti vicini a FRANZESE ed ai LO PICCOLO: il 12 novembre 2007 veniva eseguito il provvedimento nr. 10119/07 R.G.N.R., che fotografava la situazione all‘interno del mandamento di San Lorenzo all‘Ottobre 2007, indicando la tendenza da parte dei LO PICCOLO ad utilizzare:

 

- da una parte, soggetti incensurati per reati di criminalità mafiosa, il cui nominativo è emerso soltanto in occasione di quella indagine, come MANGIONE Vincenzo, ovvero nell‘ambito di indagini a questa strettamente collegate e nelle quali non si era proceduto nei loro confronti per il delitto di cui all‘art. 416 bis c.p., ed è questo il caso di NUCCIO Antonino (di cui parleremo più avanti ampiamente) e CIARAMITARO Domenico;

 

- soggetti già pregiudicati per reati di criminalità mafiosa, i quali, dopo avere scontato la pena, hanno riassunto il loro ruolo all‘interno della famiglia di appartenenza, in tal modo venendo spesso in rapporti con gli esponenti del mandamento di San Lorenzo (tra i nomi degli appartenenti a tale ultima categoria spiccano quelli di FRANZESE Francesco, GIOE‟ Andrea e SERIO Nunzio e SERIO Domenico, anche se quest‘ultimo già assolto dal reato di associazione mafiosa).

 

Il quadro che complessivamente emerge può, dunque, così riassumersi:

 

LO PICCOLO Salvatore Giovanni – come anche emerge dalle indagini Gotha (v. fermo del 20 giugno 2006 – proc. 2474/05 R.G.N.R. in atti) – è stato certamente, sino al 5 novembre 2007, il vertice dell‘associazione mafiosa sul territorio del mandamento di San Lorenzo (che ricomprende le famiglie di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Capaci, Isola delle Femmine, Carini), ed aveva esteso la sua influenza sull‟ntera provincia di Palermo;

 

LO PICCOLO Sandro gestiva le famiglie di Tommaso Natale e Partanna Mondello, e coadiuvava il padre nella gestione di Cosa Nostra;

 

FRANZESE Francesco, in specie, si occupava di reggere la famiglia di Partanna Modello, e di gestire la ―assa‖dei LO PICCOLO. Per fare questo, necessitava di una costante interlocuzione con il proprio ―adrino‖(Sandro LO PICCOLO), a cui dare conto delle attività delittuose da attuare e/o già portate ad esecuzione, con specificazione degli ―tili‖e del loro reimpiego (anche a favore dei medesimi LO PICCOLO, Sandro e Totò). Come vedremo, l‘estrema deferenza con cui FRANZESE si rivolgeva al suo ―adrino‖e le espressioni affettuosissime di Sandro LO PICCOLO che si ricavano dalla lettura delle missive reciprocamente scambiatesi tra i due e rinvenute all‘atto dell‘arresto del FRANZESE medesimo, documentano in modo indiscutibile il filo diretto esistente tra i due, che solo per ovvie difficoltà (lo stato di latitanza di entrambi) deve avvalersi di terzi associati latori di pizzini, ritenuti, dunque, degni della massima fiducia da parte dei vertici del mandamento mafioso;

 

SERIO Domenico e SERIO Nunzio (entrambi già imputati per reati di mafia, il secondo già condannato con sentenza definitiva) sono, poi, i soggetti che, su mandato di Sandro LO PICCOLO e del padre Salvatore LO PICCOLO, pianificavano e davano esecuzione alle attività illecite sul territorio di pertinenza della famiglia mafiosa di San Lorenzo, curando nel contempo, direttamente o per interposte persone (ad esempio con il ―eggente‖di Partanna-Mondello, Francesco FRANZESE, per il tramite di NUCCIO Antonino) i rapporti con i vertici di altre famiglie. Tra l‘altro, SERIO Nunzio ha svolto il ruolo di pianificazione delle attività delittuose anche se detenuto, utilizzando per far filtrare all'esterno le sue determinazioni, i colloqui carcerari con i familiari;

 

ai SERIO facevano capo, tra gli altri, CATALANO Michele, MANGIONE Vincenzo e CIARAMITARO Domenico, incaricati di predisporre uomini e mezzi che, potendo anche disporre di armi da fuoco, si occupavano di preparare ed attuare concretamente le singole azioni delittuose sul territorio (nella specie, estorsioni in danno di imprese edili ed esercizi commerciali ed in materia di stupefacenti). Si ricorda che CIARAMITARO Domenico è stato tratto in arresto proprio per il reato di estorsione nello scorso mese di Agosto 2007;

 

il ruolo svolto da NUCCIO Antonino (inteso ―Nino Pizza‖ si è estrinsecato, in ultimo, nel mantenimento dei contatti diretti con il latitante FRANZESE Francesco, veicolando i ―izzini‖da e per Sandro LO PICCOLO ed assicurando quindi una celere e sicura circolazione delle informazioni e delle direttive su questioni, generali e specifiche, di interesse strategico per l‘organizzazione. Lo stesso NUCCIO, peraltro, affiancava costantemente SERIO Domenico, condividendo con lui le iniziative da assumere nei vari settori di intervento (stupefacenti, estorsioni, gestione delle risorse finanziarie con suddivisione degli ―tili‖tra i membri del sodalizio, loro compresi).

 

Particolarmente significative risultano le indagini svolte dopo la cattura dei LO PICCOLO (indagini compendiate nel fermo del 16 gennaio 2008 nel procedimento nr. 38/08 R.G.N.R., c.d. Addiopizzo).

All‘atto dell‘arresto dei LO PICCOLO, di ADAMO e di PULIZZI venivano rinvenuti, oltre ad un arsenale di armi, un quantitativo che possiamo definire enorme di documentazione cartacea, che è testimonianza della fitta tela di relazioni intessute dai LO PICCOLO non solo all‘interno di Cosa Nostra, ma anche all‘esterno dell‘organizzazione criminale.

 

Dai c.d. pizzini emerge che – dopo il giugno 2006 – avveniva il pieno passaggio di Cosa Nostra nelle mani di LO PICCOLO Salvatore. Il cui potere, a questo punto, si estendeva sull‟ntera provincia di Palermo, che cominciava a gestire in prima persona, o a mezzo di persone che si ponevano a sua disposizione.

 

LO PICCOLO piazzava suoi uomini in ciascun territorio (si pensi ad ADAMO a Brancaccio, a SEIDITA alla Noce-Cruillas), ovvero stringeva alleanze con altri soggetti (come LO PRESTI Tommaso nella parte centrale della città), ovvero ancora attirava sotto la sua influenza soggetti che sino a quel momento erano stati nelle mani di ROTOLO (si pensi alla figura di SORRENTINO).

Il risultato era quello desumibile da un documento sequestrato il 5 novembre 2007: Cosa Nostra palermitana era completamente nelle mani dei LO PICCOLO. Che stavano pensando in grande, ricostituendo mandamenti e famiglie, ricominciando ad affiliare uomini d‟nore, come testimonia – oltre che le dichiarazioni dei nuovi collaboratori - il c.d. "decalogo" rinvenuto in loro possesso, e che qui di seguito si riporta (appunto dattiloscritto (si intravede la parola ―niziazione‖ denominato a2 a3).

L‘appunto contiene, invero, in primo luogo una indicazione dei mandamenti e delle famiglie che li costituiscono:

 

SAN MAURO CASTELVERDE.

 

TRABIA. I PAESI DI APPARTENENZA: CACCAMO, VICARI, ROCCA PALUMBA E ALTRI

 

BAGHERIA. " " " VILLABATE, CASTELDACCIA, MILICIA,

 

BELMONTE MEZZAGNO. " " " MISILMERI,

 

BRANCACCIO. " " " CORSO DEI MILLE, ROCCELLA, CIACULLI.

 

SANTA MARIA DI GESU’. " " " VILLA GRAZIA DI PALERMO.

 

PALERMO CENTRO. " " " PORTA NUOVA, BORGO VECCHIO.

 

RESUTTANA " " " ACQUASANTA, ARENELLA.

 

PAGLIARELLI. " " " MOLARA, CORSO CALATAFIMI,

 

BOCCA DI FALCO. " " " UDITORE, TORRETTA.

 

CRUILLAS. " " " NOCE, ALTARELLO.

 

TOMMASO NATALE. " " " SAL LOR, PARTANN, CAPACI, CARINI, CINISI, TERRASINI.

 

PARTINICO. " " "BORGETTO, BALESTRADE, MONTELEPRE?

SAN GIUSEPPE JATO. " " " MORREALE, ALTOFONTE, SAN CIPIRELLO

 

CORLEONE. " " " PRIZZI, FICUZZA,

 

Successivamente, si continua con le indicazioni che vengono date al nuovo uomo d‘onore in sede di iniziazione all‘associazione mafiosa:

 

COM’E’ COMPOSTA LA FAMIGLIA.

CAPO FAMIGLIA.

SOTTO CAPO. 117

CONSIGLIERE.

CAPO DECINA.

SOLDATI.

IL CAPO FAMIGLIA SI ELEGGE VOTANDO TUTTI I MEMBRI DELLA FAMIGLIA. COSI’ COME PER IL CONSIGLIERE.

IL SOTTO CAPO VIENE CHIAMATO DAL CAPO FAMIGLIA. COSI’ COME PURE IL CAPO DECINA.

LE FUNZIONI DI OGNI COMPONENTE.

IL CAPO FAMIGLIA E’ COLUI CHE CI HA L’ULTIMA PAROLA.

IL SOTTO CAPO FA LE VECI DEL CAPO FAMIGLIA IN ASSENZA DEL CAPO FAMIGLIA.

IL CONSIGLIERE HA IL RUOLO DI TENERE A TUTTI UNITI IN FAMIGLIA – E DI DARE CONSIGLI PER IL BENE DELLA FAMIGLIA.

I SOLDATI SONO I COLORO CHE SI OCCUPANO SOTTO DIRETTIVE DEL CAPO DECINA PER I FAR BISOGNI DELLA FAMIGLIA.

IL MANDAMENTO E’ UNA FAMIGLIA CHE HA UNA SEDIA NELLA COMMISSIONE. E CHE E’ A CAPO DI PIU FAMIGLIE.

COM’E’ COMPOSTA LA COMMISSIONE . PROVINCIALE.

LA COMMISSIONE VIENE COMPOSTA DA TUTTI ICAPI MANDAMENTI. DOVE POI SI ELEGGE IL CAPO COMMISSIONE PIU’ IL SOTTO CAPO DI COMMISSIONE PIU’ IL SEGRETARIO. CHE E’ COLUI, CHE SI OCCUPA DEGLI APPUNTAMENTI DELLA COMMISSIONE.

IL RUOLO DELLA COMMISSIONE.

E’ COSTITUITA PER ESSERCI UN EQUILIBRIO NELLE FAMIGLIE E IN COSA NOSTRA. E PER DELIBERARE I FATTI PIU’ DELICATI E LE DECISIONI DA PRENDERE

GIURO DI ESSERE FEDELE A "COSA NOSTRA" SE DOVESSI TRADIRE LE MIE CARNI DEVONO BRUCIARE – COME BRUCIA QUESTA IMMAGINE.

DIVIETI E DOVERI.

NON CI SI PUO’ PRESENTARE DA SOLI AD UN’ALTRO AMICO NOSTRO – SE NON E’ UN TERZO A FARLO.

NON SI GUARDANO MOGLI DI AMICI NOSTRI.

NON SI FANNO COMPARATI CON GLI SBIRRI.

NON SI FREQUENTANO NE’ TAVERNE E NE’ CIRCOLI.

SI E’ IL DOVERE IN QUALSIASI MOMENTO DI ESSERE DISPONIBILE A COSA NOSTRA. ANCHE SE CE LA MOGLIE CHE STA PER PARTORIRE.

SI RISPETTANO IN MANIERA CATEGORICA GLI APPUNTAMENTI.

SI CI DEVE PORTARE RISPETTO ALLE MOGLIE.

QUANDO SI E’ CHIAMATI A SAPERE QUALCOSA SI DOVRA’ DIRE LA VERITA’. 

 

NON CI SI PUO APPROPRIARE DI SOLDI CHE SONO DI ALTRI E DI ALTRE FAMIGLIE.

CHI NON PUO’ ENTRARE A FAR PARTE DI COSA NOSTRA.

CHI HA UN PARENTE STRETTO NELLE VARIE FORZE DELL’ORDINE.

CHI HA TRADIMENTI SENTIMENTALI IN FAMIGLIA.

CHI HA UN COMPORTAMENTO PESSIMO – E CHE NON TIENE AI VALORI MORALI.

 

Ecco che da questo documento emerge plasticamente una immagine di Cosa Nostra in ricostruzione. Su nuove basi, più aperta nei confronti degli ―cappati‖ come anche nei confronti di soggetti che prima non avrebbero mai potuto varcare la porta dell‘associazione mafiosa.

La crisi seguita alle indagini degli anni ‟0 (che avevano condotto all‘arresto di tutti i capifamiglia della Commissione di Palermo), nonché quella seguita alla operazione ―Gotha‖(che aveva condotto all‘arresto di quasi tutti i ―reggenti‖sul territorio in luogo e per conto dei capi arrestati) aveva portato l‘associazione mafiosa ad aprirsi necessariamente all‘apporto sia di chi aveva perso nella seconda guerra di mafia (gli ―cappati‖ per l‘appunto), sia anche di persone che – pur valide – avevano qualche ―cheletro nell‘armadio‖(come FRANZESE, ma come lo stesso GERACI Giuseppe, che hanno parenti tra le forze dell‘ordine). Con un contrasto tra LO PICCOLO Salvatore ed il figlio LO PICCOLO Sandro, il quale ultimo spingeva maggiormente nella direzione di un minore filtro per poter entrare in Cosa Nostra, e ciò proprio al fine di poter ―rruolare‖il maggior numero possibile di nuovi uomini d‘onore, di sicura fede ―lopiccoliana‖ Posizione rafforzatasi, del resto, dopo le notizie contenute nelle intercettazioni dell‘indagine c.d. ―Gotha‖ da cui emergeva l‘intenzione dei ―orleonesi‖di ROTOLO di eliminare i due LO PICCOLO.

Pare evidente, dunque, che quello del 5 novembre 2007 sia stato un arresto di persone saldamente al comando di Cosa Nostra, e che certamente non esercitavano un potere solo carismatico, o di rappresentanza. Persone che materialmente si erano "messe nelle mani" l‟ntera Cosa Nostra palermitana.

Ciò emerge, del resto, proprio dalla mappa delle estorsioni in possesso dei LO PICCOLO, che riguarda non solo le zone di loro esclusiva competenza, ma anche le altre zone della città di Palermo.

Da altri molteplici ―izzini‖ del resto, emerge che i LO PICCOLO intervenivano per dirimere i problemi di tutti i mandamenti palermitani.

Questa la situazione emergente dall‘analisi della documentazione sequestrata.

Ma analizziamo, adesso, tutte le nuove risultanze, riguardanti una serie di gravi attività criminali (estorsioni, danneggiamenti, etc…) poste in essere dalla consorteria criminale capeggiata dai LO PICCOLO nell‟ltimo periodo di tempo, prima del loro arresto, avvenuto il 5 novembre 2007.

Ad ogni singola attività corrisponderà, dunque, un capitolo del presente provvedimento.

 

Il canovaccio è stato dato proprio dai c.d. pizzini, le cui informazioni sono state riscontrate pienamente dalla realtà, e dalle dichiarazioni raccolte dalla Squadra Mobile. 119

 

Ne emerge una radiografia dell‘associazione mafiosa denominata Cosa Nostra aggiornata all‟OGGI, che permette di trarre in arresto persone che sino a questa data non erano mai state raggiunte da provvedimenti custodiali, o che – dopo essere state condannate – tornate libere hanno ripreso a delinquere, senza che questo avesse condotto alla possibilità di emettere nei loro confronti un provvedimento cautelare.

Come si vedrà, alcune di queste persone sono rimaste, in questi mesi, protette da pseudonimi, soprannomi e codici numerici utilizzati nei c.d. pizzini, che sono stati talvolta di difficile interpretazione (specie ove non conosciuti dai collaboratori).

Questa radiografia, dunque, emerge grazie all‘insostituibile lavoro svolto dalla Squadra Mobile, ma anche dalle dichiarazioni rese a questo Ufficio da diversi associati che, nelle more, hanno deciso di divenire collaboratori: si tratta di soggetti estremamente vicini ai LO PICCOLO, che sono riusciti a dare una rappresentazione aggiornata della realtà dell‘intera Cosa Nostra palermitana (proprio a testimonianza delle strette interrelazioni dei LO PICCOLO con tutti gli altri mandamenti).

Prima di procedere alla analisi delle singole posizioni degli indagati, si esaminerà attentamente chi sono questi collaboratori, di cui pure in parte ci siamo prima occupati come soggetti indagati proprio per la loro vicinanza ai LO PICCOLO, e per la loro appartenenza a Cosa Nostra (premettendo che i risultati della presente inchiesta, per la maggior parte, sono già stati oggetto di ordinanza di custodia cautelare, per i soggetti ancora non in vinculis).

 

Capitolo 2

IL CONTRIBUTO DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA

2.1. FRANZESE Francesco, uomo d‟nore e reggente della famiglia di Partanna Mondello e uomo di fiducia dei LO PICCOLO.

FRANZESE Francesco era certamente persona di rilievo nel nuovo organigramma di Cosa Nostra disegnato dai LO PICCOLO.

Già condannato per associazione mafiosa (per aver fatto parte del gruppo di Giovanni CUSIMANO e del figlio di questi, Cosimo, a Partanna Mondello), ma anche per omicidio a Messina (nell‘ambito del c.d. processo ―Mare Nostrum‖ FRANZESE, agli occhi di Sandro LO PICCOLO, diviene l‘emblema di quelle persone che, pur avendo dei problemi personali (parentele ―comode‖, erano certamente ―alide‖ e dovevano, dunque, essere arruolate nella nuova ―osa Nostra‖allargata.

 

Dopo un ―orteggiamento‖da parte di FRANZESE è, dunque, proprio LO PICCOLO Sandro che insiste per la sua formale affiliazione, che avviene nel luglio del 2006, e che lo porta immediatamente (visto l‘arresto avvenuto del precedente reggente) alla reggenza della famiglia di Partanna Mondello e, dunque, alla gestione delle estorsioni su uno dei territori più ricchi della città di Palermo. Che è la situazione in cui FRANZESE si trova ancora al 2 agosto 2007, quando viene arrestato nel suo ―ovo‖di Via Salerno. 120

Come emerge già dalla documentazione sequestrata all‘atto del suo arresto, il controllo del territorio da parte di Cosa Nostra a Partanna, nonostante la crisi in cui versa Cosa Nostra, è rimasto capillare.

E proprio sotto la gestione di FRANZESE ( che deve poi demandare – dopo la condanna di Messina – parte delle incombenze a Nino MANCUSO, prima, ed a Nino NUCCIO - detto Pizza, poi) che vengono compiuti alcuni atti eclatanti ai danni dei commercianti ed imprenditori che cercano di rialzare la testa, e che si oppongono a pagare il pizzo. Strategia che viene decisa dai LO PICCOLO, tra i quali in questo caso spicca la figura di LO PICCOLO Calogero, da poco uscito dal carcere.

 

Dai ―izzini‖rinvenuti emerge lo stretto rapporto esistente tra FRANZESE ed il suo ―adrino‖di affiliazione mafiosa, Sandro LO PICCOLO.

Vicinanza che spinge FRANZESE ad avere ―ani in pasta‖in molteplici eventi, avvenuti anche al di fuori del territorio di sua stretta competenza.

Orbene, come si vedrà più avanti posizione per posizione, la collaborazione di FRANZESE è certamente di alto livello, e, dopo un primo comprensibile momento di resistenza ―ersonale‖ è divenuta piena ed altamente proficua, permettendo di tratteggiare (in ciò confermata da numerose altre risultanze agli atti, primi tra tutti i numerosi ―izzini‖rinvenuti) tutto l‘attuale stato di Cosa Nostra palermitana dopo gli arresti di ―otha‖ Con indicazione di singole attività criminose poste in essere dall‘associazione sul territorio.

FRANZESE, tra l‘altro, ha immediatamente espresso quali erano le ―iserve‖sulla sua situazione familiare che lo avevano condotto a ―

stupirsi‖della decisione di LO PICCOLO di affiliarlo formalmente, con ciò esprimendo chiaramente la sua piena volontà collaborativa.

I riscontri già ottenuti grazie alla attività dello SCO della Squadra Mobile di Palermo, ma anche tramite le dichiarazioni di altri collaboratori e le risultanze di precedenti intercettazioni, portano, dunque, ad affermare che la collaborazione di FRANZESE è certamente attendibile, sia dal punto di vista estrinseco, che da quello intrinseco. Sulla attendibilità di FRANZESE si è, del resto, già pronunziato il G.I.P. del procedimento nr. 38/08 R.G.N.R., ed il Tribunale della Libertà nell‘ambito del medesimo procedimento, e dei procedimenti nr. 10119/07 R.G.N.R. nei confronti di SERIO Domenico ed altri, e del procedimento nr. 7151/02 R.G.N.R. nei confronti anche di DI MAGGIO Gaspare, reggente della famiglia di Cinisi.

La sua attendibilità risulta altresì attestata da alcune sentenze di Tribunale fra le quali ricordiamo la sentenza della IV sez. della Corte di Appello di Palermo nell'ambito del Proc. N.13666/2005 (dicembre 2008), nonchè la sentenza del 7-8-2008 del Gup di Palermo dott. ZIINO resa nell'ambito del proc. 11498/2007 R.G.N.R.

 

2.2 NUCCIO Antonino e la sua partecipazione all‟ssociazione mafiosa. La sua collaborazione.

Anche la collaborazione di NUCCIO Antonino è di grande rilevanza. 121

NUCCIO è soggetto di fatto affiliato alla famiglia mafiosa di Partanna Mondello proprio da FRANZESE Francesco, ed è soggetto che in breve tempo riesce sia ad entrare ―el cuore‖di LO PICCOLO Sandro, che a divenire gestore della cassa della famiglia.

Per la sua mobilità sul territorio (non limitata da alcun provvedimento dell‘autorità) NUCCIO ha vasta conoscenza di molti dei più recenti (e gravi) fatti accaduti all‘interno dell‘associazione mafiosa denominata Cosa Nostra, e dell‘organigramma dell‘intera Cosa Nostra palermitana.

La sua collaborazione è stata, sin dall‘inizio, piena ed incondizionata, ed ha spaziato dalle attività di estorsione vera e propria, ai danneggiamenti, al riciclaggio, ed ancora alle attività omicidiarie di Cosa Nostra, sempre supportata da elementi di ricontro indubbi, che hanno consentito sin dall‘inizio di ritenere altamente attendibili le sue propalazioni.

Come per FRANZESE, invero, i riscontri già ottenuti grazie alla attività dello SCO della Squadra Mobile di Palermo, ma anche tramite le dichiarazioni di altri collaboratori e le risultanze di precedenti intercettazioni, portano, dunque, ad affermare che la collaborazione di NUCCIO è certamente attendibile, sia dal punto di vista estrinseco, che da quello intrinseco.

Sulla attendibilità di NUCCIO si è, del resto, già pronunziato il G.I.P. del procedimento nr. 38/08 R.G.N.R., ed il Tribunale della Libertà che ha esaminato i provvedimenti cautelari emessi nel medesimo procedimento.

La sua attendibilità risulta altresì attestata da alcune sentenze di Tribunale fra le quali ricordiamo: la sentenza della IV sez. della Corte di Appello di Palermo nell'ambito del Proc. N.13666/2005 (dicembre 2008), la sentenza del 7-8-2008 del Gup di Palermo dott. ZIINO resa nell'ambito del proc. 11498/2007 R.G.N.R.,

 

2.3 PULIZZI Gaspare, reggente di Carini ed uomo di fiducia dei LO PICCOLO

Quanto a PULIZZI Gaspare, il solo fatto di essere stato tratto in arresto mentre partecipava ad un summit mafioso insieme ai vertici di Cosa Nostra palermitana, LO PICCOLO Salvatore e Sandro, ed insieme ad ADAMO Andrea, reggente della famiglia di Brancaccio, evidenza la sua estrema rilevanza nell‘organigramma nella nuova Cosa Nostra post-Gotha che stava prendendo forma nelle mani dei LO PICCOLO. Importanza, del resto, testimoniata dalla sua qualità di uomo d‘onore e reggente della famiglia di Carini dal giugno 2006.

Anche la sua collaborazione, iniziata il 16 gennaio 2007 - è stata sempre piena, ed ha riguardato tutte le attività poste in essere da Cosa Nostra sul territorio, con riguardo anche ad attività omicidiarie. Anche in questo caso, le sue dichiarazioni sono sempre supportate da elementi di riscontro indubbi, dal conforto delle intercettazioni del procedimento nr. 4006/06 R.G.N.R. (c.d. ―Occidente‖ – nel quale, del resto, lo 

stesso PULIZZI risulta imputato – e che hanno consentito sin dall‘inizio di ritenere altamente attendibili le sue propalazioni.

 

Sulla base delle sue dichiarazioni sono stati rinvenuti, inoltre, alcuni resti umani - che PULIZZI ha detto essere appartenenti a due ex capi mafia, soppressi per lupara bianca - presso la lottizzazione "Pottino-Failla" di Villagrazia di Carini. Questi resti, ancora, sono stati rinvenuti, tra l'altro, esattamente nei luoghi da lui indicati.

 

Questi elementi, uniti al fatto che le sue dichiarazioni sono pienamente riscontrate anche dalle dichiarazioni degli altri collaboratori, hanno spinto sia il Tribunale della Libertà del procedimento nr. 38/08 R.G.N.R., che il G.U.P. nel procedimento nr. 1322/08 R.G.N.R. (sentenza del 20-2-2009 nei confronti di CINA‘ Antonino, ROTOLO Antonino, PECORARO Giuseppe) ad affermare la sua piena ed indiscutibile attendibilità.

 
 

2.4 BONACCORSO Andrea

In occasione dell‘arresto il 5 novembre 2007 da parte della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo, in territorio del comune di Giardinello, dei noti esponenti mafiosi latitanti Salvatore e Sandro LO PICCOLO, entrambi già condannati con sentenza definitiva all'ergastolo per i reati di omicidio, associazione mafiosa ed altro, vi era, altresì, Andrea ADAMO, reggente del mandamento di Brancaccio, oltre a Gaspare PULIZZI, reggente della famiglia mafiosa di Carini.

L'ADAMO, in particolare, era latitante dal giugno 2006 allorchè era stata emessa anche nei suoi confronti una ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione mafiosa nell'ambito del noto procedimento denominato GOTHA.

BONACCORSO Andrea si è occupato di gestire la latitanza di ADAMO e di coadiuvarlo nella esecuzione dei numerosi delitti che l'ADAMO ha posto in essere su incarico dei LO PICCOLO.

Il 28 gennaio 2008 il BONACCORSO ha manifestato la volontà di collaborare con l‘Autorità Giudiziaria e di riferire tutte le sue conoscenze in ordine al suo ruolo di componente della famiglia mafiosa di Brancaccio ed in generale all‘attività dell'organizzazione mafiosa Cosa Nostra.

BONACCORSO ha riferito sull‘attuale struttura ed organigramma della predetta organizzazione, sui rapporti tra i reggenti dei vari mandamenti ed in particolar modo sulla posizione di vertice assunta da Salvatore e Sandro LO PICCOLO, con i quali lo stesso ha avuto stretti rapporti, nonché sui rapporti con le organizzazioni mafiosi operanti in altre province.

Inoltre il BONACCORSO ha riferito di essere a conoscenza di numerosi fatti delittuosi accaduti anche recentemente a Palermo, sia di natura omicidiaria che estorsiva cui ha partecipato personalmente, sia con riferimento alla detenzione ed alla custodia di armi che ai traffici di stupefacenti.

L'attendibilità di BONACCORSO è testimoniata, oltre che dalle conferme alle sue dichiarazioni contenuta nelle propalazioni degli altri collaboratori e nei riscontri di P.G., anche dal giudizio espresso dal Tribunale della Libertà del procedimento nr. 38/08 R.G.N.R.

 
2.5 BRIGUGLIO Francesco

In data 20 gennaio 2009 il detenuto BRIGUGLIO Francesco Giuseppe nato a Cinisi il 10.3.1956, iniziava la sua collaborazione con i Magistrati della D.D.A. del Tribunale di Palermo. Le dichiarazioni del BRIGUGLIO risultavano subito significative per il ruolo svolto dallo stesso all‘interno dell‘organizzazione. Il predetto, infatti, anche se non formalmente combinato come ―uomo d‘onore‖, riferiva di avere curato la latitanza dei LO PICCOLO sin dal 1999 e di avere svolto importanti ruoli all‘interno dell‘organizzazione, quali gestore della ―cassa‖ della famiglia di Cinisi e la veicolazione dei c.d. pizzini da e per i latitanti. Inoltre, i LO PICCOLO, ritenendolo un uomo particolarmente affidabile avevano preteso la sua partecipazione nella realizzazione dell‘omicidio di Lino SPATOLA, conclusosi poi, per errore di persona, con l‘uccisione di D‘ANGELO Giuseppe. Il collaboratore inoltre aveva ricevuto le confidenze dei latitanti in ordine all‘omicidio del macellaio di Terrasini TOCCO Giampiero,fatto per il quale è stata di recente emessa Ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il BRIGUGLIO proprio per la sua vicinanza ai LO PICCOLO aveva avuto modo di conoscere una serie di soggetti vicini all‘allora latitante, alcuni dei quali particolarmente riservati e sconosciuti persino ad altri associati.

Dalle dichiarazioni del BRIGUGLIO sono emersi una lunga serie di estorsioni in danno di imprenditori che svolgono o che hanno svolto attività nel comune di Cinisi o nei paesi limitrofi, le quali sono dettagliatamente rappresentate nel paragrafo che segue.

 
2.6 SPATARO Maurizio

SPATARO Maurizio viene tratto in arresto il 7 luglio 2009 per una tentata estorsione ai danni dell'esercente di un noto locale del centro cittadino.

Prima di tale episodio era noto a questo Ufficio il suo rapporto societario con il defunto esponente mafioso BONANNO Giovanni, scomparso l'11 gennaio 2006, già reggente del mandamento di Resuttana, poichè dalle complesse indagini svolte in questo procedimento era emerso che lo SPATARO ne aveva intensamente condiviso gli ultimi anni di vita.

Il 14 novembre 2008, lo SPATARO inizia a collaborare con l'Autorità giudiziaria e riferisce in ordine ai suoi rapporti con l'organizzazione mafiosa, già a partire dagli anni 95\96, e con Giovanni BONANNO ed il mandamento di Resuttana, in particolare.

La rilevanza della sua collaborazione risiede nel fatto che egli, dopo l'uccisione del BONANNO e l'arresto di GENOVA Salvatore del 16 gennaio 2008, che gli era succeduto alla reggenza del mandamento di Resuttana, ha ripreso ad avere rapporti con i nuovi componenti dell'organigramma di tale mandamento - a cominciare dall'anziano narcotrafficante FIDANZATI Gaetano - sicchè le sue dichiarazioni, come si vedrà analizzando le singole posizioni, trovano ampio riscontro nelle risultanze dell'attività di intercettazione.

Tale rilevanza peraltro è stata già acclarata nell'ambito dell'inchiesta Perseo, con specifico riferimento alle posizioni di FIDANZIATI Gaetano, LO CICERO Salvatore e LO VERDE Giuseppe, e nel processo per l'omicidio in danno del BONANNO, definito con sentenza di condanna all'ergastolo degli esponenti mafiosi CINA' Antonino e ROTOLO Antonino in data 20 febbraio 2009 dal GUP anche in base alla positiva valutazione delle dichiarazioni dello SPATARO.

Inoltre occorre anche evidenziare che, in data 6 luglio 2009, lo SPATARO è stato condannato dal GUP, con rito abbreviato, per il delitto di tentata estorsione aggravata per il quale era stato fermato ed il GUP gli ha concesso l'attenuante speciale di cui all'art. 8 D.L. 152\91, riconoscendo l'attendibilità della sua collaborazione. 
 
2.7 I riscontri, ed in specie le dichiarazioni rese dalle parti offese

Sin dall‘inizio della collaborazione con la giustizia degli associati sopra indicati è iniziata l‘attività di raccolta dei riscontri ad opera della Squadra Mobile sulle dichiarazioni da loro rese. Tali riscontri hanno, da subito, evidenziato la loro piena e totale attendibilità.

Del resto, le loro dichiarazioni, oltre a darsi, come detto, reciproco sostegno, sono anche asseverate, su alcune posizioni, dalle dichiarazioni rese da altri collaboratori, nonché dagli elementi di prova, preziosissimi, contenute nell‘enorme mole di documenti rappresentata dai c.d. pizzini.

Ma ciò che più rileva, è la collaborazione fornita dagli imprenditori sentiti i quali, non solo non si sono tirati indietro, ma hanno, su richiesta della P.G., fornito i nomi dei soggetti che avevano commesso i reati di cui sono stati vittime.

Ciò non riguarda, come si vedrà, tutti gli imprenditori sentiti, ma il numero di quelli che hanno reso dichiarazioni alla A.G., confermative dei dati già risultanti dalla documentazione agli atti (tra cui i c.d. pizzini), ovvero dalle dichiarazioni dei collaboratori, è certamente più elevato che nel passato.

 
 
Capitolo III

LE POSIZIONI DEGLI INDAGATI

1. ACQUISTO Michele

L‘indagato ACQUISTO Michele, riveste la carica di socio accomandatario della ―EDIL RESTAURI di ACQUISTO MICHELE S.a.S.‖. La società ha sede a Palermo in via Sampolo nr. 3/D e si occupa della realizzazione e ristrutturazione di edifici.

Sul conto di ACQUISTO Michele emergono gravi indizi in ordine alla sua partecipazione all‘organizzazione mafiosa cosa nostra, avendo nel tempo posto in essere una serie di condotte che hanno favorito diversi associati mafiosi, tra i quali FRANZESE Francesco, ORLANDO Felice, DI TRAPANI Diego, COLLESANO Vincenzo, in modo tale da contribuire in concreto all‘esistenza ed al rafforzamento dell‘associazione e quindi alla realizzazione dei reati fine che la stessa si prefigge.

In merito appaiono estremamente significative le dichiarazioni rese dai collaboratori FRANZESE Francesco, NUCCIO Antonino e SPATARO Maurizio, lette unitamente alle risultanze di pregresse attività investigative svolte della Squadra Mobile di Palermo e alle dichiarazioni di VELARDI Mario.

 
1.1 Le dichiarazioni dei collaboratori

Il collaboratore di giustizia Francesco FRANZESE conosce il Michele ACQUISTO e ne riferisce sin dai primi interrogatori.

In particolare nell‘interrogatorio del 23 novembre 2007 il FRANZESE, visionando alcuni degli appunti da lui manoscritti riferiva quanto segue: 126

 
Verbale del 23.11.2007 di FRANZESE Francesco

L‘ufficio mostra al FRANZESE, che li riconosce come propri, gli appunti da lui redatti ed allegati al primo verbale 14 novembre 2007.

ADR : Circa l‘appunto ― Nino nuccio ha preso un lavoro con un costruttore in via Castelforte girato a Michele D‟Acquisto che voleva fare con me‖ , preciso che: Nino NUCCIO aveva preso accordi con un costruttore di cui non ricordo il nome per fare alcuni lavori in via Castelforte e mi propose di farli insieme. Io lo indirizzai da Michele D‘Acquisto perché in ogni caso avrei ricevuto denaro dall‘esecuzione dei lavori da parte sua.

Successivamente il FRANZESE procedeva al riconoscimento fotografico dell‘ACQUISTO e dichiarava:

 
Verbale del 14.04.2008 di FRANZESE Francesco

Adr: Foto nr.1. Riconosco Michele ACQUISTO. L‘Ufficio da atto che si tratta di ACQUISTO Michele, nato a Palermo il 18 aprile 1953. Si tratta di un costruttore che non è uomo d'onore ma che ha lavorato in società con diversi esponenti mafiosi, come Felice ORLANDO, Diego DI TRAPANI ed anche con me.

Nino NUCCIO mi aveva confidato che un costruttore, del quale non ricordo il nome, doveva costruire una villetta a Partanna Mondello e due dietro Palazzo Gamma ed era disponibile a cedere i predetti lavori. Non avevo voluto coinvolgere Giuseppe FERRANTE ed avevo perciò detto al NUCCIO di proporre questo lavoro a Michele ACQUISTO il quale aveva accettato. L'accordo con ACQUISTO era nel senso che dividevamo gli utili al 50%. Le opere murarie sarebbero state realizzate da Andrea GIOE' e Mimmo SERIO mentre io e l'ACQUISTO avremmo fatto i lavori di carpenteria. I lavori per le due villette nei pressi di Palazzo Gamma al momento del mio arresto non erano ancora iniziati.

L'ACQUISTO, in precedenza, aveva fatto dei piccoli lavori in via Spinasanta ed era perfettamente al corrente della mia appartenenza a Cosa Nostra.

Sulla disponibilità di Michele ACQUISTO nei riguardi dell‘associazione mafiosa il FRANZESE ritorna in un successivo interrogatorio e, nell‘occasione, riferisce:

 
Verbale del 3.05.2008 di FRANZESE Francesco

Nella foto nr°1 riconosco l‘imprenditore Michele ACQUISTO con il quale in passato abbiamo fatto assieme dei lavori edili. Ricordo che il Michele ACQUISTO su indicazione di Nino NUCCIO si è reso disponibile per eseguire dei lavori di una villa in via Castelforte e due in Palazzo Gamma. Voglio precisare che Michele ACQUISTO è sempre stata una persona a disposizione dell‟organizzazione mafiosa nel settore degli appalti. 127

L‘Ufficio dà atto che la foto nr°1 ritrae ACQUISTO MICHELE, nato a Palermo il 18.04.1953;

 
Infine nel corso di un successivo verbale il FRANZESE, riferendo in ordine ai beni economici di sua pertinenza e a quelli di pertinenza altrui, dichiara:
 
Verbale del 5.05.2008 di FRANZESE Francesco

BENI DI MIA PERTINENZA

A D.R.: Per quanto concerne la mia persona, posso dire che ho dei beni che sono stati oggetto di sequestro poi restituiti in quanto di provenienza lecita, perché ereditati dalla mia famiglia. Posso anche riferire che ho effettuato dei lavori edili che mi ha fatto avere Nino NUCCIO. In particolare ho fatto dei lavori con Michele ACQUISTO, imprenditore vicino a Felice ORLANDO, Franco ZIZZO e Diego DI TRAPANI.

(…)

BENI DI PERTINENZA DI ALTRE PERSONE

ACQUISTO Michele: Michele ACQUISTO ha acquistato un terreno che ha intestato ad una donna nella strada dove abita Ciccio D‘ALESSANDRO. La lottizzazione del terreno è stata suddivisa tra Tonino LO BRANO, Pino BUFFA, Filippo ZITO e tale Franco inteso ―il PUFFETTO‖. Non ricordo il cognome del PUFFETTO ma lo conosco in quanto ha presenziato al mio matrimonio unitamente a LO BRANO e Michele CATALANO.

Anche Antonino NUCCIO conosce l‘indagato Michele ACQUISTO e, con le sue dichiarazioni, riscontra compiutamente le circostanze già riferite da Francesco FRANZESE.

 
In particolare ne verbale del 27 febbraio 2008 il NUCCIO dichiara:

Interrogatorio del 27.02.2008 di NUCCIO Antonino

In merito all‘ingegnere MORELLO che stava eseguendo un lavoro in via Aiace a Partanna Mondello MANCUSO mi disse di inviare CIARAMITARO e CAVIGLIA. MANCUSO mi ha detto che il costruttore si era accordato con PALUMERI per la cifra di 3 mila € poi consegnata a MANCUSO nel giugno del 2007. Lo stesso ingegnere doveva realizzare un altro lavoro in via Castelforte ed in tal caso anziché pagare il pizzo fu imposta quale ditta esecutrice dei lavori quella di Michele D‘ACQUISTO in società con FRANZESE.

Ancora, lo stesso MORELLO doveva realizzare 3 ville in Via Fabio Besta a Cardillo. Fu stabilito che i lavori dovevano essere eseguito in una villa da Mimmo SERIO, Andrea GIOE‘ e Sandro LO PICCOLO in società tra loro; un‘altra doveva essere realizzata da Francesco FRANZESE con Michele ACQUISTO; infine la terza da parte di Piero ALAMIA.

(…)

 
In merito alle predette ville di via Fabio Besta vi era l‘accordo con il costruttore Morello per versare la somma di 10 mila € a villa ma non sono a conoscenza del pagamento.

Nel corso di un successivo interrogatorio Antonino NUCCIO effettua un positivo riconoscimento fotografico di Michele ACQUISTO. Si riporta di seguito lo stralcio del verbale di interesse:

 
Interrogatorio del 16.04.2008 di NUCCIO Antonino

Adr: Foto nr.1. Riconosco Michele ACQUISTO dello Zen che era in società con FRANZESE in una impresa di lavori edili. 128

L‘Ufficio da atto che si tratta di ACQUISTO Michele, nato a Palermo il 18 aprile 1953.

Detto riconoscimento viene confermato dal NUCCIO in un successivo interrogatorio nel corso del quale il collaboratore riprende anche la questione dei cantieri di via Besta e via Castelforte:

 
Interrogatorio del 15.05.2008 di NUCCIO Antonino

Nella foto nr°1 riconosco ACQUISTO Michele, imprenditore edile con il quale lavorava FRANZESE. Quest‘ultimo era intenzionato a favorire ACQUISTO nella realizzazione dei lavori in modo da dividerne gli utili. Ricordo che ACQUISTO stava eseguendo delle ville in via Castelforte ed in via Fabio Besta a Partanna Mondello.

L‘Ufficio dà atto che la foto nr°1 ritrae ACQUISTO MICHELE, nato a Palermo il 18.04.1953;

L‘indagato è persona nota anche al collaboratore di giustizia Maurizio SPATARO che riferisce sul suo conto nel corso dell‘interrogatorio del 17-12-2008.

Si riporta di seguito il relativo stralcio di verbale:

 
Interrpgatorio del 17.12.2008 di SPATARO Maurizio

Non riconosco la persona raffigurata nella foto nr. 10. L'ufficio da atto che si tratta di ACQUISTO Michele nato a Palermo il 18.04.1946. Lo conosco bene. Faceva da tramite tra Diego DI TRAPANI e BONANNO Giovanni. Col BONANNO si incontrava presso il cantiere dell'INZERILLO allo zen. Faceva da autista al DI TRAPANI e si occupava, in effetti, di questioni riguardanti Cosa Nostra che affrontava col BONANNO.

Della vicenda il collaboratore aveva già riferito nel corso dell‘interrogatorio in cui ricostruiva le tappe dell‘ascesa criminale e della successiva caduta in disgrazia di BONANNO Giovanni.

 
Interrogatorio di SPATARO Maurizio del 28-11-2008

SPATARO Maurizio Giovanni glieli ha fatti avere, sì, però gli ha detto che era l‘ultima volta che voleva avere rapporti con Giovanni, infatti da quel periodo Giovanni cominciò ad avere problemi. Nella Pasqua successiva, ricordo bene, nel riscuotere i soldi delle estorsioni c‘erano persone che si erano andati già ad incassare soldi, anche se Giovanni non li avesse autorizzati loro lo stesso erano autorizzati da Diego DI TRAPANI perché era la persona, l‘anziano di Resuttana e si poteva occupare benissimo, senza bisogno di Giovanni, di andare a riscuotere, non il DI TRAPANI, soggetti per conto suo, di andare a riscuotere.

P.M. PACI Altre persone mandate da Diego DI TRAPANI.

SPATARO Maurizio DI TRAPANI, esattamente.

P.M. PACI E chi erano queste altre persone?

SPATARO Maurizio Le persone vicine a DI TRAPANI non lo so. So soltanto che una volta Giovanni s‘incontrò per un chiarimento con Michele ACQUISTO nelle villette che stavano costruendo in via …., vicino allo Zen. Queste ville nuove, sulla destra, fatte da ……, di fronte le case popolari. Non mi ricordo in questo momento la via. E‘ la strada che porta al centro Olimpo. Si vede là con
 
Michele D‟ACQUISTO per questo chiarimento e Michele  D‟ACQUISTO dopo gli doveva dare una risposta, ma non so se poi si sono visti perché il motivo dell‘incontro con Michele era che Giovanni gli doveva fare sapere a Diego DI TRAPANI che lui non aveva sbagliato in niente. Però in quel periodo tutti si lamentavano di come Giovanni potesse gestire i soldi delle estorsioni e i detenuti che si lamentavano che non gli arrivavano i soldi.

In relazione alle dichiarazioni di FRANZESE Francesco, nel tratto in cui ha riferito che ACQUISTO Michele è un costruttore che ha lavorato con diversi uomini d‘onore, tra i quali ORLANDO Felice, si riportano le dichiarazioni rese da VELARDI Mario.

 
Si tratta di un collaboratore di giustizia a conoscenza di vicende della famiglia di Tommaso Natale relative ai primi anni '90.

Quest‘ultimo sentito in data 19.07.1995, alle ore 10,10 dalla Procura di Palermo, in ordine alle sue conoscenze sulla famiglia mafiosa operante nel quartiere di Tommaso Natale – Cardillo, riferiva che una persona vicina a ORLANDO Felice era tale D‘ACQUISTO Michele, evidentemente riferendosi all‘odierno indagato del quale aveva inconsapevolmente storpiato il cognome.

Si riporta di seguito lo stralcio del relativo verbale.

 
Interrogatorio di VELARDI Mario del 19-7-2005:

A.D.R.: Giovanni PALAZZOLO è una delle persone di fiducia che assiduamente frequentano i figli di Totuccio LO PICCOLO, Pino LO VERDE ed ORLANDO Felice. Non mi risulta che lo stesso sia "uomo d‘onore".-----------------------------------

A.D.R.: Allorquando io parlo di "uomo d‘onore", intendo riferirmi al fatto che la persona da me così indicata è persona che è stabilmente inserita nella "famiglia" del Cardillo, per quanto ho visto ogni giorno e per quanto io ho sentito, alla luce dei continui rapporti di frequentazione, di sottoposizione, di permessi da chiedere per il compimento di determinate attività illecite, a CUSIMANO Giovanni.------------------

A.D.R.: Mi risulta che ORLANDO Felice abbia avuto rapporti per attività illecite, delle quali però non so specificare i particolari, con Totò ABBATE, che ha una gioielleria allo ZEN, in Via Luigi Einaudi, e Michele D‟ACQUISTO, abituale accompagnatore di ORLANDO Felice.----- 130

In un successivo interrogatorio reso in data 25.09.1995 VELARDI Mario era ancora più preciso, fornendo anche una descrizione del ―Michele D‘ACQUISTO‖ cui si riferiva.

 
Interrogatorio di VELARDI Mario del 25-9-2005:

A.D.R.: Che ORLANDO Felice fosse una persona che comandava più del BASILE a me risulta sia dal fatto che quando c‘era lui tutti lo salutavano con deferenza, sia dal fatto che io l‘ho visto sempre con ―persone giuste‖, quali Michele D‟ACQUISTO, Giuseppe CASTAGNA, i figli di LO PICCOLO, Sandro detto Totò e Calogero, Piero LOPEZ, elettrauto di via Fabio Besta. Aggiungo inoltre che di quanto contasse ORLANDO Felice mi sono reso personalmente conto in occasione dell‘incontro che ho avuto con lo stesso a seguito della lite con mio cognato MATARAZZO Stefano, del quale ho già riferito, nonchè in occasione dell‘episodio che ha riguardato MAZZE‘ Franco e di cui parimenti ho già parlato.

A.D.R.: Non mi risulta che l‘ ORLANDO Felice abbia interessi in un locale situato nei pressi di Punta Raisi.

A.D.R.: L‘ufficio mi chiede chiarimenti su quanto da me affermato relativamente al fatto che l‘ORLANDO Felice contasse e comandasse di più rispetto al BASILE e che quest‘ultimo aveva un certo comando all‘interno dello Zen 2, slegato dal consenso di ORLANDO Felice. A tal proposito dichiaro: ―BASILE Felice era il tipo che agiva di testa sua e che sentiva di avere il controllo della situazione nell‘ambito dello Zen 2. Il BASILE si interessava per recuperare gli oggetti rubati, per approviggionare gli alloggi ai richiedenti, in genere dietro compenso di due milioni circa, dei furti in appartamenti, degli incendi e dei furti degli autoveicoli, di comporre le liti. Aggiungo che al di fuori dello Zen 2 mi consta che il BASILE non contava nulla, invece l‘ORLANDO Felice è una persona rispettata anche al di fuori dello Zen 2‖.

A.D.R.: Il Michele D‟ACQUISTO del quale ho parlato è di corporatura robusta, di età di circa 40 anni, capelli castani, con occhiali da vista. L‘ho sempre visto insieme con ORLANDO Felice e talvolta non portava gli occhiali poichè gli mancano pochi gradi. Giuseppe CASTAGNA, altra persona che ho visto spessissimo insieme con ORLANDO Felice, si occupa credo di lavori di muratura e ciò per averlo visto sporco di calce. Mi è capitato di vederlo in una officina situata a Partanna prima di dove è ubicata la Caserma dei Carabinieri, sulla destra. Tale officina è gestita da persona della quale sconosco il nome che è di statura bassa, circa 1,60, di coporatura sul robusto, occhi chiari, capelli biondi, di carnagione scura, di circa 40 anni.

Va rilevato che le caratteristiche fisico-somatiche citate dal VELARDI sul soggetto da lui conosciuto come Michele D‘ACQUISTO, corrispondono a quelle dell‘indagato ACQUISTO Michele. Questi, infatti, essendo nato il 18.04.1953, all‘epoca dell‘interrogatorio aveva poco meno di 40 anni e dalla foto riportata nell‘allegata scheda biografica si può notare la corrispondenza del colore castano dei capelli e la corporatura tendente al robusto.

Ad ulteriore riscontro del fatto che ACQUISTO Michele fosse ―vicino‖ ad ORLANDO Felice si riferisce che i due in data 18.03.1996, alle ore 09.31, venivano controllati assieme in questa via Castellana, allorquando si trovavano a bordo della autovettura Y10 targata PAB11715, così come si evince dalla stampa tratta dall‘archivio informatico della Squadra Mobile64

 
64 cfr. all.to nr.15 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

65 Vedi sul punto anche l‘informativa di reato della Sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Palermo del 26.11.2005

66 Vedi sul punto la sentenza del GUP di Palermo ZIINO del 7-8-2008 di condanna di COLLESANO Rosario e la sentenza della III sez del Tribunale di Palermo del 3-7-2009 di condanna di COLLESANO Vincenzo

 
La vicinanza di ACQUISTO Michele ad alcuni esponenti mafiosi, era già emersa nel corso delle indagini effettuate sul mandamento mafioso di San Lorenzo, nell‘ambito del procedimento penale nr. 2898/99 N.C. e compendiate nella richiesta di misura cautelare avanzata da questo Ufficio e accolta dal GIP di Palermo in data 8 marzo 2005 (c.d. operazione ―Piana dei Colli‖), nonchè nella richiesta di misura cautelare avanzata da questo ufficio nell‘ambito del proc. 4006/2006 R.G.N.R. e accolta dal GIP di Palermo in data 21-1-2007 (c.d. operazione Occidente65). .

In particolare nel corso delle intercettazioni delle conversazioni tra presenti all‘interno dell‘ufficio della rivendita di ceramiche artistiche sita in Viale Regione Siciliana N.O. nr. 4589, in uso a GOTTUSO Salvatore, nato a Palermo il 15.03.1946, erano state registrate due importantissime conversazioni, in data 20 e 28 gennaio 2004, che consentivano di delineare le dinamiche criminali di quel periodo all‘interno della famiglia mafiosa di Partanna/Mondello.

 
Nello specifico, il contenuto delle conversazioni intercettate consentiva di comprendere, già allora, il ruolo di rilievo, in seno alla famiglia mafiosa di Partanna/Mondello, che avrebbe assunto DAVI‘ Salvatore cl. 48, da poco scarcerato dopo avere espiato una condanna a 25 anni di reclusione per l‘omicidio dell‘agente della Squadra Mobile Gaetano CAPPIELLO. L‘attività tecnica in corso consentiva inoltre di documentare la operatività nell‘ambito della citata cosca dei fratelli COLLESANO Vincenzo e Rosario, tutti soggetti oggi detenuti per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso66.

In quel periodo gli incontri tra vari esponenti mafiosi all‘interno del locale di pertinenza del GOTTUSO si erano particolarmente intensificati in quanto era in corso la trattativa, tra due opposte fazioni della famiglia mafiosa di Partanna/Mondello, per chi dovesse realizzare un opera edificabile di ampie dimensioni in quel territorio. Sullo sfondo della trattativa emerge la mancanza di chiarezza sulla leadership di quella cosca mafiosa, avendo la scarcerazione del DAVI‘ Salvatore creato non pochi contrasti.

Nella conversazione del 28.01.2004 che di seguito si riporta in stralcio, è lo stesso DAVI‘ Salvatore a confermare al GOTTUSO la legittimazione del suo ruolo di vertice in seno alla famiglia di Partanna e proprio in tale conversazione risulta il nominativo di ACQUISTO Michele come soggetto schierato con COLLESANO Vincenzo, personaggio emergente della citata cosca mafiosa (peraltro condannato in primo grado dalla III sez penale del tribunale di Palermo per il delitto di cui all‘art.416 bis c.p.).

 
Stralcio della trascrizione della conversazione tra presenti intercettata in data 28.01.2004 alle ore 16.40, all‘interno della ditta S.B.S. S.r.l. sita in viale Regione Siciliana N.O. nr.4595,
 
INTERLOCUTORI:

G : GOTTUSO Salvatore;

D: DAVI‘ Salvatore;

D: Poi sono venuto per un altro discorso, perché Giuseppe mi ha detto che tu… avevi avuto qualche contatto con le persone interessate

G: Si!

D: E allora?

G: Io ho avuto contatto sia con quelli che con questi, però è giusto che… sei venuto tu da solo e te lo dico, bello… perché se c‘era Giuseppe ti dicevo: ―vieni un‘altra volta‖! Perché non capisco che sta succedendo a Partanna

D: Parla, ci sono discorsi

G: I fratelli, e tutti! Dici perché? Se io parlo con te per andare a parlare con il proprietario, a me all‟orecchio mi arriva addirittura che Totuccio LO PICCOLO sa questo discorso, e gli ha detto a un altro: "no, vatti a fare tutto il lavoro tu, senza problemi e senza niente!" Com‘è questo discorso, come te lo deve dare? Perché tu non ci sei stato e magari…

D: (incomprensibile) a Partanna

G: Si, si, io te lo dico perché già tu mi hai capito quello che voglio dire

D: Tu ti sei interessato di questo fatto?

G: Logico

D: Ed è come ti dico io!!

G: Io mi sto interessando, non è che mi sono fermato! Io fino… fino a dieci minuti fa, io mi sto interessando, però non vorrei che questi fanno… perché uno prende da qua, uno prende da qua, e… l‟altro ieri è venuto un altro qua e… "ma che c‟entri tu in questo discorso?" Michele… Michele… Michele ACQUISTO 133

D: Chi è questo Michele ACQUISTO?

G: Quello dello Z.E.N.

D: E chi cazzo lo conosce, scusando l‟espressione?

G: E vabbè, ma… ma siccome è compare…

D: Ma allora me la fai una cortesia?

G: E‟ compare del fontaniere, il piccolo, come si chiama?

D: Enzo67?

 
67 Enzo il fontaniere si identifica proprio nel COLLESANO Vincenzo (nato a Palermo il 30.1.1953) sopra menzionato

68 Il Giuseppe menzionato si identifica in BRUNO Giuseppe (nato a Palermo il 16.03.1962) detto castagna, uomo d‘onore della famiglia di Partanna Mondello molto vicino a DAVI‘ Salvatore (detto Totuccio) già condannato con sentenza passata in giudicato per il reato di cui all‘art. 416 bis e attualmente detenuto in stato di custodia cautelare in carcere per il medesimo reato e per i delitti di estorsione di stampo mafioso (vedi sentenza del GUP ZIINO del 7-8-2008 e ordinanza del GIP di Palermo PINO del 16-1-2008)

 
G: Con Enzo, ci sono cose che… uno prende da qua, uno prende da là…

D: Totò, io a te ti ho fatto una preghiera, tu mi hai esposto il fatto e io ti ho detto: "interessati"

G: No, ma io mi sto interessando, già siamo quasi alla fine

D: E mi fai… e mi tieni al corrente con Giuseppe68, è giusto? Perché Giuseppe ha modo di potermi rintracciare, molto più facilmente di te, e se non ricordo male, vi ho detto sia a te che a Giuseppe che questi discorsi li so io, li sai tu e (incomprensibile), tutto il resto non mi interessa niente! Ouh, se qualcun altro viene e ti viene a dire un altro discorso di quello che parliamo noi, io ti autorizzo a dirgli: "io so di andare avanti! Se voi avete cose da chiedere a me non le domandate, andate dove ve ne dovete andare, cercatevi la strada"

G: Eh, e come faccio?

D: Senza dirgli il mio nome però

G: Noo…

D: Alt, un minuto

G: Io nomi non ne faccio di nessuno, io i vostri nomi non li faccio a nessuno

D: Anche se tu potresti pensare che potrebbero essere amici miei, è giusto? Io per questo te lo sto dicendo! Cioè, tu gli puoi dire…

G: Noi abbiamo i capelli bianchi! Se io ti sto facendo qualche confidenza è perché noi abbiamo i capelli bianchi

D: Tu gli puoi dire a loro…

G: Io con qualcuno ho paura di parlare, parliamoci chiaro   

D: Tu gli puoi dire, visto che siamo tutti e due soli, "andatevi a cercare la strada, che io so quello che… sono autorizzato ad andare avanti!"

G: Va bene

D: Stop! Poi loro lo sanno dove se ne devono andare!! Siccome ci sono cento cani sopra un osso, a me questo mi sta sui coglioni

G: Si, ma cento cani sopra un osso di discorsi persi

D: Perché a tutti questi signori io che gli ho detto, gli ho detto: "non vi immischiate in questo discorso, perché interessa a me"! (incomprensibile) così che loro vanno ―babbiando‖ in questo modo, e falli ―babbiare‖, quando loro vengono gli dici: "io devo andare avanti per i cazzi miei, se voi avete interesse a saperli questi discorsi andate a farvi la strada per i fatti vostri!"

G: Quello è pronto per andare a fare l‘atto

 
Le risultanze processuali degli ultimi anni hanno pienamente dimostrato come l‘investitura del DAVI‘ a reggente della famiglia mafiosa di Partanna, fosse effettivamente arrivata direttamente da Salvatore LO PICCOLO.

Le ulteriori conversazioni intercettate in quel periodo fornivano chiare indicazioni circa le due contrapposte fazioni: una, quella che originariamente aveva avuto il benestare dal latitante Totuccio LO PICCOLO, costituita da COLLESANO Vincenzo, ACQUISTO Michele, CUSIMANO Salvatore ed altri soggetti non identificati; l‘altra, quella che successivamente si era imposta, grazie ad una mutato orientamento del LO PICCOLO, costituita da Totò DAVI‘, COLLESANO Rosario e Giuseppe BRUNO.

Giova evidenziare che la identificazione di ACQUISTO Michele citato nella conversazione per l‘odierno indagato è assolutamente certa in quanto presso l‘ufficio anagrafe del Comune di Palermo risulta censito soltanto un ACQUISTO Michele in età adulta, ovvero l‘odierno indagato il quale, come dice il GOTTUSO, abita nel quartiere ZEN69. Peraltro il citato ACQUISTO Michele era solito frequentare l‘ufficio di GOTTUSO Salvatore e, come vedremo, intratteneva contatti telefonici con altri indagati.

 
69 cfr. all.to nr.11 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

70 cfr. all.to nr.12 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

 
La circostanza che ACQUISTO Michele frequentasse l‘ufficio di GOTTUSO Salvatore, infatti, è rilevabile da altre conversazioni, tra le quali quella intercettata in data 16.12.2003, alle ore 10.5570, allorquando all‘interno erano presenti oltre il citato ACQUISTO Michele, anche DI NAPOLI Pietro, MUSSO Giuseppe e BRUNO Vincenzo, tutti poi tratti in arresto in esecuzione di Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere poiché ritenuti, a vario titolo, facenti parte del mandamento mafioso della Noce.

A riscontro di quanto riferito da GOTTUSO Salvatore, circa gli stretti rapporti tra ACQUISTO Michele e COLLESANO Vincenzo, va citata la conversazione intercettata in data 12.05.2004, alle ore 08.23, in uscita dall'utenza nr. 3488529048 in uso a COLLESANO Vincenzo, diretta all‘utenza nr. 3388522109 in uso ad ACQUISTO Michele, la cui trascrizione 135

si allega alla presente richiesta71, dalla quale emergono inequivocabilmente i toni confidenziali degli interlocutori e la cointeressenza in qualche affare che indicato dai due con termini criptici.

 
71 cfr. all.to nr.13 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

72 cfr. all.to nr.14 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

73 cfr. all.to nr.16 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

74 cfr. all.to nr.17 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

 
Va detto che dall‘analisi del traffico telefonico intercettato nell‘ambito della predetta indagine, elaborato tramite il sistema informatico ―Intercept‖, sono emersi, dal 6.03.2004 al 24.06.2004, tra le due utenze telefoniche anzidette 69 contatti . Pressoché nello stesso periodo risultano altri 5 contatti tra l‘utenza radiomobile in uso a COLLESANO Vincenzo e l‘utenza 091/243786 intestata ed in uso a ACQUISTO Michele72 .
 
1.2 I riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori

Le dichiarazioni rese dai collaboratori hanno trovato plurimo e specifico riscontro.

Oltre a quanto già riferito sopra in ordine alla pregressa attività tecnica compiuta in relazione alla locale cosca dalla Squadra Mobile di Palermo va rilevato che le anzidette propalazioni sono state riscontrate anche sotto il profilo della attendibilità estrinseca.

In particolare, per quanto concerne l‘individuazione di tre ville in costruzione in via Fabio Besta indicate dal collaboratore Antonino NUCCIO, è stato sentito dalla polizia giudiziaria l‘ingegnere PIAZZA Calogero73il quale ha riferito di avere affidato nel novembre del 2007 alla impresa edile di CIRAVOLO Paolo i lavori di realizzazione di 4 ville in via Fabio Besta, su altrettanti lotti di terreno, provenienti quest‘ultimi da un piano di lottizzazione che aveva personalmente curato nell‘anno 2003, essendo il fondo proprietà di famiglia. Nulla sapeva invece riferire su tale ingegnere MORELLO, dichiarando soltanto di conoscere un anziano ingegnere che faceva di cognome ―Morillo‖.

 
Va detto che da un sopralluogo effettuato da personale dipendente in questa via Fabio Besta, in atto, non vi sono altre ville in costruzione se non quelle dell‘ingegnere PIAZZA Calogero. Inoltre, gli ulteriori accertamenti effettuati su tale Ingegnere MORILLO, identificato per MORILLO Antonio di Ferdinando, nato a Palermo il 17.06.1929 ed ivi già residente in via Casimiro DRAGO nr. 4, deceduto in data 03.10.2007, non hanno consentito l‘individuazione delle ville in costruzione cui fa riferimento NUCCIO Antonino74.
 
2.BIONDO MARIO

Il quadro gravemente indiziario a carico di BIONDO Mario per il delitto di partecipazione all‘organizzazione mafiosa Cosa Nostra si evince dalla analisi ed interpretazione della documentazione sequestrata in occasione dell‘arresto il 5 novembre 2007 di LO PICCOLO 136

Salvatore e Sandro, nonché dalle precise e convergenti dichiarazioni di NUCCIO Antonino, TRAPANI Marcello e SPATARO Maurizio.

 
Tra la documentazione sequestrata ai latitanti LO PICCOLO esistono due ―pizzini‖, catalogati dalla P.G. come reperti D59 e D60 a firma ―Camion‖.
 
Si riporta la missiva catalogata D 59:
 
LETTERA MANOSCRITTA DATATA 04-09-07 D59

Ciao cugino mio spero che ai passato una Buona estate e come spera il mio cuore mi auguro che questa mia lettera vi trovi a tutti bene come ti posso dire di tutti noi, caro cugino come ti avevo detto nell‘ultima lettera lo stabilimento dove lavoro io è stato venduto è la comprato F.lli ARENA di Enna Valguarnera a me se è possibile m‘interessa la distribuzione e se mi possono lasciare un po di spazio per parcheggiare perché io ancora oggi il parcheggio c‘è lo la dentro, io spassionatamente mi ci posso presentare per parlagli però pensaci e mi fai sapere

Carissimo cugino mio mi a cercato SEBASTIANO CRIVELLO che a rilevato una sorgente di acqua nelle Calabrie per fargli i trasporti parlando parlando mi dice che per‘ adesso a un contratto in affitto e ce la possibilità di comprarla con poco e se io sono interessato assieme a lui e ce anche un avvocato, se è una cosa che ci può interessare fammi sapere al più presto che io prendo piu informazioni possibile, tu per sapere qualcosa di più su CRIVELLO puoi parlare con FRANCO PALUMBELLO. Carissimo cugino ci sono lamentele un po da tutti per l‘agenzia Gioco V.le Strasburgo questo si tira molto gioco perché a fatto molto publicità e le quote più alte e gli altri tipo GIOVANNI e l‘amico mio sono fermi vedi un po‘ tu se è possibile di aggiustare sti ragazzi, fammi sapere se io ti posso aiutare anche perché chi gli dà la possibilità di lavorare a questo del V.le Strasburgo e un‘amico mio di Partinico pensaci e poi mi fai sapere.

 
Caro cugino nel terreno di mio fratello si deve fare un muro di recinzione e

siccome sappiamo com‘è combinato ho pensato di dirglielo a tuo cugino PIERO, mi fai la cortesia di dirgli di fare un prezzo stretto e se gli da un po di spazio nel pagamento, io ora gle lo dico che si deve fare questa recinzione

Adesso carissimo mio cugino chiudo questa lettera mandandoti un‘abbraccio forte forte che il Nostro Signore Gesù vi benedica sempre non dimenticare

di salutarmi papà un forte abbraccio da parte mia per lui e per te carissimo

 
2.4 BONACCORSO Andrea

In occasione dell‘arresto il 5 novembre 2007 da parte della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo, in territorio del comune di Giardinello, dei noti esponenti mafiosi latitanti Salvatore e Sandro LO PICCOLO, entrambi già condannati con sentenza definitiva all'ergastolo per i reati di omicidio, associazione mafiosa ed altro, vi era, altresì, Andrea ADAMO, reggente del mandamento di Brancaccio, oltre a Gaspare PULIZZI, reggente della famiglia mafiosa di Carini.

L'ADAMO, in particolare, era latitante dal giugno 2006 allorchè era stata emessa anche nei suoi confronti una ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione mafiosa nell'ambito del noto procedimento denominato GOTHA.

 
BONACCORSO Andrea si è occupato di gestire la latitanza di ADAMO e di coadiuvarlo nella esecuzione dei numerosi delitti che l'ADAMO ha posto in essere su incarico dei LO PICCOLO.
 
Il 28 gennaio 2008 il BONACCORSO ha manifestato la volontà di collaborare con l‘Autorità Giudiziaria e di riferire tutte le sue conoscenze in ordine al suo ruolo di componente della famiglia mafiosa di Brancaccio ed in generale all‘attività dell'organizzazione mafiosa Cosa Nostra.

BONACCORSO ha riferito sull‘attuale struttura ed organigramma della predetta organizzazione, sui rapporti tra i reggenti dei vari mandamenti ed in particolar modo sulla posizione di vertice assunta da Salvatore e Sandro LO PICCOLO, con i quali lo stesso ha avuto stretti rapporti, nonché sui rapporti con le organizzazioni mafiosi operanti in altre province.

Inoltre il BONACCORSO ha riferito di essere a conoscenza di numerosi fatti delittuosi accaduti anche recentemente a Palermo, sia di natura omicidiaria che estorsiva cui ha partecipato personalmente, sia con riferimento alla detenzione ed alla custodia di armi che ai traffici di stupefacenti.

L'attendibilità di BONACCORSO è testimoniata, oltre che dalle conferme alle sue dichiarazioni contenuta nelle propalazioni degli altri collaboratori e nei riscontri di P.G., anche dal giudizio espresso dal Tribunale della Libertà del procedimento nr. 38/08 R.G.N.R.

 
2.5 BRIGUGLIO Francesco

In data 20 gennaio 2009 il detenuto BRIGUGLIO Francesco Giuseppe nato a Cinisi il 10.3.1956, iniziava la sua collaborazione con i Magistrati della D.D.A. del Tribunale di Palermo. Le dichiarazioni del BRIGUGLIO risultavano subito significative per il ruolo svolto dallo stesso all‘interno dell‘organizzazione. Il predetto, infatti, anche se non formalmente combinato come ―uomo d‘onore‖, riferiva di avere curato la latitanza dei LO PICCOLO sin dal 1999 e di avere svolto importanti ruoli all‘interno dell‘organizzazione, quali gestore della ―cassa‖ della famiglia di Cinisi e la veicolazione dei c.d. pizzini da e per i latitanti. Inoltre, i LO PICCOLO, ritenendolo un uomo particolarmente affidabile avevano preteso la sua partecipazione nella realizzazione dell‘omicidio di Lino SPATOLA, conclusosi poi, per errore di persona, con l‘uccisione di D‘ANGELO Giuseppe. Il collaboratore inoltre aveva ricevuto le confidenze dei latitanti in ordine all‘omicidio del macellaio di Terrasini TOCCO Giampiero, fatto per il quale è stata di recente emessa Ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il BRIGUGLIO proprio per la sua vicinanza ai LO PICCOLO aveva avuto modo di conoscere una serie di soggetti vicini all‘allora latitante, alcuni dei quali particolarmente riservati e sconosciuti persino ad altri associati.

 
Dalle dichiarazioni del BRIGUGLIO sono emersi una lunga serie di estorsioni in danno di imprenditori che svolgono o che hanno svolto attività nel comune di Cinisi o nei paesi limitrofi, le quali sono dettagliatamente rappresentate nel paragrafo che segue.
 
2.6 SPATARO Maurizio

SPATARO Maurizio viene tratto in arresto il 7 luglio 2009 per una tentata estorsione ai danni dell'esercente di un noto locale del centro cittadino.

Prima di tale episodio era noto a questo Ufficio il suo rapporto societario con il defunto esponente mafioso BONANNO Giovanni, scomparso l'11 gennaio 2006, già reggente del mandamento di Resuttana, poichè dalle complesse indagini svolte in questo procedimento era emerso che lo SPATARO ne aveva intensamente condiviso gli ultimi anni di vita.

 
Il 14 novembre 2008, lo SPATARO inizia a collaborare con l'Autorità giudiziaria e riferisce in ordine ai suoi rapporti con l'organizzazione mafiosa, già a partire dagli anni 95\96, e con Giovanni BONANNO ed il mandamento di Resuttana, in particolare.
 
La rilevanza della sua collaborazione risiede nel fatto che egli, dopo l'uccisione del BONANNO e l'arresto di GENOVA Salvatore del 16 gennaio 2008, che gli era succeduto alla reggenza del mandamento di Resuttana, ha ripreso ad avere rapporti con i nuovi componenti dell'organigramma di tale mandamento - a cominciare dall'anziano narcotrafficante FIDANZATI Gaetano - sicchè le sue dichiarazioni, come si vedrà analizzando le singole posizioni, trovano ampio riscontro nelle risultanze dell'attività di intercettazione.
 
Tale rilevanza peraltro è stata già acclarata nell'ambito dell'inchiesta Perseo, con specifico riferimento alle posizioni di FIDANZIATI Gaetano, LO CICERO Salvatore e LO VERDE Giuseppe, e nel processo per l'omicidio in danno del BONANNO, definito con sentenza di condanna all'ergastolo degli esponenti mafiosi CINA' Antonino e ROTOLO Antonino in data 20 febbraio 2009 dal GUP anche in base alla positiva valutazione delle dichiarazioni dello SPATARO.
Inoltre occorre anche evidenziare che, in data 6 luglio 2009, lo SPATARO è stato condannato dal GUP, con rito abbreviato, per il delitto di tentata estorsione aggravata per il quale era stato fermato ed il GUP gli ha concesso l'attenuante speciale di cui all'art. 8 D.L. 152\91, riconoscendo l'attendibilità della sua collaborazione.
 
2.7 I riscontri, ed in specie le dichiarazioni rese dalle parti offese

Sin dall‘inizio della collaborazione con la giustizia degli associati sopra indicati è iniziata l‘attività di raccolta dei riscontri ad opera della Squadra Mobile sulle dichiarazioni da loro rese. Tali riscontri hanno, da subito, evidenziato la loro piena e totale attendibilità.

 
Del resto, le loro dichiarazioni, oltre a darsi, come detto, reciproco sostegno, sono anche asseverate, su alcune posizioni, dalle dichiarazioni rese da altri collaboratori, nonché dagli elementi di prova, preziosissimi, contenute nell‘enorme mole di documenti rappresentata dai c.d. pizzini.

Ma ciò che più rileva, è la collaborazione fornita dagli imprenditori sentiti i quali, non solo non si sono tirati indietro, ma hanno, su richiesta della P.G., fornito i nomi dei soggetti che avevano commesso i reati di cui sono stati vittime.

 
Ciò non riguarda, come si vedrà, tutti gli imprenditori sentiti, ma il numero di quelli che hanno reso dichiarazioni alla A.G., confermative dei dati già risultanti dalla documentazione agli atti (tra cui i c.d. pizzini), ovvero dalle dichiarazioni dei collaboratori, è certamente più elevato che nel passato.
 
Capitolo III

LE POSIZIONI DEGLI INDAGATI

1. ACQUISTO Michele

 
L‘indagato ACQUISTO Michele, riveste la carica di socio accomandatario della ―EDIL RESTAURI di ACQUISTO MICHELE S.a.S.‖. La società ha sede a Palermo in via Sampolo nr. 3/D e si occupa della realizzazione e ristrutturazione di edifici.
 
Sul conto di ACQUISTO Michele emergono gravi indizi in ordine alla sua partecipazione all‘organizzazione mafiosa cosa nostra, avendo nel tempo posto in essere una serie di condotte che hanno favorito diversi associati mafiosi, tra i quali FRANZESE Francesco, ORLANDO Felice, DI TRAPANI Diego, COLLESANO Vincenzo, in modo tale da contribuire in concreto all‘esistenza ed al rafforzamento dell‘associazione e quindi alla realizzazione dei reati fine che la stessa si prefigge.
 
In merito appaiono estremamente significative le dichiarazioni rese dai collaboratori FRANZESE Francesco, NUCCIO Antonino e SPATARO Maurizio, lette unitamente alle risultanze di pregresse attività investigative svolte della Squadra Mobile di Palermo e alle dichiarazioni di VELARDI Mario.
 
1.1 Le dichiarazioni dei collaboratori

Il collaboratore di giustizia Francesco FRANZESE conosce il Michele ACQUISTO e ne riferisce sin dai primi interrogatori.

In particolare nell‘interrogatorio del 23 novembre 2007 il FRANZESE, visionando alcuni degli appunti da lui manoscritti riferiva quanto segue: 126

 
Verbale del 23.11.2007 di FRANZESE Francesco

L‘ufficio mostra al FRANZESE, che li riconosce come propri, gli appunti da lui redatti ed allegati al primo verbale 14 novembre 2007.

ADR : Circa l‘appunto ― Nino nuccio ha preso un lavoro con un costruttore in via Castelforte girato a Michele D‟Acquisto che voleva fare con me‖ , preciso che: Nino NUCCIO aveva preso accordi con un costruttore di cui non ricordo il nome per fare alcuni lavori in via Castelforte e mi propose di farli insieme. Io lo indirizzai da Michele D‘Acquisto perché in ogni caso avrei ricevuto denaro dall‘esecuzione dei lavori da parte sua.

 
Successivamente il FRANZESE procedeva al riconoscimento fotografico dell‘ACQUISTO e dichiarava:

Verbale del 14.04.2008 di FRANZESE Francesco

Adr: Foto nr.1. Riconosco Michele ACQUISTO. L‘Ufficio da atto che si tratta di ACQUISTO Michele, nato a Palermo il 18 aprile 1953. Si tratta di un costruttore che non è uomo d'onore ma che ha lavorato in società con diversi esponenti mafiosi, come Felice ORLANDO, Diego DI TRAPANI ed anche con me.

Nino NUCCIO mi aveva confidato che un costruttore, del quale non ricordo il nome, doveva costruire una villetta a Partanna Mondello e due dietro Palazzo Gamma ed era disponibile a cedere i predetti lavori. Non avevo voluto coinvolgere Giuseppe FERRANTE ed avevo perciò detto al NUCCIO di proporre questo lavoro a Michele ACQUISTO il quale aveva accettato. L'accordo con ACQUISTO era nel senso che dividevamo gli utili al 50%. Le opere murarie sarebbero state realizzate da Andrea GIOE' e Mimmo SERIO mentre io e l'ACQUISTO avremmo fatto i lavori di carpenteria. I lavori per le due villette nei pressi di Palazzo Gamma al momento del mio arresto non erano ancora iniziati.

 
L'ACQUISTO, in precedenza, aveva fatto dei piccoli lavori in via Spinasanta ed era perfettamente al corrente della mia appartenenza a Cosa Nostra.

Sulla disponibilità di Michele ACQUISTO nei riguardi dell‘associazione mafiosa il FRANZESE ritorna in un successivo interrogatorio e, nell‘occasione, riferisce:

 
Verbale del 3.05.2008 di FRANZESE Francesco

Nella foto nr°1 riconosco l‘imprenditore Michele ACQUISTO con il quale in passato abbiamo fatto assieme dei lavori edili. Ricordo che il Michele ACQUISTO su indicazione di Nino NUCCIO si è reso disponibile per eseguire dei lavori di una villa in via Castelforte e due in Palazzo Gamma. Voglio precisare che Michele ACQUISTO è sempre stata una persona a disposizione dell‟organizzazione mafiosa nel settore degli appalti.   

 
L‘Ufficio dà atto che la foto nr°1 ritrae ACQUISTO MICHELE, nato a Palermo il 18.04.1953;

Infine nel corso di un successivo verbale il FRANZESE, riferendo in ordine ai beni economici di sua pertinenza e a quelli di pertinenza altrui, dichiara:

 
Verbale del 5.05.2008 di FRANZESE Francesco

BENI DI MIA PERTINENZA

A D.R.: Per quanto concerne la mia persona, posso dire che ho dei beni che sono stati oggetto di sequestro poi restituiti in quanto di provenienza lecita, perché ereditati dalla mia famiglia. Posso anche riferire che ho effettuato dei lavori edili che mi ha fatto avere Nino NUCCIO. In particolare ho fatto dei lavori con Michele ACQUISTO, imprenditore vicino a Felice ORLANDO, Franco ZIZZO e Diego DI TRAPANI.

(…)

 
BENI DI PERTINENZA DI ALTRE PERSONE

ACQUISTO Michele: Michele ACQUISTO ha acquistato un terreno che ha intestato ad una donna nella strada dove abita Ciccio D‘ALESSANDRO. La lottizzazione del terreno è stata suddivisa tra Tonino LO BRANO, Pino BUFFA, Filippo ZITO e tale Franco inteso ―il PUFFETTO‖. Non ricordo il cognome del PUFFETTO ma lo conosco in quanto ha presenziato al mio matrimonio unitamente a LO BRANO e Michele CATALANO.

Anche Antonino NUCCIO conosce l‘indagato Michele ACQUISTO e, con le sue dichiarazioni, riscontra compiutamente le circostanze già riferite da Francesco FRANZESE.

 
In particolare ne verbale del 27 febbraio 2008 il NUCCIO dichiara:

Interrogatorio del 27.02.2008 di NUCCIO Antonino

In merito all‘ingegnere MORELLO che stava eseguendo un lavoro in via Aiace a Partanna Mondello MANCUSO mi disse di inviare CIARAMITARO e CAVIGLIA. MANCUSO mi ha detto che il costruttore si era accordato con PALUMERI per la cifra di 3 mila € poi consegnata a MANCUSO nel giugno del 2007. Lo stesso ingegnere doveva realizzare un altro lavoro in via Castelforte ed in tal caso anziché pagare il pizzo fu imposta quale ditta esecutrice dei lavori quella di Michele D‘ACQUISTO in società con FRANZESE.

 
Ancora, lo stesso MORELLO doveva realizzare 3 ville in Via Fabio Besta a Cardillo. Fu stabilito che i lavori dovevano essere eseguito in una villa da Mimmo SERIO, Andrea GIOE‘ e Sandro LO PICCOLO in società tra loro; un‘altra doveva essere realizzata da Francesco FRANZESE con Michele ACQUISTO; infine la terza da parte di Piero ALAMIA.

(…)

 
In merito alle predette ville di via Fabio Besta vi era l‘accordo con il costruttore Morello per versare la somma di 10 mila € a villa ma non sono a conoscenza del pagamento.
 
Nel corso di un successivo interrogatorio Antonino NUCCIO effettua un positivo riconoscimento fotografico di Michele ACQUISTO. Si riporta di seguito lo stralcio del verbale di interesse:
 
Interrogatorio del 16.04.2008 di NUCCIO Antonino

Adr: Foto nr.1. Riconosco Michele ACQUISTO dello Zen che era in società con FRANZESE in una impresa di lavori edili. 128

L‘Ufficio da atto che si tratta di ACQUISTO Michele, nato a Palermo il 18 aprile 1953.

 
Detto riconoscimento viene confermato dal NUCCIO in un successivo interrogatorio nel corso del quale il collaboratore riprende anche la questione dei cantieri di via Besta e via Castelforte:
 
Interrogatorio del 15.05.2008 di NUCCIO Antonino

Nella foto nr°1 riconosco ACQUISTO Michele, imprenditore edile con il quale lavorava FRANZESE. Quest‘ultimo era intenzionato a favorire ACQUISTO nella realizzazione dei lavori in modo da dividerne gli utili. Ricordo che ACQUISTO stava eseguendo delle ville in via Castelforte ed in via Fabio Besta a Partanna Mondello.

 
L‘Ufficio dà atto che la foto nr°1 ritrae ACQUISTO MICHELE, nato a Palermo il 18.04.1953;

L‘indagato è persona nota anche al collaboratore di giustizia Maurizio SPATARO che riferisce sul suo conto nel corso dell‘interrogatorio del 17-12-2008.

 
Si riporta di seguito il relativo stralcio di verbale:

Interrpgatorio del 17.12.2008 di SPATARO Maurizio

Non riconosco la persona raffigurata nella foto nr. 10. L'ufficio da atto che si tratta di ACQUISTO Michele nato a Palermo il 18.04.1946. Lo conosco bene. Faceva da tramite tra Diego DI TRAPANI e BONANNO Giovanni. Col BONANNO si incontrava presso il cantiere dell'INZERILLO allo zen. Faceva da autista al DI TRAPANI e si occupava, in effetti, di questioni riguardanti Cosa Nostra che affrontava col BONANNO.

 
Della vicenda il collaboratore aveva già riferito nel corso dell‘interrogatorio in cui ricostruiva le tappe dell‘ascesa criminale e della successiva caduta in disgrazia di BONANNO Giovanni.
 
Interrogatorio di SPATARO Maurizio del 28-11-2008

SPATARO Maurizio Giovanni glieli ha fatti avere, sì, però gli ha detto che era l‘ultima volta che voleva avere rapporti con Giovanni, infatti da quel periodo Giovanni cominciò ad avere problemi. Nella Pasqua successiva, ricordo bene, nel riscuotere i soldi delle estorsioni c‘erano persone che si erano andati già ad incassare soldi, anche se Giovanni non li avesse autorizzati loro lo stesso erano autorizzati da Diego DI TRAPANI perché era la persona, l‘anziano di Resuttana e si poteva occupare benissimo, senza bisogno di Giovanni, di andare a riscuotere, non il DI TRAPANI, soggetti per conto suo, di andare a riscuotere.

P.M. PACI Altre persone mandate da Diego DI TRAPANI.

SPATARO Maurizio DI TRAPANI, esattamente.

P.M. PACI E chi erano queste altre persone?

SPATARO Maurizio Le persone vicine a DI TRAPANI non lo so. So soltanto che una volta Giovanni s‘incontrò per un chiarimento con Michele ACQUISTO nelle villette che stavano costruendo in via …., vicino allo Zen. Queste ville nuove, sulla destra, fatte da ……, di fronte le case popolari. Non mi ricordo in questo momento la via. E‘ la strada che porta al centro Olimpo. Si vede là con Michele D‟ACQUISTO per questo chiarimento e Michele   D‟ACQUISTO dopo gli doveva dare una risposta, ma non so se poi si sono visti perché il motivo dell‘incontro con Michele era che Giovanni gli doveva fare sapere a Diego DI TRAPANI che lui non aveva sbagliato in niente. Però in quel periodo tutti si lamentavano di come Giovanni potesse gestire i soldi delle estorsioni e i detenuti che si lamentavano che non gli arrivavano i soldi.

 
In relazione alle dichiarazioni di FRANZESE Francesco, nel tratto in cui ha riferito che ACQUISTO Michele è un costruttore che ha lavorato con diversi uomini d‘onore, tra i quali ORLANDO Felice, si riportano le dichiarazioni rese da VELARDI Mario.
 
Si tratta di un collaboratore di giustizia a conoscenza di vicende della famiglia di Tommaso Natale relative ai primi anni '90.

Quest‘ultimo sentito in data 19.07.1995, alle ore 10,10 dalla Procura di Palermo, in ordine alle sue conoscenze sulla famiglia mafiosa operante nel quartiere di Tommaso Natale – Cardillo, riferiva che una persona vicina a ORLANDO Felice era tale D‘ACQUISTO Michele, evidentemente riferendosi all‘odierno indagato del quale aveva inconsapevolmente storpiato il cognome.

 
Si riporta di seguito lo stralcio del relativo verbale.

Interrogatorio di VELARDI Mario del 19-7-2005:

A.D.R.: Giovanni PALAZZOLO è una delle persone di fiducia che assiduamente frequentano i figli di Totuccio LO PICCOLO, Pino LO VERDE ed ORLANDO Felice. Non mi risulta che lo stesso sia "uomo d‘onore".-----------------------------------

A.D.R.: Allorquando io parlo di "uomo d‘onore", intendo riferirmi al fatto che la persona da me così indicata è persona che è stabilmente inserita nella "famiglia" del Cardillo, per quanto ho visto ogni giorno e per quanto io ho sentito, alla luce dei continui rapporti di frequentazione, di sottoposizione, di permessi da chiedere per il compimento di determinate attività illecite, a CUSIMANO Giovanni.------------------

A.D.R.: Mi risulta che ORLANDO Felice abbia avuto rapporti per attività illecite, delle quali però non so specificare i particolari, con Totò ABBATE, che ha una gioielleria allo ZEN, in Via Luigi Einaudi, e Michele D‟ACQUISTO, abituale accompagnatore di ORLANDO Felice.----- 130

 
In un successivo interrogatorio reso in data 25.09.1995 VELARDI Mario era ancora più preciso, fornendo anche una descrizione del ―Michele D‘ACQUISTO‖ cui si riferiva.

Interrogatorio di VELARDI Mario del 25-9-2005:

A.D.R.: Che ORLANDO Felice fosse una persona che comandava più del BASILE a me risulta sia dal fatto che quando c‘era lui tutti lo salutavano con deferenza, sia dal fatto che io l‘ho visto sempre con ―persone giuste‖, quali Michele D‟ACQUISTO, Giuseppe CASTAGNA, i figli di LO PICCOLO, Sandro detto Totò e Calogero, Piero LOPEZ, elettrauto di via Fabio Besta. Aggiungo inoltre che di quanto contasse ORLANDO Felice mi sono reso personalmente conto in occasione dell‘incontro che ho avuto con lo stesso a seguito della lite con mio cognato MATARAZZO Stefano, del quale ho già riferito, nonchè in occasione dell‘episodio che ha riguardato MAZZE‘ Franco e di cui parimenti ho già parlato.

A.D.R.: Non mi risulta che l‘ ORLANDO Felice abbia interessi in un locale situato nei pressi di Punta Raisi.

A.D.R.: L‘ufficio mi chiede chiarimenti su quanto da me affermato relativamente al fatto che l‘ORLANDO Felice contasse e comandasse di più rispetto al BASILE e che quest‘ultimo aveva un certo comando all‘interno dello Zen 2, slegato dal consenso di ORLANDO Felice. A tal proposito dichiaro: ―BASILE Felice era il tipo che agiva di testa sua e che sentiva di avere il controllo della situazione nell‘ambito dello Zen 2. Il BASILE si interessava per recuperare gli oggetti rubati, per approviggionare gli alloggi ai richiedenti, in genere dietro compenso di due milioni circa, dei furti in appartamenti, degli incendi e dei furti degli autoveicoli, di comporre le liti. Aggiungo che al di fuori dello Zen 2 mi consta che il BASILE non contava nulla, invece l‘ORLANDO Felice è una persona rispettata anche al di fuori dello Zen 2‖.

A.D.R.: Il Michele D‟ACQUISTO del quale ho parlato è di corporatura robusta, di età di circa 40 anni, capelli castani, con occhiali da vista. L‘ho sempre visto insieme con ORLANDO Felice e talvolta non portava gli occhiali poichè gli mancano pochi gradi. Giuseppe CASTAGNA, altra persona che ho visto spessissimo insieme con ORLANDO Felice, si occupa credo di lavori di muratura e ciò per averlo visto sporco di calce. Mi è capitato di vederlo in una officina situata a Partanna prima di dove è ubicata la Caserma dei Carabinieri, sulla destra. Tale officina è gestita da persona della quale sconosco il nome che è di statura bassa, circa 1,60, di coporatura sul robusto, occhi chiari, capelli biondi, di carnagione scura, di circa 40 anni.

 
Va rilevato che le caratteristiche fisico-somatiche citate dal VELARDI sul soggetto da lui conosciuto come Michele D‘ACQUISTO, corrispondono a quelle dell‘indagato ACQUISTO Michele. Questi, infatti, essendo nato il 18.04.1953, all‘epoca dell‘interrogatorio aveva poco meno di 40 anni e dalla foto riportata nell‘allegata scheda biografica si può notare la corrispondenza del colore castano dei capelli e la corporatura tendente al robusto.
 
Ad ulteriore riscontro del fatto che ACQUISTO Michele fosse ―vicino‖ ad ORLANDO Felice si riferisce che i due in data 18.03.1996, alle ore 09.31, venivano controllati assieme in questa via Castellana, allorquando si trovavano a bordo della autovettura Y10 targata PAB11715, così come si evince dalla stampa tratta dall‘archivio informatico della Squadra Mobile64
 
64 cfr. all.to nr.15 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

65 Vedi sul punto anche l‘informativa di reato della Sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Palermo del 26.11.2005

66 Vedi sul punto la sentenza del GUP di Palermo ZIINO del 7-8-2008 di condanna di COLLESANO Rosario e la sentenza della III sez del Tribunale di Palermo del 3-7-2009 di condanna di COLLESANO Vincenzo

 
La vicinanza di ACQUISTO Michele ad alcuni esponenti mafiosi, era già emersa nel corso delle indagini effettuate sul mandamento mafioso di San Lorenzo, nell‘ambito del procedimento penale nr. 2898/99 N.C. e compendiate nella richiesta di misura cautelare avanzata da questo Ufficio e accolta dal GIP di Palermo in data 8 marzo 2005 (c.d. operazione ―Piana dei Colli‖), nonchè nella richiesta di misura cautelare avanzata da questo ufficio nell‘ambito del proc. 4006/2006 R.G.N.R. e accolta dal GIP di Palermo in data 21-1-2007 (c.d. operazione Occidente65). .
 
In particolare nel corso delle intercettazioni delle conversazioni tra presenti all‘interno dell‘ufficio della rivendita di ceramiche artistiche sita in Viale Regione Siciliana N.O. nr. 4589, in uso a GOTTUSO Salvatore, nato a Palermo il 15.03.1946, erano state registrate due importantissime conversazioni, in data 20 e 28 gennaio 2004, che consentivano di delineare le dinamiche criminali di quel periodo all‘interno della famiglia mafiosa di Partanna/Mondello.
 
Nello specifico, il contenuto delle conversazioni intercettate consentiva di comprendere, già allora, il ruolo di rilievo, in seno alla famiglia mafiosa di Partanna/Mondello, che avrebbe assunto DAVI‘ Salvatore cl. 48, da poco scarcerato dopo avere espiato una condanna a 25 anni di reclusione per l‘omicidio dell‘agente della Squadra Mobile Gaetano CAPPIELLO. L‘attività tecnica in corso consentiva inoltre di documentare la operatività nell‘ambito della citata cosca dei fratelli COLLESANO Vincenzo e Rosario, tutti soggetti oggi detenuti per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso66.

In quel periodo gli incontri tra vari esponenti mafiosi all‘interno del locale di pertinenza del GOTTUSO si erano particolarmente intensificati in quanto era in corso la trattativa, tra due opposte fazioni della famiglia mafiosa di Partanna/Mondello, per chi dovesse realizzare un opera edificabile di ampie dimensioni in quel territorio. Sullo sfondo della trattativa emerge la mancanza di chiarezza sulla leadership di quella cosca mafiosa, avendo la scarcerazione del DAVI‘ Salvatore creato non pochi contrasti.

 
Nella conversazione del 28.01.2004 che di seguito si riporta in stralcio, è lo stesso DAVI‘ Salvatore a confermare al GOTTUSO la legittimazione del suo ruolo di vertice in seno alla famiglia di Partanna e proprio in tale conversazione risulta il nominativo di ACQUISTO Michele come soggetto schierato con COLLESANO Vincenzo, personaggio emergente della citata cosca mafiosa (peraltro condannato in primo grado dalla III sez penale del tribunale di Palermo per il delitto di cui all‘art.416 bis c.p.).
 
Stralcio della trascrizione della conversazione tra presenti intercettata in data 28.01.2004 alle ore 16.40, all‘interno della ditta S.B.S. S.r.l. sita in viale Regione Siciliana N.O. nr.4595,

INTERLOCUTORI:

G : GOTTUSO Salvatore;

D: DAVI‘ Salvatore;

D: Poi sono venuto per un altro discorso, perché Giuseppe mi ha detto che tu… avevi avuto qualche contatto con le persone interessate

G: Si!

D: E allora?

G: Io ho avuto contatto sia con quelli che con questi, però è giusto che… sei venuto tu da solo e te lo dico, bello… perché se c‘era Giuseppe ti dicevo: ―vieni un‘altra volta‖! Perché non capisco che sta succedendo a Partanna

D: Parla, ci sono discorsi

G: I fratelli, e tutti! Dici perché? Se io parlo con te per andare a parlare con il proprietario, a me all‟orecchio mi arriva addirittura che Totuccio LO PICCOLO sa questo discorso, e gli ha detto a un altro: "no, vatti a fare tutto il lavoro tu, senza problemi e senza niente!" Com‘è questo discorso, come te lo deve dare? Perché tu non ci sei stato e magari…

D: (incomprensibile) a Partanna

G: Si, si, io te lo dico perché già tu mi hai capito quello che voglio dire

D: Tu ti sei interessato di questo fatto?

G: Logico

D: Ed è come ti dico io!!

G: Io mi sto interessando, non è che mi sono fermato! Io fino… fino a dieci minuti fa, io mi sto interessando, però non vorrei che questi fanno… perché uno prende da qua, uno prende da qua, e… l‟altro ieri è venuto un altro qua e… "ma che c‟entri tu in questo discorso?" Michele… Michele… Michele ACQUISTO 
D: Chi è questo Michele ACQUISTO?

G: Quello dello Z.E.N.

D: E chi cazzo lo conosce, scusando l‟espressione?

G: E vabbè, ma… ma siccome è compare…

D: Ma allora me la fai una cortesia?

G: E‟ compare del fontaniere, il piccolo, come si chiama?

D: Enzo67?

 
67 Enzo il fontaniere si identifica proprio nel COLLESANO Vincenzo (nato a Palermo il 30.1.1953) sopra menzionato

68 Il Giuseppe menzionato si identifica in BRUNO Giuseppe (nato a Palermo il 16.03.1962) detto castagna, uomo d‘onore della famiglia di Partanna Mondello molto vicino a DAVI‘ Salvatore (detto Totuccio) già condannato con sentenza passata in giudicato per il reato di cui all‘art. 416 bis e attualmente detenuto in stato di custodia cautelare in carcere per il medesimo reato e per i delitti di estorsione di stampo mafioso (vedi sentenza del GUP ZIINO del 7-8-2008 e ordinanza del GIP di Palermo PINO del 16-1-2008)

 
G: Con Enzo, ci sono cose che… uno prende da qua, uno prende da là…

D: Totò, io a te ti ho fatto una preghiera, tu mi hai esposto il fatto e io ti ho detto: "interessati"

G: No, ma io mi sto interessando, già siamo quasi alla fine

D: E mi fai… e mi tieni al corrente con Giuseppe68, è giusto? Perché Giuseppe ha modo di potermi rintracciare, molto più facilmente di te, e se non ricordo male, vi ho detto sia a te che a Giuseppe che questi discorsi li so io, li sai tu e (incomprensibile), tutto il resto non mi interessa niente! Ouh, se qualcun altro viene e ti viene a dire un altro discorso di quello che parliamo noi, io ti autorizzo a dirgli: "io so di andare avanti! Se voi avete cose da chiedere a me non le domandate, andate dove ve ne dovete andare, cercatevi la strada"

G: Eh, e come faccio?

D: Senza dirgli il mio nome però

G: Noo…

D: Alt, un minuto

G: Io nomi non ne faccio di nessuno, io i vostri nomi non li faccio a nessuno

D: Anche se tu potresti pensare che potrebbero essere amici miei, è giusto? Io per questo te lo sto dicendo! Cioè, tu gli puoi dire…

G: Noi abbiamo i capelli bianchi! Se io ti sto facendo qualche confidenza è perché noi abbiamo i capelli bianchi

D: Tu gli puoi dire a loro…

G: Io con qualcuno ho paura di parlare, parliamoci chiaro 
D: Tu gli puoi dire, visto che siamo tutti e due soli, "andatevi a cercare la strada, che io so quello che… sono autorizzato ad andare avanti!"

G: Va bene

D: Stop! Poi loro lo sanno dove se ne devono andare!! Siccome ci sono cento cani sopra un osso, a me questo mi sta sui coglioni

G: Si, ma cento cani sopra un osso di discorsi persi

D: Perché a tutti questi signori io che gli ho detto, gli ho detto: "non vi immischiate in questo discorso, perché interessa a me"! (incomprensibile) così che loro vanno ―babbiando‖ in questo modo, e falli ―babbiare‖, quando loro vengono gli dici: "io devo andare avanti per i cazzi miei, se voi avete interesse a saperli questi discorsi andate a farvi la strada per i fatti vostri!"

G: Quello è pronto per andare a fare l‘atto

 
Le risultanze processuali degli ultimi anni hanno pienamente dimostrato come l‘investitura del DAVI‘ a reggente della famiglia mafiosa di Partanna, fosse effettivamente arrivata direttamente da Salvatore LO PICCOLO.

Le ulteriori conversazioni intercettate in quel periodo fornivano chiare indicazioni circa le due contrapposte fazioni: una, quella che originariamente aveva avuto il benestare dal latitante Totuccio LO PICCOLO, costituita da COLLESANO Vincenzo, ACQUISTO Michele, CUSIMANO Salvatore ed altri soggetti non identificati; l‘altra, quella che successivamente si era imposta, grazie ad una mutato orientamento del LO PICCOLO, costituita da Totò DAVI‘, COLLESANO Rosario e Giuseppe BRUNO.

 
Giova evidenziare che la identificazione di ACQUISTO Michele citato nella conversazione per l‘odierno indagato è assolutamente certa in quanto presso l‘ufficio anagrafe del Comune di Palermo risulta censito soltanto un ACQUISTO Michele in età adulta, ovvero l‘odierno indagato il quale, come dice il GOTTUSO, abita nel quartiere ZEN69. Peraltro il citato ACQUISTO Michele era solito frequentare l‘ufficio di GOTTUSO Salvatore e, come vedremo, intratteneva contatti telefonici con altri indagati.
 
69 cfr. all.to nr.11 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

70 cfr. all.to nr.12 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

 
La circostanza che ACQUISTO Michele frequentasse l‘ufficio di GOTTUSO Salvatore, infatti, è rilevabile da altre conversazioni, tra le quali quella intercettata in data 16.12.2003, alle ore 10.5570, allorquando all‘interno erano presenti oltre il citato ACQUISTO Michele, anche DI NAPOLI Pietro, MUSSO Giuseppe e BRUNO Vincenzo, tutti poi tratti in arresto in esecuzione di Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere poiché ritenuti, a vario titolo, facenti parte del mandamento mafioso della Noce.

A riscontro di quanto riferito da GOTTUSO Salvatore, circa gli stretti rapporti tra ACQUISTO Michele e COLLESANO Vincenzo, va citata la conversazione intercettata in data 12.05.2004, alle ore 08.23, in uscita dall'utenza nr. 3488529048 in uso a COLLESANO Vincenzo, diretta all‘utenza nr. 3388522109 in uso ad ACQUISTO Michele, la cui trascrizione 135

si allega alla presente richiesta71, dalla quale emergono inequivocabilmente i toni confidenziali degli interlocutori e la cointeressenza in qualche affare che indicato dai due con termini criptici.

 
71 cfr. all.to nr.13 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

72 cfr. all.to nr.14 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

73 cfr. all.to nr.16 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

74 cfr. all.to nr.17 alla informativa 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo.

 
Va detto che dall‘analisi del traffico telefonico intercettato nell‘ambito della predetta indagine, elaborato tramite il sistema informatico ―Intercept‖, sono emersi, dal 6.03.2004 al 24.06.2004, tra le due utenze telefoniche anzidette 69 contatti . Pressoché nello stesso periodo risultano altri 5 contatti tra l‘utenza radiomobile in uso a COLLESANO Vincenzo e l‘utenza 091/243786 intestata ed in uso a ACQUISTO Michele72 .
 
1.2 I riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori

Le dichiarazioni rese dai collaboratori hanno trovato plurimo e specifico riscontro.

 
Oltre a quanto già riferito sopra in ordine alla pregressa attività tecnica compiuta in relazione alla locale cosca dalla Squadra Mobile di Palermo va rilevato che le anzidette propalazioni sono state riscontrate anche sotto il profilo della attendibilità estrinseca.

In particolare, per quanto concerne l‘individuazione di tre ville in costruzione in via Fabio Besta indicate dal collaboratore Antonino NUCCIO, è stato sentito dalla polizia giudiziaria l‘ingegnere PIAZZA Calogero73il quale ha riferito di avere affidato nel novembre del 2007 alla impresa edile di CIRAVOLO Paolo i lavori di realizzazione di 4 ville in via Fabio Besta, su altrettanti lotti di terreno, provenienti quest‘ultimi da un piano di lottizzazione che aveva personalmente curato nell‘anno 2003, essendo il fondo proprietà di famiglia. Nulla sapeva invece riferire su tale ingegnere MORELLO, dichiarando soltanto di conoscere un anziano ingegnere che faceva di cognome ―Morillo‖.

 
Va detto che da un sopralluogo effettuato da personale dipendente in questa via Fabio Besta, in atto, non vi sono altre ville in costruzione se non quelle dell‘ingegnere PIAZZA Calogero. Inoltre, gli ulteriori accertamenti effettuati su tale Ingegnere MORILLO, identificato per MORILLO Antonio di Ferdinando, nato a Palermo il 17.06.1929 ed ivi già residente in via Casimiro DRAGO nr. 4, deceduto in data 03.10.2007, non hanno consentito l‘individuazione delle ville in costruzione cui fa riferimento NUCCIO Antonino74.
 
2.BIONDO MARIO

Il quadro gravemente indiziario a carico di BIONDO Mario per il delitto di partecipazione all‘organizzazione mafiosa Cosa Nostra si evince dalla analisi ed interpretazione della documentazione sequestrata in occasione dell‘arresto il 5 novembre 2007 di LO PICCOLO Salvatore e Sandro, nonché dalle precise e convergenti dichiarazioni di NUCCIO Antonino, TRAPANI Marcello e SPATARO Maurizio.

 
Tra la documentazione sequestrata ai latitanti LO PICCOLO esistono due ―pizzini‖, catalogati dalla P.G. come reperti D59 e D60 a firma ―Camion‖.

Si riporta la missiva catalogata D 59:

 
LETTERA MANOSCRITTA DATATA 04-09-07 D59

Ciao cugino mio spero che ai passato una Buona estate e come spera il mio cuore mi auguro che questa mia lettera vi trovi a tutti bene come ti posso dire di tutti noi, caro cugino come ti avevo detto nell‘ultima lettera lo stabilimento dove lavoro io è stato venduto è la comprato F.lli ARENA di Enna Valguarnera a me se è possibile m‘interessa la distribuzione e se mi possono lasciare un po di spazio per parcheggiare perché io ancora oggi il parcheggio c‘è lo la dentro, io spassionatamente mi ci posso presentare per parlagli però pensaci e mi fai sapere

Carissimo cugino mio mi a cercato SEBASTIANO CRIVELLO che a rilevato una sorgente di acqua nelle Calabrie per fargli i trasporti parlando parlando mi dice che per‘ adesso a un contratto in affitto e ce la possibilità di comprarla con poco e se io sono interessato assieme a lui e ce anche un avvocato, se è una cosa che ci può interessare fammi sapere al più presto che io prendo piu informazioni possibile, tu per sapere qualcosa di più su CRIVELLO puoiparlare con FRANCO PALUMBELLO.
Carissimo cugino ci sono lamentele un po da tutti per l‘agenzia Gioco V.le Strasburgo questo si tira molto gioco perché a fatto molto publicità e le quote più alte e gli altri tipo GIOVANNI e l‘amico mio sono fermi vedi un po‘ tu se è possibile di aggiustare sti ragazzi, fammi sapere se io ti posso aiutare anche perché chi gli dà la possibilità di lavorare a questo del V.le Strasburgo e un‘amico mio di Partinico pensaci e poi mi fai sapere.

Caro cugino nel terreno di mio fratello si deve fare un muro di recinzione e siccome sappiamo com‘è combinato ho pensato di dirglielo a tuo cugino PIERO, mi fai la cortesia di dirgli di fare un prezzo stretto e se gli da un po di spazio nel pagamento, io ora gle lo dico che si deve fare questa recinzione

Adesso carissimo mio cugino chiudo questa lettera mandandoti un‘abbraccio

forte forte che il Nostro Signore Gesù vi benedica sempre non dimenticare di salutarmi papà un forte abbraccio da parte mia per lui e per te carissimo cugino ti stringo forte forte a me

Ciao a presto e scusami se sono noioso ciao tuo cugino CAMION

04-09-07

Dalla lettera si evince, dunque, che Camion chiedeva a Sandro LO PICCOLO di intercedere in suo favore per assicurarsi la distribuzione per conto della ditta di tale ARENA di Enna che aveva acquistato recentemente uno stabilimento ove aveva sempre lavorato.

Ancora, Camion chiedeva l‘autorizzazione a Sandro LO PICCOLO per una iniziativa economica con tale Sebastiano CRIVELLO intenzionato ad acquistare in Calabria una sorgente d‘acqua.

Infine, Camion informava Sandro LO PICCOLO in merito all‘andamento di una agenzia di scommesse di Viale Strasburgo per sollecitargli delle iniziative intimidatorie finalizzate, da un lato, a frenarne l‘espansione e, dall‘altro, ad agevolare le altre agenzie di scommesse che si erano lamentate ed avevano richiesto il suo intervento.

I precisi riferimenti contenuti nella missiva hanno consentito di identificare l‘estensore in BIONDO Mario e di riscontrare tutte le vicende e gli altri soggetti espressamente menzionati.

Innanzitutto, atteso che il manoscritto è stato redatto da un soggetto che esercita l‘attività economica di autotrasportatore o comunque è titolare di una ditta di autotrasporti è determinante la circostanza che BIONDO Mario è socio, unitamente al fratello Francesco, nato a Palermo il 6.04.1964, proprio di una ditta di autotrasporti, denominata ―AUTOTRASPORTI LOBI SRL dei Fratelli BIONDO‖, con sede a Palermo in V.le Regione Siciliana Nord-Ovest nr.8370‖ che si occupa della distribuzione di generi alimentari.

 
I ―fratelli ARENA di Enna Valguarnera‖ sono stati identificati in ARENA Gioacchino e ARENA Cristofero in quanto titolari di numerose aziende di Valguarnera Caropepe (EN) operanti nel settore della grande distribuzione con il marchio SIDIS.
 
Lo‖stabilimento‖ menzionato è quello della ―Coca Cola‖ di Palermo, situato in via Rosario Nicoletti nr°17-19, di proprietà della società ―SIBEG‖ atteso che ARENA Gioacchino, sentito dalla P.G. in data 25 novembre del 2008, ha confermato l‘interessamento per la compravendita  dell‘immobile, circa un anno e mezzo prima, con il titolare Luca BUSI che aveva rifiutato l‘offerta. L‘ARENA ha aggiunto di avere reiterato a BUSI la proposta di acquisto poco tempo dopo alla presenza di ORSINI Nunzio, dirigente della ―SIBEG‖.

ORSINI Nunzio, in data 18 aprile 2008, ha riferito non solo della conoscenza con i fratelli BIONDO Mario, Salvatore e Francesco, ma anche dell‘attività di distribuzione della loro ditta per conto della ―Coca Cola‖, circostanza confermata dai collaboratori di giustizia CRACOLICI Isidoro il 13.11.1998, NUCCIO Antonino il 7.2.2008 e SPATARO Maurizio il 17.12.2008.

 
Appare di tutta evidenza che la notizia circa un imminente acquisto da parte dei fratelli ARENA dello stabilimento della ―Coca Cola‖ di Palermo sia stata acquisita da BIONDO Mario personalmente dall‘ORSINI in quanto dirigente della SIBEG presente durante i viaggi nel corso dei quali ARENA Gioacchino e BUSI Luca hanno trattato la questione.

Il ―Franco PALUMBELLO‖ si identifica in PALUMERI Francesco, nato a Palermo il 10.05.1960, titolare della omonima impresa individuale avente come oggetto sociale la costruzione di edifici residenziali ed affini, già condannato con sentenza definitiva per il delitto di cui all‘art. 416 bis c.p. e nuovamente tratto in arresto il 16.1.2008 ed il 30.6.2008, nel procedimento penale nr°38/08 R.G., per i reati di partecipazione alla famiglia mafiosa di Tommaso Natale-San Lorenzo, diretta da Salvatore e Sandro LO PICCOLO, nonché per i delitti di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso.

―CRIVELLO Sebastiano‖ si identifica nell‘omonimo, nato a Termini Imerese il 14.10.1951 e residente a Palermo in via Grotte Partanna nr. 5, titolare di una ditta di costruzioni denominata ―MONDELLO COSTRUZIONI SPA‖, già condannato con sentenza definitiva per il delitto di cui all‘art. 416 bis c.p.

Il ―GIOVANNI‖ si identifica in BOTTA Giovanni, nato a Palermo il 19.4.1963, perché tratto in arresto, nel procedimento penale nr°38/08 R.G., il 16.1.2008 per i delitti di cui agli artt. 416 bis c.p., 648 bis c.p. ed esercizio abusivo dell'organizzazione del gioco del lotto, in quanto soggetto delegato da Salvatore e Sandro LO PICCOLO alla gestione delle scommesse clandestine, delle sale Bingo, dei videopoker e delle slot machines.

Il titolare della agenzia di scommesse di V.le Strasburgo è stato identificato in QUATTROCCHI Antonino, nato a Monreale il 19.08.1964, in quanto titolare, dal 9 settembre del 2006, dell‘agenzia di scommesse sportive denominata ―Sportnetbet‖ sita a Palermo in viale Strasburgo n. 384.

QUATTROCCHI, in data 16 aprile 2008, non solo ha riferito di numerosi atti intimidatori commessi nel 2007 ai danni della sua agenzia, ma anche ricordato la visita presso la sede della sua ditta proprio di BOTTA Giovanni che gli aveva richiesto di associarsi alla società di scommesse rappresentata dal medesimo Botta.

L‘analisi del reperto catalogato D60 offriva ulteriori e significativi elementi a conferma dell‘identificazione di BIONDO quale estensore dei suddetti manoscritti.

Si riporta il reperto D60:

 
LETTERA MANOSCRITTA D60

Ciao carissimo cugino ho appreso dal‘ultima tua lettera che grazia a 139

Dio state tutti bene cosi ti posso assicura anche di tutti noi.

Caro cugino vado subito a parlarti di qualche cosa, per CT giusto tu

dici per come mi hai detto nella penultima lettera che MADONIA e già

apposto forse ti sfugge che due anni fa mi ai mandato a presentarmi da ENZO mandandogli i saluti di papà e quelli tue e gli abbiamo raccomandato

pure a lui e ancora oggi io sono sempre in contatto con loro, io da

GIANCARLO come mi avevi detto tu ci sono andato a cercarlo un mese

fa e lui scusandosi che aveva saltato l‘appuntamento con MADONIA mi ha detto che l‘indomani o massimo dopodomani ci andava per mettersi d‘accordo per un nuovo appuntamento ma fino a ieri ancora non c‘è andato, MADONIA vuole essere presentato perché gli serve una persona di fiducia per farlo responsabile la a CT, se tu vuoi gle lo posso portare anche io (questo lo valuti tu e poi mi fai sapere). Grazie per gli auguri della parruccheria,la settimana scorsa mi sono incontrato con TOTINO LOB. dove parlando parlando mi dice che a un progetto di aprire un centro benessere a cinque piani accanto da lui e mi ha detto parruccheria e centro estetico

sarebbe contento di affidarlo a me gli altri reparti ad‘altri, però

me venuto in mente una cosa siccome si parla di piscina e forse addirittura

tutto convenzionato io non so più lui com‘è combinato non vorrei

che c‘è sempre lo zampino di quel crasto del DOTT. , io il progetto che

a lui lo guardo e nel frattempo tu valuti la cosa e poi mi fai sapere.

Un‘altra cosa ancora mi sono incontrato con G. BOTTO dove siamo rimasti

a parlare più di un‘ora e mi diceva di tutti questi agenzie che ci sono

vicino a noi tipo V.Strasburgo, P. Trilussa lamentandosi che le cose vanno

male anche perché c‘è il problema licenze che ora è difficile ottenerle

infatti lui mi dice che sta passando i quai, lui dice ci vorrebbe un po di

sistemazione, per l‘amico mio di V.F. Di Giovanni si sta interessando lui per

fargli avere un‘autorizzazzione l‘amico mio le licenze c‘è lia tutte

anche l‘autorizzazzione forse la trovata pure anche per questo

fammi sapere tu se a noi può interessare. un‘altra cosa LIDEL mi interessa

se è possibile fargli la distribuzione dei volantini, lo stabilimento dove

lavoro io venerdi scorso l‘anno venduto chi la comprato ancora non

lo so spero che lo sai tu so soltanto che un ipermercato grosso locale.

Adesso caro cugino chiudo anche se non vorrei, mi devi salutare papà

affettuosamente e un‘abbraccio forte forte per te sei sempre nei miei

pensieri, se riesci a farti un paio di giorni non pensare a niente rilassati

e che il signore ti benedica e ti faccia esaudire tutto quello che spera

il tuo cuore

Aspetto al più presto con tutto il cuore tue notizie Ciao

07 -08 -07 Ti voglio tantissimo

Bene tuo cugino

CAMION

 
Da questa seconda lettera si evince che Camion ricordava a Sandro LO PICCOLO la ―messa a posto‖ di tale MADONIA, proponendosi per la presentazione del medesimo MADONIA a soggetti di Catania, atteso che Giancarlo non aveva rispettato diversi precedenti appuntamenti con questi ultimi. Nel prosieguo ringraziava l‘interlocutore per gli auguri per 140

l‘inizio dell‘attività commerciale di parruccheria, infine lo informava di un progetto per l‘apertura con tale Totino LOB. di un centro estetico, da realizzare in locali a più livelli, fornito addirittura di piscina e da convenzionare col Servizio Sanitario Nazionale, manifestando il timore che l‘operazione economica celasse l‘iniziativa di ―quel crasto del DOTT‖. Camion concludeva dichiarando di attendere indicazioni e disposizioni dal latitante.

In vero, se non è stato possibile individuare il MADONIA diversa conclusione riguarda il ―Giancarlo‖ che si identifica in Carmelo Giancarlo SEIDITA, nato a Palermo il 19.04.1975, tratto in arresto il 16.01.2008, nel procedimento penale nr°38/08 R.G., per il reato di associazione mafiosa ed estorsione, in quanto reggente del mandamento della ―Noce-Cruillas‖. In particolare, il collaboratore di giustizia FRANZESE Francesco, nel verbale di interrogatorio del 5 maggio 2008, ha riferito dei rapporti che il predetto SEIDITA curava, in rappresentanza dei LO PICCOLO, con esponenti di vertice dell‘organizzazione mafiosa di Catania, segnatamente SANTAPAOLA e Nicola SEDICI di Catania.

Ancora, è stato accertato che la moglie di BIONDO Mario, PRESTANA Melchiorra Giuseppa, nata a Palermo il 02.06.1970, risulta effettivamente titolare di una parruccheria, sita in Via Nuova 6/A, aperta in data 09/07/2007, quindi circa un mese prima della data riportata sulla missiva 7.08.07.

Quanto, infine, al soggetto definito ―quel crasto del Dott.‖, questi deve essere senz‘altro identificato in CINA‘ Antonino, nato a Palermo il 28.04.1945, in quanto tratto in arresto il 18.6.2006 per il delitto di cui all‘art. 416 bis c.p. nell‘ambito dell‘operazione denominata ―Gotha‖ nel procedimento penale nr°2474/2005 R.G.; dal compendio di tutte le attività di indagine, segnatamente dalle risultanze delle intercettazioni ambientali, era emerso che CINA‘ era soprannominato il dottore in quanto laureato in neurologia e soprattutto era in violenta contrapposizione con Salvatore LO PICCOLO per la reggenza del mandamento di Tommaso Natale-San Lorenzo (cfr OCCC del 18.6.2006) e per tale motivo un soggetto molto vicino ai LO PICCOLO come BIONDO lo indica in maniera dispregiativa (―quel crasto‖).

 
Dunque, per effetto di tali precise, univoche e convergenti considerazioni nessun dubbio che ―Camion‖ sia BIONDO Mario in stretto rapporto, quanto meno epistolare, con Sandro LO PICCOLO.
 
L‘analisi dei reperti D59 e D60 ha evidenziato che il contenuto dei suddetti documenti, rinvenuti e sequestrati il 5 novembre 2007, appare fortemente caratterizzato dai frequenti riferimenti a soggetti e vicende direttamente riconducibili alla gestione degli ―affari‖ di Cosa Nostra.

Un‘organizzazione che si è in larga parte retta su questi ordini epistolari, talvolta dati in termini di consiglio o suggerimento, talaltra in forma più perentoria e diretta, ma sempre implicanti l‘assoluta supremazia dei soggetti di vertice che, avendo difficoltà a contattare direttamente gli altri capi o sottoposti, affidavano ai ―pizzini‖ il loro volere ed il loro dictum.

Un siffatto sistema implica, evidentemente, che queste comunicazioni riservate debbano possedere il crisma della verità rischiando, altrimenti, di mettere in crisi l‘intero sistema organizzativo mafioso.

Ne deriva che queste missive hanno una valenza probatoria assolutamente solida, costituendo uno spaccato veritiero ed estemporaneo dei comunicati e degli ordini scritti sui quali si reggeva il sodalizio mafioso.

Ma tornando più specificamente ai ―pizzini‖ repertati D59 e D60, gli argomenti maggiormente ricorrenti sono, oltre a quelli relativi alle esigenze di conduzione e tutela della latitanza di chi scrive e di chi riceve le singole missive, soprattutto quelli inerenti le   

dinamiche interne all‘organizzazione e la gestione di interessi mafiosi, riguardanti prevalentemente il controllo di attività economico - imprenditoriali e di lavori pubblici, attraverso l'acquisizione di attività commerciali e imprenditoriali e l‘imposizione del ―pizzo‖ e delle forniture di servizi e materiali.

 
Si tratta di prove il cui contenuto, ancora una volta, consente di delineare quali siano attualmente le dinamiche relazionali e mafiose nell‘ambito delle quali tali singoli documenti si collocano come momenti informativi determinanti ed essenziali per la conduzione e la gestione delle principali attività di Cosa Nostra. E ciò soprattutto là dove lo stato di latitanza degli interlocutori ne ha impedito frequenti contatti visivi, di tal chè la comunicazione scritta, mediante ―pizzini‖, diviene la forma più importante e più rapida di comunicazione mafiosa, soprattutto per le questioni la cui soluzione non può essere differita a lungo nel tempo.

L‘analisi dei documenti in sequestro dimostra ancora una volta l‘eccezionale valenza probatoria dell‘archivio di corrispondenza sequestrato ai LO PICCOLO; la diretta attinenza di tali documenti con il controllo che questi ultimi continuavano ad esercitare sulle attività di Cosa Nostra; la permanenza dei contatti con altri esponenti mafiosi di rilievo, liberi o latitanti; la corrispondenza delle circostanze e dei soggetti indicati cripticamente nelle missive a fatti accaduti e verificabili ed al profilo di soggetti identificabili ed inseriti nel contesto criminale.

Più specificamente, sulla base dei fatti riportati nei manoscritti D59 e D60, sulla cui veridicità non vi è motivo alcuno di dubitare, dato lo ―spessore‖ dei due interlocutori e la conferma che il contenuto dei ―pizzini‖ ha trovato nelle indagini, risulta provato che BIONDO è talmente inserito nel contesto associativo da avere rapporti personali con LO PICCOLO Sandro, reggente, unitamente al padre Salvatore, del mandamento mafioso di Tommaso Natale-San Lorenzo e da riferire direttamente allo stesso notizie in merito a rilevanti iniziative economiche e produttive, a rapporti con esponenti di vertice di altre famiglie mafiose anche di diverse province, addirittura a sollecitare un pronto intervento punitivo nei confronti di una attività economica che non rispettava le gerarchie mafiose della zona.

 
La totale disponibilità di BIONDO a favore del sodalizio mafioso diretto dai LO PICCOLO era confermato dalle dichiarazioni di TRAPANI Marcello del 3.12.2008 nel corso delle quali il collaboratore, pur non riconoscendo in fotografia l‘indagato, ribadiva il carattere fiduciario del rapporto con i LO PICCOLO.
 
Interrogatorio di TRAPANI Marcello 3 dicembre 2008

Nella foto nr. 7 non riconosco nessuno.

Si da atto che la foto nr. 7 ritrae BIONDO Mario nato a Palermo il 01.05.1966.

Udito il nome ricordo di tale BIONDO autotrasportatore quale persona di fiducia dei LO PICCOLO a cui rivolgersi per ogni esigenza.

Risulta, pertanto, assolutamente evidente la persistente unitarietà dell‘organizzazione mafiosa Cosa Nostra ed il ruolo di leader rivestito - almeno fino al momento del suo arresto – dal LO PICCOLO con il quale mantengono contatti epistolari diretti o indiretti diversi soggetti, i quali, siano essi gli autori delle singole missive come BIONDO, siano essi i soggetti che vi figurano menzionati, che proprio per la pregnanza probatoria della documentazione 142

acquisita, devono ritenersi, per ciò solo e al di là di ogni ragionevole dubbio, partecipi dell‘associazione di tipo mafiosa denominata Cosa Nostra.

 
3. BRUNO PIETRO

La partecipazione di BRUNO Pietro all‘associazione mafiosa Cosa Nostra è asseverata dalla sentenza emessa dal G.U.P. di Palermo in data 20.12.2000, divenuta irrevocabile in data 7 ottobre 2003.

Le motivazioni del predetto provvedimento giudiziario certificano l‘appartenenza dell‘indagato alla famiglia mafiosa di Isola delle Femmine, territorio rientrante nel mandamento mafioso di Tommaso Natale-San Lorenzo, diretto da Salvatore e Sandro LO PICCOLO.

Il grave ed univoco quadro indiziario a carico del BRUNO in ordine alla attualità del suo contributo all‘interno dell‘organizzazione mafiosa promana dalle precise e convergenti dichiarazioni dei collaboratori di giustizia FRANZESE Francesco, NUCCIO Antonino, PULIZZI Gaspare e SPATARO Maurizio.

Nell‘interrogatorio del 24 dicembre 2007 FRANZESE, in sede di individuazione fotografica, pur non riconoscendolo, ha indicato BRUNO come l‘attuale responsabile della famiglia mafiosa di Isola delle Femmine, riunita a quella di Capaci.

 
Interrogatorio di FRANZESE Francesco 24 dicembre 2007

FOTO N. 3: Non riconosco l‘uomo, credo che si tratti di un soggetto di Capaci.

L‘ufficio da atto che la foto ritrae BRUNO Pietro nato a Isola delle Femmine il 18.11.1946.

Dopo avere udito il cognome FRANZESE dichiara di avere appreso da Salvatore e Sandro LO PICCOLO che Pietro BRUNO era il responsabile del territorio di Capaci e di Isola delle Femmine. Ricordo in particolare che in ordine alla dazione di una somma di denaro da parte di un negoziante di piastrelle di Capaci, Gerardo PARISI chiese, in mia presenza, l‘intervento dei LO PICCOLO che riferirono che se ne sarebbe occupato proprio Pietro BRUNO. Successivamente ho appreso da Gerardo PARISI che effettivamente il BRUNO si era interessato, ottenendo il denaro sollecitato.

La medesima propalazione accusatoria nei confronti di BRUNO era ripetuta da FRANZESE in data 4 aprile 2008:

 
Interrogatorio di FRANZESE Francesco 4 aprile 2008

- P.M.: allora e su questo quindi non…non è in grado di dirmi altro…foto numero 5)

- FRANZESE: no, non ce l‘ho presente…

- P.M.: la foto numero 5) riproduce l‘immagine di…BRUNO Pietro, nato a Isola delle Femmine, il 18/11/…del 67…  

- FRANZESE: ah eh…non l‘ho incontrato personalmente…però posso parlare…sì, poso sparlare di lui, da…da quello che ho saputo diciamo dai LO PICCOLO, …da Sandro…eh da Salvatore LO PICCOLO…cioè lui era reg…posso parlare? di questo fatto?

- P.M.: si …certo…

- FRANZESE: e le dico pure in che occasione…

- P.M.: lei ha detto di essere in grado…vedend…dopo avere saputo il nome di questa persona…

- FRANZESE: si, perché…non l‘ho incontrato…

- P.M.: perché prima non l‘ha riconosciuto…

- FRANZESE: non l‘ho incontrato personalmente…

- P.M.: uh…

- FRANZESE: però ci sono delle circostanze…che le posso citare…eh…dove è che…ho appreso…che lui era reggente della…famiglia di mafiosa di…Isola delle Femmine - Capaci, le posso dire la circostanza…in cui…

- P.M.: lei dice, che l‘ha saputo dai LO PICCOLO, no?

- FRANZESE: si, si, da Sandro e Salvatore LO PICCOLO…eh ora le racconto pure la circostanza…

- P.M.: reggente della famiglia mafiosa di?

- FRANZESE: eh…Isola delle Femmine-Capaci.

- P.M.: si…

- FRANZESE: le racconto questa circostanza in cui ho…

- P.M.: si…

- FRANZESE: e allora, c‘era diciamo in una casa dove ho abitato io, della signora Catania ehm… diciamo…eh…il genero GERARDO…con cui parlavo io…che era che abitava accanto…e in questa ehm…in questa casa è venuto pure Sandro LO PICCOLO…e Salvatore LO PICCOLO mentre c‘ero io, …ehm…praticamente il…cognato di Gerardo PARISI, che si chiama…Filippo CATANIA, il figlio della signora Catania, diciamo il suocero eh…ha…una rivendita…una rappresentanza di mattonelle, piastrelle…nel termitano, nella zona di Termini Imerese, in questa zona, e allora lui, aveva dei clienti insolventi nella zona…lì di Capaci, Isola questi qua…e allora ehm…volevano di…Gerardo parlò con…in mia presenza…con i LO PICCOLI…con i LO PICCOLO…per un intervento per vedere di fare recuperare questo credito, e allora…Sandro LO PICCOLO, così come si rivolse con me, eh…il padre prese appunti in un foglietto, che avrebbe dovuto incaricare, cioè indirizzare questo biglietto, a…a BRUNO Pietro, perché qual è… lui disse diciamo amico nostro, quindi…diciamo quale facente capo della famiglia…e quindi di…anche mafiosa, della famiglia di questa zona di competenza…e che avrebbe pensato lui a fare in modo che questi commerciante…questo commerciante…avrebbe restituito questo denaro, diciamo a questi parenti…di Gerardo PARISI…di Filippo Catania.

- P.M.: quindi in questo episodio specifico…

- FRANZESE: si, si, però mi è stato detto…l‘avevo sentito già nominare…per nome insomma…che in per quella zona il referente era lui, era lui…se c‘è…non sono stati episodi per doverlo…conoscere, ma…se ci sarebbero

- P.M.: eh…va bè

  

 

- FRANZESE: state le condizioni…lui era il referente però…in quel discorso…diciamo fatto dai LO PICCOLO…in base a queste piastrel…

Le indagini hanno accertato che il ―Gerardo Parisi‖ si identifica in PARISI Gerardo, nato Palermo 17.09.1967, detto―Zucco‖, in quanto coniugato con CATANIA Maria Giuseppa, nata a Palermo il 06.10.1967. Il predetto PARISI risulta tratto in arresto in data 16.1.2008 nell‘ambito del procedimento penale nr°38/08 R.G. per il delitto di cui all‘art. 416 bis c.p., ed è stato condannato alla pena di anni 3 mesi 4.

Le dichiarazioni di FRANZESE risultano, innanzitutto, riscontrate da quelle di NUCCIO Antonino che ha riferito il 28 novembre del 2007 dell‘inserimento del BRUNO nella famiglia mafiosa di Capaci, pur non avendolo mai conosciuto.

 
Interrogatorio di NUCCIO Antonino – 28 novembre 2007

Non sono a conoscenza di chi operasse per le famiglie di Isola delle Femmine e di Capaci, però so che di questa famiglia e di quella vicina di Capaci, si occupava Andrea GIOE‘.

DR – Di Pietro BRUNO so che era vicino alla famiglia di Capaci.

TRASCRIZIONE

- P.M.G.: Lei DI PIERO Bruno ha mai sentito parlare?

- NUCCIO: si…però non ne ho avuto mai a che fare…e non…so che è una persona vicino…però non posso riferire…

- P.M.G.: e come lo sa?

- NUCCIO: no riferitomi da Mimmo SERIO…e da tutti quelli dal… l‘Andrea GIOE‘…sempre che questo BRUNO ha un fratello deceduto pure…se non sbaglio…mi sembra ah!

Gli accertamenti esperiti hanno verificato che:

―Mimmo SERIO‖si identifica in SERIO Domenico, nato a Palermo il 20.06.76, tratto in arresto il 10 novembre 2007 per il delitto di cui agli artt. 416 bis c.p., 110, 629 c.p. ed art. 74 D.P.R. 309/90 (cfr. OCCC in atti) è stato condanato dal GUP di Palermo in data 16 luglio 2009 alla pena di anni 18 di reclusione e 5000 euro di multa. Le indagini hanno accertato che il medesimo era particolarmente legato a NUCCIO Antonino, nonché era organico alla famiglia mafiosa di Tommaso Natale in quanto molto vicino ai latitanti Salvatore e Sandro LO PICCOLO;

―ndrea GIOE‘‖si identifica in GIOE' Andrea, nato a Palermo il 13.12.1968, già condannato con sentenza irrevocabile per il delitto di partecipazione all‘organizzazione mafiosa Cosa Nostra, è stato nuovamente tratto in arresto il 10 novembre 2007 per il delitto di cui agli artt. 416 bis c.p. (cfr. OCCC in atti) è stato condanato dal GUP di Palermo in data 16 luglio 2009 alla pena di anni 12 di reclusione. Le indagini hanno accertato che il medesimo, particolarmente legato a NUCCIO Antonino, era il referente dei latitanti Salvatore e Sandro LO PICCOLO per la zona di Sferracavallo e Tommaso Natale.

 

Ulteriore riscontro di natura individualizzante nei confronti di BRUNO Pietro era offerto dalle precise dichiarazioni di PULIZZI Gaspare che, nel corso dell‘interrogatorio del 3 aprile 2008, in sede di individuazione fotografica, pur non riconoscendolo, ha riferito di avere appreso dai LO PICCOLO della sua qualità di uomo d‘onore della famiglia mafiosa di Isola delle Femmine, nonché quella del fratello, condannato alla pena dell‘ergastolo:

interrogatorio PULIZZI Gaspare – 3 aprile 2008

Nella foto nr.5 non riconosco nessuno.

L‘ufficio da atto che la foto nr.5 ritrae BRUNO Pietro, nato ad Isola delle Femmine il 18.11.1946.

Udite le generalità preciso che si tratta di un uomo d‘onore della famiglia mafiosa di Isola delle Femmine come ho appreso dai LO PICCOLO, che lo consideravano il loro referente anche per Capaci. Tale soggetto ha un fratello detenuto perché condannato all‘ergastolo.

 
TRASCRIZIONE

P.M.: Andiamo alla foto nr. 5.

PULIZZI: Non lo conosco.

P.M.: Guardi attentamente.. non lo conosce. E allora la foto nr. 5 ritrae BRUNO Pietro, nato ad Isola delle Femmine il 18 novembre del ‘46.

PULIZZI: Sì, io non lo conosco, però BRUNO Pietro dovrebbe essere uomo d‘onore di Isola delle Femmine.

P.M.: Come lo fa a sapere, visto che non lo conosce?

PULIZZI: Lui è fratello di un altro BRUNO che non mi ricordo.. è in galera all‘ergastolo per omicidio. Lo conosco tramite i LO PICCOLO, che a Isola c‘era Pietro BRUNO come uomo d‘onore.

P.M.: Non l‘ha conosciuto personalmente, ma la qualità e il ruolo l‘ha appresa dai ..

PULIZZI: No, una volta mi pare che l‘ho incontrato a Isola in un bar..

P.M.: Allora l‘ha conosciuto?

PULIZZI: No, io non ci ho manco parlato.. no, che ero io con mio compare Nino PIPITONE.. e loro si sono salutati e poi mio compare ha detto ―uesto è Pietro BRUNO‖. però non ci siamo nemmeno presentati, perché io ero con qualche altro là che parlavo per i fatti miei.. e loro si sono salutati e hanno parlato più o meno..

 
Le indagini hanno accertato che ―ino PIPITONE‖si identifica in PIPITONE Antonino, nato a Palermo il 02.05.1969, tratto in arresto il 21 gennaio 2007 per il delitto di cui all‘art. 416 bis c.p., in quanto organico alla famiglia mafiosa di Carini e persone particolarmente legata a PULIZZI Gaspare (cfr OCCC in atti). Ancora, risulta verificato che BRUNO Pietro ha un fratello Francesco, nato ad Isola delle Femmine il 13.12.1944, sebbene non detenuto.
Ancora, a carico di BRUNO Pietro rileva la propalazione accusatoria di SPATARO Maurizio
Quest‘ultimo, in data 17 dicembre 2008, in sede di ricognizione fotografica, seppur non riconoscendolo, riferiva dell‘intervento di BRUNO Pietro in merito ad una richiesta estorsiva nei confronti di un esercizio commerciale:
 
INTERROGATORIO DI SPATARO Maurizio – 17 dicembre 2008

Non riconosco la persona raffigurata nella foto nr. 9. L'ufficio da atto che si tratta di BRUNO Pietro nato a Isola delle Femmine PA il 18.11.1946. Lo conosco da molto tempo tramite LO PICCOLO ed il CAPORRIMO. La scorsa estate un ragazzo che conosco ha aperto un pub estivo, il MOMA di MOSCA Massimo, al quale venne formulata una richiesta estorsiva. Mi rivolsi al BRUNO il quale, vista la mia richiesta, attenuò l'entità della somma chiedendo che venisse versata qualcosa alla fine della stagione.

Le indagini esperite hanno accertato l‘attendibilità della dichiarazione di SPATARO in quanto ad Isola delle Femmine alla via Amerigo Vespucci opera effettivamente l‘esercizio commerciale denominato ―oma Beach‖avente oggetto sociale la somministrazione di alimenti e bevande. Il predetto locale ha avviato l‘attività il 12.5.2006. In data 28.3.2008 la predetta attività era ceduta dal socio accomandatario MOSCA Valentina alla società ―O.MA DRINCK s.r.l.‖il cui amministratore Unico è MOSCA Massimiliano, nato a Palermo il 20.9.1971 e residente ad Isola delle Femmine, fratello della predetta Valentina.

Il complesso gravemente indiziario esaminato consente di delineare il ruolo e l‘attività attualmente svolta da BRUNO Pietro nell‘ambito dell‘associazione, nonché l‘impegno costante, personale e concreto, dimostrativo di una condizione di appartenenza e di compenetrazione nel senso previsto dall‘art. 416 bis c.p. 147

 
4.CATALDO Salvatore

L‘indagato CATALDO Salvatore75 è pregiudicato per una serie di reati contro la persona, ed è stato condannato con le forme del rito abbreviato nell‘ambito del procedimento penale n. 15333/07 per il reato di occultamento del cadavere di BONANNO Giovanni. Il cadavere del BONANNO veniva infatti rinvenuto in data 09.02.2008, sulla base delle indicazioni fornite da PULIZZI Gaspare, da personale della Squadra Mobile di Palermo in un terreno di pertinenza di CATALDO Salvatore.

 
75 CATALDO Salvatore di Giuseppe e Lo Piccolo Francesca, nato a Carini 02.01.1949, ivi residente in via Limoni n. 14
 
Dall‘analisi delle recenti dichiarazioni del collaboratore BRIGUGLIO e da quelle a suo tempo fornite da PULIZZI Gaspare emerge chiaramente la vicinanza e i rapporti del CATALDO con soggetti inseriti nell‘organizzazione mafiosa, tanto da configurare il suo pieno inserimento in ―osa nostra‖ Il PULIZZI, inoltre, gli attribuisce un ruolo importante in alcuni gravi reati, tra i quali l‘omicidio in danno di SPATOLA Lino e il duplice omicidio FAILLA MAZZAMUTO, entrambi ordinati dai LO PICCOLO.

Si riporta lo stralcio di interrogatorio di BRIGUGLIO relativo ai fatti in parola:

 
interrogatorio di BRIGUGLIO Francesco del 30 gennaio 2009

A.D.R.: Conosco Totò CATALDO, presentatomi da Enzo PIPITONE. Ricordo che nel presentarmelo PIPITONE mi disse testualmente: ―uesto è un amico dello zio‖ riferendosi evidentemente a LO PICCOLO. I PIPITONE erano molto intimi con il CATALDO. Ho saputo che dopo l‘arresto di PIPITONE Giovanni, Salvatore LO PICCOLO disse a Gaspare DI MAGGIO di parlare con CATALDO per un debito di 250.000 euro che lo stesso aveva con Giovanni PIPITONE.

Come anticipato anche PULIZZI conosce bene il CATALDO e riferisce del suo coinvolgimento in alcuni fatti di sangue. In proposito, nel corso dell‘interrogatorio del 22 gennaio 2008 il collaboratore riferisce:

 
Interrogatorio di PULIZZI del 22 gennaio 2008 148

Enzo PIPITONE mi ha incaricato di occuparmi dell‘occultamento del cadavere di BONANNO Giovanni. Mi ha detto di portare il corpo in un terreno di proprietà di Totò CATALDO, limitrofo all‘autostrada TP-PA, in Villagrazia di Carini, esattamente nel lungomare Cristoforo Colombo. Seguendo l‘autostrada in direzione Palermo, tra lo svincolo di Villagrazia ed il Jhonny Wolker ci sono due ponti in ferro per il passaggio pedonale. Poco dopo il primo ponte, a circa 100 metri c‘è un sottopassaggio per il transito delle autovetture, dopo quest‘ultimo, tra questi due ponti si trova questo terreno, che io conoscevo gia da prima e che era da noi comunemente indicato come ―ottizzazione BOTTINO‖ Lo stesso è da un lato delimitato da un muro di cinta alto circa 2 metri, mentre dal lato della strada mi pare ci fosse all‘epoca una recinzione, come specifico in sede di verbalizzazione riassuntiva, ma di ciò non sono certo. Adiacente a detto muro si trova una stradina chiusa da una sbarra. Lungo detta stradina a meno di cento metri dalla strada, all‘interno del terreno vi è ubicato un prefabbricato con finestre, come quelli di solito impiantati nei cantieri edili. Sul posto era già stata preparata una grossa buca con un escavatore a pochi metri dal prefabbricato e più precisamente tra quest‘ultimo ed il fronte della strada. Abbiamo riposto nella stessa il cadavere del BONANNO che abbiamo ricoperto con lo stesso materiale dello scavo, sempre utilizzando l‘escavatore.

Nel corso di un successivo interrogatorio il PULIZZI fornisce elementi indiziari ancora più schiaccianti con riferimento alla posizione del CATALDO:

 
Interrogatorio del 31.01.2008 di PULIZZI Gaspare

Il cadavere di SPATOLA Lino venne sepolto in un sito che riconosco (e cerchio) nella foto nr.8 (e che segno anche in questo caso), nei pressi del marciapiede e subito dopo un cancello. Riconosco il sito anche nelle foto nr.1 e 2.

Quanto a BONANNO Giovanni specifico che:

Totò CATALDO era perfettamente consapevole che stavamo inumando lì il corpo di BONANNO, perché glielo aveva chiesto Vincenzo PIPITONE, allora reggente della famiglia di Carini;

ciò aveva fatto Vincenzo PIPITONE perché Totò CATALDO è persona da sempre vicina alla famiglia di Carini, che ha partecipato (anzi, ha ospitato a casa sua) anche all‘eliminazione di FAILLA e MAZZAMUTO; 149

sono stato chiamato all‘ora di pranzo da Vincenzo PIPITONE, e mi sono recato in località Magaggiari con Pino PECORARO per prendere il corpo di BONANNO;

siamo arrivati alla lottizazione Pottino alle ore 15.30 circa. Il cadavere era avvolto in un sacco nero. E‘ stato buttato in una fossa di circa 2-3 metri, e bruciato da Pino PECORARO;

Vincenzo PIPITONE e Totò CATALDO hanno guardato la scena da lontano, controllando l‘andamento dei ―avori‖

Sul punto il PULIZZI torna più diffusamente nel corso di un successivo interrogatorio di cui si riporta il relativo stralcio:

 
Interrogatorio del 26.05.2008 di PULIZZI Gaspare

A d.r.: Ricordo che questo duplice omicidio avvenne nel 1999, tra il mese di marzo e aprile, in un momento in cui ero molto impegnato con il mio lavoro di autista per conto della SA.VI. di SAPIENZA Vito.

Ricordo anche che, in quel periodo, a Carini vi era una situazione piuttosto turbolenta poichè Salvatore LO PICCOLO si era da poco stanziato in zona ed aveva attribuito la reggenza della famiglia a Giovanni PIPITONE ed al contempo aveva lasciato a FAILLA e MAZZAMUTO, che mal sopportavano la presenza del PIPITONE, la possibilità di operare con una certa autonomia.

In realtà costoro erano molto vicini a Battista PASSALACQUA ed avevano creato attorno a sè un gruppo composto anche da Giulio COVELLO e Giovanni CATALDO. Inoltre il MAZZAMUTO era compare di ALDUINO di Partinico, titolare di un panificio all'interno del quale poi venne ucciso.

FAILLA e MAZZAMUTO erano ritenuti responsabili di un danneggiamento perpetrato ai danni del supermercato Conad di AMATO Tommaso; inoltre, si addebitava a loro la scomparsa di Luigi MANNINO di Torretta, parente dei LO PICCOLO; agli stessi veniva anche attribuita la responsabilità per i numerosi danneggiamenti subiti da Salvatore CATALDO.

 
Per tutte queste ragioni Salvatore LO PICCOLO, tramite Enzo e Giovanni PIPITONE, aveva dato l'ordine di eliminare entrambi.

Ricordo in particolare che, il giorno della loro eliminazione, venni telefonicamente raggiunto da Nino DI MAGGIO, il quale mi chiese di passare da lui ed io lo raggiunsi presso la sede della "GIELLEI". Dopo un pò arrivò anche Enzo PIPITONE

 
DI MAGGIO ci disse che era stato concordato un appuntamento presso l'abitazione di Totò CATALDO, sita in via dei Limoni, con le due vittime designate ed al quale avrebbero anche partecipatato Angelo CONIGLIARO cl. 35, Giovanni ed Enzo PIPITONE oltre io, Nino PIPITONE cl. 69, lo stesso Nino DI MAGGIO e Totò CATALDO. Giunti presso quest'ultima abitazione, Giovanni ed Enzo PIPITONE, le vittime designate ed Angelo CONIGLIARO si sedettero attorno ad un tavolo. FAILLA e MAZZAMUTO erano rimasti sorpresi dalla presenza mia e di Nino PIPITONE ma si rassicurarono per il fatto che ci trovavamo a casa di CATALDO, ritenendo quindi che non potesse accadere loro nulla di grave.

In realtà, con un'azione fulminea, il CONIGLIARO cercò di colpire il MAZZAMUTO mediante un bastone alla cui sommità era posta una roncola. Il MAZZAMUTO riuscì a schivare il colpo e 150

tentò di scappare venendomi però incontro. Lo bloccai insieme a Totò CATALDO e sopraggiunse, quindi, il CONIGLIARO che lo finì a colpi di roncola.

Il FAILLA osservò tutta la scena e, mentre era trattenuto da Nino DI MAGGIO e Nino e Giovanni PIPITONE, gridava "lo sanno che siamo qua!" facendo riferimento al fatto che altre persone del loro gruppo, come COVELLO e Giovanni CATALDO, erano al corrente di quell'appuntamento. A quel punto anche il FAILLA venne colpito, alla stessa maniera, da Angelo CONIGLIARO.

Entrambi i cadaveri vennero avvolti in alcuni sacchi di plastica e posti dentro il bagagliaio dell'autovettura Fiat Uno colore grigio del MAZZAMUTO. Nino PIPITONE a questo punto, spostò l'autovettura portandola dietro il magazzino del CATALDO, il quale si sarebbe poi dovuto occupare dell'occultamento della stessa e dei cadaveri. Da questo momento non ho più saputo nulla delle modalità esecutive di tale occultamento, ed in particolare del luogo ove questo venne realizzato; ricordo soltanto che, recentemente, Sandro LO PICCOLO mi aveva riferito che Enzo PIPITONE gli aveva detto che FAILLA e MAZZAMUTO erano stati sepolti con tutta l'autovettura mediante un escavatore utilizzato presso un fondo ove il CATALDO stava lavorando.

Dopo la scomparsa di FAILLA e MAZZAMUTO, sia Vito FAILLA, fratello di Nino, che COVELLO e Giovanni CATALDO si erano avvicinati ai PIPITONE sino a divenire parte integrante del loro gruppo, del quale anch'io facevo parte.

Sulla consapevole partecipazione del CATALDO Salvatore alle attività criminose della associazione mafiosa il PULIZZI ritorna nel corso di un successivo interrogatorio. In particolare, in quella sede, il collaboratore affronta anche il coinvolgimento della famiglia mafiosa nelle attività economiche del CATALDO.

 
Interrogatorio del 10.03.2008 di PULIZZI Gaspare

ADR. Totò CATALDO è vicinissimo alla famiglia mafiosa, ed in particolare ai PIPITONE. Ultimamente ha fatto un palazzo nei pressi della stazione, ma se faceva un lavoro dava sempre un pensiero alla famiglia.

 
Interrogatorio del 27.05.2008 di PULIZZI Gaspare

Foto nr. 4: Riconosco Totò CATALDO, imprenditore edile del quale ho gia riferito, soggetto vicino alla famiglia mafiosa di Carini ed in particolare a Giovanni ed Enzo PIPITONE. Il CATALDO ha costruito un palazzo vicino alla stazione di Carini, appalto per il quale versava a titolo di estorsione una somma alla famiglia di Carini.

Il PULIZZI inoltre riferisce della partecipazione diretta del CATALDO in una attività estorsiva commessa in danno di un‘azienda di Carini.

Si riporta l‘interrogatorio del collaboratore nella parte di interesse: 151

 
Interrogatorio del 27.05.2008 di PULIZZI Gaspare

A D.R.: VERICAEL è una azienda che vende muletti che da circa tre anni ha aperto un punto vendita a Carini nella zona industriale. Totò CATALDO il quale si è occupato della costruzione del capannone della ditta, avendo stabilito contatti con l'imprenditore MARCHESE è stato incaricato da Enzo PIPITONE per l'estorsione in danno dell'attività commerciale, che se non ricordo male è stata chiusa per la cifra di seimila euro l'anno. Di tale vicenda ne sono al corrente perchè il pagamento si è verificato nel dicembre del 2006 quando io ero correggente della famiglia di Carini.

A testimonianza dei rapporti di frequentazione tra il CATALDO Salvatore e componenti della famiglia PIPITONE si riferiscono alcuni controlli di polizia effettuati dai Carabinieri di Carini il 27 settembre e il 27 ottobre 2005, nel corso dei quali il CATALDO Salvatore veniva controllato unitamente al noto PIPITONE Antonino cl. 69, figlio di Angelo Antonino.

Si rappresenta inoltre che nel corso dell‘attività svolta dalla Sezione Catturandi per la cattura dei LO PICCOLO, in data 24.08.2006 veniva intercettata una significativa conversazione sull‘utenza in uso ad ALAMIA Giuseppe Domenico76. Quest‘ultimo infatti veniva contattato da AMATO Vincenzo (nato a Carini il 03.10.1945), il quale gli diceva che Totò CATALDO gli doveva parlare. Intorno alle ore 13.00 dello stesso giorno, nel corso di una conversazione tra l‘ALAMIA e il figlio Vincenzo, il primo riferiva che c‘era Totò CATALDO che voleva parlare con Piero77.

 
 
76 Padre del Piero più volte citato, cugino di Sandro e Calogero LO PICCOLO ad entrambi vicinissimo. E‘ stato arrestato e condannato nell‘ambito del proc. 38/2008 R.G.N.R. per associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e fittizia intestazione di beni.

77 cfr. all.to nr.9 all‟nformativa della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo del 30-6-2009

78 CATANIA Filippo, nato a Palermo il 28.05.1969

79 CATANIA Maria Giuseppa, nata a Palermo il 06.10.1967

 
 
5. CATANIA Filippo

Nei confronti di CATANIA Filippo78 sussistono plurimi ed univoci elementi gravemente indiziari in ordine ai delitti di cui agli artt. 416 bis c.p. e 12 quinquies L. 306\92 e 7 d.l. 151\92.

In primo luogo occorre evidenziare che il medesimo indagato, sino ad oggi incensurato, è fratello di CATANIA Maria Giuseppa79, moglie di PARISI Gerardo, inteso ―ucco‖80, uomo
 
80 PARISI Gerardo, nato a Palermo il 17.09.1967

81 Vedi relazione di consulenza tecnica del dott. Elio CATALANO del 16 luglio 2008 pag. 186.

82 Vedi pag 88 e ss del verbale di udienza 25 maggio 2009, II sez. penale Trib. Palermo, Pres. FASCIANA, PROC. 38/2008 r.g.n.r. nei confronti di BONANNO Luigi +16

 
molto vicino ai LO PICCOLO, tratto in arresto nel corso dell‘operazione denominata ―ddio Pizzo‖e condannato nell'ambito del relativo procedimento per il delitto di cui all'art. 378, 2° c., c.p. e art. 7 L. 203\1991 alla pena di anni tre e mesi quattro di reclusione ( sentenza del 16 luglio 2009 ).

Come emerge dal provvedimento di fermo del 16 gennaio 2008 emesso anche nei confronti del PARISI, lo stesso si era adoperato, tra l'altro, per favorire la latitanza dei LO PICCOLO ed in particolare per avere ospitato costoro ed altri esponenti mafiosi, presso un immobile sito in via Cruillas n.90, appartenente alla suocera, ossia alla madre del CATANIA.

 
Tale rapporto di affinità con il PARISI, come verrà evidenziato, è rilevante anche per comprendere lo stretto legame instaurato dal CATANIA con l'organizzazione mafiosa.

Dalla documentazione sequestrata in occasione dell'arresto dei LO PICCOLO è emerso che costoro fossero in rapporti epistolari con il CATANIA.

In particolare il CATANIA è il destinatario della missiva catalogata con sigla ZF 8 e ZF9, indirizzata ad un soggetto indicato con la sigla ― Y‖o meglio ―‖ considerato che, alla luce anche di altre missive sequestrate, era abitudine ricorrente di Sandro LO PICCOLO utilizzare ―‖come preposizione semplice, anteponendola al nome od allo pseudonimo cui la missiva era indirizzata, invece di scrivere per esteso ―er‖

Peraltro va precisato che la conferma sulla riconducibilità della missiva in questione a Sandro LO PICCOLO proviene dalla consulenza grafologica in atti81.

 
Analizzando i vari passaggi che compongono il contenuto della missiva ne deriva con certezza la identificazione del destinatario, ossia il CATANIA Filippo. Si riporta di seguito lo stralcio della missiva nella parte di interesse:

―unedì 29 ottobre 07.

Ciao caro fratello, innanzi tutto non ti puoi immaginare il male che ci sono rimasto nel sentire che la mamma ci ha lasciato. E‘ vero che era purtroppo una cosa preannunciata, visto quello che portava, ma quando ci si tiene tanto, oltre a sembrare impossibile che arrivi quel giorno, è dura accettare la fine.

 
Fratello, come vi dissi già a tutti nella lettera precedente, vi siamo molto vicini a questa triste e dolorosa perdita.‖
 
La madre di CATANIA Filippo, GRAFFEO Maria Silvana (nata a Palermo il 09.02.1949), è infatti deceduta in data 30.09.2007. Si tenga conto che la missiva è datata ―lunedi 29 ottobre 2009".

L‘ulteriore e definitiva conferma della identificazione del CATANIA Filippo con il soggetto che viene indicato con la sigla Y si acquisisce nel corso del dibattimento che si celebra dinanzi alla II sezione penale del Tribunale di Palermo (Proc. 38/2008 .RG.N.R. c.d. addio pizzo). In particolare nella udienza in cui è stato ascoltato Francesco FRANZESE (25 maggio 2009-Torino) è stata esibita al collaboratore tutta la documentazione rinvenuta in suo possesso al momento del suo arresto avvenuto il 2 agosto 200782.

In particolare, con riferimento al foglio contrassegnato dal numero 1, il FRANZESE riferisce che si trattava della rendicontazione relativa alla cassa del mandamento di Partanna 153

Mondello da lui gestita in quel periodo. Su specifica domanda dell‘accusa il collaboratore riconosce la propria calligrafia e spiega voce per voce le entrate e le uscite ivi trascritte.

 
In relazione alla voce ―scite 1 bracciale Y‖il FRANZESE riferisce che si trattava di 1000 euro utilizzate per acquistare un bracciale d‘oro per conto di Sandro LO PICCOLO che voleva fare un regalo a Filippo CATANIA83. In particolare è stata rivolta la domanda specifica su chi fosse Y e il FRANZESE ha risposto che si trattava di Filippo CATANIA.
 
83 Sul punto va evidenziato che il perito trascrittore dell‘udienza per un refuso o per errata comprensione ha indicato nella risposta di FRANZESE il nome di Filippo PATTANI invece che CATANIA. Si tratta chiaramente di un errore sia perché non c‘è fra le dichiarazioni del collaboratore nessun soggetto con queste generalità, sia perché nel corso dell‘udienza effettivamente si è compresa la indicazione CATANIA.
 
Sul punto il FRANZESE è stato sentito più diffusamente nel corso dell‘interrogatorio del 9 giugno 2009 ed ha riferito quanto segue:

ADR: I LO PICCOLO regalarono a Filippo CATANIA un braccialetto ( ricordo una nota Y braccialetto mille euro (oppure uno, non ricordo, ma sta ad indicare sempre mille euro) che ho scritto io perché il LO PICCOLO mi aveva dato l‘incarico di acquistare un bracciale per Filippo CATANIA, che io già conoscevo per una vicenda legata ad una barca. CATANIA è molto amico di Francesco DI PACE , che a sua volta era vicino ai LO PICCOLO. Ricordo che al CATANIA era nato un bambino, ed il LO PICCOLO mi incaricò di comprargli un bracciale e di non fargli fare brutta figura. Io stesso portai il bracciale ( pagato mille euro) al CATANIA nella parruccheria di via Del Fante. Il CATANIA fu sorpreso ma felice di questa cosa, anche se io non ricordo bene cosa gli dissi, e lui ben comprese che il regalo proveniva da LO PICCOLO e capì che era stato il DI PACE a riferire del bambino. Peraltro, i LO PICCOLO conoscevano bene la casa della madre di CATANIA a Cruillas della quale ho riferito in altri verbali. I LO PICCOLO non volevano che Nino NUCCIO andasse in questa casa perché non volevano bruciare questa abitazione. Non so perché il LO PICCOLO doveva fare questo regalo al Filippo CATANIA. Poi, io stesso frequentai la casa della mamma del CATANIA, casa dove andai proprio per intercessione del LO PICCOLO, come ho detto in altri verbali.

ADR: L‘acquisto del bracciale, per quello che ricordo, è avvenuto nel 2006, forse poco prima che io divenissi latitante. Anzi, precisa in sede di verbalizzazione riassuntiva, preciso che non ricordo se fui proprio io a consegnarlo, perchè forse ero già latitante e glielo feci consegnare da altri.

ADR: So che il CATANIA aveva un altro locale che stava aprendo e che gli costava molto per le opere di costruzione. Si seppe, ad un certo punto, che il CATANIA era vicino al Giovanni BONANNO. Una volta io chiesi al CATANIA se avesse cointeressi con il BONANNO  per l‘apertura di questo locale in piazza Politeama, ma lui , cioè il CATANIA, non me lo confermò anche se anche lui sapeva delle voci che c‘erano in giro a proposito del loro rapporto.

 
L‘affetto manifestato da Sandro LO PICCOLO nei confronti della madre di Filippo CATANIA è verosimilmente frutto della riconoscenza verso una donna che ha svolto un delicato compito a favore dell‘organizzazione. Tale conclusione si ricava anche da un'altra missiva sequestrata in occasione dell'arresto di FRANZESE, dallo stesso inviata a PARISI Gerardo (Zucco), nella quale viene espressa preoccupazione per le condizioni di salute della suocera:
 
―arissimo ZUCCO, ti abbraccio e ti do un grosso bacione. Mi ha fatto piacere sentirti. Non ce l‘ho assolutamente con te, anche io ho evitato, ma pensavo che era solo per non correre rischi. Sinceramente non credevo che la zia stava male. Anzi, forse era il mio cuore che si rifiutava di pensarci perchè alla zia voglio tanto bene e non la potrò mai dimenticare. E‘ una persona meravigliosa e speciale che ha dedicato la sua vita alla sua famiglia. E poi naturalmente vi penso a tutti e pure alle tue figlie. Con voi ho passato momenti bellissimi malgrado i miei problemi mi avete fatto sentire di famiglia e anche siete riusciti a non farmi pensare i miei problemi. Non troverò mai più persone come voi, purtroppo non sono stato attento come avrei dovuto essere e adesso ne pago le conseguenze per il posto non buono dove mi trovo. Ma per fortuna siamo forti e preparati a sopportare di tutto. E poi ho avuto problemi pure a casa che non mi hanno lasciato troppo tranquillo. Comunque anche io spero ci vediamo presto anche solo per qualche giorno. Il fatto è che ancora neanche ho potuto vedere i miei, e non mi sono organizzato. Comunque con mio padrino stiamo cercando come ti ho detto il modo di vederci, nella più totale sicurezza. Sicuramente sei abbronzato, io invece sono bianco come la carta. Salutami pure a mio figlioccio se ogni tanto viene e naturalmente tutta la tua famiglia. Alla zia dai un grosso bacione e digli che io prego sempre per lei e il signore ci aiuterà perchè lui è buono e capisce. Adesso ti saluto pure a te, mi raccomando divertiti e goditi la tua splendida famiglia. Per l‘esaurimento poi ti insegno una cura, quando ci vediamo. Ti abbraccio con stima. CIACONE‖
 
E‘ evidente che sia FRANZESE che i LO PICCOLO avevano col tempo instaurato un ottimo rapporto con la donna la quale, oltre ad ospitare assiduamente FRANZESE, aveva ospitato saltuariamente anche Gaspare PULIZZI, circostanza riferita dallo stesso FRANZESE nell‘interrogatorio del 19.11.2007:

FRANZESE F.: Però il tempo lo…diciamo, la signora comunque era malata, molto malata, comunque poi io ero sempre solo, passavo di più con…sempre con Gerardo.

P.M. GOZZO: Ma, per esempio, per le cose da mangiare, eccetera, eccetera, chi li comperava.

FRANZESE F.: Sì, Gerardo. Gerardo.

P.M. GOZZO: Era lui che faceva, quindi, vitto e cose di questo genere.

FRANZESE F.: Ma siccome erano adiacenti anche che andavamo da lui, vedevamo la televisione, stavo con lui, diciamo, di più. Che poi la signora era malata, non è che stavo tanto, diciamo… E comunque questo ragazzo, Gerardo, diciamo, ha…si era interessato pure…comunque si conosceva con il Sandro LO PICCOLO, e…e avevano parlato, diciamo, perché era…155

cioè, non so adesso come farcela rientrare questa situazione, però era venuto il Sandro LO PICCOLO lì. Era venuto e, praticamente, loro avevano parlato di una villa…di una villa che l‘avrebbe affittata…che l‘a... per l‘estate, per passare l‘estate in località Cala Rossa, a Terrasini, dov‘è che ci sarebbe andato LO PICCOLO con la sua famiglia, diciamo, per questi tre mesi.

(O M I S S I S)

FRANZESE F.: PULIZZI. Che io mi trovavo…lì, comunque ora dovremmo fare un passo indietro per quella casa. Vabbè, poi quando me lo chiede glielo spiego. Allora, praticamente, io mi trovavo a…io mi trovavo a…dalla signora…dalla signora CATANIA. E‘ venuto Vito con…con Gaspare PULIZZI per dirmi se poteva…no se poteva, doveva dormire lì, Gaspare, con me, perché l‘indomani io lo dovevo accompagnare in una villa. In una villa dov‘è che c‘erano…che lui non sapeva dov‘è che era. Siccome io avevo il vespone, era vicino lì…ora ci arriviamo a questa villa, no? Era per il discorso solo di Giancarlo. O arriviamo alla villa prima? Comunque, il discorso…

P.M. GOZZO: Mi sto perdendo pure io.

P.M. DEL BENE: Pure io, sì.

FRANZESE F.: Ecco, partiamo dalla villa? Partiamo dalla villa?

P.M. DEL BENE: Un attimo solo.

Avv. GENOVESE: Continuiamo.

P.M. DEL BENE: E‘ venuto a casa della signora CATANIA, Vito84 con PULIZZI, e hanno dormito lì.

 
84 PALAZZOLO Vito Mario, nato a Carini il 1° luglio del 1976, attualmente detenuto per il delitto di partecipazione alla associazione mafiosa ed omicidio aggravato.
 
FRANZESE F.: No, solo PULIZZI.

P.M. DEL BENE: Solo PULIZZI.

P.M. GOZZO: Cioè, Vito le ha detto che il PULIZZI doveva dormire là.

O M I S S I S

Tale circostanza è stata anche ampiamente confermata dal collaboratore di giustizia Gaspare PULIZZI nel corso dell'interrogatorio del 19 maggio 2008, ore 18,15:

" Nella foto nr.1 mi sembra di vedere il volto di una persona da me conosciuta, di cui però non so indicare il nome.

L‘Ufficio dà atto che la foto nr.1 ritrae CATANIA FILIPPO, nato a Palermo il 28.5.1969.

A D.R.: credo di avere visto una sola volta la suddetta persona insieme con FRANZESE. Sono stato un giorno con quest‘ultimo, nel febbraio del 2007, a Cruillas in casa di Gerardo PARISI, ove il FRANZESE trascorreva la sua latitanza.

Si trattava di fissare un appuntamento con i LO PICCOLO, che avrebbe dovuto avere luogo a Passo di Rigano – Boccadifalco, nell‘abitazione di Matteo LA BARBERA. Alla riunione avrebbe dovuto partecipare anche Andrea ADAMO. 156

Prima che ci recassimo all‘appuntamento, Massimo TROIA e Giancarlo SEIDITA vennero ad avvisarci che presso l‘abitazione di LA BARBERA erano state installate delle telecamere. L‘appuntamento venne pertanto disdetto e gli stessi TROIA e Giancarlo SEIDITA si occuparono anche di avvisare i LO PICCOLO.

La persona che oggi ho visto in foto e che venne presso la suddetta abitazione di Cruiillas, forse è il cognato di PARISI, e comunque si tratta di un parente dello stesso, Si trattenne per un poco e dopo andò via. Mi risulta che svolga l‘attività di parrucchiere.

Un altro passaggio della citata missiva classificata come ZF 9: ―ome prima, leggo, che i libretti della barca ti sono stati dati. OK.‖trova riscontro nell‘attività investigativa espletata dalla Sezioni Catturandi della Squadra Mobile ed in particolare nelle intercettazioni telefoniche a carico della famiglia PARISI-CATANIA, dalle quali è più volte emerso che CATANIA Filippo e il cognato PARISI Gerardo erano entrambi in possesso di imbarcazioni.

Nel paragrafo successivo della detta missiva indirizzata da Sandro LO PICCOLO al CATANIA, viene nominato tale ―ACOCCIOLA‖in riferimento ad un non meglio specificato rapporto tra quest‘ultimo ed un soggetto vicino al CATANIA: ―er quanto riguarda CACOCCIOLA, fammi sapere quello che vuoi. Vuoi che continui a fornirsi da tuo…… Sappi, che anche se si è comportato male, lo possiamo portare dove noi vogliamo. Quindi fammi sapere, che mi attivo subito. Attendo‖

Vi è da segnalare in proposito che tra la documentazione sequestrata ai LO PICCOLO si rinvenivano degli appunti manoscritti, attribuiti dalla consulenza grafologica alla mano di PULIZZI Gaspare85 nel contesto dei quali si fa appunto riferimento a ―ACOCCIOLA‖. In particolare, quello classificato come
 
O8. Si riporta di seguito la trascrizione nel passaggio di interesse:
 
85 Vedi relazione del 16 luglio 2008 pag. 173

86 CACOCCIOLA Carmelo di Salvatore e Randazzo Anna, nato a Palermo il 29.07.1953, ivi residente in via Caduti sul Lavoro n. 21, coniugato con GALLO Anna nata a Palermo 11.10.1957

 
X CACOCCIOLA: riprendere i contatti col suo fornitore di ceramiche di Termini Imprese.

Il ―ACOCCIOLA‖è stato identificato per CACOCCIOLA Carmelo86, nato a Palermo il 29.07.1953,. Il predetto risulta amministratore unico Amministratore unico della ―eramiche per L‘edilizia Srl.‖con sede a Carini in contrada Foresta nr. 38, all‘interno della quale risulta socio la moglie GALLO Angela. La società ha una unità locale di Carini sulla SS 113 km 281.40.

In data 26.11.2007 FRANZESE Francesco dichiarava a proposito di una attività imprenditoriale gestita dai congiunti della moglie di CATANIA Filippo:

O M I S S I S

FRANZESE: Perché questo discorso che le dico? Perché, quando mi trovavo a casa dei CATANIA era successo un fatto, che un pare.. Allora, la moglie del figlio della signora CATANIA, Filippo, quello che fa il parrucchiere, è di Termini Imerese,…

P.M.: Uhm! Uhm!

FRANZESE: sono famiglie per bene, molto conosciute sul posto e so che hanno un grosso o rappresentante di mattoni e allora era successo che comunque avevano fatto delle forniture ad alcuni di Capaci, Isola e non li avevano pagati, allora, tramite questo fatto diciamo che io mi trovai lì e che potevo fare qualche cosa, me lo disse Gerardo: ―ai, perché non ti interessi..‖…

P.M.: PARISI?

FRANZESE: Sì. ..―erché non ti interessi?‖perché mischino (incomprensibile) qualche 50.000 € insomma una bella botta hanno preso, e io gliene parlai a Sandro - tra l‘altro gliene parlò pure Gerardo, personalmente - e lui, c‘era pure il padre e comunque disse che si sarebbe interessato perché c‘era un amico - no, ecco perché quella premessa - Pietro BRUNO, anzi si prese l‘appunto e gli scrisse subito per (incomprensibile)…

 
O M I S S I S

Si è accertato che in effetti GERACI Ivana, moglie di CATANIA Filippo, gestisce unitamente ai congiunti GERACI Michele (nato a Termini Imerese il 09.02.1972) ed a GERACI Massimo (nato a Petralia Sottana il 07.02.1983) -entrambi residenti a Termini Imerese in via Guglielmo Marconi n. 8- la GE.MI. Ceramiche Snc. di GERACI Michele & C. , società che ha come attività il commercio all‘ingrosso e al dettaglio di prodotti per l‘edilizia, ceramiche, sanitari e prodotti affini. La ditta ha due negozi dislocati nel comune di Termini Imerese rispettivamente in via Guglielmo Marconi 8/C e sulla SS. 113 in contrada Mulinelli snc.

 
L‘analisi dei dati rilevati dai ―izzini‖riportati consente di ritenere che il soggetto di Carini indicato dal FRANZESE quale debitore nei confronti dei GERACI, sia proprio il CACOCCIOLA il quale, verosimilmente, è stato indotto (direttamente od indirettamente) da Sandro LO PICCOLO a saldare il debito. In tal senso si spiega il suo accorato interessamento e soprattutto l'ulteriore circostanza, a seguito della definizione del contrasto, delle rassicurazioni fornite dal medesimo Sandro LO PICCOLO al CATANIA in merito al comportamento che in futuro il CACOCCIOLA avrebbe assunto in ordine alla prevista positiva definizione degli ulteriori pagamenti (―er quanto riguarda CACOCCIOLA, fammi sapere quello che vuoi. Vuoi che continui a fornirsi da tuo…… Sappi, che anche se si è comportato male, lo possiamo portare dove noi vogliamo. Quindi fammi sapere, che mi attivo subito. Attendo‖..

E' evidente dunque che la rassicurazione in questione scaturisce dall'intervento del LO PICCOLO in favore del CATANIA.

Ritornando alla missiva che Sandro LO PICCOLO invia al CATANIA va analizzato il seguente passaggio: ―oi leggo, che se ho qualcosa da dirti, di farlo direttamente con te. Io, non so, perché mi stai dicendo questo, ma me lo posso immaginare! Ma ti ricordo che sei stato tu, a farmi sapere le tue cose con tuo…. Per me, è un grande piacere scriverti, e te lo dico di vero cuore veramente!!! Però ci tengo anche a dirti che se hai qualcosa con tuo……. chiariscila perché lui, ti vuole tanto bene. Ma credo che sia solo un fattore di come lui, si imposta con te. Sor volala.‖

Nel corso dell‘attività investigativa ed in particolare dall‘attività di intercettazione telefonica svolta dalla Sezione Catturandi sono emersi alcuni contrasti tra CATANIA Filippo ed il cognato, PARISI Gerardo, generati dal ritenuto atteggiamento disinteresse di quest‘ultimo, ad avviso del cognato, insensibile alla situazione creatasi a seguito della degenza della signora GRAFFEO.

Ed invero di tali problematiche vi è ricorrenza anche nella missiva, data 1 agosto 2007, che Francesco FRANZESE scrive a Sandro LO PICCOLO: ―desso parliamo un po di noi.....io con ZUCCO non ho niente, mi dispiace solo quando qualcuno mi fa avere discorsi con te senza motivo. Comunque, a me interessi solo tu o ci vediamo in una reggia, o ci vediamo in uno 158

stallone, io sono sempre onorato e felice. Quindi non mi interessa di nessuno, io vengo solo per la gioia di vederti. Per conoscere tua madre e per farti conoscere mia moglie e le bimbe. Quindi sono onorato di accettare il tuo invito, prima non volevo venire per gli altri, ma poi ho pensato che non è giusto per colpa di altri non poterci vedere. Però loro ti possono dire che li ho sempre rispettati a tutti, specialmente alla zia che ho trattato come una madre.‖

Riprendendo l'esame della missiva che il LO PICCOLO scrive al CATANIA va segnalato anche questo ulteriore passaggio:―o sentito circa una settimana fa, che hai avuto qualche problemino con il costruttore che ti ha venduto la villa. Fammi sapere.‖

Anche tale problematica è stata riscontrata da elementi oggettivi, poichè è stato accertato che, in data 11.02.2006, GERACI Ivana, moglie di CATANIA Filippo stipulava un atto di compravendita per l‘acquisto di una villa ubicata in Campofelice di Roccella, in contrada Piana Calzata.

L‘impresa che ha venduto l‘immobile si identifica nella "Futura Immobiliare S.a.s." di AMATO Serafino con sede in via Danimarca a Campofelice di Roccella, della quale risultano soci:

AMATO Serafino (nato a Campofelice di Roccella il 09.08.1953, ivi residente in via Umberto n. 9), pregiudicato per reati contro la Pubblica Amministrazione, già vice sindaco del Comune di Campofelice di Roccella, nell‘amministrazione comunale guidata dal Sindaco Domenico LONGO, ed il fratello;

AMATO Antonino nato a Campofelice di Roccella il 18.04.1950, ivi residente in via Svizzera n. 2.

Una ulteriore circostanza che emerge dalla medesima missiva illumina la natura del rapporto esistente tra il LO PICCOLO ed il CATANIA : ―iguardo i soldi che PECORARO ti deve, vedi che non me lo sono scordato, solo che sto cercando come poterci arrivare senza che io, mi scopra.‖

Dalla documentazione sequestrata ai LO PICCOLO si riscontrano 2 reperti, ed esattamente quelli classificati Z21 e ZE15, nel contesto dei quali sono emersi dei riferimenti alla vicenda. Si tratta di documenti entrambi manoscritti da Sandro LO PICCOLO come chiarisce la consulenza grafologica del 16 luglio 200887.

 
87 Rispettivamente a pag. 179 e a pag 185 (il c.t. chiarisce che il documento ZE15 è attribuibile a Sandro LO PICCOLO al 5-6- e ultimo rigo, mentre è attribuibile per il reso a Salvatore LO PICCOLO. Nel caso in esame il passo in cui si fa riferimento al PECORARO è il quinto rigo del documento.
 
Si riportano le trascrizioni dei pizzini in esame nella parte di interesse:
 
Stralcio reperto Z 21

X Y: PECORARO Luigi gli deve 11.000

Anche in questo caso, come abitudine di Sandro LO PICCOLO, viene anteposta alla sigla in codice del destinatario la lettera ―‖utilizzata come preposizione semplice, anteponendola al nome od allo pseudonimo cui la missiva era indirizzata, invece di scrivere per esteso ―er‖

"Y" è, come anticipato sopra in relazione alla missiva di Sandro LO PICCOLO datata Lunedì 29 ottobre 07, il codice per Filippo CATANIA. 159

 
Stralcio trascrizione reperto ZE 15:

PECORARO Luigi 11.000 a F.

Il creditore indicato nel ―izzino‖ZE15 come ―.‖è certamente Filippo CATANIA, anche in considerazione della totale identità di contenuto con il pizzino Z21 nella parte relativa a Y.

In merito alla identificazione del PECORARO occorre tenere conto di quanto si dirà più avanti in ordine alle dichiarazioni rese da SPATARO Maurizio in data 10 febbraio 2009.

Ritornando ad analizzare la missiva di Sandro LO PICCOLO inviata al CATANIA, il paragrafo successivo cita: ―oi con immensa gioia, ho pure sentito che stai facendo una cosa megagalattica. Sono contento!!! Ti auguro caro fratello di tutto cuore, che ogni tuo sacrificio sia Benedetto. Lo sai che mi ci devi portare! È dobbiamo essere naturalmente in compagnia.‖

Si accertava che CATANIA Filippo gestisce 2 locali a Palermo ed esattamente: la parruccheria ―OCA CLUB‖sita in viale del Fante n. 50/A ed il centro estetico ― SOLE MIO‖sito a piazza Castelnuovo n. 50. Nel corso dell‘attività di intercettazione telefonica a carico dello stesso emergeva che questi aveva acquisito dei locali siti a Palermo, poco distanti dalla sua attività commerciale ― Sole Mio‖ per realizzare un grosso centro estetico.

In effetti è stato accertato che in via Libertà nr.4, presso i locali dove in precedenza vi era il pub denominato ―‘ora D‘aria‖ vi è adesso il centro benessere denominato ―‘ sole mio – City SPA‖ gestito dal citato CATANIA Filippo88.

 
88 cfr. all.to nr. 5 alla informativa del 15 gennaio 2009 della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo
 
Sandro LO PICCOLO alla fine della missiva scrive: ―Un Bacio grande per il tuo Piccolo‖ Si accertava che CATANIA Filippo e GERACI Ivana hanno un figlio di nome Vincenzo nato a Palermo il 19.08.2006.

Alla luce dei contenuti emersi dalla documentazione sequestrata in occasione degli arresti dei latitanti FRANZESE e LO PICCOLO emerge dunque che costoro hanno conosciuto il CATANIA durante la rispettiva latitanza, nel corso della quale hanno anche ricevuto sostegno ed aiuto dal medesimo CATANIA, e che soprattutto i LO PICCOLO hanno mantenuto con lo stesso un costante rapporto, anche di natura epistolare.

Tale dato emerge con chiarezza dai seguenti passaggi della missiva del 29 ottobre 2007:

 " Fratello, come vi dissi già a tutti nella lettera precedente",

 " Come prima, leggo, che i libretti della barca ti sono stati dati",

 "Per quanto riguarda CACOCCIOLA, fammi sapere quello che vuoi. Vuoi che continui a fornirsi da tuo…… Sappi, che anche se si è comportato male, lo possiamo portare dove noi vogliamo. Quindi fammi sapere, che mi attivo subito. Attendo ",

 "Poi leggo, che se ho qualcosa da dirti, di farlo direttamente con te. Io, non so, perché mi stai dicendo questo, ma me lo posso immaginare!

 "Ma ti ricordo che sei stato tu, a farmi sapere le tue cose con tuo…. Per me, è un grande piacere scriverti, e te lo dico di vero cuore veramente!!", " Lo sai che mi ci devi portare! È dobbiamo essere naturalmente in compagnia.‖.

 

Sempre dalla citata documentazione emerge inoltre che il CATANIA si rivolge reiteratamente ai LO PICCOLO per chiedere il loro sostegno al fine di risolvere diverse questioni personali o controversie di natura economica, tra le quali vanno ricordate: i rapporti talora conflittuali con il cognato PARISI, l'acquisto di una barca, le pendenze economiche del costruttore CACOCCIOLA verso la società gestita dal suocero e la moglie dello stesso CATANIA, i problemi con il costruttore che gli aveva venduto una villa a Campofelice di Roccella, il credito vantato verso tale PECORARO e l'attivismo dei LO PICCOLO per recuperarlo.

 
5.1 LE ATTIVITA' ECONOMICHE DEL CATANIA E LE RISULTANZE DELL'INCHIESTA " DAVID".

Il quadro dei rapporti del CATANIA con l'organizzazione mafiosa è ancora più chiaro se si considerano, oltre alla documentazione sequestrata, anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che hanno conosciuto direttamente il CATANIA ed hanno avuto conoscenza delle sue vicissitudini economiche.

Al riguardo si riportano le dichiarazioni del FRANZESE nel corso dell'interrogatorio reso il 2 maggio 2008:

" FOTO NR. 1: riconosco Filippo CATANIA cognato di PARISI Gerardo detto Zucco. Conosco da tempo il CATANIA che gestisce due centri estetici a Palermo di cui uno nei pressi di Piazza Politeama. Il CATANIA è compare di Francesco DI PACE, soggetto vicino ai LO PICCOLO e, per quanto ne so ha rapporti diretti con Sandro LO PICCOLO. Il suocero del CATANIA ha una rivendita di piastrelle a Termini Imerese ed il LO PICCOLO si era interessato per fare recuperare allo stesso dei soldi di una fornitura di materiale. Mi consta personalmente che il CATANIA non aveva una situazione economica florida tanto che in una occasione gli ho prestato dei soldi. Non so come questi abbia fatto ad aprire il centro estetico in Piazza Politeama nei locali dell‘ex Ora D‘Aria. L‘Ufficio da atto che si tratta di CATANIA Filippo nato a Palermo il 28.05.1969;"

 
Oltre a quanto già evidenziato in ordine alla vicenda concernente i rapporti commerciali del CATANIA con il CACOCCIOLA, definiti positivamente dal LO PICCOLO, va rilevato che il riferimento ai rapporti diretti con quest'ultimo trova ampia conferma nel documento ZF8 e ZF9.

Inoltre vanno ritenute estremamente significative, ai fini che adesso interessano, le affermazioni del FRANZESE in merito alle condizioni economiche dell'indagato ed in particolare alla mancanza dei capitali necessari per l'apertura del centro estetico di Piazza Politeama.

Più specifiche e dettagliate al riguardo sono le conoscenze di cui dispone il collaboratore di giustizia SPATARO Maurizio il quale, all'inizio della sua collaborazione, aveva riferito:

 
Interrogatorio di SPATARO Maurizio del 17 novembre 2008: 161

" Nella foto n.7 riconosco Filippo CATANIA che gestisce un negozio in Via del Fante ed in Piazza Castelnuovo, denominato ―O sole mio‖ Non mi risultano suoi rapporti con Cosa Nostra, so soltanto che è cognato di PARISI Gerardo, arrestato con i LO PICCOLO. L‘Ufficio da atto che il riconoscimento è esatto."

Interrogato in modo specifico sulle sue conoscenze circa i rapporti del CATANIA con l'organizzazione mafiosa e sulle sue attività economiche, lo SPATARO ha riferito quanto segue:

Interrogatorio di SPATARO Maurizio del 17 dicembre „8 ore 11,00:

Riconosco nella foto nr. 6 Filppo CATANIA. Ne ho già parlato in precedenti interrogatori. Credo che abbia diversi rapporti con persone dell'organizzazione mafiosa, tanto che ad una richiesta estorsiva riuscì ad inibirla mediante l'intervento di Gerardo PARISI. Costituì anche una società con BONANNO Giovanni che durò pochissimo tempo in conseguenza dell'intervento di personaggi mafiosi di livello superiore, così provocando il risentimento del BONANNO. Ritengo che il BONANNO fu allontanato dalla società per volere dei LO PICCOLO, infatti non poté opporvisi. Il CATANIA ha una rete di collegamenti mafiosi piuttosto vasto. A tal proposito ricordo che il CATANIA ebbe un periodo di crisi economica verso la fine del 2004 dalla quale si riprese subito costituendo la società con il BONANNO. Si da atto che la foto nr. 6 ritrae CATANIA Filippo nato a Palermo il 25.05.1969. "

Per completezza si riporta anche il brano della relativa trascrizione:

" SPATARO: Foto 6 riconosco Filippo CATANIA, anche di questa persona abbiamo parlato per due.. due o tre interrogatori, ho riferito..

P.M.: Sì.

(…

P.M.: (… In particolare io volevo chiederle: rapporti con soggetti inseriti all‘interno dell‘organizzazione mafiosa?

SPATARO: Rapporti con soggetti vicini all‘organizzazione mafiosa credo che ne abbia parecchi, tra l‘altro c‘erano andati da lui per fargli l‘estorsione al negozio di via.. Viale del Fante, ci andò proprio INDIA nel 2004 e subito Filippo cercò Giovanni, perché si era presentata questa persona dicendo di mettersi a posto e in quel momento poi Giovanni gli ha detto.. c‘era là pure suo cognato Gerardo..

P.M.: Gerardo chi?

SPATARO: Gerardo PARISI.

P.M.: Sì. Quello che è stato arrestato con i LO PICCOLO?

SPATARO: Sì, sì, è stato arrestato con i LO PICCOLO.

P.M.: Favoreggiatore.

SPATARO: E si occupava.. si occupava direttamente lui di dirgli a INDIA di non andarci più, se la sarebbe sbrigata Giovanni.

P.M.: INDIA sempre MORISCA?

SPATARO: Sì. Non ci sarebbe andato più.

P.M.: Sì.

SPATARO: Infatti così fu. Poi tra l‘altro lui stava facendo una società per quanto riguarda un centro Solarium a piazza Castelnuovo e in quel periodo aveva messo questa società assieme a Giovanni, cosa che durò pochissimo, forse fino a prima dell‘inaugurazione in quanto a 162

Giovanni gli fu detto di uscirsene da questa società, di non.. di non avere più nulla a che fare con lui.

P.M.: Da chi gli fu detto?

SPATARO: E credo che gli fu detto proprio da Gerardo questa situazione, infatti gli fece avere gli estremi per i lavori edili che aveva fatto Giovanni nel.. nel locale di Piazza Castelnuovo e l‘ha continuata da solo, infatti questa cosa a Giovanni non gli stava bene che inizialmente gli aveva detto sì e poi successivamente doveva.. non doveva essere più da solo, per cui Giovanni pensava che forse qualcuno che poteva essere interessato più di Giovanni, con una disponibilità maggiore di Giovanni, perché Giovanni in quel periodo non aveva grosse disponibilità, di lasciare Giovanni e di subentrare.. e subentrare lui.

P.M.: E si è mai capito chi possa essere stato a subentrare a Giovanni?

SPATARO: Io non l‘ho mai saputo e non l‘ho mai capito. E‘ soltanto da potere pensare che potesse essere qualche persona vicino a Gerardo come Sandro LO PICCOLO, perché soltanto loro potevano decidere io quel momento di (inc.) sulla gestione di persone vicine a loro.

P.M.: Di fatto c‘è che quindi questa società tra Giovanni e Filippo CATANIA..

SPATARO: Durò pochissimo, il tempo dei lavori..

P.M.: ..venne sciolta da te.. diciamo da soggetti che avevano più autorità di Giovanni? Questo sicuramente è quello che le risulta.

SPATARO: Sì, sì, da soggetti che avevano più autorità di Giovanni.

P.M.: E Giovanni non potè, come dire, di fronte a questa decisione non potè reagire insomma, dovette prendere atto della decisione..

SPATARO: Giovanni ha dovuto, come si dice, prendere la boccata amara e lasciare..

P.M.: Cioè quello che voglio capire alla fine è questo, signor SPATARO: non è stata.. mi dica se ho capito correttamente o meno.. una decisione di Filippo CATANIA di estromettere Giovanni?

SPATARO: Sono stati terzi..

P.M.: Sono state terze persone..

SPATARO: ..terze persone che hanno estromesso Giovanni dalla società con Filippo CATANIA.

P.M.: Ho capito bene allora?

SPATARO: Sì.

P.M.: Questo dico.. Va bene. Poi cos‘altro c‘è da dire su Filippo CATANIA?

SPATARO: Sostanzialmente questo. Di altro io non ho mai avuto rapporti di conoscenza diretta, (inc.) che ci conosciamo da ragazzi, uscivamo assieme e.. non so.. conosce un sacco di soggetti, conosce Francesco DI PACE, conosce gente vicino al mandamento di Resuttana, conosce gente di tutta Palermo..

P.M.: Sì.

SPATARO: ..anche forse in base alla sua attività di parruccheria ha la possibilità di tanta gente andarlo a trovare.

P.M.: Va bene.

SPATARO: Però in quel periodo che le posso dire io che non navigava tanto bene lui economicamente tutto assieme si è trovato a trovarsi in una certa disponibilità, anche con macchine di un certo valore, se la passava meglio..

P.M.: Quale da questo periodo? 
SPATARO: Dal.. fine 2005.. no, fine 2004 in poi..

P.M.: Uhm uhm. Quindi ha avuto.. diciamo cioè lei era al corrente del fatto che lui aveva problemi economici..

SPATARO: Sì, problemi economici sì.

P.M.: E in quel momento di che cosa si occupava in particolare?

SPATARO: Sempre della parrucche ria.

P.M.: Quella di Viale del Fante?

SPATARO: Solo quella di viale del Fante aveva.

P.M.: Solo quella di viale del Fante. E aveva problemi economici?

SPATARO: E aveva problemi economici.

P.M.: Dopo la fine del 2004 questi problemi vengono risolti e addirittura apre un nuovo centro che..

SPATARO: Apre un nuovo centro a Piazza Castelnuovo..

P.M.: Piazza Castelnuovo.

SPATARO: Addirittura prima di aprire il nuovo centro già stava meglio anche..

P.M.: Ostentava ricchezza diciamo, ecco, attraverso macchine di lusso..

SPATARO: Esattamente.89

 
89 Va ricordato che SPATARO Maurizio ha confermato le circostanze sopra riferite anche nel corso dell‘interrogatorio 17-12-2008 ore 14,40.
 
Una più organica esposizione delle conoscenze dello SPATARO sul conto del CATANIA è contenuta in un successivo interrogatorio relativo agli elementi indiziari emergenti dalla informativa dei Carabinieri dell'11 marzo 2008 (c.d. Indagine David proc.5464/2005 R.G.N.R. Si riporta di seguito il relativo stralcio di interrogatorio.
 
Interrogatorio di SPATARO Maurizio del 10 febbraio 2009

"ADR: Con riferimento a Filippo CATANIA preciso che lo conosco personalmente da circa 20 anni. Accompagnavo Giovanni BONANNO da lui presso la sua parruccheria in via Del Fante ed a volte quest‘ultimo incontrava al Loca Club, Genova Salvatore ed altri. Questi incontri avvennero dopo la scarcerazione del 2003 del BONANNO a far data dall‘inizio del 2004. Ricordo che in quel periodo (all‘inizio del 2004) Totò INDIA aveva chiesto il pizzo al CATANIA ma il BONANNO mediò per suo conto. Da quel momento iniziò l‘utilizzo della saletta riservata della parruccheria per incontri riservati del BONANNO.

ADR: In quel periodo, o di lì a poco, si determinò l‘idea di una cointeressenza fra BONANNO e CATANIA per la realizzazione di un solarium in Piazza Castelnuovo. BONANNO avrebbe svolto i lavori edili, il CATANIA avrebbe affrontato le altre spese. Poi ad un certo punto Gerardo PARISI, cognato di CATANIA Filippo, fece sapere che questa società non si doveva fare e vennero restituiti al BONANNO i soldi che aveva investito. Ciò avvenne nel 164

2005, prima della inaugurazione. Il valore dei lavori svolti dal BONANNO per il solarium di Piazza Castelnuovo era di 100 mila euro circa.

ADR: La restituzione avvenne con assegni anche postali. Questa società si ruppe per volontà di terze persone, anche se ― sole mio‖rientrava nel territorio di Resuttana e quindi di competenza del BONANNO. Ritengo che chi è intervenuto con il CATANIA per far sciogliere la società con il BONANNO sia stato LO PICCOLO Sandro. Ma è una mia supposizione. Io non ero interessato in alcun modo all‘apertura di questo solarium di Piazza Castelnuovo. Io ero interessato solo a che il BONANNO facesse buoni affari e poi mi aveva promesso un regalo se le cose fossero andate bene. "

Già da questa prima parte delle dichiarazioni rese dallo SPATARO emergono significative circostanze in ordine all'inserimento del CATANIA nel circuito relazionale dell'organizzazione mafiosa ed in particolare in quello facente capo al noto reggente di Resuttana, BONANNO Giovanni, ucciso dopo essere scomparso l'11 gennaio 2006. Il rapporto del CATANIA con il BONANNO è cosi intenso al punto che il primo aveva messo a disposizione del secondo, dopo la sua scarcerazione avvenuta nel 2003, i locali dell'esercizio commerciale "LOCA CLUB" per consentirgli di incontrare altri esponenti mafiosi come GENOVA Salvatore; il BONANNO, a sua volta, aveva mediato con gli uomini del mandamento di Resuttana per impedire una richiesta estorsiva avanzata da MORISCA Gioacchino (detto Totò INDIA)90 ai danni del CATANIA.

 
90 Si tratta del soggetto nei cui confronti si avanza richiesta di misura cautelare per il reato di partecipazione all‘associazione mafiosa nell‘ambito di questo procedimento (vedi oltre la relativa scheda) già condannato in primo grado alla pena di anni 4 mesi 8 di reclusione per due episodi di tentata estorsione aggravata dall‘art. 7 dl 152 del 1991 nell‘ambito del procedimento nr°1301/2009 R.G.

91 Depositata agli atti del presente procedimento, c.d. indagine DAVID.

92 Pag. 210 della informativa del R.O.N.I. di Palermo datata 11 marzo 2008;

 
Ed in effetti, a riprova della piena attendibilità estrinseca dello SPATARO, il rapporto tra CATANIA e BONANNO trova ampio riscontro in diversi passaggi della citata informativa dei Carabinieri dell'11 marzo 200891, in primo luogo con riferimento all'accertata utilizzazione dei locali dell'esercizio commerciale "Loca Club" come luogo di incontro e di appuntamento del BONANNO con i suoi sodali, tra i quali lo stesso SPATARO ed il noto esponente mafioso Antonino CUMBO, persona di fiducia del GENOVA.92 165
 
93 Cfr progr. 412 della intercettazione citata (All. 68 alla informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.)

94 Cfr pag. 294 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

95 Si considerino le conversazioni telefoniche di cui ai progressivi 3861 (All. 218) e 3863 (All. 219) della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

96 Cfr pag. 628 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

97 progr. 7461 della intercettazione citata, All. 575 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

98 Cfr pag. 746 della intercettazione citata, All. 575 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

99 progr. 3552 della intercettazione citata, All. 660 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

100 progr. 3553 della intercettazione citata,, All. 661 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

101 progr. 3554 della intercettazione citata, All. 662 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.

 
Dalla stessa informativa inoltre emerge l'esistenza di rapporti economici tra il CATANIA e lo SPATARO. Si tratta in particolare di due episodi rispettivamente verificatisi il 29 novembre 2005 e il 5 dicembre 2005; in entrambi i casi il CATANIA sollecita lo SPATARO a procedere ad un versamento in danaro sollecitato da una banca al fine di coprire un assegno.

Nella informativa in parola la p.g. da atto che:

 alle ore 17.44 del 3 agosto 200593, BONANNO Giovanni e ARMETTA Giuseppe si danno appuntamento presso il negozio del barbiere CATANIA Filippo di via Del Fante nr. 50/A-B-C;

 Il 14 settembre 200594, BONANNO Giovanni incontra SPATARO Maurizio, CUMBO Antonino e tale Enzo presso la barberia di CATANIA Filippo, di Via del Fante95.

 Alle ore 11.44 del 10 gennaio 200696, CUMBO Antonino e BONANNO Giovanni si accordano per vedersi in P.zza Politeama al centro solarium "O‟Sole mio" di Filippo CATANIA97;

 Il 2 gennaio 200698 (ndr. appena 8 giorni prima della scomparsa) alle ore 11.2299, alle ore 11.30100, e alle ore 11.31101 ARMETTA Giuseppe contatta

166

 

SPATARO Maurizio in quanto ha urgente bisogno di incontrare BONANNO Giovanni. I due si accorderanno per vedersi da CATANIA Filippo, in via Del Fante.

Per quanto concerne le conversazioni sopra citate, la prima è avvenuta il giorno 29 novembre 2005, alle ore 09.41102 In particolare SPATARO Maurizio riceve una telefonata da CATANIA Filippo, il quale gli chiede di effettuare un versamento sul suo conto corrente poiché sollecitato dalla banca. Il denaro servirà a coprire degli assegni giunti in scadenza di cui CATANIA non ha alcuna cognizione visto che sono stati tratti da BONANNO Giovanni.Si riporta la trascrizione della conversazione nello stralcio di interesse:

 
102 conversazione del 29 novembre 2005, pag. 389, progressivo 535 (All. 340 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R. )

103 progr. 1053 della intercettazione citata (All. 353 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R. )

 
…missis…

CATANIA: Si, è vero...(ride)...minchia, mi ha svegliato la banca in mattinata.

SPATARO: Eh?

CATANIA: Mi ha svegliato la banca in mattinata.

SPATARO: Che vuole...

CATANIA: Sti bastardi.

SPATARO: Che vuole la banca in mattinata?

CATANIA: Nie', versamento, versamento vuole.

…missis…

La successiva conversazione sull‘argomento viene intercettata il giorno 05 dicembre 2005, alle ore 09.31103. Nell‘occasione CATANIA Filippo comunica a SPATARO Maurizio che sul suo conto corrente c‘è un assegno in scadenza da coprire, così come comunicatogli dalla banca. Chiaramente, la cattiva notizia è riferibile maggiormente a SPATARO che insieme a BONANNO si deve preoccupare del versamento, piuttosto che a CATANIA Filippo, consapevole favoreggiatore, che non sborserà alcuna somma.

Si riporta lo stralcio della conversazione intercettata nella parte di interesse:

SPATARO: Pronto.

CATANIA: Ehi, Mauro.

SPATARO: Chi sei?

CATANIA: Filippo.

SPATARO: Filippuzzo, buongiorno. Dimmi caro.

CATANIA: Buongiorno, mi dispiace, cattiva notizia, è arrivata la telefonata.

SPATARO: Eh. E' arrivata la telefonata dell'assegno?

CATANIA: Si, si.

SPATARO: Va bene.

CATANIA: Minchia, io...non...

SPATARO: Eh? 167

CATANIA: No, no, non so che fare, gioia mio.

SPATARO: Va bene. Va be. Ma...è arrivata la...che praticamente...è arrivato o è arrivato troncato che...

CATANIA: Noo. E' arrivato, perché gli assegni superiori ai tremila euro, non arrivano...(inc.)...arrivano direttamente.

SPATARO: Va bene. Okay, ciao, caro.

CATANIA: Capito? Ciao, ciao.

SPATARO: Ciao.

 
Al riguardo lo SPATARO, nel corso dell‘interrogatorio del 10 febbraio 2009 ha cosi giustificato il contenuto delle sopra citate conversazioni del 29 novembre 2005 e del 5 dicembre 2005:
 
Interrogatorio di SPATARO Maurizio del 10-2-2009

ADR: si tratta di assegni che Filippo CATANIA aveva favorito a Giovanni BONANNO a titolo di cortesia per la ristrutturazione della casa di BONANNO Giovanni. Ho già parlato in alcuni precedenti interrogatori di questo tema.

ADR: l‘origine o la causa dell‘emissione degli assegni postatati a favore di Giovanni BONANNO era quella di coprire le spese sostenute da BONANNO Giovanni per la ristrutturazione della casa. Come mi fa rilevare l‘Ufficio, il BONANNO non era riuscito a pagare alle scadenze tali assegni, sicché era stato costretto ad emettere ulteriori assegni postadatati debiti che erano diventati per lui insostenibili.

ADR: non ho mai movimentato il c/c di CATANIA Filippo."

Il successivo 7 dicembre 2005 viene intercettata una ulteriore conversazione104 tra CATANIA e SPATARO nel corso della quale si fa riferimento ad un assegno emesso in favore dello stesso CATANIA ed il cui pagamento, da parte di un terzo soggetto, sarebbe dovuto risultare dall'estratto conto del conto corrente del CATANIA:

 
104 prog. 1298, all.363 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.
 
"…missis…

SPATARO: Ci sei passato in banca a vedere se l'assegno di quello lo hanno pagato?

CATANIA: Eh? No, ci sto andando...ora, diciamo.

SPATARO: Eh, ma appena ce l'hai, me la dai una copia del...dell'estratto conto tuo con l'assegno pagato? 168

CATANIA: Certo, gioia.

SPATARO: Va bene?

CATANIA: Va bene.

SPATARO: Ti raccomando. Va bene?

CATANIA: Ma che scherzi?

SPATARO: Fai prima possibile.

CATANIA: ...(tossisce)...no, ma infatti, dici tu...bravo, ho capito, faccio prima possibile.

SPATARO: Eh?

CATANIA: Faccio prima possibile. Va bene giu'?

SPATARO: Va bene.

CATANIA: Okay.

SPATARO: Così ti faccio avere subito i soldi. Ciao.

CATANIA: Bravo, che minchia, sono dannato...

SPATARO: No, no, no...se tu ci vai ora...io entro le undici, già...che c'è appuntamento, vedi.

CATANIA: Va bene. Va bene.

SPATARO: Va bene?

CATANIA: Va bene. Io ora ci sto andando, esco da lì e ti chiamo. Va bene gio'?

SPATARO: Va bene, okay. Tu altre pendenze con loro non ne hai? Altri assegni che devono entrare...

CATANIA: Si, si, a scadere, ne ho uno giorno trenta Dicembre e uno il trenta Gennaio.

SPATARO: Trenta Dicembre e trenta Gennaio...perciò, non ci rientriamo. Va bene, okay. Sempre della stessa banca, giusto?

CATANIA: Sempre della stessa banca.

…missis…

 
(All. 363)

Anche con riferimento alle predetta conversazione e agli assegni menzionati dallo SPATARO e dal CATANIA, sono state poste specifiche domande al collaboratore nel corso dell‘interrogatorio del 10-2-2009.

A questo proposito lo SPATARO ha riferito:

Interrogatorio di SPATARO Maurizio del 10-2-2009

ADR: si riferiscono ad assegni emessi per coprire il prezzo della barca comprata da Giovanni BONANNO.

ADR: A proposito di questa barca ricordo che BONANNO Giovanni si era 169

inserito per aiutare CATANIA Filippo perché era stato pesantemente minacciato da Luigi PECORARO, fratello di Giovanni. La barca in questione infatti era di SPECCHIARELLO Giampiero, cognato di PECORARO Giovanni."

Il successivo 9 dicembre 2005 nel corso di una conversazione tra Giovanni BONANNO105 e Giuseppe TRENTANELLI106 vi è un riferimento a CATANIA:

 
105 Si tratta del BONANNO Giovanni più volte menzionato, nato a Palermo il 3-6-1970, vittima di lupara bianca in data 12-1-2006.

106 Il TRENTANELLI è altro soggetto indagato nell‘ambito del Proc. 5464/2005 R.G.N.R. , si identifica in TRENTANELLI nato a Palermo 1-3-1976.

107 progr. 968 della intercettazione citata 67(All. 369 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.)

108 progr. 2570 intercettazione citata 67 (All. 394 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.)

 
Difatti, alle ore 11.56107TRENTANELLI chiama subito BONANNO Giovanni per avere la conferma che l‘assegno di cinquemila euro intestato a SPATARO Maurizio, di cui gli ha accennato il direttore AMATO, sia il titolo che lui gli ha consegnato in bianco con la sola apposizione della firma ("Quello che io ti ho dato firmato senza nè data e nè niente"; "Ma se la data ed è firmato Maurizio SPATARO 5.000,00 euro, ora il direttore mi stava mangiando Giovà"). BONANNO, a riprova del fatto di essere l‘ideatore di ogni movimentazione, afferma: "Si, l'ho fatto intestare a lui e glielo ha dato a
Filippo CATANIA".

Il 21 dicembre 2005 viene intercettata ancora una conversazione tra SPATARO e CATANIA sempre in relazione ad un assegno da versare. In particolare alle ore 10.13108, CATANIA Filippo chiama SPATARO Maurizio. Dal dialogo risalta che SPATARO ha consegnato a Rosario (ndr. da identificare in PEDONE Rosario, la cui autocarrozzeria è luogo di incontro tra gli associati e veicolo di informazioni) una somma di denaro per il CATANIA. Il contante servirà a CATANIA per effettuare un versamento sul conto corrente di Ivan, suo fratello (ndr CATANIA Ivan, Palermo 20.02.1984).

Si riporta la conversazione tra i due nello stralcio di interesse:

SPATARO: Pronto.

CATANIA: Buongiorno.

SPATARO: Filippuzzo bello, buongiorno.

CATANIA: Come stai?

SPATARO: Sempre di corsa, Filippo.

CATANIA: E lo so.

SPATARO: Che è, "sangu".

CATANIA: Niente, così, per sentirti. 170

SPATARO: Bah, ieri ero passato a trovarti e non c'eri.

CATANIA: Per ora...minchia corro come un pazzo.

SPATARO: Uhm. Senti una cosa. Ma...a...a Rosario lo hai visto?

CATANIA: Ma che. Ha da sabato che lo chiamo..."sto arrivando, sto venendo, sto arrivando, sto venendo"...

SPATARO: Gli ho lasciato, gli ho lasciato...(inc.)...

CATANIA: E ce l'ho io.

SPATARO: Eh, fatteli dare tu direttamente.

CATANIA: Glieli ho lasciati io...glieli ho lasciato...ce li ho io. "Ce li ho io, sto venendo"...

SPATARO: Chiamalo e te li fai dare direttamente tu.

CATANIA: Ho capito.

SPATARO: Gli ho detto...gli ha detto...mio cugino, lasciameli direttamente a me.

CATANIA: Uhm uhm.

SPATARO: Va bene?

CATANIA: Va bene.

SPATARO: Così, siccome era una cosa urgente, glielo dici...è una cosa urgente. Li prendi, glieli ridai già...questi di qua a Ivan, così se li va a versare.

…missis…

In relazione alla predetta conversazione lo SPATARO, nel corso dell‘interrogatorio del 10-2-2009 ha riferito:

"ADR: Ivan è il fratello di Filippo CATANIA. Anche in tal caso gli assegni di cui si parla nella conversazione si riferiscono a quelli che CATANIA Filippo aveva emesso per favorire BONANNO Giovanni."

I successivo 27 dicembre 2005 SPATARO e CATANIA discutono di ancora di assegni. In particolare alle ore 14.26109, SPATARO Maurizio informa CATANIA Filippo che hanno reperito (verosimilmente riferendosi anche a BONANNO Giovanni) i fondi per tamponare la sua situazione:

109 progr. 3162 della intercettazione citata (All. 417 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.)

CATANIA: ..ehi...Mauro....!

SPATARO: ...allora abbiamo lasciato tutto quà a Stefania di Mondello

CATANIA: …i..!...

SPATARO: ...va bene...duemila euro assegno a vista contanti e..mille....euro

CATANIA: assegno...!...maria...!

SPATARO: ...eh... mille euro dice se lo scambi tu sto assegno...?

CATANIA: …i...si..si...si...si...

SPATARO: …h...va bene.. ci sentiamo dopo...!

 
(All. 417)"
Sul punto lo SPATARO, interrogato il 10-2-2009 ha dichiarato: 
ADR: non ricordo il contenuto di questa conversazione. Non mi ricordo chi sia tale Stefania di Mondello."

Nell'informativa del R.O.N.I. di Palermo dell'11 marzo 2008 si fa menzione di alcune conversazioni di poco successive alla scomparsa del BONANNO, intercorse tra il CATANIA e ARMETTA Giuseppe, persona vicina al BONANNO, concernente un assegno di 8 mila euro. In particolare, il giorno 28 febbraio 2006, alle ore 21.21110, sul telefono cellulare in uso ad ARMETTA Giuseppe giunge un s.m.s. proveniente da CATANIA Filippo con il seguente testo: "Ma per sapere che fine ha fatto il mio assegno che devo fare!!!".

 
110 progr. 1004 (All. 457 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.)

111 progr. 1005 della intercettazione citata (All. 458 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.).

 
Il titolo di credito a cui fa riferimento il CATANIA è uno di quelli del ―iro‖di BONANNO la cui scomparsa mette a rischio la possibilità di recupero del credito in parola.
 
Prooprio per tale ragione il CATANIA si rivolgere Ad una delle persone più vicina al BONANNO, appunto ARMETTA Giuseppe, che si impegna, come traspare nella successiva conversazione delle ore 08.46 del giorno 01 marzo 2006111, a rintracciare l‘assegno in parola. ARMETTA asserisce che l‘assegno è andato a finire addirittura fuori piazza, ossia nella città di CATANIA. Quello che è importante sottolineare è il fatto che ARMETTA garantisce, qualora l‟ssegno venga presentato all‟ncasso, di consegnare ottomila euro a CATANIA Filippo per la copertura del titolo.

ARMETTA G.: FILIPPO, buongiorno, come stiamo?

CATANIA F.: PIPPUCCIO!..perché mi stai fare in pensiero!

ARMETTA G.: No, ma tu ..incomprensibile…utte queste telefonate e messaggi stupidi…!

CATANIA F.: Maa…

ARMETTA G.: Se ti entra l‘assegno …

CATANIA F.: Che messaggi stupidi!

ARMETTA G.: In banca! E sono…ttomil…

CATANIA F.: Eh?

ARMETTA G.: Se ti entra l‟ssegno in banca e tu gli devi portare 8000,00 (ottomila) euro, non ti preoccupare, andrò a cercare dove è che è… te li darò…

CATANIA F.: Ma che faiii…

ARMETTA G.: Mi sono…

CATANIA F.: Scherzi!

ARMETTA G.: Preso l‟mpegno con te…‟ssegno non entra, non entra, stop!…

CATANIA F.: Ma lo so, gioia mia…

ARMETTA G.: Mi fai stare male conn…

CATANIA F.: Ma tuuu…  

ARMETTA G.: Conn …ii…i messaggi…stupidi…

CATANIA F.: Ti ho detto …olevo sapere che fine avesse fatto l‟ssegno!

ARMETTA G.: Che …ncomprensibile…sono cose che passano …hemmme. e… e che ho problemi con te?

CATANIA F.: Lascialo stare…

ARMETTA G.: Come ho l‟ssegno in mano, siccome è a Catania, lo devono scendere…ica è qua a Palermo e me lo davano mano, mano e mano…è..

CATANIA F.: Eh!

ARMETTA G.: A Catania, incomprensibile…cende e poi…

CATANIA F.: ..Incomprensibile…

ARMETTA G.: ..Incomprensibile..

CATANIA F.: E‘ l‘altro ieri che te lo stavano …ncomprensibile..

ARMETTA G.: Va bene?

CATANIA F.: PIPPO!

ARMETTA G.: Ora passo, seiii..in vialeee…el Fante, tu?

CATANIA F.: No, non ci sono ancora lì..

ARMETTA G.: Ah, allora fammi sapere quando sei in viale Del Fante che passo..

CATANIA F.: Si, si…

ARMETTA G.: Che ora ci sto andand…ra alle nove ci vado…

CATANIA F.: Si…

ARMETTA G.: Va bene?

CATANIA F.: Va bè…‘importante…

ARMETTA G.: Ciao..

CATANIA F.: E‘ che tutto è sotto controllo, è vero PIPPO?

ARMETTA G.: Sangue mio! ma ee…a bè, ciao FILI…

CATANIA F.: Nooo…E‘..min…

ARMETTA G.: Ci sentiamo dopo…

CATANIA F.: Minchiaaa…

ARMETTA G.: Nooo, mi secca sempre gli stessi discorsi…tupidi, mi dà fastidio FILI…

CATANIA F.: Va bè…iao

ARMETTA G.: Se prendo l‘impegno, impegno è…ciao..

CATANIA F.: Ciao, ciao…

 
(All. 458)"

Il giorno 06 marzo 2006, alle ore 15.40112, ARMETTA riferisce a CATANIA Filippo, per tranquillizzarlo, di essere in possesso della fotocopia dell‘assegno ―agliato‖ Il titolo gli verrà in ogni caso consegnato domani da gente proveniente da CATANIA:

112 progr. 1185 (All. 459 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R. )

CATANIA F.: PIPPO! Come stai?

ARMETTA G.: Bene, vita mia, tu…?….   

CATANIA F.: Tutto a posto?

ARMETTA G.: ..Tutto a posto?

CATANIA F.: Bene, bene, grazie…

ARMETTA G.: Domani mattina avvicino, che me lo portano domani mattina perché son….arrivano da Catania, va bene?

CATANIA F.: Va...va bene, gio....

ARMETTA G.: Devi sta.,..

CATANIA F.: …aaa…

ARMETTA G.: Stare tranquillo!..io ce l‘ho…anz..

CATANIA F.: No..

ARMETTA G.: Aehem…nzi…

CATANIA F.: No..

ARMETTA G.: Pure la fotocopia…elll..ehee…on l‟ssegno tagliato…nemmeno sono potuto passare per fartela vedere…

CATANIA F.: No! Così glielo porto, lo scarico…

ARMETTA G.: Cerrttoo!

CATANIA F.: ..Incomprensibile..nonn..

ARMETTA G.: Ci mancherebbe altro..

CATANIA F.: ..E‘ che..incomprensibile..

…missis…

Il giorno 14 marzo 2006, alle ore 15.28113, ARMETTA Giuseppe fornisce la conferma a CATANIA Filippo di essere venuto in possesso dell‘assegno in argomento ed aggiunge che al più presto glielo restituirà:

113 progr. 1459 (All. 460 della informativa del R.O.N.I. di Palermo dell‟1 marzo 2008, proc. 5464/2005 R.G.N.R.)

ARMETTA G.: FILIPPINO, buongiorno!

CATANIA F.: PIPPO, buongiorno, gioia!

ARMETTA G.: Finalmente me l‟anno portato!…ce l‟o in tasca io…

CATANIA F.: Ho capitoooo..

ARMETTA G.: Eh..eh.eh..(ride)…ediamo che...se..posso passare più tardi, va bene?

CATANIA F.: Vaa…

ARMETTA G.: Così…i faccio…

CATANIA F.: Beneee…

ARMETTA G.: ..Incomprensibile…e mani…a bene?…un bacio

CATANIA F.: Va bene…

ARMETTA G.: Ciao…

CATANIA F.: Gioia…

ARMETTA G.: Ciao..

CATANIA F.: Un bacione…

ARMETTA G.: Ciao…
Sebbene allo stato non siano del tutto accertati l'originaria causale dell'emissione dell'assegno, nè il suo destinatario, appare plausibile ritenere che anche questa specifica vicenda si inserisca nei rapporti del CATANIA con l'organizzazione mafiosa.

Ma la vicenda che, più di ogni altra, denota lo stretto collegamento economico del CATANIA con Cosa Nostra è quella relativa all'apertura del centro estetico " O sole mio" della quale hanno parlato a vario titolo i collaboratori di giustizia FRANZESE e SPATARO. La vicenda invero ricorre nel contesto dell'informativa dell'11 marzo 2008 del R.O.N.I di Palermo più volte menzionata. che si ritiene opportuno riportare nella parte di interesse ( pagg. 537 e segg. ):

Nell‘informativa in parola la p.g. rappresenta che l‘attività di indagine svolta in seno alla famiglia mafiosa di ―esuttana‖ imperniata sulla figura di BONANNO Giovanni, gestore della cassa della cosca in argomento, ha consentito di accertare la riconducibilità dell‘esercizio commerciale ―o sole mio‖alla stessa consorteria mafiosa che, per il tramite di soci/prestanome, vi ha investito ingenti somme di denaro, provento ingiusto realizzato dalle illecite attività cui l‘organizzazione criminale si dedica.

 
Parte 3° segue............

Arena,Bruno,Spataro,Franzese,Razzanelli,Mafia,Ergastolo,Copacabana,Badalamenti,Isola delle Femmine,Pulizzi,Seidita,Lo Piccolo,Resuttana,Capaci,Pipitone,Mosca,Moma,Spataro,Serio

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