Il Professore : ... ... Giova ricordare , peraltro , IL Che Personaggio Il proprietario del bene confiscato , in partiture OCCASIONE delle elezioni sosteneva Amministrativo Il Candidato della lista "Rinascita Isolana " Rosario Rappa .

sabato 9 luglio 2011

I cambi merce di Milanese

I cambi merce di Milanese
Ville e yacht per distribuire nomine e ottenere notizie riservate.
di Adelaide Pierucci

 
Operazioni sporche coperte dal lusso. Non solo la Ferrari e la Bentley, e i Mirò per la fidanzata, pretesi come cadeau. Ma la villa in Costa Azzurra e lo yacht.Comprava e rivendeva in nome delle tangenti Marco Milanese, il potente deputato del Pdl, ex consulente del ministero del Tesoro, che ha ospitato nella sua casa romana da 8.500 euro al mese il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, e su cui alla Camera dal 7 luglio pende un ordine di arresto firmato da Napoli.
Il gip Amelia Primavera nell'ordinanza ha ricostruito un preciso modus operandi: vendita a maggior valore per nascondere tangenti. Mazzette intascate in cambio di nomine. «Nella sua qualità di consigliere politico del ministro dell'Economia, ha promesso prima, e assicurato poi, l'attribuzione di nomine e incarichi in diverse società controllate dal ministero, ricevendo come corrispettivo somme di denaro e altre utilità».
LA CASA IN COSTA AZZURRA. Nel caso dei professionisti di Voghera, il sindaco Guido Marchese e il commercialista Carlo Barbieri (ora agli arresti domiciliari in base alla stessa ordinanza), 100 mila euro rifilati dalla cresta per la vendita di una casa in Costa Azzurra dopo essere stati piazzati in società che fanno capo a Finmeccanica.
Si stima una cifra di 500 mila euro invece dietro all'affare yacht rivenduto in maniera supervalutata, secondo i magistrati, alla società Eurotec collegata a Fabrizio Testa, poi nominato nel consiglio d'amministrazione di Enav e presidente di TecnoSky. Troncone d'indagine questo finito nella procura di Roma con l'ipotesi di finanziamento illecito ai partiti.

COMPRAVENDITE AL POSTO DI CASH. Non bustarelle, non cash insomma. Secondo il pm Vincenzo Piscitelli, Milanese, ex ufficiale della Guardia di Finanza, conoscerebbe bene il mondo finanziario e i metodi d'indagine. Meglio quindi coprire le manovre economiche con compravendite. Milanese ha informato Marchese dell'intenzione di voler vendere la villa in Costa Azzurra, valore 1 milione e 600 mila euro.
Intanto Marchese e Barbieri hanno messo in piedi una società, la Sogepa, con l'intenzione di acquistare la villa per fare un solo affare veloce: rivenderla a qualche magnate. L'acquirente, però, si sarebbe ritirato e i due, in accordo con Milanese, avrebbero avuto indietro la caparra di 650 mila euro depositati con assegni su un conto della Carige.
Nel frattempo Milanese ha venduto la villa tramite un mediatore francese che poi si è fatto vivo con Marchese: «Milanese si aspetterebbe la restituzione dei 100 documenti». Centomila euro secondo i magistrati. Una tangente che servirebbe a ricompensarlo per i favori fatti. Marchese è stato nominato nei collegi sindacali di Ansaldo Breda, Oto Melara, Ansaldo Energia, Sogin e Sace. Barbieri, che è anche sindaco a Voghera, è stato nominato nel consiglio di amministrazione della Federservizi.

Viscione spiega ai pm la vendita del Delphinus



Intanto Marco Milanese non commenta perché nella mattinata dell'8 luglio è stato sottoposto all'intervento a un'ernia a Roma, un'operazione programmata, e ha preferito quindi non parlare. Con qualcuno si sarebbe sfogato dell'affare villa. «Forse ci ho rimesso 50 mila euro...altroché».
La ricostruzione della vendita dello yacht ai magistrati l'ha fatta la gola profonda che sta mettendo alle strette il pupillo di Tremonti. Paolo Viscione, l'assicuratore di Cervinara, al centro di una frode fiscale internazionale, ha vuotato il sacco su Milanese perché a suo dire gli ha estorto tra regali e soldi quasi 1 milione di euro, in cambio di aggiornamenti sullo stato delle indagini su di lui da parte della finanza senza riuscire a stopparle.
LE CARTE DELL'INTERROGATORIO. Interrogato nel dicembre 2010 dai pm di Napoli Viscione ha spiegato che «Milanese ha una barca, aveva una barca importante, comprata da Russo di Capri... che valeva 600, 700 mila euro... lui me la voleva rifilare... e io che stavo sotto scacco non potevo dire di no così, allora ho trovato la soluzione (ride), avevo un amico che aveva bisogno di una cortesia, quella là di essere confermato in una nomina... Sidoti (il suo tuttofare ndr) mi premeva: perché non lo presentiamo a Milanese?... Invece di presentarlo, lo faccio portare da me e gli dico: senti, tu sei disposto a fare un'operazione di questo tipo? Ti compri la barca. La fai comprare a qualcuno e quello ti farà il piacere sicuramente, no... così è stato, questo si chiama Fabrizio Testa ed è il presidente dimissionario dell'Enav, Finmeccanica...».
Il pm Piscitelli: «Fabrizio?».
Viscione: «Fabrizio Testa inquisito dallo scandalo famoso delle fatture false Enav e compagnia bella... (inc.) non lo voleva, Matteoli non lo voleva, Alemanno non lo voleva, Tremonti l'ha fatto nominare...».
Pm: «Ma all'Enav?».
V.: «No, l'ha fatto diventare presidente dell'Enav, con i poteri, che poi si è dovuto dimettere, perché è nato il casino delle fatture false, è un altro discorso... però è stato nominato e si è comprato la barca... io tengo i documenti, eh..».
Fabrizio Testa, coinvolto nell'inchiesta sulle fatture gonfiate ed ex consigliere di amministrazione dell'Enav, l'11 novembre 2009 è stato nominato presidente della Techno Sky, società interamente partecipata dall'Ente nazionale assistenza al volo.

Gratis la ristrutturazione della casa romana

 
 Intanto su Milanese, ormai travolto da un terremoto, si sta abbattendo un'altra tegola. I lavori di ristrutturazione della casa nel centro di Roma affittata dal deputato del Pdl e abitata da Tremonti (leggi l'editoriale del direttore), secondo la Digos di Napoli, sarebbero stati eseguiti gratis, dal momento che non è stata trovata alcuna traccia documentale di pagamenti.
Il portone d'ingresso del palazzo al civico 24 di via
Campo Marzio a Roma. Marco Milanese pagava l'affitto
della casa che veniva utilizzata da Giulio Tremonti.
(© Ansa)
La verifica di queste presunte irregolarità era l'obiettivo delle perquisizioni compiute il 7 luglio dagli investigatori napoletani nelle sedi di due società, la Sogei e la Edicars, e nell'abitazione del costruttore Angelo Proietti (che non è però indagato).
L'ipotesi del pm Piscitelli, titolare dell'inchiesta sfociata nella richiesta d'arresto per Milanese, è che la Edicars abbia eseguito quei lavori, che ammontano a centinaia di migliaia di euro, in cambio di importanti appalti da parte della Sogei, società controllata dal ministero del Tesoro, sempre grazie alla lunga mano di Milanese.
Un altro filone dell'inchiesta riguarda le fughe di notizie coperte da segreto e il ruolo di alcuni alti ufficiali della guardia di Finanza. Al centro delle indagini il generale Michele Adinolfi (indagato nell'
inchiesta sulla P4) che, secondo quanto si è appreso, avrebbe chiesto a Tremonti di allontanare Milanese dopo che questi, nel corso di un interrogatorio reso ai pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio, lo aveva indicato come il responsabile della fuga di notizie che aveva rivelato a Luigi Bisignani di essere intercettato.
"Yacht in cambio di nomine e appalti"  su Milanese arriva una nuova tegola

Dopo la richiesta di arresto a Napoli, una nuova inchiesta sul deputato a Roma. Due imprenditori arrestati per finanziamento illecito di CARLO BONINI


ROMA - Prima Napoli 1. Ora Roma 2. In meno di ventiquattro ore, su Marco Milanese si chiude il secondo braccio della tenaglia giudiziaria che lo ha stritolato. Il gip di Roma, Anna Maria Fattori, su richiesta del pm Paolo Ielo, contesta all'ex consigliere politico di Tremonti un nuovo reato: finanziamento illecito dei partiti.
 
             Il Dolphin 46 al centro dell'inchiesta di Roma
Lo stesso per il quale ordina la cattura degli "imprenditori" Tommaso Di Lernia e Massimo De Cesare (il primo era già detenuto nell'inchiesta sugli appalti Enav, il secondo è da ieri sera ai domiciliari) e di cui sono accusati a piede libero Fabrizio Testa, ex manager pubblico (è stato nel cda di Enav e quindi presidente della controllata "Technosky") e Lorenzo Cola, "consigliere globale di Finmeccanica", protesi del suo presidente Pier Francesco Guarguaglini, già detenuto lo scorso anno nella vicenda dei fondi neri "Digint".

E' una storia - come documentano le 33 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare - esemplare del sistema degli appalti e delle nomine nelle società a partecipazione pubblica. Nella quale "la prova è raggiunta, perché piena", su cui Milanese ha ritenuto di non dover rispondere, un mese fa, alle domande del pm e per la quale, dunque, la Procura si prepara a disporre il giudizio a citazione diretta (Milanese verrà processato in autunno da un giudice monocratico).

Ed è una storia che gira intorno ad un magnifico yacht, un "Dolphin 64" di 20 metri della Mochi Craft, che Milanese possiede ma non è in grado di pagare. Del quale, come gli accade con le fuoriserie che cambia con la frequenza delle scarpe (Bentley, Ferrari, Aston Martin), decide dunque di liberarsi, accollandone però il costo ad altri e per giunta facendoci sopra una bella "cresta" da 224 mila euro.

Anche perché, ha gioco facile nel farlo, visto che, come uno sciame d'api sul miele, gli corre in soccorso una variopinta comitiva di giro, che della sua benevolenza e del suo potere di interferenza sulle società a partecipazione pubblica ha bisogno come l'aria. Un manager che orbita nella destra sociale di Alemanno e questua una nomina in una società controllata da Enav (Testa); due "imprenditori" rotti al giochino delle sovrafatturazioni, delle provviste nere e inseriti stabilmente nel Sistema degli appalti Enav (Di Lernia e il suo factotutm De Cesare), un'eminenza grigia di "Finmeccanica" che chiamano "il generale" (Cola).

Lo yacht, dunque. Milanese lo acquista di seconda mano nel giugno 2009, accollandosi dal vecchio proprietario un leasing di 1 milione e 97 mila euro. E' un giocattolo che, solo di rata mensile, costa dunque 20 mila euro. E che l'ex ufficiale della Finanza, che in carriera ha collezionato encomi come figurine, non ha, o non ha intenzione di spendere. Per la barca, infatti, dalle tasche dello "scapocchione fortunato" (così lo chiama Paolo Viscione, imprenditore cui munge nel tempo "una milionata" di euro in regalie e contanti) escono solo 1.200 euro, il costo della pratica di cessione del leasing. Non paga le rate, infatti. Accumula interessi di mora. E finisce con il bordeggiare sul "Dolphin" una sola estate. Finché, a dicembre 2009, segnala a Viscione di "trovarsi in imbarazzo". Insomma, dice ai pm, l'imprenditore, "mi voleva rifilare la barca". E' troppo anche per lui.

Viscione trova il modo di mollare "il pacco" ad altri. Gianni Sidoti, suo socio, ha infatti per le mani un tipo che può "risolvere il problema" e "trovare un compratore" che tolga Milanese "dall'imbarazzo". Si chiama Fabrizio Testa, conosce Sidoti perché vivono nello stesso quartiere residenziale tra Roma e il mare (Casalpalocco) ed ha un problema. E' stato fatto fuori dal cda di Enav ("dove - racconta al pm - ero stato nominato in quota Destra sociale") per i suoi dissidi con il presidente Guido Pugliesi. Ha cercato la "sponsorizzazione" di Gianni Alemanno, sindaco di Roma, per un nuovo incarico, ma non è bastata.

Si offre dunque lui per mediare la vendita, perché, spiega ancora al pm, "favorendo Milanese, cercavo una protezione politica di un deputato che si interessava alle nomine in Enav". Testa, grazie al sapiente consiglio di Cola, trova rapidamente i compratori. Di Lernia e la sua protesi De Cesare, due "imprenditori", chiamiamoli così (Di Lernia campa di fondi neri e già finanzia "L'Officina delle libertà" di Aldo Brancher, deputato Pdl condannato in appello a due anni per ricettazione nella vicenda Antonveneta), che di uno yacht non sanno che farsene. Ma che di Milanese e di un manager di Enav, sanno sì che farsene, visto che la Di Lernia vive dei subappalti di Selex, principale beneficiaria di appalti dell'Ente a trattativa diretta.

Il "Dolphin" viene quindi acquistato a cifre da capestro. Il valore non supera i 700 mila euro, ma Milanese lo piazza a 1 milione e mezzo. Una cifra in cui c'è il valore residuo del leasing, caricato dagli interessi di mora (1 milione 318 mila e 500 euro) per le rate scadute (220 mila euro) che Milanese non ha mai pagato e che pure Di Lernia, al momento del contratto, gli ha anticipato in contanti.

Milanese è finalmente "libero dell'imbarazzo". Testa viene nominato presidente di Technosky (controllata Enav), da cui sarà allontanato nell'estate 2010 dopo un audit interno. Di Lernia può continuare a campare dei subappalti Selex. Per la legge, "è finanziamento illecito a un parlamentare". Da sei mesi a 4 anni di reclusione.
(09 luglio 2011)
Così viene spartita Finmeccanica
Trovate le liste con i nomi di politici e manager per le nomine.
 
Il deputato del Pdl Marco Milanese, ex consigliere politico del ministro Tremonti

Dopo la richiesta di arresto per il parlamentare Pdl, Marco Milanese, la procura di Napoli ha rivelato altre accuse contro l’ormai ex consulente del Tesoro le dichiarazioni di imprenditori e i manager di Stato. Tutti hanno disegnato lo stesso sistema di spartizione degli incarichi e delle nomine.
Così l’inchiesta sulla
presunta corruzione di Milanese si è mescolata con quella sulle nomine pilotate in Enav; e poi con l’altra, sulla presunta loggia P4 di Luigi Bisignani. Per diventare un unico grande calderone giudiziario.
Dai vertici delle aziende di Stato, da Finmeccanica a Trenitalia, dall’Eni fino alle consociate. Cioè della fame di politici e ministri, che indicano nomi e cognomi - anche senza requisiti - di chi deve accomodarsi nei consigli di amministrazione e persino nei collegi sindacali, in un calderone in cui i secondi, che dovrebbero verificare l’attività dei primi, in realtà sono espressione degli stessi referenti politici.
Il sospetto dei magistrati è proprio che Milanese abbia preso tangenti assicurando nomine ed incarichi in società controllate da via XX Settembre, come Finmeccanica, Ferrovie dello Stato ed Enav. Anche i rapporti del parlamentare con i vertici delle Fiamme Gialle non convincono i magistrati, i quali parlano di possibili cordate in vista della nomina del comandante generale.
IL COMPUTER SEQUESTRATO.  A far comprendere ai magistrati napoletani quanto la presunta illegalità delle operazioni di lobbing di Luigi Bisignani fosse poca cosa di fronte a quello che poteva mettere in campo Marco Milanese, è stato un appunto sequestrato nel computer di Lorenzo Borgogni, il capo delle Relazione esterne di Finmeccanica e tra i principali collaboratori del presidente Guarguaglini.
S'intitola «membri esterni controllate per Milanese.doc»; e indica uno per uno i nomi dei membri dei cda e dei collegi sindacali delle principali società controllate dal colosso di piazza Montegrappa. C’è Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare, Oto Melara, Elsag Datamat, Selex Sema, Selex Galileo e Wass. Accanto ai soggetti da nominare i politici di riferimento, talvolta indicati per nome, altre volte per partito.
Durante la perquisizione nel suo ufficio è stato trovato un foglietto con una lista di politici scritti a penna: «Giorgetti, Milanese, Romani (Guerrera), Fortunato (Mef), Galli, Squillace x La Russa».
I RIFERIMENTI POLITICI. Borgogni ha raccontato cosa è accaduto negli ultimi tre anni: «In questo periodo, Squillace è espressione del ministro della difesa La Russa, il consigliere Galli per la Lega mentre per lo Sviluppo Economico (Scajola) il riferimento è stato il consigliere Alberti, anche se formalmente espressione dell’azionista Mediobanca. Per quanto riguarda il Tesoro la lista la consegnavo a Milanese. Naturalmente da ciascuna parte ci sono state richieste per il maggior numero di persone e per il 2010 c'è stato un tavolo di compensazione e di coordinamento dove erano presenti Letta, Milanese, Giorgetti per la Lega e io che avevo ricevuto due, tre nomi da La Russa che non poteva partecipare. In questa riunione si decise poi quale parte politica doveva presentare i curricula e per quale società (per esempio la Lega a mezzo Giorgetti chiese che un posto fosse senz'altro riservato a quel partito in Ansaldo Energia riservandosi di farmi avere un curriculum forse già datomi nell'occasione) e così via... Ricordo per esempio che il nominativo di Adolfo Vittorio per Elsag Datamat me lo diede Letta per conto di Giovanardi che poi mi chiamò in prima persona... Ricordo che il nominativo di Marchese (Guido) fu proposto da Milanese nelle caselle che spettavano al Tesoro, per la presidenza del Cs di Oto Melara e per il cda di Ansaldo Energia dove fu registrata l'incompatibilità ai sensi del codice civile. Quando sorse il problema rilevammo che era stato nominato anche l'anno precedente, sempre su indicazione del Tesoro, nel Cs di Ansaldo Breda».
Le notizie sono state riportate dal Corriere della Sera e dal Messaggero

Sabato, 09 Luglio 2011
Fonte Lettera 43

Enav/ Arrestati due imprenditori e indagato Marco Milanese (Pdl)

Pm Roma contestano illecito finanziamento ai partiti

 
Il deputato del Pdl Marco Milanese, ex consigliere politico del ministro Tremonti
Roma, 9 lug. (TMNews) - Illecito finanziamento ai partiti. Per questo reato due imprenditori sono oggetto di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Roma. Nell'inchiesta diretta dal pm Paolo Ielo risulta indagato il deputato del Pdl, Marco Milanese, ex consigliere politico del ministro Giulio Tremonti. Il parlamentare è oggetto di una richiesta d'arresto inoltrata alla Camera dai pm di Napoli.

La misura cautelare del carcere è stata emessa per Tommaso Di Lernia, titolare della Print Sistem, già finito in manette per corruzione e fatturazione di operazioni inesistenti nell'inchiesta sugli appalti dell'Enav assegnati a Selex Sistemi Integrati. Agli arresti domiciliari è stato posto Massimo De Cesare, amministratore delegato di Eurotech.

In base all'ordinanza del gip Anna Maria Fattori al centro degli accertamenti della Gdf è la vendita a Eurotech, società che si occupa della costruzione di opere civili, di una barca da 15 metri acquistata in leasing (20mila euro al mese) dall'onorevole Milanese. La vendita dell'imbarcazione, a un prezzo maggiorato rispetto al suo valore, sarebbe stata la contropartita richiesta da Milanese per la nomina, decisa dal cda di Enav su suo input, dell'ex consigliere di amministrazione dell'Ente nazionale di assistenza al volo, Fabrizio Franco Testa (anche lui indagato), a presidente di Technosky, controllata di Enav.

Per favorire la nomina, Testa avrebbe coinvolto Lorenzo Cola, l'ex consulente di Finmeccanica e Di Lernia. Ed alla fine del giro di soldi, oltre 200mila euro sarebbero finite a Milanese. Quasi certamente gli interrogatori di garanzia di Di Lernia e De Cesare si terranno all'inizio della prossima settimana.
Fonte TMNews

Il Milanese e il Romano


di Eloisa Covelli

Non bastavano i guai dell’ex braccio destro di Tremonti, Marco Milanese. Ad aggravare la posizione della maggioranza di governo c’è anche una richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa per il ministro Saverio Romano...


     Nella foto: Saverio Romano 

Non bastavano i guai dell’ex braccio destro di Tremonti, Marco Milanese. Ad aggravare la posizione della maggioranza di governo c’è anche una richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa per il ministro Saverio Romano.
A Napoli proseguono le indagini a carico dell’ex consigliere di Tremonti, Marco Milanese, che lo vedono indagato per corruzione, rivelazione di segreto e associazione a delinquere e su cui pende la richiesta di arresto. Guai politici anche per il ministro dell’Economia. I pm napoletani stanno cercando i pagamenti della ristrutturazione della casa di via Campo Marzio, usata da Giulio Tremonti, ma affittata dal suo braccio destro dal Pio Sodalizio dei Piceni. Ma le fatture finora non sono state trovate. La posizione di Milanese, però, si aggrava giorno dopo giorno. Dimessosi da consigliere di Tremonti per l’inchiesta P4, risulta indagato anche a Roma nell’ambito dell’indagine Enav per finanziamento illecito ai partiti. Ai pm non quadra la vendita a Eurotec, che si occupa della costruzione di opere civili, di una barca di 15 metri. Questa era stata acquistata da Milanese in leasing e poi rivenduta a un prezzo maggiorato rispetto al suo valore. Per la procura sarebbe stata la contropartita richiesta dall’ex finanziere in cambio della nomina, decisa dal cda di Enav su suo input, dell’ex consigliere di amministrazione dell’Ente nazionale di assistenza al volo, Fabrizio Testa, a presidente di Technosky, società controllata di Enav. Per la procura, a Milanese sarebbero andati 224mila euro.
E a causa dei guai giudiziari dei membri della maggioranza, la giunta per le autorizzazioni della Camera risulta intasata. Al punto che probabilmente arriverà a giudicare della richiesta di arresto di Milanese solo a settembre. Prima si deve decidere se autorizzare l’uso delle intercettazioni di Denis Verdini e poi bisogna discutere della richiesta di misure cautelari per Alfonso Papa.
A questo fosco scenario, si aggiunge quello certo non limpido sul ministro Romano. Per il gip di Palermo, Giuliano Castiglia, il titolare delle Politiche agricole deve essere processato per la sua vicinanza a Cosa Nostra. Il gip ha perciò obbligato il pm a scrivere l’imputazione, respingendo la sua richiesta di archiviazione. In sostanza la procura entro 10 giorni dovrà formulare l’accusa da portare davanti al gup. Accusa che si fonda sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Angelo Siino e Francesco Campanella. Il primo ha parlato, nell’ambito del fascicolo “Ghiaccio” (archiviato all’inizio del 2005, i cui atti sono stati però presi in considerazione dal gip) di un incontro con un giovane Romano che, assieme a Totò Cuffaro, si sarebbe presentato a casa sua nel 1991 per chiedergli voti. Campanella, invece, aveva riferito di una serie di episodi riguardanti l’attività amministrativa del Comune di Villabate, la realizzazione nel grosso centro alle porte di Palermo di un centro commerciale e le vicende politiche connesse, la candidatura nelle fila del Biancofiore di un aspirante deputato regionale che nel 2001 avrebbe avuto l’appoggio delle cosche. Tra gli episodi descritti da Campanella c’è anche un pranzo a Campo de’ Fiori, a Roma, in cui Saverio Romano avrebbe detto di «far parte della stessa famiglia». Un riferimento che, secondo l’accusa, sarebbe relativo alla comune appartenenza mafiosa, mentre secondo la difesa si tratterebbe solo di una comune adesione a una corrente della Dc.
Lo scorso 23 marzo, giorno in cui Romano è diventato ministro, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva espresso delle «riserve sulla ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunità politico-istituzionale», dato che il gip non aveva accettato la richiesta di archiviazione della procura di Palermo, tuttavia ha proceduto alla nomina poiché «non c’erano impedimenti giuridico-formali». «Sono addolorato e sconcertato; - commenta il ministro Romano - con questo provvedimento non viene chiesta solo la formulazione dell’imputazione per il sottoscritto ma vengono messe in discussione le conclusioni alle quali dopo lunghissimi approfondimenti era pervenuta la Procura di Palermo».

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