Il Professore : ... ... Giova ricordare , peraltro , IL Che Personaggio Il proprietario del bene confiscato , in partiture OCCASIONE delle elezioni sosteneva Amministrativo Il Candidato della lista "Rinascita Isolana " Rosario Rappa .

domenica 9 gennaio 2011

Quei beni non sono di Madonia

Quei beni non sono di Madonia

Fonte: Giornale di Sicilia 10 Dicembre 2010

"Quei beni non sono di Madonia"
Restituiti a un presunto prestanome

"Loro lo sanno che abbiamo queste core! Non facciamo che questi tre mascalzoncelli che sono, ne fanno cattivo uso! Questa cosa (devono, ndr) curarla, vederla come se fosse una cosa loro". A parlare e il boss Salvatore Madonia che, da detenuto, nell' ottobre del 2006, impartisce ordini alla moglie, Maria Angela Di Trapani, circa la gestione di alcuni beni, quelli intestati alla famiglia della Zia Bebi, ovvero Vincenzo D'Arpa, classe 1931, poi deceduto, e dunque passati alla moglie, Vincenza Collura, ai figli Massimiliano e Pietro, al nipote Vincenzo (che all' epoca aveva solo 16 anni). "Quanta bili" per quei otre fazzoletti di terra" in passaggio del Coniglio, a Isola delle Femmine, con villette, magazzini e un capannone che Madonia nelle intercettazioni rivendica come suoi ("Tutto, dal basso verso l'alto"), proprio net punto a ridosso dell' autostrada dove avvenne la strage di Capaci. Di diverso avviso gli eredi D'Arpa, indagati per fittizia intestazione di beni, secondo i quali il boss sarebbe il reale proprietario solo di un paio di magazzini e di due pezzetti di terra.
La sezione misure di prevenzione del tribunale (collegio presieduto da Fabio Licata) ha sciolto il dubbio, in favore di Zia Bebi. Saranno cosi restituiti ai presunti prestanome D'Arpa (difesi dall' avvocato Michele Giovinco) tre villette, due appartamenti, diversi magazzini, un capannone e un terreno perche "almeno allo stato - scrivono i giudici - non risultano raggiunti da alcun elemento concreto di sospetto sulla riconducibilità a membri della famiglia Madonia".
Eppure, durante i colloqui in carcere, il boss teme, si arrabbia, minaccia, spiega piu volte alla moglie, incaricata di gestire gli affari durante la sua detenzione, come stanno le cose, perche non si faccia prendere in giro dal mascalzoncello. "Dove li hanno presi i soldi loro? Da dove gli sono venute? Nemmeno si potevano comprare - dice Madonia - un collare! (...) Questi (D'Arpa, ndr) proprio non avevano niente...completamente. Io, ho pre-so... ho fatto... ma sono dei mascalzoni (...) Questo e tutto il rispetto? Questo mi merito io?o. Lui che avrebbe pagato. Fior di quattrini. Esattamente 255 milioni di lire, sono tre pezzi...venticinque (milioni, ndr), trenta e duecento! Tutte cose". E ci sarebbe anche o la casa in montagna, come la chiama Riccardo, il figlio della coppia. Si tratta di una struttura in costruzione che si trova proprio sotto al tristemente famoso casolare con la scritta No mafia, che domina dall'alto l'autostrada Palermo-Trapani. "Non tradirei il segreto di  papà - dice Maria Angela al figlio - quando poi sei grande la prendi tu, perche e nostra, mi dimenticalo, capito? (...) altrimenti ce la levano".
Ma i tentativi della donna di far ragionare i D'Arpa vanno a vuoto. Anzi la famiglia di Zia Bebi tenta di convincerla che da quelle parti non avrebbe neppure o il passaggio (o che la smettano, devo dirgli pure grazie che mi da il passaggio, impreca Madonia, ogli dici, dovete pregare che Salvo muore in carcere (...) vi giura sulla cosa più santa che avete (..) fra 100 anni, 150 anni... vi stermina a tutti!»). "Negano le evidenze - gli scrive Maria Angela - delle nostre disgrazie ne hanno fatto it loro tornaconto (...). Non si godranno niente - sentenzia - suo marito (Vincenzo D'Arpa, ndr) a morto col cancro, lei (Vincenza Collura, ndr) ha l'Alzheimer, a quei sifilitichi e vermi viscidi dei figli più bastardi di come sono non potevano essere". I giudici hanno deciso diversamente.

Sandra Figliuolo


EMEROTECA ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS






Al Banco Emiliano Romagnolo (BER) depositi congelati


Caos al piccolo istituto bolognese, in amministrazione straordinaria. I clienti non possono ritirare ne' soldi dai propri conti, ne' titoli, ne' strumenti finanziari. La Banca d'Italia parla di "circostanze eccezionali" e "insufficienza delle disponibilità liquide a far fronte alle passività in scadenza".

Pubblicato il 12 dicembre 2010 | Ora 23:24

   Ecco il comunicato della Banca d'Italia:

In data 6 dicembre 2010 i Commissari straordinari del Banco Emiliano Romagnolo "BER" (BO), in amministrazione straordinaria, con il parere favorevole del Comitato di Sorveglianza e previa autorizzazione della Banca d’Italia, hanno deliberato la sospensione del pagamento delle passività di qualsiasi genere e della restituzione degli strumenti finanziari alla clientela, ai sensi dell’art. 74 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385 (TUB), per il periodo massimo di un mese, fatte salve eventuali proroghe.

La misura si è resa necessaria stante il ricorso di circostanze eccezionali, che si sostanziano nell’insufficienza delle disponibilità liquide a far fronte alle passività in scadenza e nell’impossibilità di attivare canali alternativi di sostegno finanziario.

Nel corso della procedura gli Organi straordinari hanno esperito numerosi tentativi per portare a soluzione la situazione di grave tensione finanziaria della banca, manifestatasi sin dall’avvio dell’amministrazione straordinaria e, con la supervisione della Banca d’Italia, stanno operando per portare a compimento, quanto prima, un piano di intervento che, con il sostegno del Fondo
Interbancario di Tutela dei Depositi e delle banche creditrici, realizzi la salvaguardia degli interessi della clientela.



***************

Il Banco Emiliano Romagnolo "é in amministrazione straordinaria e non è in liquidazione". A specificarlo è stato il commissario Fernando De Flaviis, che questa mattina ha incontrato il pm della procura di Bologna, Antonello Gustapane, che ha da tempo aperto un'inchiesta sulla Banca commissariata, che vede indagate 13 persone per truffa, infedeltà patrimoniale a riciclaggio. L'ipotesi dell'inchiesta di Gustapane è che ingenti somme di denaro siano state portate a San Marino. L’istituto si caratterizza per la clientela piuttosto facoltosa tra cui anche gli eredi di Luciano Pavarotti.
Nella bufera la cassa dei Paperoni. (03/12/2010) Fonte: sanmarinotv.sm

*****************

Tre inchieste su Ber Banca per denunce dei clienti e di una funzionaria

di Luigi Spezia (La Repubblica - Bologna)

Bufera su Ber Banca, la banca dei "Paperoni", non solo commissariata un anno fa, ma alle prese addirittura con tre inchieste della Procura di Bologna. Una piccola banca nata sotto i migliori auspici sta passando una tempesta giudiziaria, dopo quella capitata a Delta Banca, rimasta invischiata nei rapporti poco chiari con San Marino.

Una delle inchieste parte dalla denuncia dei vertici della banca nei confronti di una funzionaria, licenziata poco prima dell' inizio dell' ispezione della Banca d' Italia, che ha dato poi il via al commissariamento. La funzionaria, accusata di aver commesso dei falsi, non ha accettato la "punizione" e ha presentato una controdenuncia contro i vertici della banca specializzata in «private banking», che ha un unico sportello tra via Farini e via Castiglione e 50 dipendenti e che accettava investimenti a cominciare da un miliardo di lire. La funzionaria ha esposto una serie di irregolarità, sulle quali indagano da mesi i pm Antonello Gustapane e Antonella Scandellari.

Tutto è cominciato comunque da molti esposti presentati dai clienti, per i quali è sotto attenzione il comportamento dell' ex direttore Paolo Lelli, ex Carisbo. L' inchiesta iniziale su Ber Banca - prima del commissariamento presieduta da Alberto Maffei Alberti, nella quale hanno investito anche gli eredi Pavarotti - era relativa alle forti perdite. Si parla in particolare di investimenti in derivati finiti malissimo e che hanno portato a concedere affidamenti all' insaputa dei clienti per coprire i buchi.

Alla fine, alcuni clienti non solo hanno perduto milioni di euro, ma si sono indebitati con la banca senza saperlo. Ma si parla anche di delibere di affidamentoe di firme non regolari. Sullo sfondo, c' è la scadenza del commissariamento, iniziato il 21 luglio scorso per «irregolarità gestionali». Il destino del piccolo istituto è tutto da scrivere: il commissario potrebbe essere prorogato oppure la banca potrebbe essere venduta. (17 giugno 2010)
 (BER)

http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1052442

Segnalazione


"Voglio segnalare che il Banco Emiliano Romagnolo è stato bloccato dalla Banca d'Italia e che tutti i conto correnti sono stati congelati per evitare che tutti ritirino i soldi. Stanno cercando di vendere la banca al gruppo Intesa, non si sa altro. E dicono che fino al 7 gennaio non si saprà nulla. Passeranno le vacanze di Natale serene, loro! E non per il freddo... Mi ritrovo come tante altre persone a non poter ricevere bonifici, stipendi, addebiti e neanche ritirare contanti allo sportello. Il tutto senza preavviso e tenendo tutto nascosto. Ancora sui giornali non si legge niente.Chiamate direttamente voi in banca per vedere che è tutto vero:

0514135595 - 0514135539

ALAMIA, Calliope, CUTINO, d'arpa, elauto, Faraci, Fin Imm, IMPASTATO, MAIORANA, Palazzotto, POMIERO, PORTOBELLO, SEQUESTRO BENI DI MAFIOSI, SICILEAS

Nessun commento:

Posta un commento